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Consulenti Tecnici di Ufficio (CTU): come dovrebbero essere aggiornate le tariffe

Mentre l'Albo digitale dei Consulenti Tecnici e Periti è in piena fase di popolamento, c'è chi chiede un aggiornamento delle tariffe dei consulenti giudiziari più eque e proporzionali. A farlo, attraverso un documento congiunto e sottoposto al Ministero, gli ingegneri, i dottori commercialisti, i medici, gli psicologi e i periti industriali. Ne parliamo con Carla Cappiello del CNI.

Il DM 109 del 6 agosto 2023, che ha definito le regole dell’Albo dei Consulenti Tecnici di Ufficio dell’Autorità Giudiziaria istituito presso ogni Tribunale e tutti i dettagli su formazione e aggiornamento dell’Elenco nazionale dei Consulenti Tecnici di Ufficio, ha rappresentato senza dubbio un primo successo per una riforma della professione del CTU.

Un testo che per buona parte ha recepito numerosi contributi proposti dal Gruppo di Lavoro sull’ingegneria forense coordinato da Carla Cappiello, Consigliera CNI con delega per l’ingegneria forense. Ma si tratta - hanno ribadito dal CNI - di un primo passo, manca ancora da risolvere il nodo delle tariffe.

“Se si chiede - commenta Carla Cappiello - che gli ingegneri forensi siano dotati di competenze e conoscenze superiori per esercitare il ruolo di CTU, non possiamo non pretendere che le loro prestazioni professionali siano adeguatamente remunerate, quand’anche tenendo conto della natura pubblicistica degli incarichi. Tutto questo sempre a tutela della qualità delle prestazioni e, dunque, del cittadino”.

  

Tariffe non aggiornate agli indici Istat da oltre vent'anni

Negli ultimi anni, si è infatti intensificato il dibattito riguardo alla necessità di una riforma degli onorari forensi in Italia, evidenziata da un blocco delle tariffe che perdura da oltre vent’anni e su questo rinnovato interesse alla materia, recentemente è stata nominata dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, una Commissione, con l'obiettivo di emanare, in adempimento dell’art. 50 del DPR 115/2012, un decreto ministeriale che dovrà innanzitutto aggiornare le tariffe giudiziarie sulla base degli indici Istat, e ci si auspica dalle categorie dei consulenti giudiziari, anche una revisione dell’intero impianto delle remunerazioni giudiziarie, regolate dalla Legge 319/1980, varata 43 anni fa e successivo DM 30 maggio 2002.

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CTU: le proposte per tariffe più eque e proporzionate

“In attesa della fase di confronto con le parti interessate, che in questo caso coinvolge numerose professionalità, - ha commentato l’ing. Carla Cappiello contattata dalla redazione di INGENIO – si sono riuniti, su iniziativa del Senatore Marco Silvestroni, dietro un unico tavolo, gli ingegneri, i dottori commercialisti, i medici, gli psicologi e i periti industriali.”

Dall’attività e dal confronto tra queste professionalità, dopo mesi di lavoro ne è uscito un documento che ha l’obiettivo di evidenziare le criticità dell’attuale impianto normativo sulle tariffe e di puntare a un aggiornamento necessario e atteso da tempo, per garantire che il sistema giudiziario possa contare su servizi professionali adeguati ed equamente remunerati.

Su questo documento abbiamo intervistato l’ing. Carla Cappiello, rappresentante degli ingegneri, nella formulazione di un testo condiviso da CNI, dal CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili), dal FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri), dal CNPI (Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati), e dal CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi).

   

Carla Cappiello, Consigliera CNI con delega per l’ingegneria forense
Carla Cappiello, Consigliera CNI con delega per l’ingegneria forense

  

Quali sono i punti più importanti di questo documento?

La nostra proposta, oggi all’attenzione del Ministero, mira innanzitutto a una corresponsione di onorari più equa e proporzionata, che rifletta la quantità e la qualità del lavoro svolto dai professionisti forensi, tenendo conto delle responsabilità assunte e della natura pubblicistica delle prestazioni richieste.

Questi i punti più importanti e le modifiche proposte nel documento:

  1. Prima di tutto chiediamo l’aggiornamento delle tariffe secondo gli indici Istat. Il DPR 115 del 2002 prevedeva l'aggiornamento con gli indici Istat ogni triennio cosa che però è rimasta ferma al 1999 (DM 20 maggio 2002), lasciando gli onorari non aggiornati da oltre vent’anni e che quindi dovranno essere aggiornati, solo per effetto degli indici di Istat, del 40%!
  2. Tra le proposte chiediamo una rimodulazione dell'onorario a tempo: cioè quello che attualmente si chiama vacazione ed è costituita da due ore come retaggio di una vecchia legge, la 319 /1980. Chiediamo innanzitutto di equipararla ad un’ora, e in più chiediamo di portare il valore di questa vacazione, oggi quantificato in 4,05 € l'ora, ad un compenso che sia modulato alla natura pubblicistica dell’incarico ma anche dignitoso. Su questo punto la nostra proposta è quella di ancorarla, ad esempio, al valore minimo del compenso orario per l'affidamento di lavori e servizi tecnici nei contratti pubblici come da d.m. 143 del 2013;
  3. Proponiamo anche l’eliminazione del tetto massimo dell'importo per il calcolo dell'onorario variabile, con la rivisitazione degli scaglioni, così come stabiliti da una misura datata al 1980. Per comprendere bene posso portare un esempio: se come professionista vengo chiamato a stimare un complesso immobiliare che vale 10 milioni di euro il mio compenso è sempre e comunque rapportato al tetto massimo di 516.000 €. A parte la necessità di accertamenti che sono verosimilmente più onerosi, come professionista mi assumo delle responsabilità non per 516.000 € ma per 10 milioni di euro.
  4. Auspichiamo che venga riconosciuto il principio degli incarichi distinti, cioè laddove il professionista sia chiamato a svolgere una pluralità di accertamenti tra loro differenti gli sia riconosciuto il compenso per ciascuno degli accertamenti che svolge.
  5. Proponiamo che vengano riconosciute quelle spese generali forfetarie legate al mantenimento della struttura professionale e della strumentazione necessaria allo svolgimento degli accertamenti, spesso non facile da dimostrare o quantificare. Basterebbe anche solo una piccola percentuale, l’importante è che venga riconosciuto il principio.
  6. Proponiamo infine l'introduzione di nuove materie e criteri di calcolo per prestazioni finora non contemplate, come l'informatica forense, gli accertamenti su opere strutturali, l’attività legata alla ricostruzione e alla dinamica dei sinistri stradali, ecc.

  

C’è chi solleva la preoccupazione che un aumento delle tariffe dei CTU possa provocare delle preoccupazioni sul Bilancio dello Stato, lei cosa ne pensa?

Che io sappia le spese della consulenza tecnica sono spese totalmente recuperabili dallo Stato. È chiaro che lo Stato non riesca a recuperare una parte di queste spese o che impieghi tempi molto lunghi.
Pertanto, quindi, non ci sarebbe un incremento di spesa proporzionale all’incremento delle tariffe, e, in ogni caso, questa circostanza non può ledere il diritto del professionista a un compenso equo.

Inoltre, non deve essere sottovalutato che l’incarico ha natura pubblicistica e che, pertanto, il professionista svolge un servizio in favore della cittadinanza, che non può prescindere da un livello qualitativo elevato.
Non remunerare equamente il consulente giudiziario può portare il disinteresse dei professionisti a svolgere questa attività, con il rischio che il sistema giustizia possa vedersi privato delle figure più qualificate.

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