Consolidamento delle capriate: intervento sulle travi di falda con puntoni di legno sorretti da funi di acciaio

Il metodo è particolarmente indicato quando una capriata ha subìto una deformazione delle travi di falda spesso accompagnata da una sollecitazione di flessione impressa dal monaco alla catena.

L’intervento può essere eseguito anche senza lo smontaggio della struttura sovrastante ma, in ogni caso, previo adeguato puntellamento.

Possono essere attuate due soluzioni che differiscono tra loro nella partecipazione o nell’esclusione del tirante a sostegno delle travi di falda su cui intervenire.

Le figure 1, 3 e 6 mostrano l’intervento del primo tipo, quello che si avvale del contributo della trave-tirante attraverso il bloccaggio dei puntoni di legno con barre filettate o bulloni sulla catena della capriata.

Le figure 7 e 8 rappresentano i particolari dai quali si comprende che i puntoni di rinforzo non sono collegati alla catena, che continua a rimanere libera e partecipante alla risposta strutturale solo con reazioni normali di trazione (sempre che il monaco sia svincolato).

Tornando alle sue caratteristiche generali, il sistema di rinforzo può essere attuato utilizzando due funi d’acciaio, i cui collegamenti sono garantiti da morsetti ad attrito, messe in tensione attraverso il serraggio dei tenditori posti in posizione centrale rispetto alla capriata.

Gli elementi di supporto alle travi di falda inflesse sono costituiti da due ulteriori puntoni, in genere di legno.

Se si vuole evitare l’eccessivo peso possono essere usati anche profilati tubolari d’acciaio di piccolo spessore collegati per mezzo di nodi formati da scatolari composti da piastre saldate che, mediante perni di vario tipo determinano le unioni.

I perni possono essere inseriti in un foro successivamente saturato con resine epossidiche, tramite tubicini di iniezione (figure 2, 4 e 5).

Le funi scorrono su pulegge che ne consentono i movimenti in fase di presollecitazione che ad ogni variazione di carico e rimangono vincolate alle stesse attraverso anelli di “sicura” di lamiera, che impediscono lo scavallamento.
Per evitare qualsiasi sollecitazione di flessione al tirante, tranne quella prodotta dal peso proprio, è consigliabile pertanto escludere il suo collegamento con i nuovi puntoni, prevedendo l’apporto di un’ulteriore fune, anche questa fornita di tenditore (figure 7, 8 e 9).

Sono di pregio le soluzioni di figura 10 che prevedono l’inserimento di ulteriori puntoni sostenuti da funi o tondi d’acciaio presollecitati.

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Questo articolo è tratto dal volume "Consolidamento delle strutture lignee con l'acciaio".