Conservazione e Riabilitazione Sostenibile dell’Architettura in Calcestruzzo del ‘900
Nel panorama della conservazione e riqualificazione dell’architettura moderna in calcestruzzo, Concreto si distingue per essere un progetto tanto ambizioso quanto innovativo. Ma cos’è esattamente Concreto? Quali sono i suoi principali obiettivi? Quali sfide emergono nel campo della conservazione e riabilitazione delle architetture in calcestruzzo? Tutti i dettagli in questa intervista.
In qualità di media partner del progetto, Ingenio ha realizzato un'intervista alla prof.ssa Irene Matteini, Direttore Scientifico di Concreto, ricercatrice presso il Politecnico di Torino e docente di conservazione presso l’University of Pennsylvania (School of Design in Philadelphia), e alla dott.ssa Elisabetta Margiotta Nervi, Coordinatrice di Concreto e Segretaria Generale di PLN Project (Fondazione Pier Luigi Nervi), per fare il punto sui progressi raggiunti a un anno dall’avvio dei lavori del progetto CONCRETO.
Il progetto, della durata di 36 mesi, mira a promuovere la riabilitazione sostenibile dell'architettura in calcestruzzo, ispirandosi al modello rinascimentale della "Bottega dell'artista".
Concreto: cos’è e gli obiettivi del progetto
Prof.ssa Matteini, potrebbe raccontarci cos’è Concreto e quali sono i suoi principali obiettivi? Inoltre, visitando il vostro sito web, ci si imbatte nel claim “potenziare la riabilitazione verde dell'architettura europea in calcestruzzo”. Potrebbe spiegare cosa significa oggi questo concetto?
Irene Matteini
Concreto è un progetto europeo, una Alliance for Enterprise and Education parte del programma Erasmus+, avviato a gennaio 2024.
Uno dei principi fondamentali su cui si basa il progetto è il concetto che "l'edificio più green è quello già costruito". A partire da questo, l’obiettivo di Concreto è promuovere la riqualificazione e il recupero dell'enorme patrimonio di edifici in calcestruzzo armato esistenti in tutta Europa. Il progetto coinvolge 13 partner e cinque paesi europei: Italia, Spagna, Olanda, Belgio e Francia, oltre alla Turchia. Il suo scopo principale è formare professionisti, operai specializzati e studenti di architettura e ingegneria, fornendo loro competenze tecniche avanzate necessarie per il restauro e la conservazione dell'architettura moderna.
L'idea alla base del claim menzionato è proprio quella di coniugare la sostenibilità con la conservazione del patrimonio architettonico in calcestruzzo del Novecento, affinché questo patrimonio possa essere conservato e valorizzato rispettando l’ambiente.
Questo concetto si basa su alcuni elementi chiave:
- Recupero e riqualificazione: L'obiettivo principale è il recupero e la riqualificazione di edifici in calcestruzzo armato. Il portfolio di strutture in calcestruzzo armato è vasto e comprende principalmente edifici pubblici di grande scala, con solo una piccola percentuale di edifici tutelati.
- Impatto ambientale: Come sappiamo, l'industria del calcestruzzo è tra le più impattanti in termini di emissioni di CO2. Riabilitare edifici esistenti anziché demolire e ricostruire riduce il consumo di nuove risorse e le emissioni associate alla produzione di nuovi materiali da costruzione.
- Efficienza energetica: È fondamentale migliorare le prestazioni energetiche di questi edifici, riducendo i consumi e sviluppando soluzioni più efficienti.
- Materiali sostenibili: Promuovere l'uso di materiali riciclati o a bassa impronta di carbonio nei progetti di riqualificazione è un altro aspetto importante.
- Adattamento ai cambiamenti climatici: Integrare soluzioni progettuali per aumentare la resilienza degli edifici in calcestruzzo agli effetti dei cambiamenti climatici, attraverso l'introduzione di piani di manutenzione e gestione del rischio.
Il ruolo della PLN Project
Dott.ssa Margiotta Nervi, qual è il ruolo della PLN Project all’interno dell’Alliance di Concreto?
Elisabetta Margiotta Nervi
La nostra organizzazione ricopre il ruolo di Project Coordinator. Siamo stati noi a presentare la proposta per il finanziamento all’Unione Europea e siamo responsabili del coordinamento delle attività del progetto. Ci occupiamo anche della disseminazione dei risultati, motivo per cui la collaborazione con Ingegno è particolarmente importante per noi. Il nostro compito è raccordare il lavoro dei vari partner e presentarlo all’Unione Europea, che valuta e approva i progressi fatti. In sintesi, ci occupiamo sia della fase di progettazione iniziale, sia del coordinamento esecutivo.
PLN Project: cos’è
La PLN Project è un’organizzazione no-profit, creata a Bruxelles (Belgio) nel 2008 da uno dei nipoti di Pier Luigi Nervi, Marco. Dal 2021 è una fondazione, dedicata alla conoscenza della figura ed opera del grande ingegnere, architetto e costruttore Pier Luigi Nervi ed alla conservazione della sua eredità culturale. La PLN Project è impegnata nella tutela del patrimonio architettonico di Pier Luigi Nervi sul territorio italiano e in ambito internazionale, contribuendo allo sviluppo di una cultura del progetto per la riqualificazione del moderno tramite attività didattiche e di disseminazione.
Conservazione dell’Architettura Moderna in Calcestruzzo: le principali sfide
Quando parliamo di conservazione dell'architettura moderna in calcestruzzo, quali sono oggi le principali sfide da affrontare?
Irene Matteini
La conservazione dell'architettura moderna in calcestruzzo armato presenta numerose sfide, soprattutto perché spesso riguarda edifici di grande scala, prevalentemente strutture pubbliche. La sfida principale è la carenza di maestranze specializzate.
Tuttavia, il valore delle competenze artigianali necessarie per lavorare con questo materiale non è ancora adeguatamente riconosciuto, a differenza delle costruzioni in muratura, dove il muratore è considerato un artigiano altamente specializzato. Il calcestruzzo è un materiale artificiale che viene “modellato” direttamente in cantiere, come tale richiede elevata qualità nell’esecuzione.
Per chi lavora con il calcestruzzo, non esiste una vera e propria definizione specifica del mestiere. Negli Stati Uniti, ad esempio, si usa l’espressione "concrete guy," che identifica genericamente l’operaio che si occupa di lavorazioni in cemento, senza una connotazione specifica.
Inoltre, come già sappiamo, il calcestruzzo armato è un materiale che tende a degradarsi molto più velocemente nel tempo rispetto ai materiali della tradizione, proprio per la presenta delle barre di armatura soggette a corrosione. Questo danneggiamento progressivo, in assenza di adeguata manutenzione, può trasformare le strutture in vere e proprie "bombe a orologeria", in quanto provoca una variazione del comportamento strutturale fino all’eventuale collasso. Anche i più semplici interventi di ripristino possono risultare estremamente complessi.
Nel recupero delle architetture in calcestruzzo armato a vista, ci si confronta con diverse sfide: senza dubbio una delle più grandi è quella di riuscire a mantenere e se necessario replicare l'estetica originale. Ma allo stesso tempo, scegliere un’intervento compatibile, e garantirne la performance, e la durabilità dell’intervento e dell’opera stessa nel tempo richiede competenze tecniche altamente specializzate, e rappresenta anch’essa una grande sfida.
C’è ancora molto lavoro da fare, ed è proprio per questo che abbiamo sviluppato il progetto Concreto Academy, che pone un forte accento sugli aspetti pratici. Il nostro obiettivo è ridurre il divario che esiste tra il mondo accademico e quello professionale, creando una sinergia tra conoscenze teoriche e competenze applicative secondo un approccio “Learning by doing”, ovvero “Imparare facendo”.
L'eredità costruttiva di Pier Luigi Nervi
Dott.ssa Margiotta Nervi, è vero che l'aspetto pratico era un elemento chiave nella filosofia e approccio progettuale di Pier Luigi Nervi? Può spiegarci quanto fosse di fondamentale importanza per lui il processo costruttivo e come questo aspetto abbia influenzato il suo lavoro?
Elisabetta Margiotta Nervi
Assolutamente, sì. Pier Luigi Nervi ricopriva diversi ruoli, non solo quello di progettista; il ruolo che più gli stava a cuore era quello di costruttore.
Nervi era orgoglioso di poter collocare la sua opera nella grande tradizione costruttiva italiana. Considerava il suo lavoro in continuità con quello dei grandi maestri delle cattedrali gotiche. I suoi cantieri, infatti, funzionavano in modo simile a quelli delle cattedrali, con una forte impronta artigianale e operativa. La differenza stava nell'uso dei materiali e delle tecnologie del XX secolo, che spesso brevettava lui stesso, sia nei processi costruttivi che nei materiali.
Nervi ha saputo portare innovazione in un periodo molto delicato della storia italiana, dagli anni Venti e Trenta fino al dopoguerra, quando le risorse erano limitate, e c'era la necessità di realizzare opere di alta qualità con mezzi semplici.
Per lui, il calcestruzzo era il materiale ideale per raggiungere questi obiettivi, tanto che considerava il calcestruzzo una “pietra liquida” da plasmare. Vedeva il ruolo del costruttore quasi come quello di uno scultore, capace di modellare l’opera con grande maestria e visione.
Coltivare Buone Pratiche per la Cura del Patrimonio in Calcestruzzo del ‘900
All’interno del vostro progetto evitate di utilizzare il termine "restauro", preferendo il concetto più ampio di “cura” per gli edifici in calcestruzzo. Quali sono le ragioni di questa scelta e in che modo pensate di promuovere una maggiore diffusione di buone pratiche e una cultura della cura per le opere in calcestruzzo del Novecento?
Elisabetta Margiotta Nervi
Evitiamo volutamente di utilizzare la parola "restauro" nel senso di restauro specialistico, non perché sia discriminante, ma perché desideriamo ampliare il concetto di cura per gli edifici in calcestruzzo, estendendolo a un ambito molto più vasto della professione. È possibile prendersi cura di un edificio in calcestruzzo di valore anche senza che esso sia necessariamente tutelato o affidato esclusivamente a specialisti del settore. Questo può avvenire attraverso un normale processo di rigenerazione, in cui i professionisti, anche senza competenze specifiche di restauro, possano migliorare notevolmente la qualità degli interventi semplicemente adottando un approccio più consapevole e informato.
Il primo passo è conoscere le tecniche, perché uno dei problemi è che molti professionisti che propongono progetti di recupero non comprendono pienamente le implicazioni pratiche di applicare una tecnica piuttosto che un'altra. Il risultato? Non sono in grado di valutare correttamente la qualità del lavoro svolto. Se non conosco il metodo, come posso giudicare se un ripristino è stato eseguito correttamente? Questo porta a interventi di breve durata: dopo appena 3-4 anni, emergono già nuovi problemi. Inoltre, chi riceve questi lavori non ha le competenze per giudicarne la qualità.
C'è bisogno di una diffusione più ampia delle buone pratiche e della conoscenza, affinché si crei una percezione generalizzata dell'importanza della qualità, che non si limita alla specializzazione nel restauro, ma mira a qualcosa di più vasto e ambizioso. Questa consapevolezza esiste già per le strutture in muratura, che beneficiano di una cura maggiore grazie alla cultura consolidata che ci portiamo dietro sin dai tempi dei Romani. Siamo circondati da edifici storici in muratura, e questo alimenta una percezione più elevata del materiale stesso.
Il calcestruzzo, invece, è un materiale relativamente "giovane" nella percezione collettiva, ma ha iniziato a mostrare segni di invecchiamento. Quello che inizialmente si credeva essere un materiale eterno, si è rivelato estremamente fragile. Ora siamo in una fase in cui dobbiamo comprendere meglio come invecchia e come intervenire.
È urgente creare una cultura della cura adeguata per queste strutture. Questo è esattamente l’obiettivo che ci poniamo con il nostro progetto europeo.
All’inizio ci concentravamo principalmente sulle opere di Pier Luigi Nervi, ma ci siamo resi conto che questa missione ha valore solo se inserita in un contesto più ampio. Le opere di Nervi sono certamente la punta di diamante di un momento straordinario nella storia della costruzione, ma sono solo una parte di un patrimonio molto più vasto, fatto di edifici di grande qualità, anche se non firmati da grandi autori. Questi edifici meritano rispetto e cura, ed è proprio questo che speriamo di ottenere con il nostro progetto.
Bilancio del primo anno della Concreto Academy: Traguardi e Prospettive Future
Prof.ssa Matteini, in qualità di direttore scientifico del progetto, possiamo tracciare un bilancio di questo primo anno di attività della Concreto Academy?
Irene Matteini
Il primo anno si è concluso ad agosto con il termine del corso estivo, tenuto presso il sito UNESCO della città olivettiana di Ivrea. Possiamo dire che è stato un anno molto positivo. Abbiamo già raggiunto importanti traguardi. Uno dei successi principali è la creazione di un partenariato diversificato, coinvolgendo non solo diversi paesi europei, come accennato, ma anche partner con ruoli differenti all'interno del processo di recupero architettonico. Abbiamo coinvolto accademie, imprese e professionisti del settore, e un aspetto fondamentale è stato l’inclusione di partner locali.
Anche il feedback degli studenti è stato molto positivo: le tre parole che hanno usato per descrivere l’esperienza sono state collaborazione, entusiasmo e passione per imparare, specialmente per chi era alla prima esperienza con questo tipo di materiale. Alcuni studenti si sono addirittura offerti volontari per collaborare alle future attività del progetto.
Un altro risultato importante, in linea con gli obiettivi dei progetti europei, è stato la creazione di un network di collaborazioni che perdureranno oltre la durata del progetto. Fin dal primo anno abbiamo lanciato un gruppo LinkedIn dedicato agli alunni della Concreto Academy, con l’intento di creare una rete europea di esperti nel recupero del calcestruzzo.
Concreto Academy: il percorso formativo in breve
Con l'inizio del nuovo anno partirà anche un nuovo ciclo di Concreto Academy con il quale andrete a formare 30 nuovi studenti. Quali sono gli obiettivi principali del percorso formativo e come avete strutturato le attività didattiche tra apprendimento a distanza, laboratori pratici e lavoro sul campo?
Irene Matteini
Esattamente, tra pochi mesi riprenderà il percorso annuale della Concreto Academy. Non ci incontreremo quotidianamente per studiare il calcestruzzo; il programma formativo è articolato in tre appuntamenti, distribuiti in diversi momenti dell'anno.
Il primo incontro sarà a fine gennaio, con il Concreto Steppingstone, un modulo di apprendimento a distanza. Si tratta di tre giorni online in cui conosciamo gli studenti e introduciamo i vari argomenti attraverso casi studio internazionali, presentati da esperti dei paesi partner del progetto.
Il secondo incontro avviene in primavera e siamo ospiti di istituzioni universitarie. Quest'anno siamo stati al Politecnico di Milano, presso il campus di Lecco. L'anno prossimo, ad aprile, ci incontreremo all'Università Politecnica di Madrid. In questa fase si inizia a lavorare in un ambiente ibrido, con lezioni frontali e laboratori pratici. Questa fase l’abbiamo chiamata Concreto Master your Skills.
Il percorso si conclude con il corso estivo, la Concreto Masterpiece, che si svolge ad Ivrea presso lo spazio laboratorio allestito all’interno delle Officine ICO, nel cuore del sito UNESCO della Città Industriale Olivettiana . Studenti, operai e professionisti si ritrovano in questo iconico luogo per imparare, collaborare e confrontarsi sulle tecniche di recupero e riabilitazione di architetture in cemento armato, tenendo a cuore la filosofia del progetto che è quella dell’Imparare facendo.
Questa fase ha una durata complessiva di circa quattro settimane. Il primo modulo della Concreto Masterpiece riguarda l’attività diagnostica. Un aspetto cruciale, spesso trascurato, è la fase di diagnostica: capita troppo spesso di saltare questa fase fondamentale, intervenendo direttamente senza una corretta valutazione iniziale. Quest'anno, ad esempio, abbiamo svolto l’attività diagnostica su un edificio brutalista, l’ ex Sertec progettato da Ezio Sgrelli nel 1968, con il permesso dell’architetto Alberto Redolfi, che ne sta seguendo il restauro.
Una volta concluso il modulo di diagnostica, ci trasferiamo nei laboratori allestiti nelle vecchie fabbriche Olivetti. Qui, tramite diversi mock-up, gli studenti possono mettere in pratica tecniche di riparazione e protezione del calcestruzzo. In questo modo, si conclude il percorso annuale di Concreto Academy.
Ogni anno selezioniamo nuovi studenti e, con l’esperienza, continueremo a migliorare e a perfezionare le nostre attività didattiche.
L'importanza del "sporcarsi le mani" per imparare
IIPLE - Istituto Scuola Edile di Bologna è tra i partner del progetto Concreto. Abbiamo posto alcune domande all'architetto Gazmend Llanaj per comprendere le motivazioni che li hanno portati a sostenere questo progetto.
Cosa ha motivato il vostro istituto a sostenere il progetto Concreto Academy?
Gazmend Llanaj
Nelle nostre attività formative di tipo tecnico ci occupiamo da molti anni e continuamente del tema del calcestruzzo; cerchiamo di approfondire e accrescere le competenze degli operatori del settore su tutto ciò che riguarda la tecnologia del materiale, le normative vigenti sul cemento armato, le regole pratiche per la gestione del processo di posa in opera delle strutture in calcestruzzo e cosi via. In questo contesto, quello che notiamo negli ultimi anni e la mancanza di sensibilità e di attenzione, in modo particolare degli ingegneri ma anche degli architetti, rispetto al calcestruzzo come superficie architettonica, come materia che caratterizza la texture delle facciate e come elemento architettonico importante negli edifici moderni. Questo desiderio di costruire insieme ai partner una maggiore sensibilità sul tema e predisporre strumenti metodologici adeguati ad affrontare correttamente il restauro delle superfici di calcestruzzo, sono stati i motivi principali per i quali abbiamo deciso di aderire al progetto “CONCRETO”.
Inoltre, un aspetto essenziale della nostra partecipazione è l'inclusione di giovani studenti provenienti dal sistema di istruzione e formazione professionale (VET). Questi studenti portano preziose competenze pratiche e, attraverso il progetto CONCRETO, hanno l'opportunità di arricchire le proprie conoscenze, impegnarsi in esperienze pratiche e collaborare con giovani professionisti del settore. Partecipando a queste attività, possono migliorare le proprie capacità e beneficiare di un'esperienza che colma il divario tra pratica e teoria, offrendo loro un trampolino di lancio essenziale nel settore.
Quale valore aggiunto apporta l'integrazione di competenze pratiche all'interno del programma formativo della Concreto Academy?
Gazmend Llanaj
Una delle attività principali che è il progetto prevede sono le sessioni formative rivolte ai giovani tecnici, architetti, ingegneri e progettisti che spesso hanno un buon livello di competenze teoriche sul calcestruzzo come materiale strutturale ma molte volte non possiedono nemmeno il minimo delle competenze manuali e hanno una conoscenza superficiale delle pratiche esecutive di cantiere e su tutto ciò che riguarda la gestione operativa delle lavorazioni di ripristino del calcestruzzo nel contesto dell’adeguamento sismico e del restauro degli edifici storici.
Le attività previste in queste sessioni formative permettono ai giovani tecnici di “sporcarsi le mani”, attraverso prove pratiche di dosaggio, impasto, getto, disarmo e lavorazione sulle superfici del calcestruzzo, unendo alle competenze teoriche anche l’esperienza operativa che li rende consapevoli e capaci di trasmettere in maniera chiara e autorevole alle maestranze di cantiere le informazioni tecniche necessarie a garantire la qualità degli interventi sul restauro delle superfici in calcestruzzo.
Sperimentare direttamente e con le proprie mani le tecniche di intervento, l’utilizzo degli attrezzi e l’applicazione dei materiali per il ripristino del calcestruzzo risulta il modo più efficace dal punto di vista formativo per integrare le competenze multidisciplinari richieste per il restauro di questo materiale complesso, garantendo anche l’equilibrio tra le necessità di adeguamento strutturale spesso invasive e la “delicatezza” che richiedono gli interventi sulle superfici esterne del calcestruzzo a vista.
Concreto Academy: ecco alcuni dei feedback degli studenti
Francesca Pasqual, Architetto, CNAPPC
Mettersi alla prova realizzando concretamente il proprio progetto è un’opportunità preziosa e rara nella vita di un professionista. L’esperienza di Concreto Academy mi ha dato questa opportunità: un ciclo di incontri e lezioni che coinvolge professionisti, studenti e ricercatori su temi attuali e di grande impatto inerenti al calcestruzzo. Ho partecipato all’edizione 2024, selezionata dal CNAPPC, ed ho sperimentato sul campo tecniche di indagine, possibili interventi sui materiali cementizi esistenti e la creazione di un corretto mix design del materiale principe del XX secolo. Oltre alle attività formative, Concreto Academy è stata preziosa per il contributo delle esperienze che ciascuno dei partecipanti ha portato. Ho imparato molto dalle lezioni direttamente previste dal programma organizzativo, ma ho beneficiato altrettanto della fattiva collaborazione nata nei gruppi di lavoro, fondata su un attento ascolto delle diverse competenze offerte dai componenti. Concreto è stato un viaggio breve, intenso e formativo, oltre ogni aspettativa: fornendomi gli strumenti pratici per l’intervento, mi ha reso ancor più consapevole dell’importanza di un’attenta riabilitazione e conservazione delle opere esistenti in calcestruzzo.
Elena Rizzico, Architetto, CNAPPC
La partecipazione a CONCRETO ACADEMY è stata un’esperienza unica e piena che ha saputo porre in sinergia la conoscenza della teoria e l’apprendimento nella pratica in progressivi step formativi. Il lavoro fianco a fianco con altri giovani professionisti, studenti universitari e delle scuole edili è stata una divertente occasione di condivisione di competenze ed esperienze eterogenee in un contesto internazionale. L’eccezionale possibilità di "sporcarsi le mani" con le attività pratiche ha permesso di condurre delle simulazioni di attività di cantiere, dalla preparazione del cemento e le sue finiture - mix design - alla realizzazione di interventi di ripristino – concrete repair, patching – e di conservazione e protezione - elettrochemical repair. La partecipazione con il gruppo e la sana competizione con gli altri, oltre che la sfida con sé stessi ha reso questa esperienza non solo una entusiasmante full immersion tecnico-professionale, ma anche un momento di crescita personale. Unica la professionalità e la passione di tutti coloro che hanno collaborato e contribuito, guidati dal direttore scientifico Irene Matteini e dal coordinatore di progetto, Elisabetta Margiotta Nervi per Fondazione PLN. Grande valore aggiunto è stato proprio il loro pieno coinvolgimento nelle attività didattiche così da condividere le loro conoscenze con una passione contagiosa. Un percorso immersivo per contenuti e tempi, che ha richiesto un’intensa partecipazione e ha fornito strumenti e capacità concrete: conoscere il materiale e le possibilità di utilizzo, saperne indagare composizione e degrado, imparare operativamente come realizzarlo e come intervenire sono le competenze da me acquisite durante il percorso. Un bel bagaglio da tecnico e uomo di bottega!
Alessio Rovagnati, Studente di Ingegneria del Politecnico di Milano
La mia esperienza a Concreto è stata una delle più entusiasmanti e divertenti del 2024. Ho potuto conoscere e avere a che fare con imprese davvero interessanti. Ho conosciuto studenti e professionisti di diversi paesi con i quali ho potuto condividere competenze, conoscenze e momenti quotidiani. Sì è formato un bel gruppo, o citando Irene “una famiglia”. Spero di partecipare anche l’anno prossimo al progetto e poter consolidare le competenze acquisite nel mio percorso oltre a costruirne di nuove.
Matteo Conti, Ingegnere, FCNI
Con l’invio della mia candidatura al progetto CONCRETO, la mia aspirazione era quella di confrontarmi con altri professionisti provenienti da vari paesi del mondo e di condividere la passione per la progettazione di interventi su edifici e opere in calcestruzzo. Fin da subito, il progetto CONCRETO si è rivelato una scoperta piacevole, poiché colma il divario tra il mondo accademico, prevalentemente teorico, e il mondo del lavoro, che richiede soluzioni pratiche ma soprattutto consapevoli.
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