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Conservazione di ponti storici: un caso di protezione catodica galvanica dei ferri d'armatura

L'articolo riguarda la protezione catodica galvanica di un ponte storico in cemento armato a Padova, con interventi di ripristino del calcestruzzo deteriorato e installazione di lamine di zinco per prevenire la corrosione. Le attività includono la pulizia, il consolidamento delle strutture e l’applicazione di anodi per garantire la protezione duratura delle armature esposte.

Tipologia costruttiva e descrizione della struttura esistente

L’oggetto di intervento è un ponte ad un’unica campata, con luce totale pari a circa 14.50 m misurata al netto delle spalle. La sezione trasversale del ponte si distingue per 4 travi a T realizzate in calcestruzzo armato di interasse 2.40 m l’una. Lo stesso ponte è affiancato ad un secondo in muratura ad arco a sesto ribassato. La larghezza della carreggiata risulta essere pari a 9 m, mentre a lato si sviluppano due marciapiedi di larghezza di circa 1.60 m e 1.45 m con un parapetto di larghezza 40 cm e di altezza circa 1.00 m.

 

(Crediti: G. Schvarcz - R. Schvarcz)

 

Si tratta del ponte Carmine a Padova risalente al 1935, realizzato a fianco della Basilica di Santa Maria del Carmine, sul canale artificiale Piovego, navigabile da natanti di piccole dimensioni.

 

(Crediti: G. Schvarcz - R. Schvarcz)

 

Le travi sono collegate fra di loro trasversalmente da un traverso interno in mezzeria alla campata e in corrispondenza degli appoggi sulle spalle delle pile. La struttura dell’impalcato poggia sulle suddette pile in calcestruzzo, le quali, da disegni storici di progetto, risultano avere piano di imposta al di sotto del livello dell’acqua ed essere poggianti su pali di fondazione profondi 5.00 m dalla base delle pile dei quali non è stato possibile definirne la natura.

Da documenti storici le pile risultano avere un’altezza totale di circa 7.60 m con variazioni di sezione lungo l’altezza delle pile stesse. Allo stato di fatto, lo schema statico del ponte è del tipo “trave su due appoggi” (struttura isostatica).

 

(Crediti: G. Schvarcz - R. Schvarcz)

Valutazione di stato fatto

La valutazione sullo Stato di Conservazione delle strutture del ponte esistente e l'Analisi dello Stato di Degrado sono state sviluppate prima in ambito generale e poi in ambito locale mediante sia attività di ispezione visiva del ponte, sia mediante campagna di indagini sperimentali.

 

(Crediti: G. Schvarcz - R. Schvarcz)

 

Travi a T in calcestruzzo

L’attività di ispezione dell’intradosso ha messo in evidenza uno stato di degrado generalizzato delle costole delle travi soprattutto in corrispondenza degli appoggi ed in mezzeria della trave adiacente al ponte in muratura esistente. Questo, probabilmente a causa della maggiore esposizione all’acqua di infiltrazione derivante dalla pavimentazione stradale, la quale ha portato ad una conseguente delaminazione del calcestruzzo, rigonfiamento dell’acciaio ed espulsione del calcestruzzo del copriferro lasciando in vista le barre di acciaio.

Le basi, invece, risultano coinvolte solamente in un processo di lieve delaminazione del calcestruzzo, non mettendo in luce fenomeni di ossidazione dell’acciaio e di espulsione del copriferro.

 

(Crediti: G. Schvarcz - R. Schvarcz)

 

Pile e spalle

La struttura delle spalle si trova in apparente buono stato. Si evidenziano solamente alcune aree sottoposte a laminazione superficiale dovuta presumibilmente alle condizioni di umidità a cui sono sottoposte le spalle. Si rilevano inoltre numerose aree che vedono la presenza di muffa e muschi.

Dalla forma rilevata, queste sono da ricondursi alle aree di passaggio dell’acqua di infiltrazione dalla pavimentazione stradale, la quale ha creato nel corso del tempo dei percorsi preferenziali per la crescita di tali degradi.

 

(Crediti: G. Schvarcz - R. Schvarcz)

 

Descrizione e finalità degli interventi

Data la condizione accettabile del manufatto in calcestruzzo armato, gli interventi previsti si sono limitati esclusivamente al ripristino delle parti dell’impalcato soggette a fenomeni di degrado. È stato realizzato un ripristino corticale del calcestruzzo ammalorato, limitandosi alle sole porzioni locali degradate per quanto riguarda i traversi e l’estradosso della soletta, mentre è stato attuato un intervento generalizzato in corrispondenza delle travi longitudinali, con la rimozione completa del calcestruzzo carbonatato.

A seguire sono state applicate longitudinalmente delle lamine in zinco, sull’intradosso della nervatura e sul suo profilo, connesse tra di loro per garantire la continuità, e infine coperte con una rasatura di malta cementizia bicomponente elastica.

All’estradosso del manufatto è stato rimosso completamente il manto stradale di conglomerato bituminoso della carreggiata, realizzati due nuovi scarichi per le acque meteoriche al fine di stabilire un deflusso corretto delle acque, e ripristinato nuovamente il manto stradale, composto da binder e strato d’usura.

Al fine di eliminare le fessurazioni sulla nuova sovrastruttura stradale ed evitare le conseguenti infiltrazioni di acqua piovana, sono stati applicati dei giunti longitudinali di piccola escursione sulla carreggiata, lungo il profilo della struttura in calcestruzzo armato.

 

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