Il sistema Mnemosyne creato dal MICC, utilizza videocamere e un software di visione artificiale in grado di identificare il visitatore all’interno del salone e rilevarne il percorso, comprendendo quali delle opere esposte abbiano attratto maggiormente il suo interesse
Data di pubblicazione originale dell'articolo: 17/2/2015
Il sistema Mnemosyne creato dal MICC, utilizza videocamere e un software di visione artificiale in grado di identificare il visitatore all’interno del salone e rilevarne il percorso, comprendendo quali delle opere esposte abbiano attratto maggiormente il suo interesse ed estrapolando quindi il suo profilo di interesse Sarà sperimentato al Bargello
In un museo l’esperienza del visitatore è spesso superficiale e limitata alle opere più famose o più pubblicizzate, con una comprensione limitata del contesto artistico e sociale in cui sono state realizzate; d’altra parte gli interessi individuali non trovano spesso risposta per l’impossibilità di mettere a disposizione di tutti l’informazione su tutte le opere d’arte esposte.
Grazie al progetto Mnemosyne l’esperienza della visita ad un Museo potrebbe cambiare.
Mnemosyne è il nome di un progetto realizzato dal
Centro per la Comunicazione e Integrazione dei Media – MICC dell’Università di Firenze, diretto da Alberto Del Bimbo, insieme a Thales Italia SpA. Finanziato dalla Regione Toscana, viene ora sperimentato al Museo Nazionale del Bargello nel Salone di Donatello, in collaborazione con la direzione del Museo stesso.
Il progetto ha lo scopo di offrire al visitatore una comprensione non superficiale delle opere ma anche di evitare un sovraccarico di informazione, offrendo in modo automatico i contenuti informativi delle opere che hanno attratto l’interesse del visitatore durante la visita.
l sistema Mnemosyne utilizza videocamere e un software di visione artificiale in grado di identificare il visitatore all’interno del salone e rilevarne il percorso, comprendendo quali delle opere esposte abbiano attratto maggiormente il suo interesse ed estrapolando quindi il suo profilo di interesse. All’uscita del salone, in prossimità di un tavolo interattivo, il visitatore viene re-identificato e può ricevere, quindi, informazioni di approfondimento sulle opere che lo hanno maggiormente colpito e sui collegamenti con altre esposte nel Museo.
Il sistema opera in modo del tutto rispettoso della privacy del visitatore: le telecamere e il sistema di visione non rilevano informazioni sui tratti facciali, ma solo informazioni sull’apparenza della figura quali colore e tessitura degli abiti. L’apparenza del visitatore è codificata in una stringa di numeri che ne cattura la maggior parte degli elementi distintivi. I descrittori numerici sono quindi confrontati tra loro per effettuare la re-identificazione del visitatore e infine eliminati al termine del percorso. Le immagini riprese dalle videocamere non sono registrate.
Mnemosyne è la prima installazione in un contesto museale reale di un sistema di visione artificiale per offrire ai visitatori informazioni personalizzate sui propri interessi individuali. Ed è innovativo perché al visitatore non è richiesto di indossare o di portare con sé dispositivi particolari, né di compiere alcuna azione davanti alle opere di interesse. Il sistema resterà installato in via sperimentale fino a giugno 2015.
L’installazione è la prima realizzazione del Centro di Competenza regionale NEMECH New Media for Cultural Heritage, costituito da Regione Toscana e Università di Firenze con il supporto del Comune di Firenze.