Energie Rinnovabili | Sostenibilità | Energia | Incentivi | Risparmio Energetico
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Comunità Energetiche Rinnovabili: sono davvero la chiave per la Transizione Energetica e la Sostenibilità?

Questo articolo esamina la normativa vigente in Italia e in Europa, descrivendo i principali benefici che derivano dall’implementazione di comunità energetiche rinnovabili e le tecnologie a disposizione per la massimizzazione dell’autoconsumo condiviso.

Le comunità energetiche rinnovabili, cosa sono?

Se chiedessimo ad una AI cosa sono le comunità energetiche rinnovabili, la risposta sarebbe di questo tipo:

le CER rappresentano una delle soluzioni più innovative e promettenti nel panorama della transizione energetica. In un contesto globale segnato da una crescente attenzione alle questioni ambientali e alla sostenibilità, la creazione di comunità energetiche basate su fonti rinnovabili offre un modello di produzione e consumo di energia che coniuga benefici ambientali, sociali ed economici”.

In realtà le CER sono molto più di questa fredda descrizione: rappresentano, infatti, una possibilità unica per una comunità locale per condividere l’obiettivo fondamentale di produrre direttamente l’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno di molteplici soggetti (cittadini, imprese, enti pubblici e soggetti no profit) che si impegnano a condividere gli obiettivi di decarbonizzazione, di efficientamento, di risparmio energetico, di lotta alla povertà energetica e decidono di associarsi e gestire stabili organizzazioni per utilizzare le aree e le risorse economiche disponibili necessarie per finanziare e realizzare gli impianti di produzione di energia rinnovabile utili per raggiungere tali obiettivi.

Questo articolo esamina la normativa vigente in Italia e in Europa, descrivendo i principali benefici che derivano dall’implementazione di comunità energetiche rinnovabili e le tecnologie a disposizione per la massimizzazione dell’autoconsumo condiviso nelle varie configurazioni previste da tali normative.

  

Normativa sulle Comunità Energetiche Rinnovabili

Il Quadro Normativo Europeo

A livello europeo, le normative che disciplinano le comunità energetiche rinnovabili sono la Direttiva UE 2018/2001, nota anche come Direttiva RED II, e la Direttiva UE 2019/944 sul mercato interno dell’energia elettrica.

Queste normative introducono il concetto di “Comunità dell’energia rinnovabile” e “Comunità energetica dei cittadini”, stabilendo i diritti dei consumatori di produrre, consumare, immagazzinare e vendere energia rinnovabile.

Le direttive pongono l’accento sull’importanza della partecipazione dei cittadini alla transizione energetica e promuovono l’inclusione sociale attraverso l’accesso alle fonti rinnovabili.

 

Il Quadro Normativo Italiano

Le norme sulla creazione delle CER e sulle configurazioni di autoconsumo diffuso

In Italia, il DL 199/2021 e il DL 210/2021 hanno recepito la Direttive RED II e quella sul mercato elettrico. Questi decreti hanno stabilito le modalità di creazione e gestione delle comunità energetiche rinnovabili, definendo le linee guida per l’autoconsumo collettivo e la condivisione dell’energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili.

In seguito, la delibera Arera 727/2022, ha regolamentato il tema dell’autoconsumo diffuso, attuando le disposizioni dei decreti legislativi 199/21 e 210/21 e definendo 7 diverse configurazioni di autoconsumo diffuso:

  • gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente,
  • gruppi di clienti attivi che agiscono collettivamente,
  • comunità energetiche rinnovabili,
  • comunità energetiche dei cittadini,
  • autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” con linea diretta
  • autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” che utilizzano la rete di distribuzione
  • clienti attivi “a distanza” che utilizzano la rete di distribuzione.

Nei 7 casi precedenti l’autoconsumo deve intendersi come autoconsumo “virtuale” in quanto l’energia elettrica prodotta e immessa in rete dagli impianti dei soggetti produttori viene consumata dai soggetti consumatori non perché le loro utenze sono collegate direttamente alle utenze dei produttori ma per il tramite della rete di distribuzione nazionale con l’unico vincolo che i soggetti produttori e consumatori siano sottesi alla medesima cabina primaria della rete di distribuzione.

Arera e GSE hanno fornito un portale dove sono raffigurati i perimetri delle cabine primarie per tutto il territorio nazionale proprio per consentire ai soggetti che intendono associarsi tra loro di identificare le aree geografiche in cui è possibile farlo.

La delibera 727/22 di Arera definisce per ogni configurazione i requisiti, le modalità operative e le procedure necessarie per l’accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso e chiarisce le differenze tra i vari flussi energetici in gioco nelle varie configurazioni ammesse.

In particolare:

  • energia elettrica immessa, è quella prodotta dagli impianti della configurazione di autoconsumo e immessa in rete perché possa essere condivisa dagli altri membri del gruppo di autoconsumo
  • energia elettrica condivisa, è, PER OGNI ORA, il minimo tra l’energia elettrica immessa ai fini della condivisione e l’energia elettrica prelevata ai fini della condivisione da parte di punti di connessione ubicati nella stessa zona di mercato
  • energia elettrica autoconsumata, è, PER OGNI ORA, l’energia condivisa dai soli membri del gruppo di autoconsumo purché situati all’interno del perimetro della stessa cabina primaria dove sono ubicati gli impianti di produzione
  • energia elettrica oggetto di incentivazione, è l’energia autoconsumata dai membri del gruppo di autoconsumo che genera l’incentivo di cui al DM 414/23 perché prodotta da impianti realizzati ex novo per fornire energia ai gruppi di autoconsumo.

  

Le norme sugli Incentivi e i Meccanismi di Supporto

Il DM 414/23 ha previsto incentivi economici ventennali per l’autoconsumo condiviso di energia rinnovabile, in alcuni casi cumulabili con agevolazioni fiscali e contributi per la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, in particolare per i comuni con meno di 5000 abitanti, che possono disporre di un contributo a fondo perso fino al 40% per i costi sostenuti per la realizzazione di impianti ad energia rinnovabile, la cui produzione viene messa a disposizione dei membri di una CER per l’autoconsumo. Inoltre, l’energia prodotta e immessa in rete per la condivisione rimane nella disponibilità dei produttori e può essere remunerata con contratti di ritiro dedicato.

In particolare, un gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che si riunisce in una delle configurazioni ammesse di autoconsumo diffuso descritte in precedenza ha a disposizione i seguenti incentivi:

 

  

Come descritto in tabella il RD si applica a tutta l’energia immessa in rete da tutti gli impianti appartenenti alla configurazione condivisa, mentre la TP e il contributo ARERA si applicano all’energia autoconsumata da tutti i membri NELLA STESSA ORA in cui viene immessa in rete.

Questo meccanismo, che premia l’autoconsumo istantaneo orario, offre la possibilità di ottimizzare i flussi energetici di una configurazione di autoconsumo diffuso in modo da massimizzare il valore degli incentivi.

A tale proposito, sono disponibili numerosi servizi di controllo dei flussi energetici che si basano sulla disponibilità di strumenti di misura istantanea dei valori di energia immessa e prelevata dai vari membri.

 

Comunità Energetiche Rinnovabili: una grande opportunità

Tra le 7 possibili configurazioni di autoconsumo diffuso previste dalla normativa, sicuramente le più interessanti sono:

- la Comunità di Energia Rinnovabile, la cui definizione è la seguente: Soggetto giuridico autonomo, a partecipazione aperta e volontaria, composto da persone fisiche, PMI o enti locali, con obiettivo di fornire benefici ambientali/sociali/economici ai membri e al territorio, ma NON profitti finanziari
- il gruppo di autoconsumatori che agiscono collettivamente
- gli autoconsumatori individuali di energia rinnovabile “a distanza” che utilizzano la rete di distribuzione.

La prima definizione, come già accennato in precedenza, consente a cittadini, enti e PMI di aggregarsi per produrre, condividere e consumare energia rinnovabile fornendo molteplici benefici al proprio territorio e alla propria comunità, mentre la seconda consente agli edifici plurifamiliari di produrre energia da un unico impianto che serve tutte le utenze dell’edificio, sia comuni che private.

Ecco alcuni esempi che dimostrano in pratica come sia possibile realizzare configurazioni di autoconsumo diffuso.

  1. In Italia più di 10 milioni di cittadini vivono in edifici plurifamiliari e non dispongono di una copertura di proprietà, per cui non possono produrre ed utilizzare energia rinnovabile autonomamente e contribuire alla decarbonizzazione ed al raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea, che prevede una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Per questi cittadini risulta quindi fondamentale aggregarsi in una CER, o in una delle altre configurazioni ammesse, per produrre e condividere energia rinnovabile, ad esempio realizzando un unico impianto fotovoltaico sull’utenza condominiale e creare tra i condòmini un gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente e che autoconsumano l’energia prodotta dall’impianto condominiale.
  2. I comuni possiedono diversi edifici e diverse utenze elettriche e possono condividere l’energia prodotta da impianti presenti su alcuni loro edifici con tutti i consumi delle loro utenze negli altri edifici che non sono dotati di impianti di produzione.
  3. Cittadini, aziende, condomini, enti pubblici e soggetti no profit possono unirsi in una CER e produrre energia realizzando grandi impianti fotovoltaici che immettono in rete l’energia che sarà autoconsumata da tutti i membri della CER.

  

Benefici generati dalle Comunità di Energia Rinnovabile

I benefici che si possono ottenere creando gruppi di autoconsumo condiviso sono di tre tipi:

Benefici Ambientali

Riduzione delle Emissioni di Gas Serra

Uno dei principali vantaggi ambientali delle comunità energetiche rinnovabili è la significativa riduzione delle emissioni di gas serra. La produzione di energia da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, l’eolico e l’idroelettrico, sostituisce l’utilizzo di fonti fossili, riducendo l’impronta di carbonio delle comunità. Questo contribuisce in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea, che prevede una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Miglioramento della Qualità dell’Aria

L’adozione di energie rinnovabili all’interno delle comunità energetiche comporta una diminuzione delle emissioni inquinanti, come ossidi di azoto (NOx) e particolato, che derivano principalmente dalla combustione di combustibili fossili. La riduzione di queste sostanze nell’atmosfera porta a un miglioramento della qualità dell’aria, con benefici diretti sulla salute pubblica, in particolare nelle aree urbane ad alta densità abitativa.

Protezione delle Risorse Naturali

Le comunità energetiche rinnovabili promuovono un utilizzo sostenibile delle risorse naturali, contribuendo alla riduzione del consumo di combustibili fossili e all’incentivazione di tecnologie a basso impatto ambientale. L’energia solare ed eolica, ad esempio, non esauriscono le risorse naturali e riducono la pressione su ecosistemi fragili, garantendo una gestione più equilibrata e sostenibile del territorio.

 

Benefici Sociali

Inclusione e Partecipazione Comunitaria
Le comunità energetiche rinnovabili favoriscono l’inclusione sociale attraverso la partecipazione diretta dei cittadini alla produzione e alla gestione dell’energia. Questo modello promuove la democratizzazione dell’energia, consentendo ai membri della comunità di diventare prosumer, ossia sia produttori che consumatori di energia. La partecipazione attiva contribuisce a rafforzare il tessuto sociale e a creare un senso di appartenenza e di responsabilità condivisa verso l’ambiente e le risorse comuni.

Riduzione della Povertà Energetica
Le comunità energetiche rinnovabili possono svolgere un ruolo cruciale nella lotta contro la povertà energetica. Grazie alla possibilità di condividere l’energia prodotta all’interno della comunità, i costi energetici possono essere ridotti, rendendo l’energia più accessibile anche alle famiglie a basso reddito. Inoltre, gli incentivi e le agevolazioni fiscali contribuiscono a diminuire le spese per l’approvvigionamento energetico, riducendo il rischio di esclusione sociale.

Educazione e Sensibilizzazione Ambientale

Partecipare a una comunità energetica rinnovabile rappresenta anche un’opportunità educativa. I cittadini coinvolti acquisiscono maggiore consapevolezza sulle tematiche energetiche e ambientali, sviluppando una cultura della sostenibilità. Questo processo di educazione informale può estendersi anche alle scuole e alle istituzioni locali, promuovendo comportamenti più responsabili e sostenibili a livello collettivo.

 

Benefici Economici

Risparmio sui Costi Energetici

Uno dei principali vantaggi economici per i membri delle comunità energetiche rinnovabili è il risparmio sui costi dell’energia. L’autoproduzione e l’autoconsumo dell’energia rinnovabile riducono la dipendenza dai fornitori esterni e, di conseguenza, i costi associati all’acquisto di energia elettrica. Inoltre, i membri delle comunità possono beneficiare di tariffe incentivanti per l’energia prodotta in eccesso e immessa nella rete.

Creazione di Nuove Opportunità di Lavoro

La transizione energetica verso modelli sostenibili crea nuove opportunità di lavoro, in particolare nei settori della produzione, installazione e manutenzione di impianti di energia rinnovabile. Le comunità energetiche rinnovabili possono stimolare l’economia locale, favorendo lo sviluppo di competenze tecniche e la nascita di nuove imprese legate al settore energetico. Questo effetto moltiplicatore contribuisce alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro stabili e qualificati.

Incremento del Valore degli Immobili

La presenza di impianti di energia rinnovabile e l’appartenenza a una comunità energetica possono aumentare il valore degli immobili. Gli edifici dotati di impianti fotovoltaici o situati all’interno di comunità energetiche rinnovabili sono percepiti come più sostenibili e meno costosi dal punto di vista energetico, attirando l’interesse di acquirenti e investitori. Questo fenomeno può portare a una rivalutazione del patrimonio immobiliare, con effetti positivi sull’economia locale.

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