Comunità energetiche rinnovabili, decreto MASE firmato: contributo a fondo perduto e tariffa incentivante per quasi 6 miliardi
Le Comunità energetiche rinnovabili sono rappresentate da gruppi di persone, imprese, condomini, cooperative, enti locali, associazioni, enti religiosi che si uniscono per autoprodurre e autoconsumare energia elettrica da fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha firmato e trasmesso alla Corte dei Conti il decreto di incentivazione alla diffusione dell'autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, cd. Comunità energetiche rinnovabili (CER).
In attesa della pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, è disponibile, in allegato, il decreto approvato da Bruxelles circa due settimane fa.
La Commissione europea aveva infatti dato l'ok al provvedimento italiano, costituito da due misure che puntano alla diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio: un contributo a fondo perduto e una tariffa incentivante sull'energia rinnovabile prodotta e condivisa.
"È un altro passo importante – ha spiegato il Ministro Pichetto – verso una vera svolta energetica che attende il Paese".
Il provvedimento disciplina le modalità di incentivazione per sostenere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile.
Le coordinate base del decreto CER
Il provvedimento reca disposizioni:
- per la definizione degli incentivi sotto forma di tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa per gli impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile e si applica fino al trentesimo giorno successivo alla data del raggiungimento di un contingente di potenza incentivata pari a 5 GW, e comunque non oltre il 31 dicembre 2027;
- per l'erogazione di contributi in conto capitale fino al 40 per cento dei costi ammissibili per lo sviluppo delle comunità energetiche e delle configurazioni di autoconsumo collettivo nei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti attraverso la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, anche abbinati a sistemi di accumulo di energia in attuazione della Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 (Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo) del PNRR. Queste disposizioni si applicano fino al 30 giugno 2026 per la realizzazione di una potenza complessiva pari almeno a 2 GW, ed una produzione indicativa di almeno 2.500 GWh/anno e nel limite delle risorse finanziarie attribuite a valere sul PNRR.
Comunità energetiche rinnovabili: cosa sono
Si tratta di entità giuridiche autonome (consorzi, associazioni, fondazioni), obiettivo delle quali è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri membri o alle aree locali in cui opera.
Le comunità energetiche rinnovabili sono quindi una forma di organizzazione che promuove la produzione e l'uso di energia rinnovabile a livello comunitario, con un focus su benefici condivisi a livello ambientale, economico e sociale.
Chi partecipa alle CER?
Gli 'azionisti' o membri delle CER possono essere persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali, autorità locali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale, nonché amministrazioni locali (comuni).
Le CER sono quindi gruppi di persone, imprese, condomini, cooperative, enti locali, associazioni, enti religiosi che si uniscono per autoprodurre e autoconsumare energia elettrica da fonti rinnovabili: fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse.
La tariffa incentivante
Gli incentivi in tariffa si applicano a tutti i tipi di impianti a fonte rinnovabile (eolico, fotovoltaico, idroelettrico, biomasse, ecc.).
Per l'incentivo in tariffa (tariffa incentivante) è previsto un budget di 3,5 miliardi di euro.
La potenza nominale massima del singolo impianto, o dell’intervento di potenziamento, non deve essere superiore a 1 MW.
Il periodo di diritto alla tariffa incentivante decorre dalla data di entrata in esercizio commerciale dell’impianto ed è pari a 20 anni, considerato al netto di eventuali fermate derivanti da cause di forza maggiore ovvero di fermate effettuate per la realizzazione di interventi di ammodernamento e potenziamento non incentivati.
La domanda di accesso alle tariffe incentivanti è presentata entro i centoventi giorni successivi alla data di entrata in esercizio degli impianti esclusivamente tramite il sito www.gse.it.
La domanda deve essere corredata dalla documentazione prevista per la verifica del rispetto dei requisiti di accesso di cui all’articolo 3, sulla base di quanto stabilito dalle regole operative di cui all’articolo 11.
Gli incentivi sono cumulabili con contributi in conto capitale (fondo perduto) nella misura massima del 40 per cento, nel rispetto del principio di divieto di doppio finanziamento.
Contributo a fondo perduto (benefici PNRR)
I beneficiari sono le comunità energetiche rinnovabili e i sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili ubicati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.
L’intervento può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti:
La misura è finanziata con 2,2 miliardi di euro del PNRR (che porta il totale a 5.7 miliardi di euro) e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno due giga watt e una produzione indicativa di almeno 2.500 giga watt l’ora ogni anno.
Chi otterrà il contributo a fondo perduto potrà chiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa.
IL DECRETO APPROVATO DALLA COMMISSIONE UE (SI ATTENDE IL 'TIMBRO' DELLA RGS E LA PUBBLICAZIONE IN GAZZETTA UFFICIALE) E' SCARICABILE IN ALLEGATO
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