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Comunità Energetiche Rinnovabili: da Bruxelles il via libera all'incentivo per realizzarle

La Commissione Europea non ha solo dato l'ok al provvedimento italiano, ma ne ha pienamente convalidato il modello. Secondo il Ministro MASE Pichetto Fratin questa approvazione permetterà alle CER di diventare una realtà diffusa in tutto il Paese. I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, compresi il fotovoltaico, l'eolico, l'idroelettrico e le biomasse.

Alle CER realizzate nei piccoli Comuni il contributo a fondo perduto potrà coprire fino al 40% dei costi

La Commissione europea ha recentemente approvato il decreto italiano finalizzato a promuovere e diffondere l'autoconsumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Questa decisione segna una svolta significativa e apre le porte a una nuova era nel rapporto tra i cittadini e l'energia, come sottolineato dal Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Secondo Pichetto Fratin, il decreto consentirà alle Comunità Energetiche Rinnovabili di diventare una realtà diffusa in tutto il Paese, contribuendo allo sviluppo delle fonti rinnovabili e posizionando il territorio come protagonista nel futuro energetico nazionale. Questa iniziativa rappresenta un passo avanti verso una maggiore partecipazione dei cittadini alla produzione di energia rinnovabile, consentendo loro di beneficiare economicamente dall'autoconsumo senza la necessità diretta di avere spazi per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili.

Il Ministro Pichetto Fratin ha sottolineato l'unicità del provvedimento italiano, evidenziando l'attenzione significativa della Commissione Europea. Tuttavia, la Commissione ha non solo approvato ma anche pienamente convalidato il modello italiano, aprendo la strada a possibili esperienze simili in altri Paesi europei. Il Ministro ha espresso gratitudine per il risultato ottenuto, riconoscendo il valore tecnico delle norme e l'interlocuzione costruttiva con gli organismi europei.

Il decreto italiano si focalizza su due misure chiave: una tariffa incentivante sull'energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è fissata a cinque Gigawatt complessivi, con una scadenza temporale entro la fine del 2027.

Particolare attenzione è riservata alle Comunità realizzate nei comuni con meno di 5.000 abitanti, con un contributo a fondo perduto che può raggiungere fino al 40% dei costi ammissibili per la realizzazione o potenziamento degli impianti. Questa misura è finanziata con 2,2 miliardi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l'obiettivo di raggiungere una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt. Il contributo a fondo perduto è inoltre cumulabile con la tariffa incentivante, secondo limiti prestabiliti.

CER, approvate le Linee Guida per realizzarle nelle Regioni del cratere 2009-2016
Il giorno dopo il via libera dall’Europa al decreto del Mase, approvate in Cabina integrata le Linee guida destinate agli enti locali per la realizzazione delle CER. Le comunità energetiche che saranno realizzate nel cratere grazie ai fondi del Pnc passano da 19 a 22, 64 i comuni coinvolti.

LEGGI L'APPROFONDIMENTO

I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, compresi il fotovoltaico, l'eolico, l'idroelettrico e le biomasse. Le Comunità Energetiche Rinnovabili possono coinvolgere una vasta gamma di attori, tra cui gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi, con la condizione che la potenza degli impianti non superi il Megawatt.

Il processo di realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile inizia con l'individuazione dell'area per l'impianto e della cabina primaria. L'atto costitutivo del sodalizio è il passo successivo, enfatizzando l'obiettivo principale di apportare benefici ambientali, economici e sociali.

Il gestore di questa iniziativa è il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), responsabile della valutazione dei requisiti di accesso ai benefici e dell'erogazione degli incentivi. Inoltre, su richiesta dei soggetti interessati, il GSE può preliminarmente verificare l'ammissibilità del progetto.

Sull'argomento abbiamo chiesto un commento a Roberto Napoli, Professore Emerito di Sistemi Elettrici del Politecnico di Torino nonchè Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino ed esperto su questi temi.

"L’approvazione europea della bozza di decreto del MASE sulle Comunità energetiche è certamente una buona notizia. Ci sono voluti quasi un anno e mezzo di trattative per arrivare a questo risultato. Non poco. Non sono ancora noti i termini della trattativa. Prima di sbloccare i finanziamenti, la bozza approvata deve ancora passare al vaglio della Corte dei Conti. Poi si potrà finalmente partire.
Ci sono parecchi soldi in arrivo. Ciò ovviamente ha già scatenato e scatenerà molti appetiti. Saremo capaci di spendere bene questi soldi?
Al di là della scontata eccitazione, gli aspetti critici non mancano. Ci stiamo incamminando su un percorso contrassegnato da una visione a dir poco assai timida, che sembra offrire ancora opportunità molto ridotte rispetto ai traguardi resi possibili dall’evoluzione tecnologica.
La normativa messa in piedi è decisamente complessa, contrassegnata da una eccessiva preoccupazione di salvaguardare la struttura del mercato esistente piuttosto che da un’apertura all’innovazione e ad un trattamento equo dei diritti degli utenti.
Emerge la solita paura della vera liberalizzazione, per cui nella sostanza (si spera temporaneamente) si sbarra la strada alla possibilità per le Comunità Energetiche di agire come membri a pieno titolo del mercato elettrico, bloccando ogni possibilità di autoconsumo fisico e di acquisizione della distribuzione elettrica interna.
È una strada molto diversa da quella seguita da Paesi a noi più vicini per struttura economica e sociale. Bisogna accontentarsi, almeno per ora. Le Comunità Energetiche sono uno strumento importantissimo per ristrutturare i consumi energetici e dare il necessario impulso alle rinnovabili. E' un'occasione preziosa da sfruttare bene.
Un passo alla volta. Però è molto importante non perdere tempo e non rimanere indietro, magari aprendosi a una visione più coraggiosa."

Roberto Napoli, Professore Emerito di Sistemi Elettrici del Politecnico di Torino


Che cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)

Le CER sono entità giuridiche autonome, come associazioni, consorzi, cooperative o fondazioni. La partecipazione a una CER è aperta e volontaria, senza attività commerciale o industriale principale, e può essere interrotta mantenendo comunque i diritti di consumatore finale.

Gli azionisti o membri che esercitano il controllo possono essere persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali, autorità locali, enti di ricerca e formazione, enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale, nonché amministrazioni locali. L'obiettivo principale di una CER è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri membri o alle aree locali in cui opera. In sintesi, le CER rappresentano una forma di organizzazione che promuove la produzione e l'uso di energia rinnovabile a livello comunitario, con un focus su benefici condivisi a livello ambientale, economico e sociale.

 

IN ALLEGATO LA PRESENTAZIONE DEL DECRETO CER.

Allegati

Efficienza Energetica

Tutto quello che riguarda il tema dell’efficienza energetica: dall’evoluzione normativa alla certificazione dei prodotti, dall’isolamento termico...

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Energie Rinnovabili

Tutto quello che riguarda il tema dell’energie rinnovabili: soluzioni, modelli e progettazione, gestione e manutenzione, evoluzione normativa e...

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