Compenso per professionisti, chiesto adeguamento tariffe per i Consulenti Tecnici d'Ufficio: sono bloccate dal 2002

Da oltre vent’anni, i compensi spettanti ai Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU) non subiscono alcun adeguamento, nonostante la normativa vigente preveda un aggiornamento triennale basato sull’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Questa situazione, sottolineata con forza dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti (CNDCEC) in una nota congiunta, rappresenta una grave anomalia che compromette la dignità e l’efficienza del sistema giudiziario italiano.

L’ultimo aggiornamento delle tariffe risale al 2002. Da allora, migliaia di professionisti incaricati di supportare la magistratura in procedimenti civili e penali si trovano a operare con compensi ormai del tutto sproporzionati rispetto alla complessità e alla responsabilità dei compiti assegnati. Un paradosso che, secondo le due categorie, viola i principi sanciti dall’art. 2233 del Codice Civile e dall’art. 54 del D.P.R. 115/2002, nonché i criteri di equità ribaditi dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 192/2015.

Principali criticità: un sistema tariffario obsoleto e ingiusto

La nota congiunta mette in evidenza quattro aspetti chiave:

• Mancato adeguamento ISTAT: le tariffe non vengono aggiornate dal 2002, nonostante l’obbligo di legge;
• Disparità di trattamento: i compensi dei CTU risultano inferiori a quelli riconosciuti ai consulenti di parte, svalutando il ruolo pubblico ricoperto;
• Inadeguatezza delle tariffe a vacazione: il compenso orario medio di circa 4 euro non riflette né la complessità né l’importanza delle prestazioni richieste;
• Obsolescenza dei criteri di liquidazione: le tabelle vigenti non considerano l’evoluzione normativa e tecnologica né le nuove competenze necessarie, come l’informatica forense e le analisi ambientali.

La situazione non solo mortifica la professionalità dei CTU, ma genera un effetto domino che rischia di compromettere la qualità del supporto tecnico al sistema giudiziario, con inevitabili ricadute sull’efficienza complessiva dei procedimenti.

Consulenti Tecnici di Ufficio (CTU): come dovrebbero essere aggiornate le tariffe
Mentre l'Albo digitale dei Consulenti Tecnici e Periti è in piena fase di popolamento, c'è chi chiede un aggiornamento delle tariffe dei consulenti giudiziari più eque e proporzionali. A farlo, attraverso un documento congiunto e sottoposto al Ministero, gli ingegneri, i dottori commercialisti, i medici, gli psicologi e i periti industriali. Ne parliamo con Carla Cappiello del CNI.
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Le richieste delle categorie professionali

Per porre rimedio a questa situazione, CNI e Commercialisti avanzano richieste precise e improrogabili:

• Introduzione di nuove tabelle tariffarie: indispensabile un aggiornamento basato sui parametri ISTAT e una revisione dei compensi, adeguandoli alla complessità degli incarichi;
• Riconoscimento delle nuove specializzazioni: i professionisti devono essere remunerati in modo proporzionato alle competenze richieste e ai costi sostenuti per formazione e attrezzature;
• Garanzia di equo compenso: un intervento normativo deciso, in linea con quanto previsto dalla Legge n. 49/2023, per ristabilire la giustizia economica.

Un’urgenza non più rimandabile

La mancata revisione delle tariffe spettanti ai CTU rappresenta un’ingiustizia che si protrae da troppo tempo. Per garantire la dignità professionale dei consulenti tecnici e sostenere l’efficienza del sistema giudiziario italiano, è necessario un intervento tempestivo e risolutivo.

CNI e Commercialisti ribadiscono con forza l’importanza di adeguamenti immediati, sottolineando come la valorizzazione di questi professionisti sia un passo imprescindibile per assicurare equità, giustizia e una macchina giudiziaria più efficiente.

LA NOTA INTEGRALE È SCARICABILE IN ALLEGATO.