Comfort visivo: i parametri di valutazione
Il comfort illuminotecnico, o benessere visivo, è definito come lo stato in cui l’individuo può svolgere nel modo migliore i diversi compiti o attività della giornata. Quali parametri considerare?
Il comfort illuminotecnico, o benessere visivo, è definito come lo stato in cui l’individuo può svolgere nel modo migliore i diversi compiti o attività della giornata.
La luce è stata oggetto di studio in diverse discipline e, nel campo dell’architettura le si è attribuito più volte un grande valore artistico, simbolico e progettuale.
Nonostante l’illuminazione di uno spazio chiuso incida notevolmente sull’attività che vi si svolge e soprattutto sul comfort di chi lo vive, in Italia non esiste ancora una vera e propria legge a cui sottostare per una corretta progettazione dell’illuminazione indoor, ma si sono comunque individuati alcuni parametri e grandezze fisiche da prendere in considerazione in fase progettuale.
Parametri di valutazione
Il comfort visivo si compone di parametri oggettivi e soggettivi, dove è quindi possibile misurare e pesare chiaramente i primi ed è invece più difficile per i secondi, che varieranno di importanza a seconda del singolo utente.
I principali parametri oggettivi sono:
- la quantità di luce naturale e artificiale,
- l’abbagliamento causato dalla luce naturale e artificiale,
- il colore della luce artificiale;
I parametri soggettivi riguardano invece:
- la vista verso l’esterno,
- il controllo dei dispositivi di oscuramento,
- la flessibilità ed il controllo della luce artificiale.
La quantità di luce rappresenta il livello di illuminamento dell’ambiente, che influisce sulla capacità e sulla velocità di percepire lo spazio; il “colore” della luce invece è la resa cromatica della luce, di cui si valuta la tonalità facendo riferimento alle temperature di colore di una sorgente, che, quando è bassa corrisponde a luci “calde” (2000°K arancione) e quando si alza corrisponde a tinte “fredde” (4000°K bianco freddo).
Il controllo dell’illuminamento naturale è uno dei requisiti che concorrono maggiormente al benessere dell’organismo in relazione dinamica col contesto ambientale. L’illuminazione naturale deve essere perciò ottimizzata e utilizzata nella maggiore misura possibile, non solo per ridurre il consumo energetico ma ancor prima per il suo impatto positivo sullo stato psicofisico dell’uomo.
Illuminazione naturale
Si parla di illuminazione naturale quando le sorgenti di luce sono il cielo e il sole; la luce può provenire direttamente dal sole (illuminazione diretta), oppure dalla volta celeste (illuminazione diffusa). La combinazione di questi due contributi costituisce l'illuminazione diurna che è funzione della posizione geografica, dell'ora del giorno, del periodo dell'anno e delle condizioni meteorologiche. Non stupisce perciò la grande attenzione riservata allo studio dell’orientamento ottimale da riservare alle abitazioni nell’ambito di progetto Dhomo.
L’importanza di una corretta illuminazione
Per comprendere meglio l’importanza della luce nella nostra vita va ricordato che circa l’80% di tutte le impressioni sensoriali sono di natura ottica e quindi necessitano della luce come veicolo di informazioni. La luce non solo trasmette attraverso l’occhio le informazioni ai centri della vista che si trovano nel cervello ma, attraverso una particolare ramificazione di nervi influisce sugli organi di regolazione del sistema neurovegetativo, che comanda l’intero ricambio e le funzioni dell’organismo. Ecco spiegato il perché una buona luce non solo facilita le funzioni del vedere e del riconoscere ma aumenta anche sensibilmente lo stimolo lavorativo e il benessere fisico massimizzando la capacità di concentrazione ed evitando la stanchezza precoce.
Secondo il NEEA Core Test 2005, una costante e abbondante esposizione alla luce naturale porta a un aumento del 25% della capacità di concentrazione e del 30% la resa lavorativa; riduce del 30% le malattie influenzali e del 60% l’assenteismo (Sick Building Sindrome o Sindrome dell’edificio malato). I risultati del test confermano inoltre che per una riduzione delle malattie depressive ogni giorno dovrebbe essere garantita un’esposizione alla luce solare minima di almeno 30 minuti a 10.000 lux o 120 minuti a 2.500 lux. Si è visto inoltre come l’aumento del livello di illuminamento è particolarmente vantaggioso per le persone anziane, poiché la necessità di luce aumenta con l’età.
La luce artificiale, non solo comporta una spesa energetica, ma non ha i benefici effetti della luce naturale. Per ottenere una buona illuminazione è necessario considerare le seguenti grandezze:
- livello di illuminazione;
- tonalità della luce;
- direzione della luce;
- resa dei colori;
- limitazione dell’abbagliamento;
- distribuzione delle ombre;
- distribuzione delle luminanze.
Oggi è possibile valutare le condizioni di illuminazione degli ambienti, sia rispetto alla luce diurna sia alla luce artificiale. In questo contesto assume notevole importanza la valutazione del Fattore Medio di Luce Diurna, che permette di stabilire la corretta quantità di luce da convogliare di giorno verso l’interno degli edifici. Oltre a comportare il miglioramento del benessere degli abitanti, è possibile valutare gli apporti gratuiti dovuti all’irraggiamento solare e risparmiare anche sulla climatizzazione ambientale e sull’illuminazione artificiale. Nel processo di ricerca dei parametri da monitorare per garantire il miglior comfort visivo all’interno di un’abitazione, i valori minimi prescritti per legge così come le norme UNI di riferimento per le prestazioni illuminotecniche rappresentano, in questo contesto, unicamente un punto di partenza.
Progetto Dhomo
Con l’obiettivo di massimizzare il comfort visivo di chi vivrà all’interno del complesso residenziale, situato in Val di Non, l’architetto Mauro Marinelli, ideatore e responsabile del progetto architettonico, ha definito il posizionamento degli edifici non solo ottimizzandone l’illuminamento naturale, ma dando anche notevole spazio al panorama esterno. Quindi, la ricerca intende analizzare l’impatto che una vista piacevole può giocare nel complesso dei parametri legati al comfort abitativo. Marinelli racconta, infatti, che a metà della fase progettuale si è notato che ruotando l’intero complesso di circa dieci gradi si sarebbe potuto ottenere un ulteriore miglioramento aumentando di alcuni minuti l’illuminamento naturale quotidiano, e il conseguente risparmio energetico; tale modifica avrebbe però penalizzato sensibilmente l’integrità della vista sul piacevole panorama esterno per questo si è optato per la soluzione che rappresentasse il miglior compromesso tra le varie esigenze.
Possiamo dire quindi che alle superfici vetrate è demandata la triplice funzione di:
- osservare l’ambiente esterno;
- realizzare l’ottimale distribuzione delle luminanze;
- consentire la ventilazione naturale.
Risultati sperimentali
Di seguito sono riportati a grafico gli andamenti di temperatura del locale soggiorno, in 4 degli edifici realizzati nell’ambito del progetto, in rapporto all’intensità luminosa rilevata nella medesima stanza, nell’arco di 4 giorni di monitoraggio sul diverso utilizzo degli oscuranti (in questo caso frangisole).
Non è particolarmente significativo il valore assoluto in lux, in quanto il sensore utilizzato non si ritiene perfettamente posizionato nell’ambiente, ma è di interesse l’andamento della variabile nel tempo.
È di immediata comprensione come l’abbassamento degli oscuranti (nello specifico caso azionati autonomamente dalla domotica negli edifici A e B) permetta un adeguato controllo termico, a scapito del comfort visivo della stanza. Si nota tuttavia una differenza sostanziale tra gli edifici A e B, in quanto nel primo gli oscuranti del soggiorno venivano abbassati lasciando le lamelle dei frangisole in posizione orizzontale per permettere l’ingresso di luce mentre nel secondo questi erano completamente chiusi per minimizzare l’ingresso indesiderato di radiazione solare.
Progetto Dhomo: cos'è?
Progetto Dhomo nasce e affonda le sue radici da un’esigenza di un gruppo di aziende che non solo ha deciso di evolvere e cambiare il proprio approccio, ma portare concretamente sul mercato soluzioni nuove, concrete e scientifiche. La sfida: costruire per migliorare la qualità della vita.
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