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Come rifare l’impianto di riscaldamento senza rompere il pavimento

Effettuare una manutenzione straordinaria su impianti esistenti comporta spesso la necessità di dover intervenire in modo invasivo sulle strutture murarie dell’edificio, provocando un aumento esponenziale dei costi e dilatazione dei tempi necessari. Esistono però tecniche alternative che permettono di evitare tali conseguenze e che garantiscono prestazioni elevate per tutte le destinazioni d’uso. Di seguito verranno analizzate alcune metodologie che garantiscono alte prestazioni senza interventi invasivi.

Tipologia impianto di riscaldamento 

La scelta di un nuovo impianto di riscaldamento richiede un'attenta valutazione: in commercio esistono differenti tecnologie tra cui è possibile scegliere e le fonti di energia da utilizzare (combustibili fossili, elettricità e fonti di energia rinnovabili).

Sostituire un vecchio sistema di riscaldamento può avere molteplici vantaggi, può garantire un notevole risparmio non solo dal punto di vista energetico ma anche economico, grazie alle agevolazioni fiscali statali previste che permettono di adottare soluzioni tecnologiche di ultima generazione e contribuire ad efficientare dal punto di vista energetico gli edifici esistenti.

Quando si decide di sostituire un impianto di riscaldamento esistente è opportuno definire quali siano gli obiettivi dal punti di vista del fabbisogno termico che si vuole raggiungere, in quanto tale fattore può influenzare fortemente la scelta impiantistica da adottare.

Gli impianti di riscaldamento sono sistemi composti da principalmente da tre elementi:

  • Generatore di calore, che può essere una caldaia, una Pompa di calore, una stufa, teleriscaldamento, ecc..;
  • Rete di distribuzione, cioè il sistema di tubature che servono a portare il vettore di energia verso i terminali in campo;
  • Terminali, come ad esempio radiatori, fancoil spit e altro.

Inoltre è possibile suddividere gli impianti di riscaldamento a seconda della modalità con cui il calore viene trasmesso all’ambiente, nello specifico:

  • Impianti di riscaldamento a convezione, sistemi che lavorano  aumentando la temperatura dell’aria presente nell’ambiente senza però riscaldare superfici e oggetti.
  • Impianti di riscaldamento radianti, sono a lento rilascio di calore attraverso un vettore energetico che può essere l’acqua, rappresentano circa l’80% dei sistemi maggiormente conosciuti (radiatori, pannelli radianti a pavimenti/soffitto, ecc.)

Tale distinzione influenza la tipologia dei terminali riscaldanti impiegati contribuendo fortemente alla scelte progettuali.

  

Esempio di rifacimento invasivo dell’impianto di riscaldamento (da radiatori a pavimento radiante)

Figura 1 – Esempio di rifacimento invasivo dell’impianto di riscaldamento (da radiatori a pavimento radiante).

  

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è la destinazione d’uso in cui si dovrà implementare un nuovo sistema di climatizzazione invernale, tipologie edilizie residenziali richiederanno sistemi di riscaldamento differenti rispetto ad uno stabilimento industriale, oppure edifici adibiti ad uffici avranno soluzioni difformi da abitazioni civili di interesse storico-artistico dove sono presenti vincoli che limitano moltissimo la scelta progettuale.


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Soluzioni impiantistiche alternative

Una volta definiti i criteri progettuali preliminari spesso ci si trova a dover intervenire in situazioni in cui non è possibile smantellare totalmente il pavimento, il progettista deve trovare soluzioni che siano poco invasive che garantiscano massima resa con minor dispendio di denaro e tempo possibile. Avere la possibilità di implementare un impianto di riscaldamento ex novo senza dover rompere il pavimento risulta fondamentale e necessario in alcuni edifici, come da esempio nei centri storici dove spesso si è costretti a progettare sistemi alternativi in quanto ci si trova di fronte a immobili di interesse storico- artistico.

Esistono tipologie impiantistiche che permettono di recuperare in parte o totalmente le tubazioni esistenti o che prevedono una nuova rete di distribuzione a vista che si integra perfettamente nel design dell’edificio.

Nello specifico le principali soluzioni che si possono adottare senza rompere i pavimenti sono le seguenti

 

Impianto di riscaldamento a parete - soffitto - pavimento

Il riscaldamento a parete/soffitto/pavimento risulta una valida alternativa al tradizionale sistema a radiatori, si tratta di un impianto a basso consumo, silenzioso ed invisibile.

Tale soluzione ha raggiunto negli ultimi anni un livello tecnologico tale che richiede spazi di installazione limitati, ad esempio per i sistemi a parete si installano i pannelli radianti sui muri che danno verso l’esterno e successivamente si applica uno strato di intonaco sul quale se fosse necessario è possibile rivestire il muro con uno strato di piastrelle.

Esistono due tipologie di pannelli radianti: elettrico o ad acqua. 

Uno dei molteplici vantaggi che garantiscono le soluzioni radianti di questo tipo è che permettono di mantenere la temperatura dell’ambiente costante anche dopo essere stati spenti, in quanto avendo una superficie molto ampia il calore viene trasmesso in modo omogeneo in tutto l’ambiente coprendo  zone che spesso i radiatori classici faticano a raggiungere.

Inoltre il riscaldamento a pavimento può essere posato sopra a quello esistente senza dover prevedere smantellamenti di nessun tipo, si dovrà applicare una guaina isolante verso il basso e applicare la tubazione radiante coperta dal massetto e scegliere la finitura in piastrella o in legno che si preferisce.

Unica precisazione, il parquet è compatibile ma solo se si tratta di riscaldamento ad acqua e non elettrico per vari motivi.

 

Impianto di riscaldamento a battiscopa

Una soluzione che negli ultimi anni ha suscitato notevole interesse è il riscaldamento a battiscopa, rappresenta una tecnologia poco invasiva e assume doppia valenza in quanto garantisce la classica funzione dei battiscopa che proteggono la parte inferiore dei muri ma allo stesso tempo permettono la climatizzazione invernale degli ambienti con sistemi gradevoli anche dal punto di vista estetico.

Nello specifico le tubazioni si sviluppano in continuo lungo le pareti perimetrali dell’abitazione (ma, all’occorrenza, anche lungo quelle interne) sostituendo il classico battiscopa che diventa un lungo radiatore.

I riscaldamenti a battiscopa sono costituiti da una coppia di tubi di rame che corrono all’interno di un sistema di lamelle metalliche ravvicinate, che permettono la dispersione del calore.

Il tutto è inserito in un contenitore dello spessore di circa 3 cm e un’altezza di circa 15 cm, garantendo molteplici vantaggi come ad esempio la bassa quantità di acqua da scaldare che comporta un minor dispendio di energia per mantenere la temperatura di esercizio.

 

Tubazione esterna

Nella maggior parte dei casi la soluzione più economica risulta il riutilizzo dei corpi scaldanti esistenti, come i classici termosifoni, si decide in intervenire installando una nuova tubazione di distribuzione di mandata e ritorno a vista, spesso vengono impiegati materiali come il rame che risulta un ottimo conduttore oltre che gradevole alla vista. 

Il funzionamento di questo tipo di impianto non cambia rispetto a quello tradizionale, vede solamente la messa a nudo delle tubature. Questo tipo di installazione è particolarmente indicato nella ristrutturazione di case risalenti alla prima metà del ‘900 dove vi sono murature in pietra o mattoni a vista, oppure vincoli architettonici che impediscono o sconsigliano invasivi interventi di manutenzione straordinaria.

Spesso si affiancano anche soluzioni di impianti elettrici a vista, che rappresenta un’alternativa che in termini di funzionalità e sicurezza non hanno nulla da invidiare agli impianti sottotraccia.

 

Relining

Ultimamente sta prendendo piede una nuova tecnica che prevede il recupero delle tubazioni esistenti senza fare rumore e senza dover smantellare i pavimenti esistenti.

Tale sistema prevede l’utilizzo di un composto plastico da far aderire lungo la superficie interna dei tubi costituenti l’impianto già installato. Tale materiale, costituito da poliestere rinforzato con fibra di vetro, si indurirà e diventerà un nuovo tubo, andando ad eliminare le eventuali perdite o rotture che si possono verificare nel corso degli anni di utilizzo.

Risulta un’innovazione tecnologica a basso impatto e molto vantaggiosa perché richiede tempi di installazione breve e a basso costo.

 

Conclusioni

Riqualificare l’impianto di riscaldamento senza dover intervenire pesantemente sulle strutture murarie dipende da molteplici fattori ma al giorno d’oggi esistono numerose soluzioni che permettono di rispondere a tutte le esigenze e casistiche che un progettista si può trovare ad affrontare.

Tuttavia quando si deve procedere alla ristrutturazione o all’installazione di un impianto di riscaldamento in un edificio è necessario fare riferimento ad una precisa normativa. 

Nello specifico ci si deve attenere a quanto prescritto dal DL 192/2005 ovvero la ex legge 10 che prevede in alcuni casi l’obbligo di redazione di una relazione energetica, che definisce tutti i fattori tipologici e i dati tecnici che l’impianto deve avere per essere considerato a norma, così che possa esserne rilasciata la dichiarazione di conformità. 

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