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Come Ridurre l'Eccessiva Esposizione dell'Africa ai Rischi Climatici

Gli impatti dei cambiamenti climatici stanno affliggendo l'Africa, causando stress idrico, siccità e inondazioni. Secondo il rapporto "State of the Climate in Africa 2021" della World Meteorological Organization, le condizioni stanno aggravando conflitti e sfollamenti. Benché l'Africa contribuisca solo per il 2-3% alle emissioni globali di gas serra, risente fortemente degli effetti. L'accesso limitato ai sistemi di allerta precoce pone l'Africa come priorità nella campagna per l’accesso universale agli allarmi nei prossimi cinque anni. Si stima che entro il 2050, questi impatti climatici potrebbero costare all'Africa 50 miliardi di dollari all'anno.

L'Africa è sproporzionatamente esposta a catastrofici rischi climatici, idrologici e meteorologici.

Sistemi di monitoraggio del tempo, previsioni immediate e allarmi precoci ben finanziati devono diventare una priorità.

I disastri legati al clima e al tempo, tra cui cicloni tropicali, mareggiate, inondazioni e siccità, sono in aumento. Nel corso degli ultimi 50 anni, il tasso globale è aumentato di cinque volte, con danni che sono cresciuti di 70 volte.

In particolare, l'Africa sta sentendo queste ripercussioni in maniera più marcata.

Ad esempio, nel Corno d'Africa, da 2020 persiste la siccità più prolungata della storia recente, colpendo fortemente comunità in Etiopia, Somalia e Kenya, con oltre 20 milioni di persone malnutrite. Le piogge torrenziali che hanno colpito la Somalia nel 1997 hanno causato oltre 2.000 morti, spostando 250.000 persone. La siccità etiope del 1983-84, considerata uno dei peggiori disastri idrometeorologici degli ultimi 50 anni, ha causato almeno 300.000 vittime.

L'esperienza dell'Africa si distingue rispetto ad altre regioni.

Tra il 2000 e il 2022, l'Africa ha avuto più inondazioni e morti correlate rispetto a Nord America ed Europa messi insieme.

E se ne parla pochissimo, perchè l’Africa è un continente dimenticato, salvo che per il cercare di renderlo adiabaticamente isolato al fine di evitare migrazioni e consentire lo scarico di rifiuti pericolosi e l’estrazione di metalli e terre necessarie per il resto del mondo.

A fronte di questi sfide, l'Africa, con molte nazioni a basso e medio reddito, soffre di una marcata mancanza di preparazione e risposta ai disastri.

Per capire l'importanza, basta confrontare due tempeste simili: il Ciclone Tropicale Idai del 2019 e l'Uragano Ida del 2021. Mentre i residenti degli Stati Uniti furono allertati per evacuare prima dell'arrivo di Ida, il ciclone Idai sorprese le popolazioni africane. E molti di noi non sanno neppure che ci sia stato il ciclone Idai sull’Africa.

In Africa mancano anche gli strumenti di rilevazione meteorologica.

La preparazione e le capacità di risposta sono fondamentali. Si basano su sistemi idrometeorologici multistrato, che includono monitoraggio meteorologico, previsioni e allarmi precoci. Mentre questi sistemi sono dati per scontati nei paesi ricchi del nord globale, in Africa spesso mancano o sono obsoleti.

Il database radar gestito dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale mostra, ad esempio, un drastico contrasto nella capacità di monitoraggio.

In Europa e negli Stati Uniti, ci sono 636 stazioni radar per una popolazione di 1,1 miliardi, mentre in Africa ci sono solo 37 stazioni per una popolazione simile di 1,2 miliardi. Di queste stazioni, oltre il 50% non fornisce dati sufficientemente accurati.

Gli effetti dei cambiamenti climatici in Africa

Gli effetti del cambiamento climatico colpiscono gravemente l'Africa, portando a siccità, inondazioni e stress idrico.

Il "State of the Climate in Africa 2021", pubblicato dalla World Meteorological Organization (WMO), rivela che l'acqua sta diventando una risorsa sempre più scarsa, alimentando conflitti e sfollamenti.

Solo il 40% degli africani ha accesso a sistemi di allerta precoce per queste minacce.

In base ai dati dello State of the Global Climate 2020, la temperatura media globale nel 2020 (14,9 gradi) è stata una delle tre più calde mai registrate e il tasso di aumento medio della temperatura in Africa è stato superiore alla media globale.

Sebbene l’Africa, in cui risiede circa il 17% della popolazione mondiale, contribuisca solo per il 2-3% alle emissioni globali, è sproporzionatamente colpita. Inoltre, entro il 2030, la maggior parte dei paesi africani potrebbe non riuscire a gestire sostenibilmente le risorse idriche.

La WMO sottolinea l'importanza di interventi e investimenti mirati, poiché entro il 2050 gli impatti climatici potrebbero costare all'Africa 50 miliardi di dollari all'anno.

L'iniziativa Early Warnings for All

Ma c'è una luce in fondo al tunnel.

L'iniziativa Early Warnings for All, guidata da WMO e dalle Nazioni Unite, ha promesso 3,1 miliardi di dollari per i sistemi idrometeorologici in 30 paesi, incluso 13 nazioni africane.

Tuttavia, ciò è ancora insufficiente. Per affrontare adeguatamente il problema, abbiamo identificato cinque priorità:

  1. Identificare le aree più a rischio: Dobbiamo comprendere meglio dove si trovano i maggiori rischi per poter intervenire in maniera efficace.
  2. Investire nel monitoraggio e nelle previsioni meteorologiche: È essenziale aumentare il numero di stazioni meteorologiche in Africa, soprattutto quelle con radar di sorveglianza.
  3. Migliorare l'accesso e la formazione: Non basta avere tecnologia; è necessario formare persone capaci di interpretare e agire in base ai dati.
  4. Promuovere la collaborazione internazionale: Altre nazioni e organizzazioni possono offrire supporto tecnico, finanziario e logistico.
  5. Prioritizzare la resilienza comunitaria: Le comunità locali devono essere al centro di qualsiasi strategia, poiché sono le prime a subire le conseguenze dei disastri.

Con queste azioni, l'Africa può ridurre significativamente la sua esposizione ai rischi climatici e costruire un futuro più resiliente.

Per la prevenzione non è sufficiente migliorare il monitoraggio

Non è sufficiente però fermarsi al miglioramento dei sistemi di monitoraggio. Occorre agire anche su altri fattori, in particolare su queste azioni.

Coinvolgimento Comunità e Autorità Locali

Per garantire l'efficacia di un sistema di allerta precoce, è fondamentale coinvolgere le comunità e le autorità locali.

Questi sono gli attori che meglio comprendono le vulnerabilità e le esigenze uniche delle loro aree. Quando le comunità prendono possesso di questi sistemi, ne garantiscono non solo la manutenzione e la sostenibilità, ma anche l'efficacia durante le situazioni di crisi.

Potenziare le capacità di Ricerca e Sviluppo

Istituzioni e università africane dovrebbero rafforzare le loro capacità di ricerca e sviluppo nei campi della meteorologia e dell'idrologia.

La ricerca collaborativa con istituzioni internazionali può aiutare a sfruttare le ultime tecnologie e metodologie per migliorare la precisione delle previsioni.

Creare Partnership Pubblico-Private

I governi da soli potrebbero non avere tutte le risorse necessarie per un progetto così vasto.

Collaborazioni con il settore privato, in particolare con le aziende di telecomunicazioni, possono essere fondamentali per ampliare la portata ed efficacia dei sistemi di allerta.

Ovviamente occorre un’approccio all’Africa diverso da quello attuale dove le Partnership sono più viste dai privati come occasione di sfruttamento di questo splendido continente e la sua popolazione.

Collaborazione Regionale

Le nazioni africane dovrebbero collaborare per condividere dati, risorse ed esperienze.

La collaborazione regionale può offrire economie di scala, infrastrutture condivise e una risposta coordinata durante eventi meteorologici estremi transfrontalieri.

Anche in questo caso abbiamo un problema opposto: grande conflittualità non solo tra stati e stati, ma tra diverse etnie e tribù, alimentate da chi ha il bisogno di poter gestire interessi economici con poteri deboli e divisi.

Educazione e Consapevolezza sul Clima

Per garantire che il pubblico comprenda e agisca in base alle allerte precoci, è essenziale concentrarsi sull'educazione climatica.

Programmi su misura per scuole, comunità e pubblico in generale possono costruire resilienza e dare potere alle persone di rispondere in modo appropriato durante eventi estremi.

E’ forse una delle sfide più difficili, perchè quando manca l’acqua, quando manca il cibo, quando mancano le infrastrutture più necessarie è ovviamente più difficile parlare di ambiente, CO2, … Ecco perchè la riqualificazione di questo continente, che deve avere tra i suoi pilastri quello della cultura, deve innanzitutto essere aiutato ad uscire dalla situazione di sfruttamento e degrado sociale attuale, con il supporto dei Paesi più ricchi.

Conclusioni

Dobbiamo aiutare l'Africa a prepararsi alle sfide del futuro, e per farlo è necessario garantire che la sua popolazione sia dotata degli strumenti e delle conoscenze per affrontarle.

Se l’Africa non sarà pronta, l’esplosione della bolla sociale ricadrà su tutto il resto del mondo.

Uno dei passi da compiere è quello di supportare questo Continente ad affrontare il punto cieco idrometeorologico, perchè possa proteggere le sue persone, la sua economia e il suo futuro.


Fonti: 

  • How to reduce Africa’s undue exposure to climate risks, Nature
  • Gli impatti dei cambiamenti climatici in Africa potrebbero costare 50 miliardi di dollari all’anno, Green Report
  • Cambiamento climatico e salute: l’Africa sull’orlo del precipizio, AMREF

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