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Come progettare una facciata ventilata alla luce delle novità della nuova norma UNI 11018-1:2023

Una delle soluzioni tecnologiche più versatili e sempre più utilizzata per la definizione dell’involucro edilizio è la facciata ventilata. Analizziamo brevemente questa tecnologia, da quali elementi è composta e il suo principio di funzionamento, soffermandoci sui contenuti e le applicazioni della nuova UNI 11018-1:2023.

Facciata ventilata: cos'è, i vantaggi e i punti di forza per edifici nuovi ed esistenti

Questi anni caratterizzati da un intenso sviluppo tecnologico correlato al crescente interesse nei confronti dei temi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, hanno visto proliferare nuovi materiali e tecnologie innovative.

La facciata ventilata sta avendo sempre maggiore diffusione: essa presenta molti vantaggi e punti di forza sia negli interventi di riqualificazione energetica, sia nelle nuove costruzioni. Proprio per questo si è ritenuto necessario un aggiornamento della normativa di riferimento, che approfondisce e specifica alcuni parametri utili per una corretta progettazione.

 

Come funziona e da cosa è costituita la facciata ventilata

Con questo termine si intende una facciata a schermo avanzato in cui vi è un’intercapedine d’aria tra lo strato esterno e la parete retrostante. Lo strato di ventilazione svolge un ruolo fondamentale, è infatti progettato affinché si inneschi un moto d’aria convettivo. La differenza di temperatura tra la parete e l’esterno e la presenza di apposite bocchette alla base e alla sommità della parete fanno si che si generi un vero e proprioeffetto caminoche permette di migliorare il comportamento termo-igrometrico della parete, sia nel periodo invernale che soprattutto nel periodo estivo. La prima definizione di questo sistema costruttivo è fornita dalla UNI 8369-2.

La tematica viene poi ripresa e approfondita con la UNI 11018:2003, sostituita dalla più recente UNI 11018-1:2023 “Facciate ventilate – Parte 1: caratteristiche prestazionali e terminologia” e dalla UNI 11018-2:2024 “Facciate ventilate – Parte 2: istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione di rivestimenti lapidei e ceramici”.

La UNI 11018-1:2023 diventa quindi la normativa di riferimento per la progettazione di facciate ventilate: fornisce una terminologia di base, una descrizione dei componenti del sistema e stabilisce i criteri per la computazione metrica. Identifica i criteri di corretta progettazione e posa in opera, definendo inoltre le caratteristiche prestazionali in relazione alla sicurezza in uso, al comportamento agli agenti atmosferici, all’isolamento termico e acustico, senza tralasciare gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale.

La norma distingue facciate microventilate, con intercapedini di 2-3 cm e facciate ventilate con intercapedini di 5- 6 cm o più ampie. Lo spessore dello strato di ventilazione può variare: lo scopo infatti è quello di massimizzare le prestazioni energetiche tramite opportuni accorgimenti progettuali inerenti griglie di aerazione, giunti chiusi, ma anche la velocità dell’aria.

La UNI EN ISO 6946 identifica infatti facciate debolmente ventilate, ventilate e fortemente ventilate, proprio in base alla velocità dell’aria che circola nell’intercapedine. La portata del flusso d’aria ascendente generato dal gradiente termico tra la temperatura dell’intercapedine e l’aria in ingresso deve essere controllata in modo che in estate vi sia una riduzione del carico termico entrante, in inverno vi sia un maggiore controllo dei flussi di vapore.

La UNI EN ISO 6946 chiarisce come il valore della resistenza termica di questo strato dipenda proprio dalla portata di ventilazione. Capiamo subito come lo strato di ventilazione abbia ruolo cardine nel comportamento termo-igrometrico dell’intera muratura.

Identifichiamo i componenti delle facciate ventilate:

  1. Strato di supporto, è la struttura portante del sistema, nei casi di riqualificazione energetica è la parete esistente
  2. Strato di isolamento, la tipologia e lo spessore dell’isolante variano in base i requisiti prestazionali e progettuali
  3. Intercapedine di ventilazione
  4. Sottostruttura di aggancio, è un sistema assemblato di elementi che collega con vincolo meccanico o chimico-meccanico lo strato di rivestimento esterno, integrando lo strato di isolamento. Sono elementi vincolati tra loro e possono essere metallici, lignei o di materiale composito.
  5. Rivestimento esterno, sono pannelli o lastre realizzabili con varie forme e materiali, fissati sulla sottostruttura tramite appositi elementi di fissaggio.

Possiamo differenziare le facciate ventilate anche in base al tipo di sottostruttura di sospensione:

  • A montanti
  • A traversi
  • A reticolo, che utilizza montanti e traversi insieme
  • Puntuale

Ulteriore suddivisione riguarda il fissaggio del rivestimento alla sottostruttura, che può essere a vista o nascosto. Lo strato di rivestimento può essere costituito da materiali anche molto diversi tra loro; sono ampiamente utilizzati materiali ceramici e lapidei, ma anche pannelli in fibrocemento, in laterizio, pannellature vetrate o metalliche come acciaio, acciaio corten o alluminio.

 

Posa in opera di una facciata ventilata: dettaglio della sottostruttura di aggancio metallica a montanti verticali, fissaggio del rivestimento in pietra tramite vincolo meccanico.
Figura 1 – Posa in opera di una facciata ventilata: dettaglio della sottostruttura di aggancio metallica a montanti verticali, fissaggio del rivestimento in pietra tramite vincolo meccanico. (Costanza Brocato)

  

Perché scegliere una facciata ventilata

Uno dei motivi per cui questo sistema viene sempre più utilizzato è proprio legato alla grande libertà compositiva che lascia al progettista.

“Staccandosi” dalla parete portante è possibile gestire con molta più facilità tutti quei giunti o punti critici sempre presenti in un edificio. Inoltre, la possibilità di scegliere tra moltissime tipologie di rivestimenti diversi permette di caratterizzare in modo unico l’edificio, nei casi di riqualificazione energetica permette di conferire un aspetto moderno anche agli edifici più datati.

Lo strato esterno di rivestimento protegge la muratura portante dagli agenti atmosferici e quindi dai possibili degradi. Inoltre, essendo costituita pannelli modulari agganciati o incollati, è possibile sostituire con facilità gli elementi deteriorati, accorciando le tempistiche di cantiere.

La parete ventilata offre numerosi vantaggi anche dal punto di vista energetico. La presenza dell’intercapedine, infatti, favorisce lo smaltimento del vapore acqueo all’interno della muratura, limitando i fenomeni di condensa interstiziale e superficiale. L’effetto camino, attenuando l’effetto della radiazione solare incidente, migliora sensibilmente il comportamento estivo della parete, con un netto miglioramento del comfort interno. Senza scendere nel dettaglio di questi aspetti analizziamo ora la UNI 11018:1-2023 con l’obiettivo di chiarire i principali aspetti progettuali.

Per chi fosse interessato ad approfondire le caratteristiche e il comportamento delle facciate ventilate: Confronto dal punto di vista energetico tra una facciata rivestita e una facciata ventilata

 

 

Caratteristiche prestazionali

Progettazione antincendio

In questa sezione analizzeremo le prescrizioni del paragrafo 5.3 della UNI 11018:1-2023.

Per garantire la sicurezza in caso d’incendio le prestazioni di reazione al fuoco dei componenti delle facciate ventilate devono essere conformi alle prescrizioni della norma UNI EN 13501-1. Il comportamento al fuoco, infatti, coinvolge tutti gli strati che costituiscono la facciata ventilata nel suo complesso. I requisiti di tali componenti saranno determinati in base alla tipologia di edificio, alla sua destinazione d’uso e alla tipologia di materiali della facciata ventilata stessa, quindi del tipo di rivestimento e del tipo di isolante.

La norma specifica poi come sia necessario limitare la propagazione delle fiamme e dei fumi attraverso l’intercapedine d’aerazione, in quanto per conformazione si potrebbe generare un’altezza di fiamma superiore all’altezza di fiamma libera. Per farlo il progettista deve prevedere ad ogni piano e in corrispondenza di compartimenti interni, verticali ed orizzontali, elementi e/o sistemi capaci di interrompere l’intercapedine e quindi la ventilazione.

Bisogna poi prestare particolare attenzione nel caso in cui vi siano delle integrazioni impiantistiche in facciata: tutte le connessioni elettriche devono essere ispezionabili, i cablaggi raccolti e organizzati in passacavi metallici, il progetto dovrà essere accompagnato dalle certificazioni di corretta installazione.

Per qualsiasi tipologia di impianto installato tutti i componenti della facciata ventilata dovranno avere caratteristiche di reazione e resistenza al fuoco conformi alle disposizioni legislative nazionali e/o regionali.

 

.. Continua la lettura nel PDF.


 

Nel PDF si continua parlando di:

  • Progettazione termo-igrometrica e acustica
  • Progettazione meccanica e strutturale
  • Progettazione ecosostenibile
  • Criteri di misurazione

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