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Come la progettazione di un sistema di ventilazione può rendere gli edifici salubri

L'esposizione agli inquinanti indoor può provocare numerose malattie oltre che ridurre il benessere delle persone. Per questo solo una progettazione attenta e mirata che considera gli aspetti biologici, psicologici e sociali può garantire la qualità degli ambienti e la salute degli occupanti. In questo la ventilazione gioca un ruolo molto importante e la sua progettazione fondamentale per la salubrità degli edifici.

Progettare edifici sani e sostenibili significa investire nella salute delle persone che li abitano o ci lavorano. Ciò comporta un progetto accurato, l'uso di materiali non nocivi, sostenibili e una corretta manutenzione per garantire anche una buona qualità dell'aria interna.

L'adozione di queste buone pratiche può tutelare la salute, garantire il confort e il benessere delle persone, riducendo anche i rischi delle malattie associate agli edifici, con una notevole riduzione della spesa sanitaria pubblica.

Secondo la Household Air Pollution Commission, i decessi causati dall'inquinamento indoor sono prevalentemente dovuti a malattie respiratorie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la polmonite e il cancro ai polmoni. Inoltre, l'esposizione prolungata a sostanze inquinanti può causare malattie cardiovascolari, problemi oculari e danni neurologici. Ulteriori conseguenze possono manifestarsi con la riduzione delle performance lavorative o con un limitato apprendimento scolastico, aumentando anche il rischio di depressione e ansia.

All'interno degli ambienti confinati come le case, gli uffici, gli spazi ricreativi, ecc., l'inquinamento dell'aria può essere determinato da vari fattori, tra questi i materiali da costruzione, una inadeguata ventilazione, il gas radon, sostanze chimiche volte al riscaldamento o alla pulizia, come pesticidi, vernici, detersivi e prodotti per la cura personale.

 

   

Alcune patologie per l’esposizione all’inquinamento ambientale

Negli ultimi anni, sono stati condotti numerosi studi che suggeriscono anche una possibile relazione tra l'inquinamento ambientale e gli effetti negativi sullo sviluppo fisico e cognitivo dei bambini.

L'inquinamento ha effetti dannosi non soltanto sull'apparato respiratorio, il sistema cardiovascolare, ma può causare danni neurologici e influire sulla comprensione e sulla memoria.

Inoltre, può aumentare il rischio di autismo e disturbi del neurosviluppo. Vi sono in letteratura circa una dozzina di studi che associano la presenza di inquinanti indoor in maggiore concentrazione nelle abitazioni di bambini colpiti rispetto a quelle di non affetti. In uno di questi studi l’associazione riguardava anche la presenza di inquinanti nelle donne incinta e lo sviluppo di autismo nel nascituro. Tuttavia, è importante sottolineare che l'autismo è una condizione complessa e multifattoriale, con molteplici cause genetiche e ambientali che interagiscono tra loro. Di conseguenza, l'inquinamento dell'aria è da ritenersi solo uno dei numerosi fattori che contribuiscono allo sviluppo di questo disturbo.

Gli studi sulle fonti inquinanti, le criticità ambientali negli edifici e le concentrazioni dannose presenti nei materiali edili, sono sempre più spesso oggetto di approfondimenti da parte degli istituti di ricerca, università, organizzazioni governative e non governative, con l'obiettivo di comprendere meglio i rischi per la salute e l'ambiente, al fine di offrire un idoneo supporto per lo sviluppo di politiche, regolamenti e prassi di produzione più sostenibili e sicure, oltre a svolgere un ruolo importante nella creazione di consapevolezza nella popolazione sulle questioni ambientali e nella promozione di comportamenti e soluzioni tecnologiche più ragionevoli verso la salute e l'ambiente.

Questa operatività ha messo in evidenza molti rischi ai quali è esposto l’individuo all’interno delle costruzioni, ad esempio quello di favorire la proliferazione di agenti patogeni. In questo ne è la prova come una insufficiente ventilazione o infiltrazioni diffuse, possono agevolare la formazione di muffe che possono causare problemi respiratori.

 

I principali inquinanti indoor

I principali inquinanti indoor sono classificati dall’OMS (WHO, 2010) in

  • fisici
  • chimici
  • biologici

per lo più correlati ai materiali da costruzione, al suolo, alle abitudini delle persone, alla destinazione d’uso dei locali, alla ventilazione, alle tecniche costruttive, come riportati nella Tabella “A”.

 

Elenco dei principali contaminanti indoor
TABELLA “A” - Elenco dei principali contaminanti indoor

   

Il ruolo della progettazione

L'Organizzazione Mondiale della Sanità, ritiene che un edificio debba essere progettato e costruito tenendo conto degli aspetti biologici, psicologici e sociali per garantire un ambiente sano e favorevole al benessere delle persone. (The who approach and healt.

Ad esempio, un design ben studiato può prevedere la posizione delle finestre in modo tale da massimizzare l'illuminazione naturale durante il giorno e ridurre la necessità di luce artificiale, che aumenta il disagio visivo, il rischio di problemi cardiaci, compresi i disturbi del sonno e l’ipertensione. Uno studio del 2016 pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism ha dimostrato che l'esposizione alla luce artificiale è anche associata a un aumento del rischio di obesità.

Inoltre, l’inserimento nel progetto di spazi aperti come cortili o giardini può favorire una migliore circolazione dell'aria e una maggiore ventilazione naturale all'interno dell’edificio. Questo diminuisce l’eventuale degrado delle strutture che può essere causato dall’umidità, favorendo una migliore qualità dell'aria respirata dagli abitanti, contribuendo alla prevenzione di malattie respiratorie e migliorando il loro benessere generale.

Una progettazione attenta e mirata che considera elementi come l’orientamento solare, l’efficienza energetica, la qualità dell’aria interna e la presenza di spazi verdi può cooperare alla creazione di comunità sicure e sane, migliorare la qualità della vita dei residenti e favorire un ambiente sostenibile.

   

La progettazione di un sistema di ventilazione per rendere gli edifici salubri

La progettazione di un sistema di ventilazione, ad esempio, ha un ruolo importante per modulare il grado di umidità e prevenire la crescita di muffe, che sono un determinante primario per la salubrità di un edificio e quindi per la sua agibilità (art.24-25 del T.U. Edilizia 380/2001).

La maggior parte delle muffe sono innocue e al massimo emanano odori sgradevoli, ma ve ne sono altre in grado di generare allergie in varie sedi dell’organismo (occhi, vie respiratorie alte e basse, cute).

Oltre alle malattie allergiche, le muffe producono anche sostanze chiamate micotossine, che possono avere effetti tossici più importanti sull'uomo e sugli animali. Quindi, prevenire la muffa dovrebbe essere una priorità per i progettisti, i proprietari di edifici e i gestori delle strutture.

Le politiche per l’efficientamento energetico, che spingono a realizzare edifici sempre più ermetici, stanno contribuendo soprattutto negli immobili più moderni alla perdita della traspirabilità, con un conseguente impoverimento della qualità dell’aria.

Un sistema di ventilazione ben progettato aiuta a ridurre questi rischi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito dei valori di riferimento che indicano quale sia il tasso di umidità ideale per un’abitazione. La Tabella, che segue, indica il tasso di umidità ideale in relazione alla temperatura registrata all’interno di un’abitazione. La regola generale è che quanto più è elevata la temperatura, tanto meno è tollerabile l’umidità.

 

  

Oltre alla percezione soggettiva, l’umidità relativa oltre il 60% favorisce l’umidità di condensa sui muri, vetri e pareti e talvolta può addirittura dare luogo a gocciolamenti, mentre sotto il 40% le mucose tendono ad asciugarsi e aumenta la sensazione di secchezza e sete.

Tuttavia, non in tutte le stanze è opportuno mantenere la stessa temperatura e, di conseguenza, la stessa umidità. In alcuni vani, come ad esempio la cucina e il bagno, è necessario avere un tasso di umidità leggermente più alto. In questi ambienti, infatti, si genera una maggiore umidità a causa dell'utilizzo di acqua calda e della presenza di vapore acqueo.

In un ambiente confinato si consiglia che:

  • la temperatura dell'aria sia compresa tra i 20°C e i 24°C (rif. decreti legislativi 412/93 e 551/99), con una variazione massima di +/- 2°C;
  • la velocità dell'aria sia inferiore a 0,25 m/s per gli ambienti occupati in modo sedentario e inferiore a 0,15 m/s per gli ambienti occupati in modo attivo;
  • l'umidità relativa dell'aria sia tra il 40% e il 60%, con una variazione massima di +/- 10%, consentendo un margine di flessibilità nell'umidità relativa dell'aria per adattarsi alle fluttuazioni ambientali; tuttavia, è consigliabile mantenere l'umidità il più stabile possibile per evitare sbalzi improvvisi che potrebbero essere fastidiosi o dannosi.

Un ambiente malsano, generato da difetti d’opera, oppure una inadeguata progettazione, espone il progettista, il Direttore dei lavori, la ditta esecutrice ed a volte anche il proprietario alle responsabilità e/o al risarcimento del danno alla salute, diritto costituzionalmente garantito dall’art.32 della Costituzione.

Il “diritto alla salubrità dell’ambiente di vita”, è considerato dalla giurisprudenza di merito come il prolungamento del diritto alla salute dell’individuo, che si muove in parallelo a quella che ha esteso la tutela del diritto alla salute dalla persona anche ai luoghi di lavoro. L’integrità psico-fisica protetta dal diritto alla salute comprende la pretesa dell’individuo a condizioni di vita, di ambiente e di lavoro che non pongano a rischio tale bene fondamentale.

Anche “il locatore è ugualmente tenuto a risarcire il danno alla salute subito dal conduttore”, per effetto delle condizioni abitative dell’immobile locato, quand’anche tali condizioni fossero note all’inquilino al momento della conclusione del contratto, dovendosi ritenere che la tutela del diritto alla salute prevalga su qualsiasi accordo tra privati di esclusione o limitazione della responsabilità del locatore”. Pertanto, il locatario è tenuto a risarcire i danni di salute del conduttore. (Corte di Cassazione, Sentenza n. 915/99).

Il diritto alla salute, quindi non si limita soltanto all'accesso a cure mediche adeguate, ma include anche il diritto a vivere in un ambiente sicuro e salutare. Questo implica che ogni individuo abbia il diritto di risiedere in un luogo privo di fattori che possano compromettere la propria salute, come l'inquinamento dell'aria, dell'acqua o del suolo, la presenza di sostanze chimiche pericolose, l'esposizione a rumori eccessivi o a condizioni di vita precarie. Il diritto all'abitare in un ambiente salubre comprende anche il diritto a un alloggio adeguato e sicuro, che rispetti le necessità di ogni individuo e che non ponga a rischio la propria integrità fisica o psichica. Ciò implica che ogni individuo abbia accesso a una casa sicura, priva di rischi strutturali o igienici, che offra un ambiente sano in cui vivere.

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