Come l’equo compenso cambia le regole degli appalti pubblici

Equo compenso e appalti pubblici una vicenda giuridica cruciale

Il tribunale amministrativo regionale (TAR) per il Veneto ha emesso una importantissima sentenza (n. 632 del 3-4-2024) riguardo l’equo compenso nelle procedure di assegnazione degli appalti pubblici, infatti a seguito di un ricorso presentato dai ricorrenti, il TAR ha dichiarato illegittima l’aggiudicazione di un appalto da parte della controparte.

Il ricorso era stato presentato contro l’AUSL riguardo una delibera del direttore generale sulla progettazione dei lavori di adeguamento normativo per prevenzione incendi e antisismica su alcuni immobili.

Le società ricorrenti hanno contestato l’aggiudicazione sostenendo che le offerte presentate violassero le normative sull'equo compenso introdotte dalla legge n. 49/2023.

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Criteri di aggiudicazione e ribassi ingiustificati

Le società hanno sottolineato che il bando di gara avesse fissato criteri di aggiudicazione basati sul miglior rapporto qualità/prezzo dei lavori, non tenendo conto dell’equo compenso da garantire ai tecnici professionisti.

In particolare, hanno evidenziato i seguenti punti:

• per l’equo compenso l'importo a base di gara doveva necessariamente rispettare i parametri stabiliti dal D.M. 17 giugno 2016, che indicano i compensi minimi da riconoscere ai professionisti coinvolti nel procedimento;
• per la presenza di ribassi ingiustificati, i ricorrenti e gli altri concorrenti avevano presentato offerte economiche al ribasso anche laddove la legge n. 49/2023 non consente ribassi sui compensi professionali, compromettendo così il rispetto dell’equo compenso.

PER APPROFONDIRE Equo compenso delle prestazioni professionali: tutte le novità della legge 49/2023
In virtù di quanto previsto dalla legge sull'equo compenso delle prestazioni professionali approdata in Gazzetta Ufficiale, se i professionisti accetteranno compensi non conformi ai DM Parametri potranno essere sanzionati da Ordini e Collegi professionali.

Sentenza storica sull'equo compenso e relativa legittimità degli appalti

Il collegio del TAR Veneto ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo che:

• l'aggiudicazione del contratto a favore del raggruppamento vincitore doveva essere considerata illegittima, poiché fondata su offerte economiche formulate in violazione della legge sull'equo compenso.

• le spese legali del ricorso sono state compensate tra le parti a causa della novità della questione sollevata.

Questa sentenza pone in essere un precedente significativo nella tutela dei diritti dei professionisti coinvolti nell’ambito degli appalti pubblici sottolineando l'importanza di rispettare le normative sull’equo compenso.

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Dilaga ancora la confusione normativa riguardante la procedura di gara per i servizi di ingegneria, architettura e l'equo compenso. L’ANAC, in seguito alla sentenza del T.A.R. Veneto, fornisce raccomandazioni e possibili soluzioni per garantire una corretta interpretazione delle regole in materia di affidamenti pubblici.

Impatto della sentenza sulle procedure di gara

L’esito di tale sentenza avrà un impatto rilevante sulle future procedure di gara, costringendo le stazioni appaltanti a rivedere le loro prassi in merito alla formulazione dei bandi e alla valutazione delle offerte.

È fondamentale per i professionisti del settore rimanere informati sui cambiamenti normativi e sulle ripercussioni pratiche derivanti da sentenze come questa, tali da influenzare significativamente il panorama degli appalti pubblici in Italia.