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Codice di Buona Pratica Massetti: dal massetto al pavimento

L’aumento e la complicazione della stratigrafia al di sotto delle pavimentazioni hanno portato all’esigenza di dimensionare correttamente tutto il pavimento e non solo il massetto. Nell’articolo le principali prescrizioni contenute nella nuova revisione del Codice di Buona Pratica Conpaviper.

Il dimensionamento del sistema pavimento

Il presente è il primo di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali caratteristiche del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper. Il suo scopo è di fare chiarezza sulle motivazioni che hanno portato all’esigenza di dimensionare correttamente non solo il massetto ma tutto il pavimento.

Una delle più importanti novità introdotte dal Codice di Buona Pratica è l’introduzione del dimensionamento di tutto il sistema pavimento o pavimento, cioè di tutti gli strati compresi tra il supporto strutturale (solaio) e la pavimentazione, presi nel loro insieme. Ovviamente per progettazione si intende quella che prevede la sua stabilità meccanica rimandando il dimensionamento termico e acustico ai testi specializzati.

Nell’ultimo decennio il pavimento si è molto complicato per:

  • l’aumento degli strati che lo compongono: impianti radianti e strati resilienti di ogni tipo, nuove tipologie di pavimentazioni, di sottofondi isolanti e di massetti;
  • le diverse soluzioni tecniche proposte dai vari produttori necessariamente generiche in quanto non a conoscenza delle proprietà degli strati adiacenti e delle caratteristiche del cantiere;
  • l’elevato numero di operatori che concorrono alla sua esecuzione;
  • il forte aumento delle ristrutturazioni con la conseguente complicazione delle geometrie.

 

Codice Buona Pratica Massetti - quota piano finito

 Si consideri l’esempio di un ipotetico solaio di una nuova costruzione schematizzato in figura.

Superficie superiore del massetto

Il progettista ha individuato la quota del piano finito cioè del rivestimento finale che tiene conto dell’altezza del soffitto intonacato. La livella laser, traguardando il segno riportato su una parete, individua un piano che il muratore utilizza, tra l’altro, per posizionare le soglie, i telaiacci delle porte scorrevoli, i piatti doccia, il caposcala e la soglia dell’ascensore (vincoli alle quote).

È ovvio che queste lavorazioni verranno eseguite all’interno delle normali tolleranze generali di lavorazione per cui, nella realtà, le quote dei singoli vincoli saranno più basse o più alte del valore della quota del piano finito: il piano reale non sarà più quello individuato dalla livella laser ma sarà ondulato e si andrà a raccordare in corrispondenza dei suddetti vincoli. Ovviamente questo piano andrà spostato verso il basso dello spessore della pavimentazione e dell’adesivo e rappresenterà la superficie superiore del massetto. Nella figura è stata riportata la pavimentazione sospesa per indicare come questa, per il posatore del massetto, è come se ci fosse.

Superficie inferiore del massetto

Spostiamo ora l’attenzione verso il solaio. Nell’esempio sono stati previsti un sottofondo isolante che funge da copertura degli impianti, uno strato resiliente, un freno al vapore, un impianto radiante, una rete elettrosaldata e i giunti perimetrali. Ovviamente ciascuno sarà stato posato da un operatore diverso con la sua tolleranza di messa in opera: la tolleranza globale di ±1,0 cm della quota della superficie superiore del pannello radiante sarebbe già un ottimo risultato: questa rappresenta la superficie inferiore del massetto.

Ora, focalizziamo l’attenzione sulle seguenti riflessioni.

Lo spessore minimo del massetto è un importante dato progettuale fornito da norme e schede tecniche. Da cosa dipende tale valore? Dalle tolleranze di precisione del muratore e dei posatori degli strati sottostanti. In pratica da tutti meno che dal posatore del massetto che si trova incastrato tra le due superfici sopra descritte.

Che prestazioni meccaniche deve avere il massetto? Il massetto è appoggiato ad un sottofondo composto da più strati e sovrastato da una pavimentazione che può essere ceramica, lignea, lapidea, resinosa, resiliente, laminata e tessile.

Per fare in modo che la pavimentazione non si abbassi, non si stacchi o si rompa se sottoposta ai carichi concentrati previsti da una determinata classe di destinazione, non basta agire sulle prestazioni meccaniche del massetto ma occorre conoscere e dimensionare opportunamente le rigidezze e le tolleranze di esecuzione degli strati sottostanti, in funzione della capacità di ridistribuire i carichi da parte della pavimentazione.


La Rev. 5 Codice di Buona Pratica è l’unico documento oggi in circolazione in cui vengono fornite le risposte a questi interrogativi.

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Massetti: prescrizioni per il progetto e controllo

Lo speciale si compone di 9 articoli scritti col fine di presentare le principali novità introdotte dalla Rev. 5 del Codice di Buona Pratica per la progettazione e il controllo dei massetti e dei pavimenti edito da Conpaviper.

Piano Editoriale dello Speciale

  1. Dal massetto al pavimento.
  2. Il progettista del Sistema Pavimento.
  3. I parametri che influenzano la resistenza meccanica del pavimento.
  4. Il dimensionamento del pavimento.
  5. Influenza dei sottofondi sulla stabilità dei pavimenti.
  6. I giunti nei massetti.
  7. I massetti ribassati e a bassa inerzia.
  8. Prestazioni meccaniche dei massetti.
  9. Codice di Buona Pratica Massetti: l’Allegato A.


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