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Codice Appalti, CNI: "No al massimo ribasso anche per gli affidamenti diretti"

Il Presidente CNI Perrini: "È ormai chiaro che l'equo compenso è un diritto inalienabile del professionista intellettuale, e questa regola si applica anche all'affidamento diretto, a condizione che il valore dell'incarico, secondo la stazione appaltante, sia almeno pari al "compenso equo".

Secondo il CNI anche l’affidamento diretto deve avvenire sulla base di criteri qualitativi

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha recentemente rilasciato una circolare (n.98/2023) che getta luce sulle nuove norme relative all'affidamento diretto dei servizi di ingegneria e architettura, stabilite nel nuovo Codice dei Contratti. Questa circolare offre una chiara interpretazione del principio dell'equo compenso e sottolinea che tale principio è inapplicabile alla logica del massimo ribasso.

L'attuale articolo 1, comma 1, della legge n.49/2023 garantisce il diritto dei professionisti a ricevere un compenso equo, proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. Questo strumento è stato progettato per proteggere i professionisti nei loro rapporti con enti forti come la Pubblica Amministrazione. Secondo questa normativa, i parametri definiti nel decreto ministeriale corrispondente costituiscono la base per la determinazione di un compenso equo, che non può essere ridotto.

Basandosi su questa premessa, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ritiene che il principio dell'equo compenso sia pienamente compatibile con l'istituto dell'affidamento diretto contemplato nel nuovo Codice dei Contratti. Il decreto legislativo n.36/2023 vieta l'aggiudicazione di contratti per prestazioni intellettuali basate sul massimo ribasso, poiché la base d'asta dovrebbe già rappresentare un compenso equo. La procedura dell'affidamento diretto prevista dal Codice dei Contratti non contempla l'applicazione dei criteri di aggiudicazione basati sull'offerta economica. Questo rafforza l'idea che la scelta dell'affidatario debba essere basata su criteri "qualitativi" invece di puramente economici.

Il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il dottor Perrini, afferma che "il principio dell'equo compenso è uno strumento finalizzato alla valorizzazione sociale e alla tutela dei professionisti italiani. Il legislatore ha voluto difenderli da operatori economici 'forti' presenti sul mercato". Quindi, è ormai chiaro che l'equo compenso è un diritto inalienabile del professionista intellettuale, e questa regola si applica anche all'affidamento diretto, a condizione che il valore dell'incarico, secondo la stazione appaltante, sia almeno pari al "compenso equo".

È importante notare che, secondo il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il divieto di ribasso non si applica alla componente economica delle spese stimate per l'incarico professionale, poiché queste spese non sono considerate parte del compenso.

In sintesi, nei casi di ricorso all’affidamento diretto di servizi di ingegneria ed architettura, l’assenza di una procedura concorrenziale e la necessaria prevalenza del principio dell’equo compenso, secondo il parere del CNI, porta a ritenere “non utilizzabile” un criterio di “individuazione” dell’affidatario incentrato sul solo “prezzo” della prestazione e questo non solo per l’affievolimento delle esigenze concorrenziali, ma anche per la fisiologica incapacità di selezionare efficacemente una procedura incentrata esclusivamente sul parametro economico.

IN ALLEGATO LA CIRCOLARE INTEGRALE DEL CNI.

Allegati

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