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Clima estremo per 7,3 miliardi di persone: un anno di record pone l'Umanità di fronte all'emergenza Globale

La crisi climatica globale non è più una prospettiva lontana ma una realtà incombente, con il 2023 che segna l'anno più caldo sulla Terra da quando sono iniziati i record, come testimoniato dall'articolo di "Nature" di Carissa Wong. Il "Climate Shift Index" (CSI) ci mostra come quasi l'intera popolazione mondiale stia già sperimentando le conseguenze dirette di questo surriscaldamento. Mentre ci avviciniamo alla COP28 di Dubai, con una visione preoccupata ma necessaria, è fondamentale riflettere su come il nostro pianeta sia stato spinto verso condizioni meteorologiche estreme e su come l'inerzia politica rischi di aggravare la situazione. Questo articolo si propone di esplorare le misure necessarie per affrontare la sfida del cambiamento climatico, con azioni concrete e una rinnovata responsabilità sociale e politica.

Il Pianeta Terra affronta il suo anno più caldo: le cause e le conseguenze del cambiamento climatico

La rivista scientifica "Nature" ha recentemente pubblicato un articolo di Carissa Wong, che lancia un allarme preoccupante: "Earth just had its hottest year on record — climate change is to blame".

Secondo il rapporto, circa 7.3 miliardi di persone hanno subito le influenze dirette del riscaldamento globale, testimoniando temperature estreme pericolose e una diffusione geografica senza precedenti del calore.

L'articolo afferma, "The past 12 months were the hottest on record," rivelando che una porzione significativa dell'umanità ha dovuto affrontare per almeno dieci giorni un calore intensificato dall'azione umana. Andrew Pershing di Climate Central avverte: "These impacts are only going to grow as long as we continue to burn coal oil and natural gas".

La risonanza di queste parole non può lasciarci indifferenti, ovvero non dovrebbe lasciarci indifferenti, visto quello che purtroppo invece accade.

La ricerca citata da Wong illustra come la temperatura media globale abbia superato di 1.32 ºC quella dell'era pre-industriale, e come l'Unione Europea preveda che il 2023 possa diventare l'anno più caldo mai registrato.

Questo dato sconvolgente è il più alto degli ultimi 125.000 anni, secondo Pershing, sottolineando che la stragrande maggioranza del riscaldamento, 1.28 ºC, è dovuta al cambiamento climatico indotto dall'uomo.

Il 'Climate Shift Index' (CSI), uno strumento per misurare l'impatto del cambiamento climatico sulle temperature quotidiane, è stato usato per analizzare i dati di 920 città e 175 nazioni. Le regioni tropicali dell'America del Sud, dell'Africa e dell'arcipelago malese hanno risentito più intensamente di questi cambiamenti, con paesi come la Giamaica che hanno vissuto temperature estreme con una probabilità più che quadruplicata a causa del cambiamento climatico.

Che cosa è il "Climate Shift Index" (CSI)

Il "Climate Shift Index" (CSI) è un indicatore scientifico che quantifica l'impatto del cambiamento climatico sulle temperature giornaliere. Utilizzato dai ricercatori per valutare quanto il riscaldamento globale influenzi le anomalie termiche, il CSI varia da -5 a +5, offrendo una misurazione precisa dell'intervento umano nel clima attuale, essenziale per studi di attribuzione climatica e report ambientali.

 

La situazione attuale richiede un intervento globale immediato.

Joyce Kimutai sottolinea l'urgenza di azioni concrete da parte dei paesi nel prossimo vertice COP 28 delle Nazioni Unite, enfatizzando la necessità di un impegno collettivo per eliminare l'uso di combustibili fossili e per implementare il fondo per la Perdita e il Danno, un aiuto finanziario dei paesi più ricchi a quelli più poveri, devastati dal cambiamento climatico.

COP28: Clima, Emissioni Zero, Energia Pulita

La 28ª sessione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, nota come COP28, si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. La conferenza riunirà i paesi membri per affrontare il surriscaldamento globale, incentivando il passaggio ai rinnovabili e la cessazione dell'uso dei combustibili fossili. Sultan Ahmed Al Jaber presiederà l'evento, impegnandosi a costruire un consenso internazionale per un'energia sostenibile e la riduzione delle emissioni. L'agenda del summit si concentrerà su nuove politiche per il clima, adattamento e mitigazione, riforma dell'uso del suolo e sistemi alimentari sostenibili.

Come cittadini del mondo, siamo di fronte a una scelta decisiva: agire ora o subire le conseguenze irreversibili di un pianeta sofferente.

È nostro dovere morale stimolare l'attenzione e promuovere azioni per un futuro sostenibile, prima che sia troppo tardi.

La questione climatica si impone con urgenza all'agenda politica, richiedendo un impegno su due fronti: la gestione attenta delle condizioni attuali e lo sviluppo di strategie di prevenzione per il futuro.

Gli effetti del cambiamento climatico, già percepibili nella crescente frequenza di fenomeni meteorologici estremi, esigono politiche di adattamento immediate e efficaci per le infrastrutture urbane e territoriali. La resilienza sociale delle nostre città è prioritaria per salvaguardare il benessere collettivo e prevenire catastrofi future legate a siccità, incendi e ondate di calore.

Per mitigare l'aggravarsi di questi scenari, è necessario implementare misure risolute e trasformative: promuovere l'isolamento termico degli edifici, favorire le energie rinnovabili come il vento e il sole, incentivare il trasporto su ferro e disincentivare l'uso di combustibili fossili, scoraggiare l’uso dell’ascensore, in ogni edificio, sostenere la ricerca di università e aziende sulle tecnologie che possono incidere sulla riduzione dell’impatto climatico … e non disperdere le risorse economiche disponibili economiche in armamenti, in sconti sui carburanti, e ogni altra scelta che non dia un contributo alla causa. Ogni scelta, anche la più quotidiana, deve essere orientata verso la sostenibilità.

È motivo di preoccupazione che, nonostante la chiarezza della situazione, le azioni intraprese non siano sufficientemente rapide o decise.

La nostra legge di bilancio 2024 - quella che si sta definendo - come indice della volontà politica, dovrebbe riflettere un serio impegno nel contrastare il cambiamento climatico. Invece, in essa non troviamo nulla di tutto ciò, i progressi sono lenti e, talvolta, regressivi.

Occorre una svolta energica e consapevole per fronteggiare questa sfida epocale.

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