Data di pubblicazione originale dell'articolo: 10/7/2017
Grazie alla pubblicazione delle “Linee Guida per la classificazione del Rischio Sismico delle costruzioni” si hanno finalmente a disposizione gli strumenti necessari per poter effettuare una valutazione corretta del grado di vulnerabilità sismica degli edifici esistenti. Questo consente, quindi, di accedere al “Sismabonus”, ovvero agli incentivi fiscali previsti dalla Legge di Bilancio 2017, che rappresentano una prima importante risposta alla sempre più urgente necessità di messa in sicurezza antisismica del patrimonio edilizio esistente.
Gli incentivi fiscali per l’adeguamento sismico, in realtà, erano già previsti negli anni passati, sotto varie forme. Le sostanziali novità delle recenti disposizioni, invece, sono riassumibili nei punti seguenti:
- L’aumento della percentuale di detrazioni fiscali e il dimezzamento del periodo nel quale spalmare il credito di imposta;
- L’estensione degli incentivi anche alla zona 3;
- La possibilità di cedere il credito di imposta a soggetti terzi, nel caso di edifici condominiali;
- L’obbligo di redigere una classificazione sismica dell’immobile, in modo da dimostrare un miglioramento seguente agli interventi previsti.
Il nodo fondamentale per l’accesso al nuovo Sismabonus, dunque, è proprio la conoscenza preliminare della classe di rischio dell’edificio.
A tal fine la norma introduce 8 classi di rischio, dalla A+ alla G, in modo analogo alla ben nota Classificazione Energetica, e definisce, inoltre, due metodologie alternative per la determinazione della classe: un metodo convenzionale e uno semplificato.
Il primo metodo è applicabile a qualsiasi tipologia di costruzione ed è basato sull’adozione delle usuali metodologie di analisi previste dalle Norme Tecniche per le Costruzioni. Il secondo metodo, oggetto del presente articolo, rappresenta, invece, la vera novità. Esso, infatti, consente di ricavare la Classe di Rischio di un edificio esclusivamente sulla base della conoscenza delle sue caratteristiche costruttive e, successivamente, con una semplice attenta osservazione dello stato in cui si trova l’edificio stesso. È necessario, innanzitutto, specificare fin da subito che il campo di applicazione di questa metodologia è molto ridotto: essa, infatti, è utilizzabile solo nel caso degli edifici in muratura. Tuttavia, il grande vantaggio offerto da questo metodo è quello di non richiedere lo sviluppo del modello dell’edificio né, conseguentemente, l’esecuzione delle usuali analisi matematiche e delle indagini sperimentali sui materiali esistenti, molto spesso necessarie per ottenere risultati affidabili. Ciò si traduce in una semplificazione della procedura di classificazione e nella, conseguente, riduzione dei costi.
Analisi del Metodo Semplificato
Il primo passo per la corretta applicazione della metodologia semplificata è quello di individuare la classificazione tipologica della costruzione in esame. Le definizioni da impiegare derivano dalla Scala Macrosismica Europea EMS, nell’edizione diffusa nel 1998. A differenza delle scale di magnitudo, che esprimono l’energia rilasciata, le scale macrosismiche forniscono una stima del sisma sulla base degli effetti prodotti, ovvero in termini di livelli e diffusione del danno. Relativamente alla casistica consentita del metodo, ovvero gli edifici in muratura, la scala EMS-98 individua 7 tipologie distinte:
- Muratura di pietra senza legante (a secco);
- Muratura di mattoni di terra cruda (adobe);
- Muratura di pietra sbozzata;
- Muratura di pietra massiccia per costruzioni monumentali;
- Muratura di mattoni e pietra lavorata;
- Muratura di mattoni e solai di rigidezza elevata;
- Muratura rinforzata e/o confinata.
Ogni tipologia di muratura è, quindi, associata ad una determinata classe di vulnerabilità che va da 1 a 6. Sono possibili, inoltre, delle oscillazioni intorno alla classe più probabile che possono essere più o meno probabili o anche eccezionali. La successiva figura illustra le 7 tipologie di muratura definite e le rispettive classi di vulnerabilità.
Vediamo come leggere correttamente le informazioni riportate nella tabella. Sia, ad esempio, il caso della Muratura di mattoni e solai di rigidezza elevata. Dalla tabella si evince che la classe più probabile è la V4 (rappresentata dal cerchio). È possibile, tuttavia, che in base allo stato dell’edificio la classe possa essere addirittura peggiore e passare quindi alla V5 (linea continua). È altresì possibile, ma in realtà molto poco probabile, che la classe risulti anche migliore, ovvero la V3 (linea tratteggiata).
Grazie alla tabella precedente, quindi, è possibile individuare immediatamente la tipologia strutturale nella quale rientra l’edificio da classificare e, successivamente, la classe di vulnerabilità più probabile. Quest’ultima, tuttavia, non rappresenta ancora la Classe di Rischio finale attribuibile all’edificio. Occorre, infatti, appurare la presenza di eventuali peculiarità negative che possono peggiorare la classe di vulnerabilità media. Qui entra in gioco l’osservazione attenta dello stato dell’edificio e la conoscenza delle sue caratteristiche. Le Linee Guida, a tal fine, forniscono un’utile tabella, grazie alla quale è possibile caratterizzare le peculiarità negative e quindi i conseguenti effetti in termini di passaggio di classe. La figura successiva è un estratto della Tabella 4 delle Linee Guida, relativo al caso di cui sopra ovvero: Muratura di mattoni e solai di rigidezza elevata.
Come già visto, la classe di vulnerabilità più probabile è la V4. La presenza delle peculiarità negative indicate comporta un peggioramento della classe, che da V4 passa a V5.
È importante osservare che la norma consente, cautelativamente, lo scostamento dalla classe media, solo in termini peggiorativi e quindi di aumento della classe di vulnerabilità.
Una volta individuata quest’ultima, infine, per ricavare la Classe di Rischio effettiva, occorre effettuare la correlazione tra le due informazioni, in base alla pericolosità del sito in cui si trova l’edificio in esame. A tal fine, pertanto, è necessario individuare la zona sismica della località, seguendo la classificazione dell’O.P.C.M. 3274 del 20/03/2003, aggiornata successivamente nel 2015. La seguente figura illustra la tabella delle correlazioni.
La seconda colonna della tabella riporta anche la classe PAM. Questa rappresenta la Perdita Annuale Media Attesa, un parametro fondamentale nell’applicazione dell’altra metodologia prevista, quella convenzionale, nella quale esso viene ricavato dettagliatamente in modo analitico. Nel caso del metodo semplificato, invece, la classe PAM risulta praticamente fissa e precalcolata, pur mantenendo lo stesso significato.
E’ importante osservare, infine, che le classi di rischio sono contrassegnate dalla presenza di un asterisco. Questo permette di distinguere in modo chiaro l’attribuzione della classe tramite il metodo semplificato da quella ricavata con il convenzionale.
Tutta la procedura, in sintesi, si può quindi riassumere in 3 semplici passaggi:
- Identificazione della tipologia di muratura e quindi della classe di vulnerabilità media;
- Ricerca delle possibili peculiarità negative e conseguente passaggio di classe;
- Individuazione della zona sismica e, infine, della Classe di Rischio finale.
Interventi di rafforzamento e miglioramento della Classe di Rischio
Il metodo semplificato permette di valutare anche gli effetti positivi derivanti da interventi sul fabbricato. Tuttavia è necessario specificare quali sono le condizioni consentite dalla norma:
- Gli interventi ammessi sono soltanto quelli che non comportano modifiche sostanziali al comportamento globale della struttura. Essi possono essere, quindi, solo interventi di rafforzamento locale;
- L’esecuzione di tali interventi può comportare al massimo il miglioramento di una sola classe di rischio.
È chiaro, pertanto, che il metodo semplificato ha il vantaggio di permettere una rapida attribuzione della Classe ma, al contempo, esso può consentire di valutare solo interventi di tipo locale e quindi l’accesso alla fascia più bassa delle detrazioni fiscali previste dal Sismabonus.
Osservazioni e aspetti critici
Dall’analisi della metodologia, tuttavia, risultano evidenti alcuni aspetti critici, di seguito indicati:
- le costruzioni in pietra grezza e mattoni di terra cruda, pur rientrando nella tipologia di edifici in muratura, non possono migliorare la classe di rischio con il metodo semplificato. Occorre necessariamente applicare il convenzionale;
- i fabbricati in pietra sbozzata possono avere al massimo una classe di vulnerabilità pari a V5. Pertanto, se non sono rilevabili peculiarità negative, il miglioramento di classe tramite il metodo semplificato non è determinabile;
- e costruzioni in mattoni o pietra lavorata possono presentare una classe di vulnerabilità iniziale pari a V5, oppure V6 in caso di presenza di peculiarità negative. Tuttavia, effettuando interventi di ripristino zone danneggiate e/o degradate e di messa in sicurezza di elementi non strutturali, viene indicato un possibile passaggio dalla classe di vulnerabilità V4 alla V3. Quest’ultimo si presume essere un probabile refuso, in quanto neanche la tabella delle dispersioni indica la possibilità di attribuire una classe V3 a questa tipologia strutturale. Questo aspetto è stato segnalato dagli autori del presente articolo al Ministero e al CSLLPP al fine di ricevere un chiarimento e/o una correzione. Al momento si ritiene corretto, in presenza dei suddetti interventi migliorativi, un passaggio da V5 a V4.
Sismabonus
Gli incentivi economici previsti dal Sismabonus e connessi agli interventi di messa in sicurezza antisismica sono costituiti nella forma di detrazioni dell’imposta sul reddito, sia per persone fisiche che per società. Quindi sia un privato cittadino che una società di impresa hanno la possibilità di detrarre le spese sostenute per l’adeguamento sismico, in cinque rate annuali dello stesso importo, a partire dall’anno successivo a quello in cui si è sostenuta la spesa.
Le percentuali di detrazioni sono variabili e dipendono essenzialmente dall’entità del miglioramento ottenuto, in termini di classi di rischio.
Nel caso di singole unità immobiliari, le detrazioni possono essere pari a:
- 70%, se in seguito all’intervento si certifica il passaggio alla classe di rischio immediatamente inferiore;
- 80%, se l’intervento consente il miglioramento di due classi di rischio.
Nel caso degli edifici condominiali, inoltre, le percentuali di detrazione aumentano entrambe del 5% e si ha anche la possibilità di beneficiare della cessione del credito, come specificato dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n.108572 dell’8 Giugno 2017.
È chiara, dunque, l’importanza della classificazione sismica al fine di accedere alle migliori condizioni economiche. In assenza di classificazione, infatti, l’intervento rientrerebbe nell’ambito delle usuali ristrutturazioni che prevedono, per il 2017, una detrazione limitata al 50% e che, in assenza di proroga, tornerà al 36% a partire dal 2018.
Un’ultima importante osservazione è relativa alle strutture assimilabili ai capannoni industriali e agli edifici in calcestruzzo armato. Per queste tipologie di edifici, come suaccennato, il metodo semplificato non è applicabile. Tuttavia, la norma consente comunque di ritenere valido il passaggio di una Classe di Rischio, senza la necessità di attribuzione preventiva della classe effettiva, nel caso in cui siano eseguiti tutti gli interventi di rafforzamento locale indicati nelle Linee Guida. Questo, pertanto, pur limitando le detrazioni alla sola prima fascia, allarga enormemente la platea di possibili beneficiari e incentiva, ulteriormente, l’esecuzione di importanti interventi di rafforzamento.
Conclusioni
Il metodo semplificato rappresenta la vera novità delle recenti Linee Guida, perché introduce un criterio rapido e agevole per una stima della Classe di Rischio. L’eccessiva semplicità, tuttavia, comporta necessariamente un certo grado incertezza e, per tale ragione, la norma impone alcuni precisi limiti, quali: l’applicazione ai soli edifici in muratura, lo scostamento della classe di vulnerabilità solo in senso peggiorativo e la possibilità di migliorare al massimo di un classe. Tuttavia, è proprio la possibilità di accedere facilmente al Sismabonus a rappresentare l’aspetto più interessante. Questo, infatti, potrà sicuramente spingere nell’esecuzione delle fondamentali opere per la messa in sicurezza antisismica e dar vita, quindi, a un percorso virtuoso finalizzato a ridurre, finalmente, il rischio sismico connesso al nostro prezioso patrimonio edilizio.
Il software Namirial Classificazione Sismica, completamente gratuito nella modalità semplificata, consente di applicare pienamente le disposizioni delle Linee Guida presentate in quest’articolo. Grazie ad una procedura guidata e alla stampa dell’asseverazione conformemente ai modelli normativi, facilita ancora di più l’applicazione del metodo semplificato e, quindi, l’accesso al Sismabonus.