Classificazione e caratterizzazione dei SISTEMI RESINOSI
Articolo di approfondimento sui SISTEMI RESINOSI, in relazione alle Linee Guida Conpaviper. Riflessioni sulle proprietà di conduzione elettrica e sulla resistenza chimica del sistema resinoso.
Nel primo articolo relativo alle Linee Guida Conpaviper si è illustrato la filosofia che ha ispirato la elaborazione del documento:
- consentire di identificare, definire e verificare, “lo standard qualitativo e prestazionale minimo di un rivestimento resinoso”;
- introdurre un sistema operativo e procedurale in cui uno dei principi cardine è “l’importanza dello scambio di informazioni” tra applicatore, committente, direttore lavori, ditta appaltatrice, ecc.
Punto di partenza, per il raggiungimento degli obiettivi sopra riportati, è la conoscenza dei vari sistemi resinosi e delle rispettive caratteristiche prestazionali. Trattandosi di rivestimenti per pavimenti è importante definire gli elementi che costituiscono il pavimento e l’esatta terminologia ad esso collegata.
Nella pratica comune i termini “pavimento” e “pavimentazione”, specialmente nella lingua italiana, sono sinonimi di uno stesso elemento e vengono utilizzati indifferentemente per indicare il solo rivestimento (piastrelle, parquet, ecc.) o anche l’intero sistema costituito dai vari elementi a partire dal sottosuolo o dal solaio se riferito rispettivamente ad un piano terra o un piano rialzato.
Riferendoci alla normativa vigente la terminologia è schematizzata nello schizzo che segue:
Lo schizzo riporta le definizioni dei vari elementi costituenti un pavimento su terra, in cui sono riscontrabili tutti i vari strati. Nel caso di pavimento su solaio, ovviamente, non sono presenti gli elementi costituenti il supporto e la piastra portante è costituita dal solaio.
Cominciamo col notare che il termine “supporto” si riferisce a parti del pavimento che si trovano sotto la piastra portante (magrone, massicciata, suolo). Nella prassi quotidiana col termine supporto si suole indicare la superficie di posa del rivestimento.
Come si evince dallo schizzo i rivestimenti resinosi rientrano nella più generale definizione di “pavimentazione” (strato indicato con il numero 3).
Essi come è noto, possono impregnare semplicemente la superficie di posa, o formare uno strato protettivo. Per tale motivo vengono distinti in:
a) sistemi incorporati, quelli che non formano strato superficiale, e che quindi vengono assorbiti dal supporto;
b) sistemi riportati, quelli in grado di formare uno strato superficiale più o meno spesso e variabile tra 0.150 mm ÷ 10 mm.
La scelta della tipologia di rivestimento da realizzare è funzione delle caratteristiche da conferire al rivestimento in relazione esigenze prestazionali che lo stesso dovrà possedere.
Nel Cap. 5 delle Linee Guida Conpaviper vengono illustrate le caratteristiche peculiari dei singoli sistemi resinosi, in modo che si possano confrontare con le richieste prestazionali e poter fare una scelta mirata. A fine di ogni paragrafo, le varie caratteriste sono riassunte in una scheda di facile lettura e consultazione.
Ritengo opportuno soffermarmi ed approfondire alcuni aspetti relativi ai sistemi antistatici o conduttivi ed in particolare alla caratteristica peculiare e come essa è definita e misurata, cioè la proprietà di conduzione elettrica del sistema.
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