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Cladding in legno: una pelle naturale per l’involucro degli edifici

L'utilizzo del legno come elemento di finitura di una facciata risulta essere il giusto compromesso tra estetica, efficienza energetica e sostenibilità. Come tutti i materiali da rivestimento, il legno ha dei pro e dei contro che solo un’attenta progettazione è in grado di controllare, soprattutto se il materiale è applicato in esterno. Attraverso questo approfondimento si vuole offrire un inquadramento circa l’uso del legno per rivestire le facciate esterne degli edifici.

Rivestimenti esterni in legno come medium tra il costruito e il paesaggio

Per l’uomo il rapporto con la natura è un bisogno esistenziale. Una lezione che abbiamo avuto modo di apprendere nuovamente durante i lunghi periodi di lockdown imposti dalla pandemia. Studi recenti hanno dimostrato che in architettura l’uso di materiali naturali, così come la presenza diretta della natura all’interno di uno spazio confinato, e più in generale, il progetto dello spazio architettonico ed urbano che rende protagonista la natura, migliora la qualità della vita apportando notevoli benefici al benessere psico-fisico delle persone.

Il legno è un materiale naturale, innegabilmente bello ed esteticamente versatile, e per questo molto apprezzato in architettura. Riscoperto solo negli ultimi anni grazie alla diffusione della bioedilizia, il legno oggi ritorna ad essere protagonista, sia come materiale da costruzione che come materiale di finitura.

In architettura, scegliere di rivestire una facciata utilizzando il legno significa anche offrire una soluzione che permetta una transizione visiva equilibrata tra il costruito e il verde circostante. Grazie alla sua bellezza, alle sue naturali doti di coibentazione termica e acustica, nonché alla durevolezza che può raggiungere con particolari trattamenti, il legno risulta quindi essere un ottimo materiale per rivestire una facciata.

I rivestimenti in legno per esterni offrono, quindi, un valore aggiunto agli edifici sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista prestazionale. La qualità della facciata è definita dalla corretta scelta del tipo di legno, dal preciso montaggio e dalla realizzazione dei dettagli.

 

Facciate in legno: l’attenzione all’acqua in fase di progetto è fondamentale

Il legno può essere applicato in facciata in vari modi: sotto forma di listoni o pannelli, con colori e texture anche molto differenti. Il legno può rivestire anche solo alcune parti di edificio in combinazione con altro rivestimento, come ad esempio l’intonaco.

Per ottenere un efficace uso del legno all’esterno, il principio fondamentale che ci guida nella progettazione è sempre lo stesso: tenere il più possibile lontana l’acqua dal rivestimento. Per far questo è necessario un attento studio di soluzioni che ci consentono di convogliare l’acqua rapidamente verso l’esterno per scongiurare la formazione di punti accumulo.

A tenere lontana l’acqua dai rivestimenti in legno provvedono tutti quegli elementi aggettanti - come le coperture, le tettoie etc. - che impediscono, o comunque limitano, l’esposizione diretta della facciata alle precipitazioni.

A tal proposito, acquisisce un ruolo molto importante anche l’altezza del basamento dell’edificio per salvaguardare una facciata in legno. Un’adeguata altezza del basamento allunga, infatti, la durata di vita della facciata in legno.

Per convogliare l’acqua all’esterno è bene prestare particolare attenzione alle pendenze e ai sistemi di ancoraggio sottosquadro. Grazie all’installazione di gocciolatoi e alla realizzazione di fughe adeguatamente dimensionate l’acqua è in grado di defluire più agevolmente e rapidamente. Anche l’introduzione di un secondo livello di convoglio delle acque piovane, ad esempio all’altezza dei davanzali, può essere un’utile misura per allontanare l’acqua dalla facciata e assicurarsi che in essa non vi si infiltri.

Nel caso di rivestimenti lignei in facciata, dunque, ogni dettaglio deve essere ben pianificato al fine di assicurare alla facciata, date le condizioni di esposizione all’acqua meteorica, una maggiore durabilità.

 

Tipologie di legno per il rivestimento delle facciate

La quercia, il castagno e il cedro sono i legni naturali maggiormente utilizzati quando si tratta di realizzare rivestimenti di facciata in esterno.

Il mercato, oggi, offre comunque altre tipologie di legno che differiscono dai legni naturali perché soggetti a trattamenti speciali (termici o chimici). Trovano largo impiego in facciata, quindi, il Pino Termotrattato, il Kebony e il legno di Accoya.

L’obiettivo primario dei legni modificati è quello di ridurre e/o ritardare l’umidità dovuta ad eventuali infiltrazioni. Contemporaneamente si ottiene anche una stabilizzazione dimensionale del legno e una sua maggiore resistenza alla formazione di funghi.

I legni soggetti a modificazione chimica sono il legno di Kebony e l’Accoya.

Il Pino Termotrattato, dopo la sua completa essicazione, subisce un ulteriore trattamento termico ad una temperatura di circa 180°. Attraverso questo trattamento il materiale assume una colorazione di un brunito intenso e una più elevata durabilità, sia dal punto di vista dimensionale che dall'attacco di funghi.

Il legno Kebony nasce da una lavorazione brevettata, naturale, e a zero impatto ambientale, attraverso la quale gli usuali legni resinosi sono resi più duri, più resistenti e più stabili rispetto anche a molti legni tropicali.

Accoya è un legno dalle prestazioni superiori in termini di durabilità e per le caratteristiche meccaniche e fisiche. È un legno completamente atossico e riciclabile al 100%. Prodotto attraverso un processo ecologico di modifica molecolare – acetilazione - forte di un secolo di sperimentazione.

Nell’installazione di facciate in legno modificato, esiste un altro aspetto importante da tener in considerazione. Sotto l’azione dei raggi UV e degli agenti atmosferici anche un legno modificato può subire delle variazioni, ad esempio il legno ingrigisce analogamente o persino più rapidamente del legno naturale.

Quando dobbiamo scegliere un legno naturale da utilizzare per il rivestimento delle facciate, ci vengono in aiuto le classi di durabilità stabilite dalla norma UNI EN 350. Questa norma prende in considerazione la vita utile del durame anche a contatto con il terreno e in condizioni avverse. Se il legno appartiene alla classe di durabilità uno o due, allora si può presupporre che le caratteristiche del materiale garantiscano una maggiore durata del prodotto.

Le zone esposte alla pioggia e alle precipitazioni, invece, sono spesso soggette al dilavamento della lignina, un costituente essenziale del legno di colorazione marrone. A seguito del dilavamento rimane esposta la cellulosa, la componente strutturale bianca del legno che, sotto l’azione di microorganismi, tende ad assumere tonalità grigie.

 

Manutenzione delle facciate in legno

La frequenza di manutenzione è strettamente legata allo spessore del rivestimento. Maggiore è lo spessore della pellicola secca, più lungo è l’intervallo previsto di manutenzione ma allo stesso tempo l’intervento di manutenzione risulta più oneroso. Più il rivestimento è sottile, più di frequente questo deve essere adeguatamente trattato ma di regola la manutenzione risulta più semplice ed economica.

Un tema che negli ultimi anni ha guadagnato importanza è quello degli impregnanti ingrigenti. La facciata viene trattata con una vernice speciale che anticipa il naturale processo di ‘ingrigimento’ del legno.

In linea generale, i rivestimenti pretrattati hanno comunque registrato risultati migliori e intervalli più lunghi tra una manutenzione e l’altra, rispetto ai rivestimenti protettivi applicati manualmente successivamente.

 

Uso del legno come rivestimento di pareti ventilate

Il legno può essere utilizzato anche come elemento di rivestimento di facciate ventilate.

La scelta dipende essenzialmente dalla volontà di utilizzare un materiale naturale, privilegiando sia l’ottica sostenibile che tanto oggi è ricercata nel settore delle costruzioni che quella estetica per la continuità con il paesaggio di cui abbiamo detto prima.

Ad oggi in Italia l'unico riferimento normativo relativo alle facciate ventilate è la UNI 11018 “Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico – Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione – Rivestimenti lapidei ceramici” del 2003. Attualmente tale norma è in revisione (Gruppo di lavoro n.24 – UNI/CT 033/GL 24 “Revisione UNI 11018”).

La UNI 11018 definisce la facciata ventilata come “un tipo di facciata a schermo avanzato in cui l’intercapedine tra il rivestimento e la parete è progettata in modo tale che l’aria in essa presente possa fluire per effetto camino in modo naturale e/o in modo artificialmente controllato, a seconda delle necessità stagionali e/o giornaliere, al fine di migliorarne le prestazioni termo-energetiche complessive”.

Una facciata ventilata si compone di sottostruttura, rivestimento e sistema di fissaggio. Per ciascuno di questi strati, la norma indica le caratteristiche principali. La norma descrive, inoltre, i metodi per effettuare il controllo di qualità̀ e le prove da eseguire sui campioni di materiali per verificarne le caratteristiche.

Anche se in Italia trovano maggior impiego le facciate ventilate con rivestimento ceramico e pietra naturale, sono molte le aziende del comparto legno che propongono al mercato soluzioni complete e certificate di facciate ventilate.

 

Facciata ventilata: concetto semplice ma tecnologicamente complesso

Una facciata ventilata non è solo effetto-camino (è anche effetto-camino) è anche forma espressiva, strumento progettuale, opportunità creativa, firma riconoscibile. Si tratta di un sistema tecnologicamente complesso e come tale richiede un approccio progettuale integrato.
Per approfondire gli aspetti tecnici relativi alla facciata ventilata si consiglia la lettura dell’articolo disponibile a questo LINK.

 

Per un corretto funzionamento delle facciate ventilate è bene ricordare che sono determinanti i fattori ambientali in cui avviene l’installazione. Il clima, i venti le caratteristiche tecniche di costruzione costituiscono delle variabili che non sono tutte prevedibili.

In generale, i materiali scelti per la finitura esterna di una facciata sono determinanti anche per assolvere funzioni pratiche e fondamentali per il benessere dell’immobile, come la protezione della struttura. È chiaro, quindi, che qualsiasi materiale si scelga è importante che soddisfi determinati requisiti. Devono essere durevoli nel tempo, resistenti agli agenti atmosferici e ai raggi UV.

Quando si scelgono i rivestimenti per esterni, inoltre, è meglio optare per materiali che agevolino la manutenzione e la pulizia e che siano adeguati alla località e al clima in cui si trova l'edificio.

Insieme alla resa estetica e alle necessità costruttive, infatti, è proprio questo l’altro fattore che incide sulla giusta scelta del rivestimento: non tutti i materiali, ad esempio, hanno la stessa resistenza agli sbalzi termici, alla salsedine, all’umidità o al calore.

 

Schermature solari: i frangisole in legno per le facciate

Per evitare il surriscaldamento estivo degli edifici, un grande contributo è offerto dall’uso di schermature solari che permettono di regolare l’irraggiamento solare che colpisce la struttura migliorando di conseguenza il comfort termico dell’edificio.

I pannelli frangisole, chiamati anche brise soleil, sono dei sistemi di ombreggiamento contraddistinti da una struttura costituita da lamelle che consentono di limitare l’esposizione diretta dell’edificio ai raggi solari ma senza compromettere eccessivamente il passaggio della luce, per questo motivo ampiamenti utilizzati in presenza di serramenti.

Il legno è tra i materiali maggiormente utilizzati per realizzare questi particolari elementi di schermatura. Le lamelle possono essere fisse oppure mobili, a movimentazione manuale oppure automatica.

Le lamelle devono essere sempre opportunamente direzionate e inclinate per difendere efficacemente l’edificio dall’eccessiva esposizione ai raggi solari.

La scelta e il posizionamento dei sistemi schermanti rispetto l’edificio deriva, infine, da un’attento studio della carta del sole.

 

Posso immaginare che nei prossimi anni assisteremo a nuovi sviluppi e all’immissione sul mercato di prodotti che ottimizzeranno ulteriormente le proprietà tecniche del legno. Già ora si assiste a eccellenti applicazioni delle superfici in legno carbonizzato. Tra le ultime tecnologie sviluppate, infatti, c’è la cosiddetta silicizzazione e pietrificazione del legno.

Saranno quindi ulteriormente sviluppate nuove tecnologie e processi da applicare nella produzione di elementi in legno, secondo oggi il principio cardine dell'agire in modo ecosostenibile nel rispetto delle risorse naturali.

 

Fonti e bibliografia consultata

  • Tecnologia del legno - autore prof. G. Giordano, edizione Utet, Torino gennaio 1971
  • Norma UNI UNI 11018 “rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico – Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione – Rivestimenti lapidei ceramici” del 2003.
  • Guida alla norma UNI 11018 per la facciata ventilata - autore arch. Cesare Arvetti.
  • Facciate in legno - autrice ing. Claudia Koch collaboratrice dell’Istituto austriaco per la ricerca sul legno (Holzforschung Austria)

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