Cambiamenti climatici | Ambiente | Sostenibilità
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Che vandali! Ma meritano davvero la galera?

Un’opinione autorevole sugli ultimi avvenimenti legati alle contestazioni di attivisti contro il governo in merito ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale.

Vandali, ma chi sono?

“Sono vandali, meritano di andare in galera!” Chi sono? i 500 incappucciati che hanno bloccato l’autostrada, creando disordine e terrore tra gli automobilisti? No, loro sono solo dei poveri innocenti tifosi di squadre di calcio, vivaci ma non pericolosi e non meritano certo di andare in galera.

E su questo sono d’accordo.

Perché sono d’accordo? Perché un giorno di detenzione di una persona in carcere costa allo Stato circa 130 euro al giorno, cui vanno aggiunti tutti i costi di processi e di non lavoro e di perdita economica per le famiglie. Perché il carcere è l’iniziazione, la scuola, l’università e la specializzazione della illegalità. Mentre la Società dovrebbe evitare che una persona che commetta un errore o un reato, oltrepassi, per la prima volta, la porta di un carcere, in quanto entra in un tunnel senza uscita, con costi enormi per la collettività, un vortice dal quale non se ne esce più.

“Sono vandali, meritano di andare in galera!” Loro si, loro lo meritano.

Ma chi sono allora questi veri e davvero pericolosi delinquenti?

Sono dei giovani che hanno sporcato con della vernice lavabile dei luoghi simbolo scelti appositamente per richiamare l’attenzione della opinione pubblica e della politica: il frontespizio del palazzo del Senato a Roma e la base di una scultura, a Milano, nella piazza della Borsa nel cuore della Finanza italiana. Sono dei giovani che si sono stesi a terra per richiamare l’attenzione del mondo sulla apertura di nuove centrali a carbone. Pericolosi, non vivaci.

Tra di loro, una piccola e disarmata ragazza che sta facendo della sua vita una missione per farci notare qualcosa che nessuno di noi vuole vedere: stiamo distruggendo il pianeta. Pericolosa! Non vivace, per questo è stata arrestata. Ci sono voluti due agenti per sollevarla e portarla via, quando forse anche uno sarebbe bastato, tanto è leggera.

Vandalismo? Terrorismo? Puro esibizionismo per essere fotografati e ripresi da tutti i media? Pericoloso attivismo che può produrre danni irreversibili all’ambiente, al patrimonio e alle persone? Comportamento frutto della ignoranza e della violenza o, peggio ancora, sono pagati da qualcuno? O questi comportamenti, queste azioni (che io non condivido) sono un disperato richiamo di attenzione, misto a incoscienza e immaturità?

Premesso che non sono d’accordo con questo modo di manifestare, che sarei furioso nell’essere bloccato in auto da giovani stesi sull’asfalto, o nel ricevere lanci di vernice, ritengo che questi comportamenti siano un disperato tentativo di comunicazione; una richiesta di dialogo e di ascolto; un disperato appello a noi grandi di età, a noi educati, civili, compassati adulti di aprire gli occhi sui danni, quelli si irreversibili, che abbiamo causato negli ultimi 100, 50 anni.

La nostra generazione, quella dei BabyBoomers, ha causato danni irreversibili all’ambiente, ma essendo nei posti, dai quali si manovrano le leve della informazione e dell’ordine pubblico, lo nega e reprime qualsiasi tentativo di dissenso.

Prima con l’umorismo; poi, se non basta, con lo scherno; poi, se non basta, con la delegittimazione; poi, se non basta, con le campagne di stampa; poi, se non basta, con decreti legge che costringano le forze dell’ordine ad intervenire, sgombrare con la forza, arrestare; poi, se non basta, con la privazione della libertà personale (che secondo l’Art. 27 della Costituzione dovrebbe essere esercitata al solo scopo di reinserimento sociale e lavorativo, e non a fine dimostrativo per gli altri e punitivo per chi sbaglia).

Nessuno della nostra generazione dei BabyBoomers ha pagato per i danni sociali e ambientali, per il tasso crescente di guerre, di disuguaglianze sociali e di povertà. Anzi, i più meritevoli per alcuni, colpevoli per altri, vengono premiati con enormi ricchezze e posti di governo.

Non disturbate il manovratore! Toglietevi dai piedi! Andate a faticare e lavorare! Non vi rendete conto che siete dei cretini o dei gretini?

Questi sono i mantra che ci accompagnano quando vediamo certe scene in TV.

Ma queste ragazze e questi ragazzi hanno veramente torto? É veramente giusto che vengano repressi, condannati e incarcerati?  Si, per chi è in quel momento al potere e non ama confrontarsi col dissenso e con il nuovo modo di pensare (dimenticando di essere stati giovani e di tutte le volte che nella loro vita hanno violato delle regole).

Ormai abbiamo esperienza dei danni irreversibili provocati dal riscaldamento climatico, dalle centrali a carbone, dalla plastica, dal fumo, dall’alcool, dai pesticidi, dal glifosato, dalle deforestazioni, dall’amianto, dalle polveri sottili nei polmoni e del piombo nel cervello dei bambini, e potrei continuare all’infinito.

Con l’esperienza maturata, con la consapevolezza dei danni che noi persone educate abbiamo creato al pianeta, provo oggi simpatia per questa ragazza, ne ammiro il coraggio, la incoscienza, la lontananza dalla politica, la inesperienza, il disinteresse per i trolley pieni di banconote che transitano a Bruxelles. Mi ricorda Nelson Mandela, quando molti ne sognavano il carcere, lasciandolo tra le mura per ben 37 lunghi anni.

La reazione che osservo e leggo sui giornali, mi ricorda le parole degli austriaci con i giovani milanesi, dei borboni con i giovani napoletani, dei papi con i giovani romani e con i giovani cattolici: eversivi! terroristi! banditi! Tribunali militari, inquisizione, carcere: A morte!

Dopo centinaia di anni, i nomi e le statue di questi giovani, nel frattempo riabilitati e riconosciuti come “martiri”, come “eroi”, riempiono e descrivono le piazze e le strade dei paesi e delle città italiane e ci raccontano quanto quei potenti, principi, duchi e granduchi, governanti, papi, generali ritenuti giusti abbiano sbagliato, resi ciechi dalla cultura del tempo.

Quel che più mi addolora è percepire la violenza e la aggressività di larga parte della popolazione nei confronti di questa diversità di opinione e di espressione; assistere alle campagne di denigrazione dei media; vedere il cinismo delle grandi Lobbies economiche, finanziarie, industriali, politiche e di governi internazionali nel passare sopra a tutto e a tutti, come degli schiacciasassi, dei rulli compressore, sui rischi che stiamo correndo, facendoci passare le loro decisioni giuste, come quelle di quei tempi: “The show must go on!"

Penso agli sforzi che stiamo facendo per divulgare la filosofia della sostenibilità che non prevede rinunce da parte nostra. Ci chiede di soddisfare i nostri bisogni e obiettivi senza però pregiudicare i bisogni, le risorse, le speranze delle generazioni future.

Penso infine, con speranza, al principio del tao: quando tutto diventa nero, rimane un punto di bianco dal quale ripartire. Oggi quel puntino bianco è rappresentato da una ragazza, domani potresti essere tu.


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