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Che artista sarebbe stato Bernini se avesse avuto a disposizione Photoshop

Ferrara, 6 aprile 2016 – In occasione del Convegno Dalla città-Museo al Virtual Museum organizzato da UID, Unione Italiana del Disegno, DIAPReM e TekneHub dell’Università degli studi di Ferrara, i membri dell’associazione scientifica UID presenteranno i risultati di rilevanti casi studio, nell’ambito del panorama nazionale e internazionale, sui temi della documentazione digitale per la valorizzazione, la formazione, la divulgazione e la comunicazione del patrimonio culturale.
In questo contesto e nell’ambito del confronto tra le esperienze di città-museo, quali Palermo e Matera, e di digitalizzazione dei beni culturali, l’intervento del Prof. Paolo Belardi presenterà il caso del museo itinerante del gruppo scultoreo michelangiolesco di San Lorenzo a Firenze, quale esempio di contemporanea modalità di fruizione dei beni culturali.


MICHELANGELO IN CINA
“Che artista sarebbe stato Bernini se avesse avuto a disposizione Photoshop!”

di Paolo Belardi, Università di Perugia

Nel corso del 2013, ventiquattro copie in bronzo delle sculture eseguite da Michelangelo Buonarroti tra il 1521 e il 1533 per la Cappella Medicea della basilica fiorentina di San Lorenzo (sei per ciascuna delle quattro allegorie: Notte, Giorno, Crepuscolo, Aurora) sono state protagoniste di un grande evento culturale itinerante, intitolato Michelangelo in Cina, che ha preso le mosse da Pechino e che, dopo alcuni mesi, è approdato a Shanghai, dove l’esposizione allestita nell’Italian Center ha raggiunto punte di oltre duemila visitatori al giorno. L’iniziativa, che è stata sdoganata dal punto di vista legale in virtù dell’accordo quadro stipulato tra l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai e il locale museo Heng Yuan Xiang ed è stata sostenuta dal punto di vista finanziario dal colosso tessile Heng Yuan Xiang Group, è stata resa possibile grazie all’esistenza di quattro calchi in gesso d’epoca rinascimentale messi a disposizione dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, che ne è depositaria sin dal 1573, della Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro di Pietrasanta: un’impresa artigiana che collabora da molto tempo con i maggiori artisti contemporanei (da Mimmo Paladino a Igor Mitoraj fino a Giuseppe Penone). Sono quindi stati esposti veri e propri calchi al quadrato, perché calchi in bronzo di calchi in gesso. Ma nessuno pensava che sarebbe stato possibile realizzare dei calchi al cubo. Fino a quando, dopo la fondazione pionieristica dell’ABA Fablab (un’officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale), è nata l’idea di coniugare le competenze storiche dell’anatomia artistica con le competenze innovative dell’universo digitale. È stato così composto un gruppo di ricerca interdisciplinare che, integrando sinergicamente il sapere artistico dell’Accademia e la metodologia scientifica dell’Università, sta verificando la fattibilità di un’idea tanto semplice quanto pregna di risvolti operativi e simbolici: clonare per porzioni anatomicamente compiute i calchi michelangioleschi  acquisendone i modelli digitali tramite tecniche laser scanning per poi recapitare via email in Cina i relativi file (corredati dalle opportune istruzioni di montaggio) consentendo così la ricostruzione integrale a distanza delle quattro allegorie michelangiolesche mediante il processo di stampa 3D delle singole parti da assemblare.

Il che consentirebbe di dotare le accademie cinesi, altrimenti prive di gipsoteche, di vere e proprie plasticoteche (ovvero di raccolte di modelli in plastica PLA i cui filamenti sono correntemente utilizzati dalle stampanti 3D) dove esercitare la mano nella nobile arte del disegno dal vero. Peraltro annullando ogni scarto tra originale e copia. Perché, così come proclamato da Peter Greenaway in un’intervista rilasciata a Pierluigi Panza qualche anno fa, “un’immagine ben riprodotta può essere meglio dell’originale”. Tanto da indurre il regista britannico a provocare i lettori con un’esclamazione volta a rivendicare le potenzialità espressive dell’universo digitale: “che artista sarebbe stato Bernini se avesse avuto a disposizione Photoshop!”

Didascalie immagini
1. Perugia, Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, Gipsoteca, calchi michelangioleschi.
2. Shanghai, Italian Center, repliche in bronzo della Notte e del Crepuscolo.
3. Perugia, ABA Fablab, Ercole Farnese, riproduzione in scala.

Paolo Belardi

Professore ordinario, DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE ED AMBIENTALE, Università di Perugia

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