Cessione del credito bloccata e crisi energetica: la lettera di Federcostruzioni ai Partiti
L’associazione presieduta da Paola Marone ha esposto le problematiche attuali connesse con la cessione dei crediti da Superbonus, in merito alla responsabilità solidale delle banche che sta bloccando la monetizzazione dei crediti e le gravi conseguenze della forte crisi energetica.
Il meccanismo della cessione dei crediti è stato modificato più volte mandando in tilt imprese e professionisti: ad oggi, le banche non hanno riattivato la monetizzazione dei bonus fiscali edili in quanto resta irrisolto il nodo della responsabilità solidale delle banche che frena l’attività ponendo a rischio fallimento imprese e professionisti. Inoltre il caro materiali sta affliggendo il settore. Dal mese di luglio si registrano rallentamenti nel comparto delle costruzioni.
Non solo: la crisi energetica colpisce ancor più pesantemente tutti, imprese, professionisti e cittadini.
I temi sopracitati sono oggetto della corposa lettera inviata da Federcostruzioni ai Partiti, con l’obiettivo di sensibilizzare le forze politiche, impegnate nella campagna elettorale che porterà alle elezioni del 25 settembre, su alcune problematiche assolutamente imprescindibili per il nostro Paese.
I crediti fiscali bloccati
“Le numerose modifiche normative relative ai bonus fiscali, avviate con l’obiettivo condivisibile di contrastare le frodi, hanno tuttavia stravolto le regole della cessione dei crediti con effetti retroattivi, penalizzando, di fatto, le famiglie più bisognose, bloccando imprese e professionisti seri, gli Enti dedicati all’edilizia residenziale sociale e l’intero processo di rigenerazione del nostro patrimonio immobiliare - osserva Paola Marone, presidente di Federcostruzioni -. Oggi stiamo assistendo inermi al blocco della cessione del credito e della monetizzazione dei crediti fiscali ad opera degli istituti bancari e di Poste Italiane. Ad oggi le banche non hanno riattivato il processo di monetizzazione dei bonus fiscali anche perché resta irrisolto il nodo della responsabilità solidale degli istituti finanziari, che frena l’attività di cessione del credito”.
A cascata, i crediti bloccati vanno ad incidere negativamente su privati cittadini, professionisti e imprese, cioè sull’intero tessuto economico e sociale italiano.
“Si, perché molte famiglie stanno chiedendo prestiti personali per completare i lavori iniziati e poi sospesi a causa del blocco delle cessioni dei crediti, ma non tutti hanno potuto ottenerlo e adesso sono prigionieri del sistema, insieme alle imprese che hanno dragato tutta la loro liquidità e adesso sono a rischio chiusura - continua Marone -. Questo sta portando all’inevitabile fallimento di molte imprese e studi professionali, alla perdita del posto di lavoro di tecnici e maestranze, a lavori incompleti per famiglie e condomini che, sperando di poter riqualificare le proprie abitazioni, si ritroveranno inevitabilmente coinvolti in una spirale senza via di uscita”.
I crediti pregressi
Collegata a quanto sopra ma ormai problema datato, c’è poi la questione dei crediti fiscali frazionati, ovvero i residui dei crediti pregressi, una volta consentiti ma che oggi non hanno più mercato.
“Le imprese che hanno ceduto il primo SAL a Poste (perché allora accettava lo sconto in fattura) e adesso faticano a trovare banche disposte ad acquistare i restanti crediti: è la condanna a morte per migliaia di imprese la cui colpa è aver ceduto i primi SAL a Poste, non sapendo che poi Poste sarebbe uscita dal mercato - evidenzia Paola Marone -. E’ assolutamente necessario che Poste completi queste cessioni. Le problematiche gravissime della filiera del settore delle costruzioni a seguito del blocco della cessione dei crediti devono assolutamente essere risolte con appositi emendamenti nel ddl di conversione in legge del Decreto Aiuti-bis, per il quale a breve comincerà il dibattito. Bisogna assolutamente prevedere misure, oltre che per abbattere i costi dell’energia, anche per lo sblocco delle cessioni dei crediti edilizi”.
La crisi energetica
A proposito di crisi energetica, il vicepresidente di Federcostruzioni Luigi Di Carlantonio sottolinea la necessità che, “alle misure ‘europee’ finalizzate all’introduzione del price cap del gas e al disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas, è necessario che l’Italia dia continuità agli interventi di sostegno alle imprese, quali l’azzeramento degli oneri di sistema ed i crediti d’imposta su gas ed energia elettrica, rafforzandoli e prorogando di almeno un anno la data entro cui possono essere fruiti e/o ceduti. Riteniamo, però, che solo interventi strutturali come la gas e l’electricity release possano effettivamente ridurre questo peso insostenibile dalle imprese, per consentire loro una programmazione di medio termine. Le due release, basate sul potenziamento dell’estrazione del gas nazionale e delle fonti rinnovabili, sono già presenti nel nostro ordinamento, ma per ridurre l’impatto dell’esplosione dei costi energetici, è urgente provvedere ad una loro rapida ed efficace attuazione, prevedendo la distribuzione di questo gas e elettricità alle imprese energivore ad un costo calmierato”.