Certificazione energetica degli edifici: sotto il 50% quelli nelle classi meno efficienti (F e G)

Nel 2023 effettuate oltre 1 mln di APE

Il patrimonio edilizio italiano compie un passo avanti significativo verso una maggiore efficienza energetica. Secondo il V Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, realizzato da ENEA e dal Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI), per la prima volta dal 2015 la percentuale di edifici nelle classi energetiche meno efficienti (F e G) è scesa sotto il 50%. Questo risultato rappresenta un traguardo importante nella transizione energetica del settore edilizio, un tema cruciale in vista degli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo.

Il rapporto, presentato a Roma alla presenza dei presidenti di ENEA e CTI, Gilberto Dialuce e Cesare Boffa, si basa sui dati raccolti dal Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE), che ha registrato circa 1,1 milioni di certificazioni energetiche (APE) nel 2023. La Lombardia si conferma come la regione con il maggior numero di APE emessi, rappresentando il 21,7% del totale, seguita da Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio.

Nel settore residenziale, il Rapporto evidenzia un miglioramento concreto. Le classi energetiche più efficienti (A4-B) sono cresciute di circa il 6% rispetto al 2022, un chiaro segnale dell'efficacia delle politiche di riqualificazione e ammodernamento energetico. In particolare, si osserva un aumento del numero di APE emessi a seguito di interventi di riqualificazione energetica (+2,3%) e ristrutturazioni importanti (+2,4%). Questa tendenza positiva indica che sempre più proprietari di immobili scelgono di migliorare le prestazioni energetiche delle proprie abitazioni, riducendo così i consumi e le emissioni.

Tuttavia, gli attestati legati a passaggi di proprietà e locazioni, che rappresentano ancora il 54,2% del totale, hanno registrato un calo del 5,3% rispetto all'anno precedente. Questo dato suggerisce una possibile stabilizzazione del mercato immobiliare, con una maggiore attenzione alla qualità e all'efficienza energetica degli edifici.

L’edizione 2024 del Rapporto pone un'attenzione particolare sull'innovazione nel campo della certificazione energetica. Sono stati sviluppati nuovi strumenti e metodi di analisi per migliorare la qualità degli APE, con un focus sulle tecnologie di controllo utilizzate dai certificatori, sia nella fase di redazione che in quella successiva. Un tema di rilievo è anche il perfezionamento dei Catasti Energetici Unici regionali (CEU), che potrebbero evolversi in un Catasto Unico Nazionale, contribuendo a una maggiore uniformità e trasparenza nei dati energetici a livello nazionale.

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Il Portale Nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2) e altre applicazioni digitali predisposte da ENEA sono strumenti fondamentali in questo processo, supportando il monitoraggio e la gestione delle prestazioni energetiche degli immobili in tutto il paese.

Secondo il presidente di ENEA, Gilberto Dialuce, la certificazione energetica non è solo un mezzo tecnico per valutare l'efficienza degli edifici, ma anche un motore di cambiamento. “L'APE favorisce l'adozione di soluzioni innovative per ridurre i consumi e promuovere una cultura energetica più consapevole, incentivando comportamenti virtuosi e investimenti mirati a migliorare l’efficienza e la sostenibilità”, afferma Dialuce.

Anche Cesare Boffa, presidente del CTI, sottolinea l’importanza del monitoraggio costante offerto dal Rapporto: “Il meccanismo della certificazione energetica funziona e produce risultati rilevanti. Il nostro compito è quello di valutare l’evoluzione delle strategie nazionali a supporto della transizione energetica, e questo Rapporto ci conferma che siamo sulla strada giusta.”

I risultati del Rapporto 2024 sono una conferma dell’efficacia delle politiche energetiche adottate in Italia negli ultimi anni. La riduzione degli edifici inefficienti e l'aumento delle certificazioni conseguenti a interventi di riqualificazione energetica rappresentano segnali incoraggianti in vista dei futuri obiettivi di sostenibilità.

Il sondaggio condotto tra oltre 10.000 certificatori, riportato nel Rapporto, riflette un consenso generale sull’utilità della certificazione energetica come strumento di lavoro. La qualifica dei professionisti, il reperimento dei dati e la collaborazione tra i vari attori del processo sono elementi chiave per garantire che l’APE continui a essere un fattore determinante nel miglioramento del patrimonio edilizio nazionale.