CER, il modello pubblico-privato dell'Appennino centrale illustrato a KEY2025 come esempio virtuoso

La gestione degli interventi per la realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), finanziate nell’ambito del programma Next Appennino, si conferma come uno dei modelli più efficaci a livello nazionale. L’iniziativa si propone di coniugare sostenibilità ambientale, sviluppo locale e innovazione attraverso la collaborazione tra enti pubblici e privati.

Il ruolo delle CER nel rilancio dell’Appennino Centrale

Il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli, ha illustrato i progressi del progetto durante l'evento KEY 2025 al Rimini Expo Centre. L’incontro, svoltosi presso lo stand MASE e RENAEL nella Hall Sud, era dedicato al tema "Le Partnership Pubblico-Privato (PPP) come strumento di accelerazione delle CER". Castelli ha sottolineato l’importanza delle CER come elemento centrale della strategia per il rilancio delle aree colpite dal sisma del 2016, evidenziando la necessità di creare condizioni favorevoli per contrastare lo spopolamento dell’Appennino centrale.

“Vogliamo rendere questi territori luoghi ideali in cui vivere, per evitare la fuga dei giovani e incentivare il loro ritorno. L’energia è il tema chiave di questa trasformazione”, ha affermato Castelli. Il progetto si inserisce in un piano più ampio, denominato "Laboratorio Appennino Centrale", che integra la digitalizzazione, il miglioramento delle infrastrutture e lo sviluppo sostenibile, con le CER come elemento cardine.

Il modello di finanziamento e la collaborazione pubblico-privata

Uno degli aspetti più innovativi dell’iniziativa è il modello di finanziamento basato sulla partnership pubblico-privato, che permette di massimizzare le risorse disponibili. Grazie a un investimento di 68 milioni di euro del programma Next Appennino, sono già state cofinanziate 22 CER in Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria. Il partner privato assume tutti i rischi operativi e gestionali, alleggerendo così il carico sugli enti locali e garantendo la sostenibilità del modello. Un approccio innovativo che si sta affermando come best practice replicabile su scala nazionale.

Un esempio virtuoso citato da Castelli è la Green Community dell’Unione Montana Monti Azzurri, un consorzio di 15 Comuni la cui CER verrà potenziata attraverso i fondi del PNC Sisma. Questo progetto dimostra come la collaborazione tra enti locali possa portare a soluzioni energetiche sostenibili e vantaggiose per i cittadini.

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti istituzionali e amministratori locali. Oltre al Commissario Castelli, hanno preso la parola Paolo Arrigoni, Presidente del GSE, e Domenico Repetto, Direttore Generale ITC-MASE, che ha moderato l’incontro. Tra gli interventi anche quelli di Stefania Crotta, Direttore Generale Programmi e Incentivi Finanziari del MASE, Estella Pancaldi, responsabile promozione e assistenza alla PA del GSE, e Piergabriele Andreoli, Presidente RENAEL.

A margine dell’incontro, RENAEL e la Struttura Commissariale Sisma 2016 hanno offerto supporto tecnico e consulenza ai Comuni del cratere sismico, tra cui Amatrice, Camerino, Matelica, Tolentino, Fiastra, Ussita, Servigliano, Spoleto e molti altri.