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Ci lascia Oscar Niemeyer: il poeta della superficie curva

a 105 anni ci lascia Oscar Niemeyer: il poeta della superficie curva È morto nella notte del 5 dicembre a Rio de Janeiro a 104 anni l'architetto Oscar Niemeyer, conosciuto come il padre di Brasilia, la nuova capitale del Brasile, inaugurata nel 1960. La notizia è stata data dalla tv brasiliana Globo interrompendo la programmazione. Oscar Niemeyer era stato posto sotto sedativi dai medici dell'ospedale dove era ricoverato dal 2 novembre scorso, in considerazione dell'aggravamento delle sue condizioni. Oscar Ribeiro de Almeida Niemeyer Soares Filho noto come Oscar Niemeyer si è formato all’indomani della rivoluzione di Getulio Vargas, in un ambiente che favoriva gli artisti di avanguardia. Cominciò a lavorare nella tipografia del padre e si iscrisse all'Escola de Belas Artes, dalla quale uscì laureato come ingegnere architetto nel 1934. In quegli anni ebbe difficoltà finanziarie, ma decise ugualmente di lavorare gratuitamente nello studio di architettura di Lúcio Costa e Carlos Leão. Si sentiva insoddisfatto dell'architettura che vedeva nelle strade e credette di aver trovato in questo campo una possibilità di carriera. Inizia la sua fortunata carriera di architetto a trent’anni con l’incarico di costruire, insieme a Costa, Reidy e Vasconcellos il ministero della Educazione e sanità a Rio de Janeiro. Nel 1936 infatti Lúcio Costa fu designato dall'allora ministro dell'educazione Gustavo Capanema architetto dei nuovi quartieri generali per il ministero dell'educazione e della sanità pubblica a Rio de Janeiro. Costa chiama come consulente Le Corbusier e l’incontro con il grande maestro europeo costituisce sia per Costa che per Niemeyer una straordinaria occasione formativa, ma anche un modo per scoprire attraverso la differenza la propria identità. Seguendo le richieste di Niemeyer, fu rinominato Palácio Gustavo Capanema nel 1985. Fu convinto sostenitore dell'architettura deigrattacieli nel mondo, e a una scala più ampia di qualsiasi cosa Le Corbusier avesse costruito fino ad allora. Completato nel 1943, l'edificio che ospitava il regolatore e gestore della cultura e del patrimonio culturale brasiliano sviluppò tutti gli elementi dei quali si cominciava a parlare come movimento modernista brasiliano: utilizzò materiali e tecniche locali, come le piastrelle (azulejos) collegate alla tradizione Portoghese; i rivoluzionati brise-soleil, resi regolabili, e collegati ai dispositivi ombreggianti dei mori dell'architettura coloniale; vivaci colori; i giardini tropicali di Roberto Burle Marx; la Palma Imperiale (roystonea oleraceæ); ulteriori allusioni all'icona del panorama brasiliano; gli speciali lavori su commissione di artisti brasiliani. Nel 1939 Niemeyer e Lúcio Costa disegnarono il padiglione brasiliano al New York World's Fair (in collaborazione con Paul Lester Wiener). Impressionato dall'esecuzione del padiglione il sindaco Fiorello La Guardia onorò Niemeyer con le chiavi della città di New York. Costa spiegò che il padiglione brasiliano adottava un linguaggio di 'grazia e eleganza', luminosità e fluidità spaziale, piani aperti, curve e muri liberi, nei quali il termine ‘Ionic’, contrasta con il rigido stile dell'architettura modernista, denominato ‘Doric’. Dalla metà del ventesimo secolo, il movimento modernista brasiliano è stato riconosciuto come il ‘primo stile nazionale nella moderna architettura’ (Reyner Bahnam). Niemeyer svilupperà il suo linguaggio individuando nella linea curva il suo maggiore mezzo espressivo. Le Corbusier aveva sì scoperto il fascino delle superfici curvate nel padiglione Svizzero dell’università di Parigi considerandole una risorsa da usare con discrezione senza contraddire la legge dell’ortogonalità che celebrerà nel suo Poème de l’angle droit. Nella architettura di Niemeyer invece le curve diventano essenziali, sono il modo di rispecchiare le fluenze di un paesaggio sconfinato, il gusto della bellezza corporea e carnale e il modo di tener conto di una tradizione, quella del barocco, al quale si devono le straordinarie qualità spaziali degli edifici di Bahia e di Ouro Preto. Nel 1940 Niemeyer incontrò Juscelino Kubitschek de Oliveira, che era al tempo il sindaco di Belo Horizonte, capitale dello stato del Minas Gerais. Lui e il governatore dello stato Benedito Valadares volevano sviluppare un nuovo quartiere a nord della città chiamato Pampulha, e commissionarono a Niemeyer il disegno di una serie di edifici che si conosceranno in seguito come il "complesso Pampulha".Ed è qui che la poetica delle superfici curvate raggiunge la massima eloquenza nella Casa do baile, nella chiesa di San Francisco e nel ninfeo dove collabora anche Roberto Burle Marx, l’inventore del giardino moderno. La chiesa è uno spazio creato da una volta che si inflette e scende fino a terra, chiusa da una parete di ceramica disegnata da Cândido Portinari. Una forma semplice,un contorno, un segno rapido ma disegnato con infallibile esattezza crea un limite materico e un rapporto inedito tra terra e cielo. L'edificio fu completato nel 1943, e provocò alcune controversie. Ricevette l'acclamazione internazionale dopo l'esibizione del 1943 di ‘edifici brasiliani’, al Museo d'Arte Moderna di New York (MoMA). Le autorità conservatrici della chiesa di Minas Gerais rifiutarono di consacrare la chiesa fino al 1959, in parte per la sua forma non ortodossa, in parte per la pittura murale dell'altare, dipinta da Candido Portinari. Il murale dipingeva Cristo come il salvatore di matti, poveri ed eretici. A Pampulha costruisce anche una casa per Juscelino Kubitschek che, divenuto Presidente della Repubblica, decide, realizzando un vecchio sogno e una profezia di don Bosco, di spostare la capitale al centro del Paese in una zona desertica e incarica nel 1956 Costa e Niemayer di progettare Brasília. È una delle imprese più coraggiose della architettura moderna di fronte alla quale i due architetti dimostrano una incredibile sicurezza. Niemeyer organizzò una competizione per lo schema di progetto di Brasilia, la nuova capitale, e il vincitore del progetto fu il suo vecchio maestro e amico, Lúcio Costa. Niemeyer volle progettare gli edifici e Lucio la pianta della città, un uccello in volo. Il primo edificio è l’Alvorada, la sede del presidente con il suo portico che sostituisce alle colonne degli archi rovesciati, il secondo è la chiesa che ha la forma di una immensa corona che poggia sulla terra e si apre verso il cielo racchiudente uno spazio gioioso animato dai colori delle grandi vetrate. Dietro la costruzione di Brasilia c'è una monumentale campagna per costruire un'intera città nel desolato centro del paese, migliaia di chilometri da qualsiasi altra città maggiore. L'intuizione di Kubitschek era di stimolare l'industria nazionale, integrando aree del paese distanti, popolare regioni inospitali e portare il progresso a regioni ove "only cattle ranching had a foothold" (molti storici paragonano la costruzione di Brasilia alla colonizzazione americana del West). Niemeyer e Lúcio Costa usarono quest'intuizione per testare il nuovo concetto di piano pilota: strade senza transito (Niemeyer avrebbe detto che è irrispettoso verso l'uomo impiegare 20 minuti per spostarsi da una regione a un'altra). Gli edifici, sostenuti da colonne, avrebbero permesso di liberare lo spazio, permettendone la condivisione con la natura. Il progetto era sorretto anche da un'ideologia socialista: a Brasilia tutti gli appartamenti sarebbero stati posseduti dal governo e affittati ai lavoratori. Brasilia non ha zone "migliori", cosicché i ministri e i comuni lavoratori devono condividere gli stessi edifici. In seguito, molti di questi concetti sono stati ignorati o cambiati da altri presidenti, portatori di visioni diverse. Brasilia fu progettata, costruita, e inaugurata entro 4 anni. Dopo di allora, Niemeyer fu nominato capo responsabile del collegio di architettura dell'Università di Brasilia. Nel 1963, divenne un membro onorario dell'American Institute of Architects negli Stati Uniti; lo stesso anno ricevette dall'Unione sovietica il Premio Lenin per la pace. Nel 1964, fu invitato in Israele da Abba Hushi, sindaco di Haifa, per pianificare il campus dell'Università di Haifa. Al suo ritorno in Brasile trovò un paese completamente diverso. In marzo, il presidente João Goulart, succeduto a Jânio Quadros nel 1961, fu rimosso con un colpo di stato. Il generale Castelo Branco assunse il comando del paese, che sarebbe stato trasformato in una dittatura fino al 1985. La posizione di Niemeyer gli sarebbe costata molto durante il regime militare. Il suo studio fu oggetto di vandalismi, la sede della rivista che coordinava fu distrutta, i suoi progetti cominciarono misteriosamente a essere rifiutati e i clienti iniziarono a scomparire. Nel 1965, duecento professori chiesero la sua riassegnazione all'Università di Brasilia, protestando contro il trattamento ricevuto dagli universitari dal governo. Nello stesso anno, viaggiò in Francia per una mostra alMuseo del Louvre. Negli anni seguenti, il suo lavoro fu ostacolato in Brasile, e Niemeyer si spostò a Parigi. Lì cominciò una nuova fase della sua vita e della sua carriera. Aprì uno studio sugli Champs-Élysées, clienti lo contattarono da diversi paesi, specie in Algeria dove, con altri, progettò l'Università di Constantine. A Parigi creò la sede del Partito Comunista Francese, la piazza dedicata al colonnello Fabien e, in Italia, la sede della casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. A Funchal, nella Regione Autonoma di Madera, un hotel del XIX secolofu rimosso per costruire un casinò progettato da Niemeyer. Altri lavori salienti sono la moschea di Penang aGeorge Town, capitale dello stato di Penang, Malaysia negli anni settanta. La dittatura durò 21 anni, fino al 1985. Sotto le regole di João Figueiredo fu addolcita e gradualmente trasformata in una democrazia. Fu allora che Niemeyer decise di ritornare nel suo paese. Ha definito se stesso come un principiante dell'ultima fase della vita. Durante questo decennio costruì il Memoriale Juscelino Kubitschek (1980), il Pantheon (1985) e il Latin America Memorial (1987), quest'ultima una bellissima scultura raffigurante una mano di Gesù ferita, e la ferita modellata quasi a rappresentare l'America Centrale e il Sud America. Nel 1988 Oscar Niemeyer fu insignito del Premio Pritzker per l'architettura, assieme all'architetto americano Gordon Bunshaft. Ha progettato almeno altri due edifici a Brasilia, il più piccolo, il Memoriale per le popolazioni indigene e la cattedrale militare Igreja de N.S. da Paz. Nel 1996, all'età di 89 anni creò quello che molti considerano il suo miglior lavoro: il Museo di arte contemporanea Niterói (nell'omonima città, una città vicina a Rio de Janeiro). L'edificio poggia su di una roccia, offrendo una bellissima vista della Baia di Guanabara e della città di Rio de Janeiro. Critici del museo affermano che l'edificio è così esotico da porsi all'attenzione più delle opere d'arte che ospita all'interno. Nel 2003, Niemeyer fu chiamato a progettare la Galleria Serpentine, padiglione estivo all'Hyde Park diLondra, una galleria che ogni anno invita famosi architetti che non hanno mai costruito nel Regno Unito, per progettare una struttura temporanea. Il 10 dicembre 2004, un progetto di Niemeyer per la tomba del comunista Carlos Marighella, a Salvador de Bahia nel nord est del Brasile, fu inaugurata nella commemorazione del 35º anniversario della sua morte. Nel 2005, uno dei suoi progetti intitolato "Estaçao, ciência, cultura e artes" fu approvato e costruito a João Pessoa, il punto più a est delle Americhe, a 34° 47' 38" longitudine ovest e 7° 9' 28" latitudine sud. Il 15 dicembre del 2006, circa 50 anni più tardi, Brasilia ottiene un altro paio di edifici di Niemeyer, il museo nazionale e la biblioteca nazionale. L'inaugurazione coincise con il 99º anniversario della sua nascita. Entrambi gli edifici si trovano nell'"Esplanada dos Ministérios", e fanno parte del complesso culturale repubblicano, vicino alla Cattedrale. Niemeyer a oltre 100 anni è ancora coinvolto in diversi progetti, principalmente sculture e riaggiustamenti di suoi vecchi lavori, che, protetti da regolamenti nazionali, e in alcuni casi internazionali, per la protezione del patrimonio storico, possono essere modificati solo dall'autore. I suoi ultimi progetti sono una statua raffigurante una tigre con la bocca aperta e un uomo in combattimento che solleva la bandiera cubana contro il blocco da parte degli Stati Uniti. Il 15 dicembre 2007, in occasione del centesimo compleanno di Niemeyer, al Palazzo Reale di Napoli si è celebrato l'evento con una mostra ("Oscar Niemeyer. Architettura, città e paesaggio") sull'opera dell'architetto, con un'esposizione di fotografie scattate dall'artista brasiliano Salvino Campos. Nel 2009 viene completata la costruzione dell'Auditorium di Ravello. In Spagna gli è stato intitolato il Centro Culturale Internazionale Oscar Niemeyer, da egli stesso progettato e inaugurato nel 2011. Il 20 novembre 2012 viene ricoverato all'ospedale samaritano di Rio de Janeiro, dove si spegne il 5 dicembre, appena 10 giorni prima del suo 105° compleanno. "Con Niemeyer muore l’ultimo dei grandi protagonisti della architettura moderna e le sue architetture rimarranno a testimoniare la gioia di vivere e di creare e la capacità di dare all’architettura il calore del corpo vivente." dice Paolo Portoghesi nel suo ricordo pubblicato sull'Osservatore Romano FONTI: http://www.niemeyer.org.br/, WIKIPEDIA, Osservatore Romano

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Worldwide Mobile Phone Growth Expected to Drop to 1.4% in 2012 Despite Continued Growth Of Smartphon

Worldwide Mobile Phone Growth Expected to Drop to 1.4% in 2012 Despite Continued Growth Of Smartphones, According to IDC

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NEWSLETTER INARCASSA: le modifiche che partono dal 1 gennaio

NEWSLETTER INARCASSA: le modifiche che partono dal 1 gennaio INARCASSA con la NEWSLETTER n. 11 ha evidenziato le novità della riforma appena approvata. Contributi. Aliquota soggettivo a regime invariata: 14,5% del reddito professionale, a montante anche 0,5% “assistenziale”; quota volontaria: min 1 - max 8,5% (minimo € 180); eliminazione contribuzione del 3% oltre il tetto, fissato in € 120.000; pensionati iscritti versano il minimo (50%) utile per i supplementi di pensione; il contributo minimo passa ad € 2.250. Aliquota integrativo invariata (4%): retrocessione a previdenza del contributo integrativo in funzione dell’anzianità previdenziale all’1.1.2013: 2,00% fino a 10 anni; 1,75% da 10 a 20; 1,50% da 20 a 30; 1,00% oltre 30 anni; 2,00% se si va in pensione a 70 anni; nessuna retrocessione ai pensionati iscritti. I pensionati che continuano a lavorare versano il minimo (50%) senza retrocessione; il contributo minimo passa ad € 660; tetto alla retrocessione del contributo integrativo (pari a € 160.000 volume iva, per il 2013); eliminazione esenzione rapporti collaborazione tra professio-nisti (dall’1.1.2013 il 4% fra proff./società ingegneria/società professionisti è dovuto), introduzione deducibilità. Contributo di solidarietà: 1,00% su importo lordo pensioni in essere, escluso pensioni invalidità, inabilità e superstiti; 2,00% su importo lordo pensioni dei pensionati che continuano a svolgere la professione e per i pensionati di anzianità; durata: un biennio, con possibilità di proroga da parte del CND per valide motivazioni. Agevolazione giovani: invariata; possibilità di pagare contribuzione ridotta o intera; con 25 anni di contribuzione intera (anche non continuativi) accredito figurativo della contribuzione (per i periodi di riduzione) a carico d’Inarcassa. Pensioni. Anzianità. Solo per coloro che a) al 5.3.2010 vantavano almeno 55 anni d’età e 30 anni d’anzianità Inarcassa: requi-siti di accesso invariati (58 anni d’età e 35 anni d’anzianità; domanda entro 12 mesi dalla maturazione dei requisiti e cancellazione dall'Albo entro 6 mesi dalla domanda); b) avendo 58 anni d’età e 35 d’anzianità, entro il 31/12/2012 raggiungono le quote previste dalla previgente normativa (domanda entro 31/12/2013 e cancellazione dall’Albo entro 6 mesi dalla domanda). Sistema di calcolo pro rata. Decorrenza pensione: finestre art. 59, commi 6, 8, 20, L. n. 449/97. Vecchiaia Unificata. Età pensionabile: dagli attuali 65 anni, elevazione di 3 mesi/anno, fino a 66 anni; al raggiungi-mento dei 66 anni previsto adeguamento a speranza di vita; possibilità d’anticipare il pensionamento dai 63 anni (senza cancellarsi da Ordine) o posticiparlo fino a 70 con riflessi sull’importo di pensione: negativi nel 1° caso (coeffi-cienti riduzione) o positivi nel 2° caso. Anzianità contributiva: dagli attuali 30 anni, elevazione di 6 mesi/anno, fino ad arrivare a 35 anni; non è prevista un’anzianità contributiva minima a 70 anni d’età. Sistema di calcolo: pro rata. Per pensionamento posticipato a 70 anni, senza requisito contributivo minimo, sistema di calcolo contributivo puro. Ai superstiti (matrimoni ultra 70enni). In presenza di: età al matrimonio del dante causa > 70 anni; differenza d’età tra coniugi > 20 anni; assenza figli minori, studenti o inabili, nati dal matrimonio, aventi diritto a pensione, la pensione ai superstiti è ridotta del 10% in ragione di ogni anno, di durata del matrimonio, mancante rispetto al numero di 10. Sistema di Calcolo Pro rata. Quote: - Retributiva: per annualità fino al 2012 - media redditi (migliori 22 su ultimi 27) rivalutati. Se numero redditi < 27, la media è computata escludendo un reddito ogni 5 anni d’anzianità maturata, fino ad un max di 4; - Contributiva: dal 1°gennaio 2013 e per annualità dal 2009 al 2012 sotto soglia reddituale. Fattori: 1) Montante dei contributi accreditati (soggettivi + integrativi in quota parte + facoltativi e figurativi); 2) Tasso rivalutazione contributi pari alla media quinquennale del monte redditi professionali iscritti Inarcassa; 3) Coefficiente Trasformazione = all’anno di nascita e all’età di pensionamento. P = Mc x Ct ove Mc = Montante contributivo; Ct = Coefficiente di trasformazione. Pensione Minima (€ 10.423) requisiti: anzianità contributiva minima (35 anni a regime ad eccezione pensioni invalidità, inabilità ed indirette ai superstiti); superamento della prova dei mezzi (ISEE pensionando < € 30.000/anno, rivalutati); importo riconosciuto è il minore tra € 10.423 (rivalutati) e la media dei redditi professionali rivalutati degli ultimi 20 anni. Non dovuta in caso di: pensionamento anticipato (anzianità, vecchiaia anticipata) e posticipato a 70 anni senza maturazione requisito contributivo minimo; pensione contributiva, di totalizzazione e di altro ente. L'architetto Giuseppe Santoro evidenzia al termine della NEWS LETTER che le dimensioni della news non consentono l’esaustività e l’approfondimento di tutte le nuove norme (per cui sono ossibili incomprensioni e fraintendimenti). Inarcassa procederà a breve ad una diffusa campagna d’informazione.

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PMI/brevetti: al via i finanziamenti, risorse fino a 300 mln

PMI/brevetti: al via i finanziamenti, risorse fino a 300 mln 05 December 2012 È operativa da la linea di credito riservata ai brevetti del Fondo Nazionale per l’Innovazione (FNI),strumento creato dal Ministero dello Sviluppo Economico per agevolare il finanziamento di progetti innovativi basati sullo sfruttamento industriale di titoli della proprietà industriale (brevetti, disegni e modelli). Con il FNI, dopo le iniziative riservate ai disegni e modelli, il MiSE mette a disposizione una garanzia che permetterà di favorire la concessione di finanziamenti da parte delle banche selezionate per circa 300 milioni di euro, favorendo l’accesso al credito delle imprese e riducendo i costi del finanziamento. I finanziamenti potranno essere concessi fino ad un importo massimo di 3 milioni di euro, con durata fino a 10 anni e nessuna garanzia personale o reale sarà richiesta all’impresa. Per avere maggiori informazioni le imprese possono fare riferimento alle sezioni dedicate al Fondo Nazionale Innovazione dei siti internet di Mediocredito Italiano, Unicredit e Deutsche Bank dove sono anche indicati i punti informativi appositamente istituiti dalle tre banche sull’intero territorio nazionale e dove sarà possibile avere ulteriori informazioni anche per la presentazione delle domande di finanziamento. Maggiori informazioni sul sito uibm.gov.it CONTATTI: Unicredit: numero verde 800 178051 - casella di posta elettronica: softloansinnovazione-Italia@unicredit.eu Mediocredito Italiano: numero verde 800 530701 - casella di posta elettronica: nova@mediocreditoitaliano.com Deutsche Bank: numero verde 800123712 - casella di posta elettronica: fondoinnovazione.brevetti@db.com

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Accordo CONFPROFESSIONI: ridotti gli intervalli per i contratti a termine negli studi professionali

Confprofessioni sigla il verbale di accordo per ridurre i tempi per il rinnovo dei contratti a termine. Negli studi professionali si riducono i tempi per il rinnovo dei contratti a termine. La Riforma del Lavoro (Legge 92/2012) aveva infatti modificato la lunghezza dell’intervallo obbligatorio tra duecontratti a termine consecutivi, pena l’obbligo per il datore di lavoro di stipulare il secondo a tempo indeterminato.La legge preesistente (D.lgs. 368/2001) dava attuazione alla Direttiva 1999/70/CE sullavoro a tempo determinato, stabilendo il termine di 10 giorni in caso di contratto di durata massima sei mesi e di 20 giorni per contratti di durata superiore a sei mesi. Il ministro del Welfare Elsa Fornero, con la Riforma del Lavoro, ha invece innalzato questo intervallo di tempo a 60 e 90 giorni rispettivamente, con l’obiettivo di disincentivare le forme contrattuali precarie. Per rendere più flessibile l’obbligo è intervenuto il Decreto Sviluppo (Legge 83/2012), dando la possibilità di modificare la durata dell’intervallo obbligatorio tra due successive assunzioni a termine: abbreviabile in presenza di accordi nei contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative. Una recente circolare del ministero del Lavoro ha infine chiarito che le pause obbligatorie fra contratti a termine possono sempre essere ridotte, in base adaccordi fra sindacati e imprese. Di qui l'accordo siglato da CONFPROFESSIONI. A partire dal 28 novembre 2012 gli studi e le aziende che applicano il Ccnl siglato da Confprofessioni e da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, nel caso di assunzione di un lavoratore con contratto a termine, dovranno rispettare un intervallo di 30 giorni se il contratto a termine scaduto è superiore a sei mesi, ovvero 20 giorni se il contratto a termine scaduto è inferiore a sei mesi. È quanto stabilisce il verbale di accordo siglato il 28 novembre scorso da Confprofessioni e le organizzazioni sindacali del settore, che dà attuazione al decreto sviluppo (dl 83/2012) che attribuisce ai contratti collettivi la possibilità di ridurre gli stacchi temporali tra un contratto a termine e un altro originariamente previsti dalla riforma Fornero in 90 e 60 giorni. “Il settore degli studi professionali necessita di regole che consentano nell’ambito del lavoro a tempo determinato una riduzione dei tempi tra un contratto e l’altro” commenta il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. “Seguendo questa logica, abbiamo individuato in tempi record uno strumento che risponde all’esigenza di flessibilità dei professionisti-datori di lavoro e allo stesso tempo assicura maggiore continuità, in un ottica di stabilizzazione e di fidelizzazione ai rapporti di lavoro nel settore degli studi professionali”.

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CLINI: Assicurazione obbligatoria per le costruzioni nelle zone a rischio di inondazione

CLINI: Assicurazione obbligatoria per le costruzioni nelle zone a rischio di inondazione Al Cipe la PROPOSTA di strategia di difesa del territorio...

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L'ENEA PRESENTA LE LINEE GUIDA PER L'EFFICIENZA DELL'ILLUMINAZIONE PUBBLICA DEI COMUNI

L'ENEA PRESENTA LE LINEE GUIDA PER L'EFFICIENZA DELL'ILLUMINAZIONE PUBBLICA DEI COMUNI Al via l'Osservatorio Nazionale sull'illuminazione pubblica per la Smart City partendo dal progetto Lumière L’ENEA ha presentato oggi le Linee Guida per i Comuni per fornire uno strumento di supporto per una gestione efficiente del servizio di pubblica illuminazione, nel corso del convegno organizzato dall’ENEA, in collaborazione con CRIET - Centro di Ricerca Interuniversitario in Economia del Territorio, dal titolo: “Lumière. L’illuminazione pubblica nella prospettiva della Smart city”. L’ing. Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA in apertura dei lavori ha sottolineato che: “L’illuminazione pubblica è uno dei servizi di primaria importanza per i cittadini che presenta significative potenzialità di risparmio energetico. Per promuovere interventi di efficienza energetica nell’illuminazione pubblica, l’ENEA già da alcuni anni ha promosso il progetto Lumière, che ha coinvolto diversi operatori nei Comuni italiani, mettendo a disposizione degli Enti Locali le proprie competenze tecniche per aiutarli a conseguire una riduzione dei consumi elettrici connessi al sistema di illuminazione pubblica.” - Per Lelli è importante evidenziare che: “L’illuminazione pubblica rappresenta a livello nazionale il 12% del totale dell’energia elettrica consumata per i sistemi di illuminazione pubblici e privati. Si stima che con l’attuazione di interventi idonei a rendere il sistema più efficiente si possano ridurre i consumi del 30% circa, con una contrazione dei consumi pari a circa 2 TWh l’anno, con un risparmio economico di circa 400 milioni di euro l’anno.” Il Progetto Lumière, finanziato nell’ambito dell’Accordo di Programma per la Ricerca di Sistema Elettrico con il MiSE, ha visto l’adesione di circa 450 Comuni, e ha permesso all’ENEA di identificare le esigenze delle Amministrazioni Locali e le principali difficoltà connesse alle carenze tecnico-amministrative nella pianificazione degli interventi di efficientamento del sistema di illuminazione pubblica. Le principali esigenze riguardano: impianti più efficienti ed innovativi, minori consumi energetici e minori costi, minore impatto ambientale, ecc. Nascono da questa esperienza le Linee Guida per i Comuni, una sorta di vademecum di supporto per le istituzioni e per la Pubblica Amministrazione per la messa a punto di interventi finalizzati a ridurre i consumi migliorando l’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica. Questo strumento fornisce strumenti, metodologie ed informazioni chiare sui procedimenti di natura amministrativa e finanziaria da espletare, sulla normativa nazionale ed europea, nonché su tematiche di natura tecnica e sulle competenze necessarie per attuare una riqualificazione innovativa dell’intero sistema. A titolo di esempio, tra gli aspetti contenuti nelle Linee Guida ci sono: il modello standardizzato di audit energetico che permette di valutare il risultato degli interventi di riqualificazione energetica progettati; lo schema guidato per la redazione dei PRIC, documento che deve essere redatto dai Comuni per registrare lo stato di manutenzione degli impianti; le linee guida per la redazione dei bandi utili per la predisposizione dei bandi di gara e i format contrattuali. Dall’esperienza del progetto Lumière prende ora il via l’Osservatorio Nazionale Lumiere, in cui confluiscono tutti gli operatori che sono stati già coinvolti sia direttamente che indirettamente per avviare una riorganizzazione organica del settore dei processi di riqualificazione e gestione della rete di pubblica illuminazione, in modo da favorire la diffusione del modello sperimentale messo a punto dall’ENEA. Con l’applicazione di “tecnologie smart” alla rete dell’illuminazione pubblica l’ENEA intende contribuire alla trasformazione energetica ed ambientale delle nostre città, nell’ottica della sostenibilità delle smart city del futuro.

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IL MESTIERE DEL COSTRUIRE: Liberalizziamo le idee, non i compensi

“Liberalizziamo le idee, non i compensi” 28 Novembre 2012 L’intervento del Presidente della Fondazione, arch. Andrea Tomasi a “IL MESTIERE DEL COSTRUIRE”. Roma ? MAXXI ? 28 novembre 2012. La Fondazione nasce quale atto concreto, positivo, del Comitato Nazionale dei Delegati ? l’organo di governo di Inarcassa ? per dare, in un momento di enorme difficoltà, una risposta sostanziale, tangibile, al palese malessere, (ma meglio sarebbe definirlo, mi si perdonerà la facile citazione, il grido di dolore) degli architetti e degli ingegneri italiani che vivono esclusivamente di libera professione. In sintesi, quelli iscritti a Inarcassa. Sono oltre 160.000, un numero veramente rilevante, enorme. Già questo numero ci dà la misura di quanto effettiva sia la difficoltà di accesso alla nostra professione: senza addentrarsi nelle statistiche, basti pensare che ci sono più architetti in Italia che negli Stati Uniti; in Italia c’è un architetto ogni 400 abitanti, in Francia uno ogni 2.500, in Inghilterra uno ogni 5.000. Già prima dell’attuale crisi globale, che si è riverberata con particolare negatività sul nostro Paese, la situazione generale del nostro essere liberi professionisti era critica, ma oggi è veramente drammatica. E dico questo con un certo imbarazzo. Alla nostra natura, infatti, non sono propri i pubblici lamenti, le lagnanze, né tantomeno manifestazioni eclatanti: gli architetti e gli ingegneri che vivono di sola libera professione hanno sempre operato, anche nei momenti di difficoltà, silenziosamente, cercando di superare attraverso il proprio lavoro le crisi e i periodi difficili degli ultimi quarant’anni. Oggi, purtroppo la situazione è veramente molto grave: oltre 160.000 architetti e ingegneri che vivono solo di libera professione non ce la fanno più ed è giunto il momento di evidenziarlo pubblicamente. Come tutte le altre realtà economiche, anche noi infatti attendiamo quelle risorse capaci di far ripartire il motore del lavoro e dello sviluppo, consapevoli che proprio il nostro mondo, quello del mestiere di costruire, (ma oggi forse meglio sarebbe parafrasare con il mestiere di ricostruire) è sempre stato fondamentale pilastro della nostra economia oltre che, come ci è stato appena ricordato, della nostra storia. Ma il nostro non è un semplice “battere cassa”, vi sono attività che Governo e Parlamento possono mettere in campo, non tanto ?o non solo? per aiutare noi, ma per cercare di riscoprire e ridare alle Amministrazioni appaltanti quel ruolo di “principe” auspicato nell’augurio finale dal prof. Daverio. Anche qui potremmo dire: modifichiamo i princìpi per riscoprire i principi. In primis, vi è senz’altro necessità di una completa revisione del D.Lgs. 163 del 2006, meglio noto come Codice degli Appalti, per gli aspetti che riguardano l’affidamento degli incarichi professionali (mi si perdonerà, ma io persevero a chiamarli così, anche se, oggi, la definizione corretta dovrebbe essere: appalto di servizi di ingegneria) . Il vulnus del 163 sta proprio in questo: nell’aver fatto, per la normativa di affidamento degli incarichi professionali, un sostanziale “copia/incolla” delle modalità previste per gli appalti dei lavori. Ma chi mai, per scegliere un avvocato che lo difenda in giudizio o un medico che lo guarisca, lo selezionerebbe su basi essenzialmente economiche o, peggio, col criterio del prezzo più basso? Certamente non il principe, ma neppure il tanto abusato “buon padre di famiglia”. Noi tutti conosciamo bene la genesi di questo, che origina da lontano, dal 1992, con la Direttiva Servizi; forse non tutti abbiamo presente che, nel tempo, molti altri Stati membri hanno però calibrato differentemente le modalità di affidamento degli incarichi professionali rispetto all’appalto dei servizi più diversi, come quelli di pulizia, di mensa, e così via. Quindi, come ormai spesso accade, nel nome di un mal compreso diktat europeo assumiamo acriticamente norme e comportamenti che si rivelano poi assolutamente controproducenti rispetto ai risultati che ci prefiggiamo. Un esempio su tutti: ? nel 2003, con grande enfasi mediatica, sono state di fatto depotenziate le tariffe professionali, eliminando il vincolo del rispetto dei minimi tabellari; ? nel 2012, con altrettanta enfasi, si sono addirittura cancellate le tariffe, non solo, se ne è vietata anche la semplice citazione. Questo per poi, solo qualche mese dopo, reintrodurle, se non altro per determinare il valore del lavoro professionale. Cambia solo il nome sono diventate “parametri”. Tutta questa attività è stata fatta dai vari governi richiamandosi ai valori messianici della libera concorrenza e della necessità di liberalizzazione del mercato professionale richiesteci dall’Europa comunitaria. Peccato, però, che, se andiamo a vedere lo Stato di riferimento per eccellenza delle qualità comunitarie, la Germania, veniamo a sapere che lì non solo le tariffe professionali esistono ancora, ma sono minimi tariffari inderogabili e che, recentemente, esse sono state complessivamente riviste, riadeguandole ai nuovi costi ed ai nuovi servizi che la complessità dell’agire professionale oggi richiede. Ma questo ha una sua precisa e logica motivazione: i governanti tedeschi ?ma non solo loro hanno ben valutato e compreso che l’attività professionale è una attività intellettuale che si sviluppa per il 90% dal lavoro di persone, non di capitali e non di merci e che, quindi, essa deve essere garantita al pari di quanto universalmente previsto per il lavoro dipendente. Tutto ciò senza tralasciare il fatto che i Tedeschi, pur in condizioni più favorevoli delle nostre, hanno verificato l’assoluta inesistenza di un mercato propriamente detto, posta la innegabile sproporzione esistente tra Domanda ed Offerta. Ma in Italia la situazione è ben più drammatica. Come la storia dimostra (pensiamo solo alla citazione, seppur d’epoca molto lontana, richiamataci dal prof. Daverio ) gli architetti e gli ingegneri non si sono mai dimostrati tetragoni al confronto: si sono tradizionalmente cimentati nella competizione, ma hanno messo in gioco le proprie idee, non i compensi. Liberalizziamo le idee, non i compensi. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle, come tutti gli Italiani, (forse noi un po’ di più?) i diversi decreti che si sono succeduti; e fra questi anche quello della revisione della spesa pubblica, la nota spending review. In tutta onestà, come architetti e ingegneri che vivono di sola libera professione, coltivavamo la speranza che, nella riorganizzazione della spesa pubblica, venisse finalmente e definitivamente eliminata una voce rilevante e assolutamente ingiustificata. Mi riferisco all’incentivo che viene corrisposto agli uffici tecnici pubblici per le attività professionali interne. In primo luogo è oggettivamente difficile comprendere perché, per svolgere solo e unicamente il proprio lavoro, proprio quello e solo quello per cui si è stati assunti, e nel normale orario quotidiano, si possa percepire un incentivo. Un incentivo non irrilevante: il 2% del valore dei lavori da eseguirsi. Questo incentivo del 2%, ultima tariffa garantita rimasta nel mondo professionale, vale ogni anno più di 500 milioni di Euro. Non desti stupore come, in un momento di riordino della spesa pubblica noi, forse ingenuamente, sperassimo potesse costituire una consistente voce di risparmio. Ma così non è stato. Sul tema della P.A., più in generale, noi speriamo che, nell’auspicata prosecuzione del riordino, ci si convinca della necessità che il pubblico svolga i compiti ad esso esclusivamente demandati, evitando, quindi, di fare ciò che fa ?molte volte meglio? il privato. In particolare è incomprensibile che le pubbliche amministrazioni si dotino di uffici tecnici per progettare e dirigere opere, perché ciò inevitabilmente comporta la creazione di strutture rigide e sempre costosissime, e questo a prescindere dalla mole del lavoro realmente svolto. Noi riteniamo che il pubblico debba essere ben strutturato, veloce ed efficiente nell’attività di programmazione delle opere, attività che oggi costituisce il vero tallone d’Achille dei Lavori Pubblici, così come nell’azione di controllo, lasciando tutto il resto all’ambito privato. Infine, ultimo tema, ma non certo per importanza, è quello dell’enorme confusione di ruoli che contraddistingue il nostro mondo, il nostro modo di essere professionisti. Dopo tanti, tanti anni di dibattito sulle professioni ordinistiche e sulle loro regole, la nuova recente legislazione è stata, almeno per noi, fortemente deludente: la portata delle novità introdotte, onestamente, non richiedeva cotanta gestazione. Noi ci aspettavamo un atto di chiarezza: la netta e palese distinzione tra coloro che svolgono la professione di architetto e di ingegnere in prima persona, assumendosene tutte le responsabilità ed i rischi che ne conseguono, e coloro che, numero non irrilevante, rimangono iscritti agli Ordini con le motivazioni più diverse: per ragioni culturali, o affettive, per giusto orgoglio, per non precludersi una qualche opportunità, perché la quota non ha costi proibitivi… tutti soggetti, insomma che nella vita fanno altro. Vi sono molti modi di essere ingegnere o architetto, tutti di pari dignità, ma per una serie di ragioni, non ultimo anche di ordine fiscale e previdenziale, è opportuno vi sia una distinzione tra i diversi modi di fare l’architetto o l’ingegnere. All’interno di questa confusione di ruoli, infine ve ne è una ulteriore, ben più grave e inaccettabile: quella che vede pubblici dipendenti esercitare atti di libera professione. Qualche mese fa è stata sollevato un caso mediatico circa il lavoro libero professionale svolto da pubblici dipendenti in assenza della debita preventiva autorizzazione. Ma il problema non è la mancata autorizzazione al dipendente pubblico per svolgere un secondo ? o un terzo? lavoro, il vero tema è che è assolutamente inammissibile che il pubblico dipendente, che già gode di tutte le garanzie giustamente destinate al lavoro subordinato, possa svolgere altri lavori oltre a quello per il quale è stato assunto. E questo è inaccettabile, al di là di qualsiasi altra considerazione, perché, com’è ben noto, il secondo lavoro viene spesso svolto in pesanti situazioni di conflitto d’interesse malamente mascherate. Questo presupposto di incompatibilità trova applicazione anche per tutti i soggetti in parttime: è incomprensibile che venga concesso il part?time al pubblico dipendente, architetto o ingegnere, per poi consentirgli poi di fare il libero professionista, ponendolo quindi nella condizione di essere al mattino controllore ed al pomeriggio al lavoro nel proprio studio. Tanti uffici pubblici pullulano di “turnisti” che fanno atti di libera professione in posizione di assoluto privilegio. Questo è veramente insopportabile, questo è veramente scandaloso. Al pubblico dipendente deve essere, come peraltro le norme generali prevedono, assolutamente vietata qualsiasi attività all’esterno dell’Ente di appartenenza; il part?time, quando concesso, deve prevedere il divieto assoluto all’esercizio professionale. Su tutto questo, ma evidentemente non solo, la Fondazione si impegnerà a fondo. Per fare ciò, però, abbiamo bisogno del sostegno dei colleghi, che invitiamo ad iscriversi numerosi, come invitiamo ad aderire tutti coloro, Enti e Società, che hanno a cuore il nostro mondo. Grazie.

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Rating di legalità: Antitrust approva regolamento

L'Antitrust approva regolamento sul Rating di legalità

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Consigli di Disciplina degli Ordini: c'è il regolamento

consigli di disciplina territoriali per gli ingegneri: c'è il regolamento Via libera allo schema di regolamento relativo alle modalità di designazione dei componenti dei consigli di disciplina territoriali per gli ingegneri. Dopo il sì arrivato dal ministro della Giustizia Paola Severino, infatti, il testo è pubblicato oggi nel Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia dopo che il Consiglio di categoria ha apportato le richieste di modifica avanzate dal guardasigilli. Il testo http://www.bv.ipzs.it/bv-pdf/003/MOD-BP-12-071-222_1634_1.pdf estratto Consiglio Nazionale degli Ingegneri - Regolamento per la designazione dei componenti i Consigli di disciplina territoriali degli Ordini degli Ingegneri a norma dell’articolo 8, comma 3, del Decreto del Presidente della Repubblica 7 agosto 2012, n. 137. APPROVATO NELLA SEDUTA DEL 23 NOVEMBRE 2012 Art. 1 (Oggetto) 1. Il presente regolamento disciplina i criteri e le modalità di designazione dei membri dei Consigli di disciplina territoriali dell’Ordine degli Ingegneri, in attuazione dell’art. 8, comma 3, del Decreto del Presidente della Repubblica 7 agosto 2012, n. 137. Art. 2 (Consigli di disciplina territoriali) 1. Presso i Consigli territoriali dell’Ordine degli Ingegneri sono istituiti i Consigli di disciplina territoriali che svolgono compiti di valutazione in via preliminare, istruzione e decisione delle questioni disciplinari riguardanti gli iscritti all’Albo. 2. I Consigli di disciplina territoriali sono composti da un numero di consiglieri pari a quello dei consiglieri dei corrispondenti Consigli territoriali dell’Ordine degli Ingegneri. Le funzioni di presidente del Consiglio di disciplina territoriale sono svolte dal componente con maggiore anzianità d’iscrizione all’Albo o, quando vi sia anche un solo componente non iscritto all’Albo, dal componente con maggiore anzianità anagrafica. Le funzioni di segretario sono svolte dal componente con minore anzianità d’iscrizione all’Albo o, quando vi sia anche un solo componente non iscritto all’Albo, dal componente con minore anzianità anagrafica. 3. Nei Consigli di disciplina territoriali con più di tre componenti è prevista l’articolazione interna in Collegi di disciplina, composti ciascuno da tre consiglieri. I Collegi di disciplina, ove costituiti, sono deputati a istruire e decidere sui procedimenti loro assegnati. L’assegnazione dei consiglieri ai singoli Collegi di disciplina è stabilita dal Presidente del Consiglio di disciplina territoriale. Ogni Collegio di disciplina è presieduto dal consigliere con maggiore anzianità d’iscrizione all’Albo, ovvero, quando siano presenti membri non iscritti all’Albo, dal consigliere con maggiore anzianità anagrafica. Le funzioni di segretario sono svolte dal consigliere con minore anzianità d’iscrizione all’Albo, ovvero, quando siano presenti membri non iscritti all’Albo, dal consigliere con minore anzianità anagrafica. In ciascun Collegio di disciplina non può essere prevista la partecipazione di più di un componente esterno all’Ordine. 4. I Consigli di disciplina territoriali operano in piena indipendenza di giudizio e autonomia organizzativa, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e regolamentari relative al procedimento disciplinare. 5. Le riunioni dei Consigli di disciplina territoriali hanno luogo separatamente da quelle dei Consigli territoriali. 6. I compiti di segreteria e di assistenza all’attività dei Consigli di disciplina territoriali sono svolti dal personale dei Consigli territoriali dell’Ordine. 7. Le spese relative al funzionamento dei Consigli di disciplina territoriali, incluse quelle dei procedimenti disciplinari, sono poste a carico del bilancio dei Consigli territoriali dell’Ordine. Art. 3 (Cause di incompatibilità e decadenza dalla carica) 1. La carica di consigliere dei Consigli di disciplina territoriali è incompatibile con la carica di consigliere, revisore o qualunque altro incarico direttivo del corrispondente Consiglio territoriale e con la carica di consigliere del Consiglio Nazionale. 2. I componenti dei Consigli di disciplina territoriali che risultino, nel corso del loro mandato, nelle condizioni di cui al successivo art. 4, comma 4, inclusa la sospensione dall’Albo per il mancato versamento della quota di iscrizione, decadono immediatamente dalla carica e sono sostituiti ai sensi del successivo articolo 5, comma 8. Art. 4 (Requisiti di onorabilità e professionalità) 1. I componenti dei Consigli di disciplina territoriali sono nominati dal Presidente del Tribunale nel cui circondario ha sede il corrispondente Consiglio territoriale dell’Ordine, tra i soggetti indicati in un elenco di nominativi redatto a cura del medesimo Consiglio territoriale. 2. Gli iscritti all’Ordine che intendano partecipare alla selezione per la nomina a componente del Consiglio di disciplina territoriale devono presentare la loro candidatura entro e non oltre trenta giorni successivi all’insediamento del nuovo Consiglio territoriale. 3. La candidatura è presentata secondo procedure e modalità stabilite dal Consiglio Nazionale e rese note agli iscritti mediante pubblicazione sulla pagina principale del sito internet del Consiglio territoriale e del Consiglio Nazionale. Gli iscritti hanno l’obbligo di allegare alla propria candidatura un curriculum vitae, compilato conformemente al modello predisposto dal Consiglio Nazionale e messo a disposizione sul sito internet del Consiglio territoriale e del Consiglio Nazionale. La mancata allegazione del curriculum vitae determina l’immediata esclusione del candidato dalla partecipazione alla procedura di selezione. 4. All’atto della candidatura, gli iscritti devono dichiarare, altresì, a pena di inammissibilità: - di essere iscritti all’Albo degli Ingegneri da almeno 5 anni; - di non avere legami di parentela o affinità entro il 3° grado o di coniugio con altro professionista eletto nel rispettivo Consiglio territoriale dell’Ordine; - di non avere legami societari con altro professionista eletto nel medesimo Consiglio territoriale dell’Ordine; - di non aver riportato condanne con sentenza irrevocabile, salvi gli effetti della riabilitazione: alla reclusione per un tempo pari o superiore a un anno per un delitto contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l’ordine pubblico, contro l’economia pubblica, ovvero per un delitto in materia tributaria; alla reclusione per un tempo pari o superiore a due anni per un qualunque delitto non colposo; - di non essere o essere stati sottoposti a misure di prevenzione personali disposte dall’autorità giudiziaria ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, salvi gli effetti della riabilitazione; - di non aver subito sanzioni disciplinari nei 5 anni precedenti la data di presentazione della propria candidatura. 5. È facoltà del Consiglio territoriale di indicare nei Consigli di disciplina componenti esterni, non iscritti all’Albo. Per i componenti dei Consigli territoriali di disciplina non iscritti all’Albo, la scelta dei soggetti da inserire nell’elenco di cui al successivo articolo 5, comma 1, avviene ad opera del Consiglio territoriale d’intesa con l’interessato o tramite richiesta al rispettivo organismo di categoria. Tali componenti esterni possono essere prescelti, previa valutazione del curriculum professionale e in assenza delle cause di ineleggibilità di cui al precedente comma 4, tra gli appartenenti alle seguenti categorie: - iscritti da almeno 5 anni agli albi delle professioni regolamentate, giuridiche e tecniche; - esperti in materie giuridiche o tecniche; - magistrati ordinari, amministrativi, contabili, anche in pensione. Articolo 5 (Nomina) 1. Entro sessanta giorni dal suo insediamento il Consiglio territoriale è tenuto a predisporre un elenco di candidati al Consiglio di disciplina, selezionati con delibera motivata esaminati i rispettivi curricula, il cui numero complessivo è pari al doppio del numero dei consiglieri che il Presidente del Tribunale sarà successivamente chiamato a designare. Almeno due terzi dei componenti l’elenco dei candidati deve essere iscritto all’Albo; il numero dei candidati della sezione B deve essere almeno doppio rispetto al numero dei consiglieri iscritti alla sezione B nel corrispondente Consiglio territoriale. 2. Almeno due terzi dei componenti dei Consigli di disciplina territoriali devono essere iscritti all’Albo. Il numero dei componenti della sezione B dell’Albo deve essere almeno pari rispetto a quello presente nel corrispondente Consiglio territoriale. I giudizi disciplinari riguardanti i soggetti iscritti alla sezione B dell’Albo sono assegnati d’ufficio al Collegio giudicante composto da almeno un consigliere proveniente dalla sezione B dell’Albo. In mancanza di consiglieri iscritti alla sezione B dell’Albo, i giudizi disciplinari riguardanti gli iscritti alla stessa sezione dell’Albo sono assegnati al Consiglio di disciplina dell’Ordine territorialmente più vicino, che abbia tra i suoi componenti almeno un consigliere iscritto alla sezione B dell’Albo. 3. Qualora non sia pervenuta alcuna candidatura nel termine di cui all’articolo 4, comma 2 del presente regolamento, o il numero di candidature risulti insufficiente, il Consiglio territoriale procede d’ufficio a inserire nell’elenco il numero di candidati necessario al suo completamento, salva la verifica del possesso dei requisiti di cui all’articolo 4, comma 4 del presente regolamento. 4. Dopo la sua compilazione, l’elenco è senza indugio pubblicato sul sito internet del Consiglio territoriale e del Consiglio Nazionale in formato aperto e liberamente accessibile, con collegamento ben visibile nella pagina principale. 5. L’elenco è immediatamente trasmesso al Presidente del Tribunale del circondario individuato a norma dell’articolo 4, comma 1 del presente regolamento, a mezzo PEC o mediante altro mezzo idoneo previsto della legge, affinché provveda a nominare senza indugio i membri effettivi e i membri supplenti del Consiglio di disciplina territoriale, interni ed esterni all’Ordine, sulla base dei rispettivi curricula professionali. 6. La nomina dei componenti del Consiglio di disciplina territoriale è immediatamente comunicata agli uffici del Consiglio territoriale e del Consiglio Nazionale a mezzo PEC o mediante altro mezzo idoneo previsto dalla legge, per consentire il successivo insediamento dell’organo e per la pubblicazione sul sito internet del Consiglio territoriale e del Consiglio Nazionale, in formato aperto e liberamente accessibile, con collegamento ben visibile nella pagina principale. 7. Entro quindici giorni dalla pubblicazione dei nominativi ai sensi del precedente comma 6, il componente del Consiglio di disciplina territoriale con maggiore anzianità d’iscrizione all’Albo, ovvero, qualora sia nominato anche un solo componente non iscritto all’Albo, il componente con maggiore anzianità anagrafica, procede alla convocazione e all’insediamento del Consiglio di disciplina territoriale. 8. All’immediata sostituzione dei componenti del Consiglio di disciplina territoriale che vengano meno a causa di decesso, dimissioni o per altra ragione, si provvede attingendo dall’elenco dei componenti supplenti già nominati dal Presidente del Tribunale, secondo l’ordine da quest’ultimo individuato. Per ogni consigliere proveniente dalla sezione B dell’Albo vi è l’obbligo di individuare un componente supplente. Qualora non sia possibile procedere nel senso indicato, per essere terminati i membri supplenti, si procederà alla formazione di una lista composta da un numero di componenti doppio rispetto a quelli da sostituire, individuata discrezionalmente dal Consiglio territoriale, nel rispetto dei requisiti di cui all’articolo 4, comma 4 del presente regolamento. Il Presidente del Tribunale competente procederà alla scelta del nuovo consigliere attingendo dal suddetto elenco. Le comunicazioni avverranno sempre a mezzo PEC o mediante altro mezzo idoneo previsto della legge. 9. Qualora il numero degli iscritti all’Ordine territoriale sia esiguo, ovvero sussistano altre ragioni di carattere storico, topografico, sociale o demografico, il Ministero vigilante, su richiesta degli Ordini territoriali interessati, sentito il Consiglio Nazionale, può disporre che un Consiglio di disciplina territoriale estenda la sua competenza agli iscritti negli Albi di due o più ambiti territoriali finitimi, designandone la sede. Art. 6 (Dichiarazione di assenza di conflitti di interesse) 1. Il componente del Collegio di disciplina che si trovi in una condizione di conflitto di interesse ha l’obbligo di astenersi dalla trattazione del procedimento che determina tale condizione ai sensi dell’articolo 51 del codice di procedura civile, dandone immediata comunicazione agli altri componenti il Collegio di disciplina. Qualora non vi provveda spontaneamente, egli potrà essere ricusato dal soggetto sottoposto al procedimento disciplinare, secondo le modalità stabilite dall’articolo 52 del codice di procedura civile e dalle pertinenti disposizioni che regolano l’esercizio della funzione disciplinare nei confronti degli iscritti all’Albo degli Ingegneri. Il Presidente del Consiglio di disciplina procederà alla sostituzione del consigliere in conflitto di interesse, per la trattazione del relativo procedimento, con altro componente il Consiglio di disciplina. 2. Ai fini dell’individuazione delle situazioni di conflitto di interessi si applica l’art. 3 della legge 20 luglio 2004, n. 215. Integra la situazione di conflitto di interessi per il consigliere, oltre alle ipotesi previste dall’articolo 51 del codice di procedura civile, l’aver intrattenuto rapporti lavorativi o l’aver collaborato, a qualunque titolo, con il soggetto sottoposto a procedimento disciplinare o con il soggetto il cui esposto ha determinato l’avvio del procedimento. Art. 7 (Disposizioni transitorie) 1. In sede di prima applicazione del presente regolamento, l’invio da parte dei Consigli territoriali dell’Ordine, al Presidente del Tribunale territorialmente competente, dell’elenco dei candidati predisposto ai sensi del precedente articolo 5, comma 1, dovrà avvenire entro 60 giorni dalla data di insediamento dei Consigli territoriali dell’Ordine eletti successivamente all’entrata in vigore del presente regolamento. 2. Fino all’insediamento dei nuovi Consigli di disciplina territoriali la funzione disciplinare è svolta dai Consigli territoriali dell’Ordine, in conformità alle disposizioni vigenti. 3. I procedimenti disciplinari pendenti alla data di insediamento dei nuovi Consigli di disciplina territoriali sono regolati in base al precedente comma 2. La pendenza del procedimento disciplinare è valutata con riferimento alla data di adozione della delibera consiliare di apertura del procedimento disciplinare. 4. Il Consiglio di disciplina territoriale resta in carica per il medesimo periodo del corrispondente Consiglio territoriale dell’Ordine ed esercita le proprie funzioni fino all’insediamento effettivo del nuovo Consiglio di disciplina. Articolo 8 (Entrata in vigore e pubblicità) 1. Il presente regolamento entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.

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Possibilità di posticipo del versamento del conguaglio 2011 al 30/04/13

Possibilità di posticipo del versamento del conguaglio 2011 al 30/04/13 Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato - nella riunione del 19 ottobre u.s. - di consentire che il saldo del conguaglio dei contributi previdenziali relativi all’anno 2011, previsto per il 31/12/2012, possa essere versato entro il 30/04/2013 con l’applicazione di un interesse dilatorio nella misura del 2% fisso. I professionisti che vorranno usufruire di tale facilitazione, dovranno semplicemente generare il bollettino MAV relativo al conguaglio 2011, tramite l'apposita funzione su Inarcassa On line, e versare l’importo corrispondente entro e non oltre il 30 aprile 2013. Il versamento entro la scadenza suddetta non genererà alcuna sanzione e l’importo relativo al 2% fisso d’interesse sarà oggetto di riscossione da parte di Inarcassa unitamente alla prima o alla seconda rata dei minimi contributivi 2013. Il ritardo di pagamento anche di un solo giorno rispetto al termine del 30/04/2013 comporterà l’applicazione delle sanzioni e degli interessi nella misura prevista a decorrere dall’1/01/2013 al momento del pagamento.

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Inarcassa, pronti a investire 1,1 miliardi di euro in immobili

L'arch. Paola Muratorio, presidente di Inarcassa, ha dichiarato "Siamo pronti a investire per la crescita del Paese e il rilancio del settore dell'edilizia".

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Audiweb pubblica i risultati sulla diffusione dell'online e i dati di audience del mese di ottobre

Audiweb pubblica i risultati sulla diffusione dell'online e i dati di audience del mese di ottobre 2012 Il 79% della popolazione italiana tra gli 11 e i 74 anni, 38 milioni, dichiara di accedere a internet da qualsiasi luogo e strumento. Sono 16 milioni gli Italiani che possono accedere a internet da telefono cellulare/smartphone e 2,4 milioni da tablet. L’audience online da PC cresce del 13,2% in un anno, con 14,8 milioni di utenti online nel giorno medio a ottobre. ______ Milano, 28 novembre 2012 - Audiweb rende disponibili i nuovi risultati della Ricerca di Base sulla diffusione dell’online in Italia, Audiweb Trends, e i dati di audience online del mese di ottobre 2012. Sintesi dei dati sulla diffusione dell’online in Italia – Audiweb Trends settembre 2012 In base ai nuovi dati di Audiweb Trends, il report di sintesi della Ricerca di Base realizzata in collaborazione con Doxa, nei primi nove mesi del 2012 oltre due terzi delle famiglie italiane dichiarano di avere un computer di proprietà, il 69% delle famiglie con almeno un componente fino a 74 anni (15 milioni) e, tra queste, 14 milioni hanno la possibilità di accedere a internet da casa. Considerando oltre ai computer di proprietà anche i computer aziendali utilizzati a casa, i televisori e le console giochi, sono 14,3 milioni le famiglie italiane che dichiarano di avere accesso a internet da casa attraverso uno di questi device (il 66,4% del totale famiglie). La Banda Larga risulta essere nelle case di 9,8 milioni di famiglie (il 69,8% delle famiglie che dichiara di avere un accesso a internet da casa attraverso computer di proprietà), e quasi la totalità di queste dichiara di aver sottoscritto un abbonamento flat (9,2 milioni di famiglie). L’accesso attraverso le chiavette internet è indicato dal 27,4% delle famiglie connesse, pari a 3,9 milioni.

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Approvata la Riforma Previdenziale di INARCASSA

Muratorio, “una rivoluzione che ci pone all’avanguardia europea” La Riforma previdenziale di Inarcassa, che segna il passaggio al metodo contributivo e la sostenibilità a 50 anni, è stata approvata in via definitiva, con nota del 19/11/12, dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dopo aver superato con successo lo stress test voluto dal Ministro Fornero nel mese di settembre. “Il nostro contributivo è una rivoluzione che ci pone all’avanguardia di molti paesi europei - dichiara il Presidente Paola Muratorio - Grazie ad un sistema innovativo raggiungiamo una sostenibilità strutturale, ossia un equilibrio permanente dei conti, tra entrate e uscite previdenziali a garanzia di tutti gli iscritti, giovani e anziani.” La riforma riconosce previdenza e assistenza, nel nome dell'equità inter e intragenerazionale e la coniuga con l’equilibrio economico e finanziario della Cassa. La valutazione attuariale del Bilancio Tecnico 2011 fatta con i nuovi criteri indica, infatti, un equilibrio strutturale del sistema previdenziale di Inarcassa, che va molto al di là della sostenibilità a 50 anni . Sono state così salvaguardate tutte le aspettative solidaristiche dell’attuale sistema previdenziale, quali il mantenimento della pensione minima sia per gli iscritti meno abbienti che per le situazioni meritorie; il riconoscimento di un accredito figurativo relativo alle contribuzioni ridotte degli iscritti giovani; la flessibilità di uscita pensionistica; la pensione volontaria aggiuntiva per chi intende migliorare il proprio profilo previdenziale. Misure che assicurano tutela dove è necessario, protezione ai più anziani ed un migliore profilo previdenziale ai più giovani. Infine, a garanzia dell’equità intracategoriale, sono stati studiati coefficienti specifici di trasformazione ‘per coorte’ e non per età; l’aspettativa di vita è infatti uguale per tutti i nati nello stesso anno. Sarà così possibile anticipare il pensionamento a 63 anni a patto di aver maturato un’anzianità contributiva di 35, con una riduzione però nell’importo della pensione, in considerazione del maggior periodo di godimento della pensione. Al tempo stesso si potrà andare in pensione a 70 anni con un trattamento migliore. “La nostra riforma - conclude il Presidente Muratorio - chiama gli iscritti ad un ruolo più attivo e consapevole rispetto alle leve da utilizzare per la costruzione della propria pensione, valorizzando la specificità di ingegneri e architetti liberi professionisti e le caratteristiche del sistema di riferimento delle Casse’. Roma, 20 novembre 2012

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Sistri: sospeso il pagamento dei contributi per il 2012

Sistri: sospeso il pagamento dei contributi per il 2012 Il disposto previsto dall’art. 52 del decreto legge 26 giugno 2012 n. 83 “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 134, stabilisce la sospensione del pagamento dei contributi dovuti dagli utenti per l’iscrizione al Sistema SISTRI per l’anno 2012. Vigono, pertanto, le disposizioni recate dalla citata legge di conversione. Si intende superata la disposizione che prevedeva il pagamento al 30 novembre 2012.

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La lingua di Cicerone, perfetta per Twitter

La lingua di Cicerone, perfetta per Twitter I primi passi del nuovo dicastero per il latino della Neonata Accademia Pontificia Fonte Osservatore Romano del 23 novembre 2012 "Flumina pauca vides de magnis fontibus orta"; il cardinale Ravasi ha citato Ovidio per fare gli auguri alla neonata Pontificia Academia (con l’accento sulla i, se si vuole rispettare la pronuncia corretta) Latinitatis durante la diciassettesima seduta pubblica delle Pontificie Accademie. Grandi fiumi possono nascere da piccole fonti, scriveva il poeta latino dei Remedia Amoris e, a pochi giorni dalla nascita della nuova istituzione. gia? “fiumi” di richieste di adesione investono gli uffici del Pontificio Consiglio della Cultura, ha confermato il suo presidente. Il motu proprio del Papa Latina lingua e? stato pubblicato solo lo scorso 11 novembre, ma gia? multae guttae implent flumen anche nel grande mare della Rete: Hodie una cum Ivano Dionigi novam aperiemus academiam pontificiam latinitatis a Benedicto conditam, hora XVII, via Conciliationis V, si legge nel tweet con cui Ravasi ha annunciato la nascita dell’ottavo dicastero. In fondo la brevitas del latino, una lingua senza articoli, geneticamente e strutturalmente temporale, incentrata sulla forza dinamica del verbo, si accorda benissimo con la concisione imposta da Twitter, il piu? giovane dei social network, come la giovane eta? dei premiati durante la seduta «Pulchritudinis fidei testis» si e? ac- cordata perfettamente alla solennita? dell’evento. Nell’occasione, infatti, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha consegnato il Premio delle Pontificie Accademie agli artisti Anna Gulak e David Ribes Lo?pez; la medaglia del Pontificato e? andata a un venticinquenne, lo scultore italiano Jacopo Cardillo. Academia, durante il suo intervento di saluto nella lingua di Cesare, Tacito e Seneca. Molte cose possono essere fatte per raggiungere questo scopo, ad latinam linguam fovendam: il verbo foveo significa appunto tenere al caldo, proteggere, coltivare e custodire. Nessuna generazione deve sottrarsi a questo compito perche?, solo il presente “esiste” davvero, come diceva sant’Agostino; «cio? che hai ereditato dai padri — ammoniva Goethe, molti secoli dopo — conquistalo per possederlo».

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Sondaggio congiunturale Banca d'Italia, Tecnoborsa e Ag.Territorio sul mercato immobiliare

Sondaggio congiunturale Banca d'Italia, Tecnoborsa e Agenzia del Territorio sul mercato delle abitazioni in Italia Roma, 9 Novembre 2012 - Il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia, avviato nel gennaio 2009 da Banca d'Italia e Tecnoborsa, a partire dalla edizione di novembre 2010 si avvale della cooperazione dell’Agenzia del Territorio. Le rilevazioni vengono effettuate nel mese successivo alla fine del trimestre di calendario e le interviste di questa edizione - riferita al terzo trimestre 2012 - sono state condotte fra il primo e il 22 ottobre 2012; hanno partecipato al sondaggio 1.565 agenti, fornendo informazioni sull’attività di compravendita e sui prezzi nel trimestre di riferimento (luglio/settembre 2012), nonché sulle prospettive del settore. Nel terzo trimestre 2012 proseguono le difficoltà del mercato immobiliare, pur con una minore intensità rispetto al quadro particolarmente negativo emerso nel trimestre precedente. Continuano a prevalere in larga misura indicazioni di flessione delle quotazioni di mercato, mentre si indeboliscono i flussi di nuovi incarichi a vendere. Anche le aspettative a breve degli operatori rimangono decisamente orientate al pessimismo, pur con un’attenuazione rispetto a quanto riscontrato in primavera, in relazione sia al proprio mercato di riferimento sia a quello nazionale. Per quest’ultimo le prospettive appaiono meno sfavorevoli nell’orizzonte di due anni: il saldo tra le attese di miglioramento e di peggioramento - pur ancora negativo - si è dimezzato, attestandosi intorno a 10 punti percentuali. I PRINCIPALI RISULTATI Prezzi delle abitazioni – Nel terzo trimestre del 2012 la quota di agenti che hanno segnalato una diminuzione dei prezzi rispetto al periodo precedente è rimasta pressoché stabile, al 74,8%; la tendenza al ribasso si è accentuata nel Nord Est (79,3%, contro il 72,2% di luglio), mentre si è attenuata nel Nord Ovest e al Centro. La percentuale di agenti che nel terzo trimestre hanno riportato un aumento delle quotazioni si conferma trascurabile. Compravendite – La quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile è scesa al 55,7%, segnando una riduzione di 7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente (quasi 10 rispetto a quello corrispondente dell’anno precedente). La flessione è stata pressoché omogenea per ripartizione geografica e per dimensione della popolazione residente. Incarichi a vendere – Il saldo tra risposte di aumento e di diminuzione rispetto al periodo precedente delle giacenze di incarichi a vendere ha continuato a crescere nell’estate, attestandosi al 42,2% (contro il 40,8 del sondaggio di luglio); l’incremento ha riguardato il Nord Ovest e il Centro ed è stato più pronunciato nelle aree non urbane. Vi ha plausibilmente contribuito la maggiore difficoltà a evadere i mandati conferiti in passato. Il saldo tra i giudizi di aumento e quelli di diminuzione delle nuove acquisizioni di incarichi si è ridotto rispetto all’inchiesta precedente (di poco più di due punti percentuali, al 27,1%). In merito alle cause prevalenti di cessazione degli incarichi, è rimasta stabile la quota di agenzie che segnalano l’assenza di proposte di acquisto a causa di prezzi percepiti come troppo elevati (circa il 64% del totale), mentre è aumentata quella di coloro che indicano proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore (al 49,9% dal 48,4% di luglio). Si è ridotta la percentuale di agenti che segnalano un tempo troppo lungo trascorso dal conferimento dell’incarico (al 22,6%, dal 24,5%), attese di prezzi più favorevoli (al 21,9%, dal 22,9%) e difficoltà nel reperimento del mutuo da parte dei potenziali acquirenti (al 57,9%, dal 61%). Trattative e tempi di vendita – Nel terzo trimestre del 2012 il margine di sconto medio dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali è risultato invariato rispetto a luglio, al 15,4% (ma era pari al 12,5% un anno prima). Anche il tempo medio di vendita è rimasto invariato a 8,2 mesi (un mese in più rispetto a un anno prima); si conferma maggiore di due mesi nelle aree non urbane rispetto a quelle urbane (9 e 7 mesi circa, rispettivamente). Modalità di finanziamento degli acquisti – La percentuale di acquisti di abitazioni effettuata con accensione di un mutuo è scesa al 59,6%, dal 64,7% registrato nella precedente indagine (era pari a 67,1% un anno prima). La riduzione, comune a tutte le aree geografiche, è risultata più accentuata nelle aree non urbane (di quasi 10 punti percentuali rispetto a luglio). Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie – In ottobre il saldo percentuale tra giudizi favorevoli e sfavorevoli sulle attese a breve termine, dopo il forte peggioramento nel sondaggio di luglio, ha mostrato un recupero, pur su valori ampiamente negativi (-41,6 punti percentuali contro -53,5); solo il 7,4% degli operatori ha riportato attese favorevoli, a fronte del 49% che ha espresso giudizi negativi. Il saldo positivo relativo alle attese dei nuovi incarichi a vendere è aumentato a 18,6 punti percentuali, da 10,2 nella precedente rilevazione. Le previsioni sull’andamento dei prezzi nel breve termine sono risultate sostanzialmente invariate sui livelli assai negativi di luglio: il 70,6% degli operatori si attende una flessione (era 71,2%), mentre rimane trascurabile la quota di coloro che ne prefigurano un incremento. L’attesa di un calo dei prezzi è più accentuata nelle aree non urbane e nel Nord Est. Rispetto alla precedente rilevazione è aumentata la percentuale delle agenzie che ravvisa nei recenti provvedimenti di tassazione della proprietà immobiliare un’ulteriore causa di debolezza della compravendita (78%, da 75,6% di luglio) e dei prezzi (all’81%, dal 77%); si è invece ridotta quella di coloro che vi riscontrano uno stimolo agli incarichi a vendere (al 60,4%, dal 63%). E’ aumentata la quota di operatori secondo cui l’inasprimento fiscale avrebbe contribuito ad accrescere il numero delle locazioni e degli incarichi a locare (al 56,1%, dal 51,4% di luglio); il 39,6% (40,4% in luglio) ha segnalato effetti negativi sui canoni, contro il 23% che ne ha invece riportato un sostegno. Le prospettive del mercato nazionale – Le attese a breve sul mercato nazionale hanno mostrato un recupero, dopo il deciso peggioramento riscontrato nell’indagine di luglio, su valori dei saldi che rimangono comunque negativi. Il saldo percentuale fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre concorrente si è portato a -53,7 punti (-62,2 in luglio), con un’attenuazione più apprezzabile al Centro e nelle aree urbane. Il quadro appare meno sfavorevole sugli orizzonti più distanti (prossimi due anni): il saldo negativo tra le attese di miglioramento e di peggioramento si è quasi dimezzato rispetto all’inchiesta precedente, attestandosi a -11,4 punti percentuali (era -22).

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Telecom Italia apre le porte ai giovani talenti

Telecom Italia apre le porte ai giovani talenti. I laureandi di ingegneria del politecnico di Milano e della Sapienza di Roma avranno l'occasione di fare un'importante esperienza professionale, entrando a far parte dei settori aziendali più innovativi, grazie al bando per le selezioni relative al progetto di Apprendistato per l'alta formazione che prevede l'inserimento a livello nazionale di 200 laureandi. Coloro che supereranno le selezioni potranno alternare la frequenza alle lezioni in Facoltà a un'esperienza operativa, direttamente nelle strutture aziendali coinvolte nella progettazione e gestione delle reti ultrabroadband di nuova generazione (Ngn e Lte). Telecom Italia offre un contratto, part-time al 50% e della durata di 18 mesi, che garantirà la regolare frequenza dei corsi di laurea al fine di agevolare il conseguimento del titolo accademico. La società invece provvederà alla formazione riguardante le tematiche tecnologiche, commerciali e di gestione d'impresa, articolata in 240 ore suddivise in più moduli. Alla scadenza del contratto di apprendistato i migliori laureati saranno confermati a tempo indeterminato presso strutture organizzative del Gruppo Telecom per essere inseriti in ruoli direttivi. Grazie al progetto di Telecom Italia sono già più di 100 i ragazzi inseriti nelle sedi Telecom

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