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Tablet Shipments Soar to Record Levels During Strong Holiday Quarter, According to IDC

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BORSA DI STUDIO ALL'ESTERO PER GREEN ECONOMY

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Terremoto AQUILA: Chiodi, ecco tutto il lavoro per la ricostruzione

Terremoto AQUILA: Chiodi, ecco tutto il lavoro per la ricostruzione 29/10/2012 Il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha presentato...

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SAIE 2013 – RICOSTRUIAMO L’ITALIA: BETTER BUILDING

Conferenza Stampa della presentazione SAIE 2013. RICOSTRUIAMO L’ITALIA: BETTER BUILDING

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Calcestruzzo, il materiale dalle ignote potenzialità

Editoriale del Presidente ATECAP, Silvio Sarno. Calcestruzzo, il materiale dalle ignote potenzialità

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INARCASSA e Sisma Emilia – Posticipato al 31/03 il recupero dei contributi sospesi.

Sisma Emilia – Posticipato al 31/03 il recupero dei contributi sospesi. Al fine di contribuire a sostenere i propri associati nelle difficili condizioni create in Emilia dal terremoto anche in considerazione della complessa congiuntura economica del Paese, Inarcassa ha scelto di rinviare al 31 marzo 2013 il termine per il recupero dei contributi sospesi nel 2012, stabilito al 20 dicembre scorso dal Governo (Legge n. 213 del 07/12/2012). I professionisti emiliani coinvolti riceveranno una comunicazione con le istruzioni per il versamento.

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ITACA: LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DELL’OFFERTA ECONOMICAMENTE PIU’ VANTAGGIOSA negli LLPP

APPALTI PUBBLICI: LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DELL’OFFERTA ECONOMICAMENTE PIU’ VANTAGGIOSA E LA REDAZIONE DEGLI STUDI DI FATTIBILITA’

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Assemblea Nazionale INGEGNERI del 23 gennaio 2013: discorso del Presidente ZAMBRANO

CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - 00186 ROMA - VIA ARENULA , 71 PRESIDENZA E SEGRETERIA 00187 ROMA- VIAIV NOVEMBRE, 114 TEL. 06.6976701 r.a. - FAX 06.69767048 Circ. n. 168/XVIII Sess./2013 Oggetto: Assemblea Nazionale 23 gennaio 2013. CONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI 23/01/2013 U-nd/370/2013 111111111111111~111111111~11 Ai Consigli degli Ordini degli Ingegneri LORO SEDI Si trasmette la relazione con la quale il presidente ha aperto l'Assemblea Nazionale che si è svolta in data odierna sui temi "Sicurezza, Ambiente, Open Data". Seguirà un resoconto dell'evento, che ha visto la partecipazione di numerosi esponenti politici ed ha avuto un ottimo successo. Cordiali saluti. IL CONSI L/ERE SEGRETARIO IL PRESIDENTE o c: ca .. .a E ca N o 'a c: ca E .( .o; c: -.. -z (,) G) .. C") c: ... G) o :E N Il) ;:ra» _ .. C") A. N- _a» G) 'a 'a G) ftl c: G) .!:! -N .a= E-a G) o Il) .. ., .. c.S l Autorità, presidenti, relatori, colleghi, l'incontro di oggi è, in realtà, un'Assemblea aperta degli Ordini degli Ingegneri, programmata già dal Congresso Nazionale, tenutosi a Rimini lo scorso settembre. In quella occasione gli ingegneri, dopo riunioni, discussioni, dibattiti, anche accesi, hanno deciso di portare con forza all'esterno della categoria le loro proposte e le loro idee, e di verificare anche l'attuazione della mozione approvata all'unanimità, che pone importanti prospettive all'attività dell'Ordine. Questa, quindi, è per noi un'iniziativa importante, anche perché, si svolge in piena la campagna elettorale, dalla quale, ci auguriamo, possa uscire finalmente un Governo forte, attento alle esigenze non solo delle professioni, ma della collettività intera. E con l'orgoglio di rappresentare gli ingegneri italiani, cui viene riconosciuta, unanimemente, una tradizione di competenza e serietà, vogliamo affermare che intendiamo essere protagonisti del cambiamento, assolutamente ineludibile, del nostro Paese. Siamo ben consci del fatto che i nostri problemi - che riguardano le possibilità di lavoro, il futuro dei giovani, la globalizzazione dei servizi, l'invadenza delle imprese e dello stesso Stato nelle professioni, ma anche l'eccessiva fiscalità, la corruzione e la burocrazia, infine l'incapacità di assicurare tempi certi agli investitori - possono essere affrontati e risolti. Ma solo in un quadro generale che veda impegnati nel dibattito complessivo sulle scelte da attuare per rinnovare e rendere più efficiente e, soprattutto, affidabile il nostro Paese. E' il momento di porre a suo servizio, come anche a supporto e dei suoi organismi rappresentativi e decisionali, le nostre competenze e le nostre strutture. E possiamo farlo se awiamo un percorso di collegamento e di vicinanza con le altre categorie professionali, in particolare quelle tecniche, oggi coordinate proprio dagli ingegneri. Abbiamo ormai maturato, in particolare negli ultimi mesi di lavoro congiunto per attuare la riforma, un forte spirito di solidarietà e di collaborazione, tanto da decidere di organizzarci stabilmente con una struttura comune, mettendo insieme risorse, anche economiche, strutture e centri studio, oltre che capacità di lavoro, ed esperienze. Proprio giovedì scorso abbiamo, infatti, approvato lo statuto di un organismo che metterà in comune le risorse di 9 professioni tecniche, per una rappresentanza complessiva di oltre 500.000 iscritti, ma aperto anche alle altre categorie che vorranno unirsi al nostro progetto . Il percorso di questi mesi, nei quali si è definita la nostra riforma, ci ha insegnato ad avere un nuovo rapporto con la politica, da intendere in senso ampio, non limitato ai corridoi parlamentari. La percezione pubblica, talvolta negativa, del sistema degli Ordini non deriva dalla "forma" delle nostre Istituzioni - di cui pochi sanno che sono democraticamente elette- bensì dall'agire passato dei rappresentanti che, spesso, guardavano prima all'interesse della categoria piuttosto che a quello dei cittadini e dell'ambiente. E credevano, pur legittimamente, che l'attività di pura lobby politica potesse risolvere i problemi. Il radicale cambiamento delle relazioni tra politica e società ha messo in crisi anche questo sistema e, fatti salvi i principi della riforma, la vera innovazione sta nella nostra nuova volontà e capacità di relazionarci con tutti i soggetti sociali che muovono l'Italia . Per questo, senza pregiudizi ideologici, abbiamo aperto confronti e relazioni con o c ca .. .a E ca N o 'a c ca E .c • 'aD c -... -z u Q) .. "" 'l"t c Q) o :i Ntn _ ~Q) .. C") D. N- - Q) Q) 'a 'a Q) ca c Q) .2 -N .a :l E-a Q) o fl) .. ti) .. -c.5 il mondo politico, imprenditoriale, sindacale, come pure con quello ambientalista e universitario, incontrandone a più riprese i rappresentanti. Collaboriamo, discutiamo e incontriamo i Ministri, le autorità, i rappresentanti dei partiti e delle imprese. A tutti quanti proponiamo progetti, diamo disponibilità, chiediamo collaborazione. A tutti quanti illustreremo presto il progetto che abbiamo costruito insieme alle altre professioni per lo sviluppo del Paese, convinti sempre che, se vogliamo essere giudicati positivamente dalla pubblica opinione, dobbiamo offrire idee e soluzioni sostenibili e innovative. Credo sia ormai chiaro a tutti che rappresentiamo un sistema senza privilegi e riserve di mercato. Siamo lavoratori che, con impegno quotidiano, dopo aver superato studi impegnativi e l'esame di Stato (previsto dalla nostra Costituzione), svolgiamo attività delicate e complesse, volte a rendere sicura la vita dei cittadini, ma anche a mediarne le necessità con la Pubblica Amministrazione, Un ruolo, il nostro, che spesso assolve una funzione di sussidiarietà, sostituendoci, con la nostra attività gratuita, alle sue carenze strutturali. Siamo, per questo, dawero stanchi di essere ancora definiti "casta". La casta è costituita da chi non lavora, specula sul lavoro degli altri, ha tariffe garantite, ha pensioni assicurate a carico della collettività. E poi non deve rendere conto del proprio, non si assume responsabilità, non si aggiorna continuamente, non garantisce adeguatamente i propri clienti, vieta anche la pubblicità informativa, pretende di giudicarsi al suo interno, pone limiti all'accesso di nuovi lavoratori, tutela e garantisce innanzitutto i propri parenti, ma è anche chiusa al mercato, non confrontandosi con altri soggetti come società e associazioni. Tutte cose che non hanno nulla a che vedere con la nostra professione. Com'è noto, infatti, quasi il 90% dei candidati supera l'esame di Stato, iscrivendosi poi ai nostri albi. Siamo aumentati del 70% in 10 anni, inserendo nei nostri elenchi professionali quasi 100.000 nuovi ingegneri, svolgendo, di fatto, anche una funzione di ammortizzatore sociale, tanto da accogliere numerosi colleghi espulsi dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione. Non abbiamo tariffe obbligatorie, anzi, per una demenziale posizione ideologica, non abbiamo nemmeno tariffe di riferimento, che garantirebbero di più i nostri clienti. Ne è vietato, addirittura, l'uso, così da costringerci - ed è veramente ridicolo - a non poter utilizzare i parametri stabiliti con decreto del Ministero della Giustizia, che, in caso di contenzioso, il giudice è obbligato a riconoscere . Abbiamo l'obbligo del preventivo da fornire al cliente (pur con le difficoltà di stabilire a priori l'entità e la difficoltà di una prestazione professionale). Ci confrontiamo da anni con le società d'ingegneria, con la presenza di soci di solo capitale, che assorbono una quota rilevante del pur asfittico mercato delle opere pubbliche. Mercato nel quale le gare di affidamento degli incarichi ci spingono, spesso, a ribassi esagerati. Ma anche con la Pubblica Amministrazione, che pretende, spesso senza averne le strutture e le competenze, di progettare e dirigere opere pubbliche, senza invece impegnarsi nel fare in modo che i procedimenti siano compiuti in tempi certi, garantendo l'efficacia, la linearità, la certezza di spesa e di tempi degli stessi . O con altri soggetti pubblici, come le società in-house o le università, violando, spesso, la legge sull'affidamento degli incarichi. Abbiamo l'obbligo dell'assicurazione e della formazione continua, con conseguenti gravosi impegni per i professionisti, in particolare per i più giovani. t.:albo unico nazionale, di recente istituito, sarà l'occasione per rendere trasparente e visibile l'attività, le competenze e la correttezza del professionista iscritto all'albo. Abbiamo deciso di modificare le norme sui procedimenti disciplinari, creando strutture disgiunte dai consigli provinciali, alle quali possono partecipare componenti esterni alla categoria. o c ca .. .et E ca N o , c ca E c 'f -... -z (,) G) .. C") c ... G) o :i C'il (l) ;:ra» _ .. C") A. C'il- - G) G) 'a 'a G) " G) c ,g -N .et = E-a G) o ... ... c.5 Abbiamo chiesto con forza, pur con i problemi che abbiamo evidenziato, al Ministro della Giustizia, Paola Severino, di promulgare il regolamento che consenta di attivare le società tra professionisti. Si tratta, in definitiva, di un ulteriore strumento di modernizzazione del sistema e che consentirà, soprattutto ai giovani, di poter meglio competere sul piano internazionale, specie con la creazione di società multidisciplinari. Stiamo migliorando i nostri codici deontologici, finalizzati non solo ad assicurare comportamenti irreprensibili, ma a garantire ai professionisti una funzione, a nostro awiso indispensabile, di baluardo di legalità, anche per la delicata funzione pubblica che spesso svolgiamo. Abbiamo costruito, con nostri esclusivi sacrifici, le nostre casse di previdenza che non gravano sulla collettività e che, di recente passate al sistema contributivo, assicurano una sostenibilità a cinquant'anni. Abbiamo, infine, una percentuale ridotta di iscritti, figli di ingegneri, sicuramente, di molto, inferiore a quella che si riscontra nella politica, nell'università, ma anche nelle imprese, come accertato dal nostro Centro Studi. Un recente sondaggio ha, tra l'altro, appurato che gli ingegneri hanno un'elevata percentuale di riconoscimento di affidabilità tra le professioni, riconosciuta quasi dal 70% dei cittadini intervistati. E tutto questo a tutela della sicurezza della popolazione e del suo diritto a ricevere prestazioni di qualità, a costi giusti. Ma anche per rendere più efficiente e competitivo il nostro Paese, e, se volete, aumentandone il PIL. Per questo, la riforma delle professioni, pur con i suoi limiti, non è stata osteggiata dalle professioni tecniche, che hanno fatto di tutto perché fosse attuata. Ne hanno sposato la filosofia, cercando di attenuarne i difetti, con proposte migliorative, nell'interesse della collettività, da inserire nei regolamenti attuativi. Questo perché la legge ha sancito definitivamente che l'esercizio della professione deve essere fondato sull'autonomia e sull'indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico, del professionista. Il principio è, come si vede, importante, ed evidenzia l'originalità della professione nel panorama lavorativo. Insieme, vi è il riconoscimento della necessità da parte degli Ordini, il mantenimento importante delle funzioni amministrative e di quelle disciplinari, anche se con modifiche condivise nei principi, ma non nell'attuazione. E' interessante vedere come tutto ciò sia fortemente condiviso dalla categoria, come si evince dai dati di un recente sondaggio su 14.000 iscritti. 55% disponibile a trasferirsi all'estero 40% abolizione tariffa ha ridotto la qualità 60% si dichiara favorevole all'aggiornamento obbligatorio 66% formazione affidata agli ordini (solo il 20% dice che la formazione deve essere affidata all'Università) 75% favorevole all'assicurazione obbligatoria 60% favorevole alla pubblicità 83% afferma che l'iscrizione all'albo è garanzia per il cittadino E' quindi evidente la mistificazione sulle professioni e sugli Ordini, additati come organismi medioevali e conservatori di privilegi. Ma questo è ormai dietro le spalle, o quasi. Ci auguriamo, infatti, che il prossimo Governo si occupi dei veri problemi del Paese, e non riprenda il solito ritornello delle liberalizzazioni, cosa giusta in principio, ma che oggettivamente non riguarda più le professioni regolamentate. o c ca .. .Q E ca N o , c ca E .( 'ai! c -... -z (,) G) ... Cf) c ..t G) o :i N cn ;:rG) _ .. c-) A. N- _G) G) 'a 'a G) ca c G) ,g -N .Q :::Il E-a G) o Cl) .. .. c.5 Ormai sono riformate e prive di qualunque privilegio, se non quello della competenza e della qualità. Ma questo ci dà una grande responsabilità, che sentiamo per intero. Possiamo e dobbiamo finalmente guardare fuori e confrontarci con il mondo e le sfide vere, quelle sì, per la nostra soprawivenza nostra e quella dell'Italia e, se vogliamo, dell'Europa. Crediamo che si stia awicinando il giorno in cui potremo vedere un Paese non più stretto nella morsa della concertazione tra Confindustria e Sindacati, ormai espressione di un mondo superato, ma che non vuole lasciare il campo alle nuove forze innovative ed efficienti, o dominate dagli interessi delle banche e delle assicurazioni. Un giorno in cui vedremo un Governo che invita ai tavoli autorevoli i professionisti per utilizzarne competenza e capacità di analisi rispetto ad un sistema economico dove l'asset fondamentale è quello della conoscenza. E che tagli fuori dalle scelte importanti coloro che, attribuendosi un'esclusiva rappresentanza sociale, con la complicità e l'acquiescenza della politica, ci ha lasciato in eredità un debito di 1.900 miliardi di euro e che grava e graverà pesantemente sulle possibilità di ripresa e sulle speranze delle giovani generazioni. Idee ne abbiamo tante, e molte originali, molte a costo zero. Il 1 marzo, nel Professional Day che ha visto a Roma riunite tutte le professioni per dar vita ad una manifestazione straordinariamente partecipata, abbiamo consegnato al Governo un documento con 20 punti importanti. Ripeteremo l'esperienza con la prossima manifestazione del 19 febbraio, sempre organizzata con il CUP e I'ADEPP. Oggi portiamo all'attenzione dell'opinione pubblica tre temi significativi, sui quali investire in futuro: - un piano nazionale per la messa in sicurezza delle abitazioni e del territorio dai rischi sismico e idrogeologico; - la razionalizzazione degli incentivi alle imprese per rilanciare la green economy; - l'open data, l'innovazione della Pubblica Amministrazione a servizio della nuova imprenditorialità neii'ICT. Idee per sbloccare investimenti, per accrescere l'efficienza del sistema delle opere pubbliche, ma anche per garantire la sicurezza dei cittadini, semplificare le norme e dematerializzare le procedure, affidando ai professionisti le attività della Pubblica Amministrazione. Ma altro dobbiamo fare, con forza. Dobbiamo ottenere che si vada verso le vere riforme, che riguardano settori importanti come le banche, l'energia, la burocrazia, la politica e lo stato . Abbiamo l'impressione che l'impegno riformatore sia in realtà inversamente proporzionale all'incidenza di questi settori sullo sviluppo del Paese. Mentre le imprese sono strozzate dal costo del denaro e del lavoro, dalla pressione fiscale, dalle lentezze burocratiche e dai costi energetici, molti interventi, anche dell'attuale Governo, riguardano invece situazioni decisamente marginali dell'economia. l professionisti non staranno a guardare chi sta colpevolmente portando allo sfascio l'Italia. Abbiamo spesso esercitato un ruolo di sussidiarietà della Pubblica Amministrazione, a volte inefficiente e scarsamente motivata. Siamo disponibili ad assumerci la responsabilità di sostituirla nel rilascio di pareri ed autorizzazioni che un sistema perverso e astrusamente complesso ritarda, bloccando la realizzazione di iniziative pubbliche e private. ' o c ftl .. .Q E ftl N o "' c ftl E .c • 'al c -... -z (,) G) .... cw,C ...tG) o:s! w Cl) ;:r! èW;'A. w- - G) G)"' "'G) ftl c G) ,g -N .Q = E "O G) o Cl) .. Cl) .. c.5 Nel perfetto rispetto della legge, ma con l'apertura mentale, la competenza e la disponibilità a risolvere i problemi, anziché evidenziarli o crearli artificiosamente, come spesso succede. E qualunque imprenditore, ma anche amministratore pubblico, sa quanto costa una burocrazia inefficiente e, a volte, corrotta. l controlli vanno fatti, ma come in tutti i paesi civili e più efficienti di noi, a conclusione degli interventi. Chi sbaglia sicuramente pagherà, ma le centinaia, migliaia di interventi corretti e forieri di occupazione potranno essere realizzati in tempi non più biblici. Chiediamo anche di essere ascoltati nel momento di formazione delle leggi, nei campi di nostra competenza. Siamo stanchi, anche in questo caso, di norme incomprensibili, scritte male, inapplicabili. Conosciamo bene i problemi che riguardano la sicurezza dei cittadini, l'esecuzione delle opere pubbliche, dell'edilizia, dell'urbanistica e dell'innovazione. E ci ritroviamo con prowedimenti, su questi temi, che tendono solo a complicare il sistema, a volte anche in buona fede. Nel campo delle opere pubbliche, ad esempio, dal '94 in poi si sono susseguite, come in un'altalena, norme più restrittive con altre di presunta semplificazione, provocando solo confusione. In questo Paese si è ipocritamente convinti che la corruzione e l'inefficienza del sistema si combattano con l'infinita produzione di pacchi di leggi e norme, invece di pensare a investire sugli uomini che devono poi attuare quelle stesse norme. Siamo convinti, infatti, che una legge pur imperfetta, ma messa in mano a funzionari capaci, preparati e motivati, possa creare effetti migliori di una legge perfetta, ma attuata da funzionari incapaci e corrotti. Perché non si istituzionalizza la collaborazione degli uffici legislativi dei inisteri con gli Ordini professionali di riferimento? Forse qualche burocrate ci rimetterebbe un po' di potere, ma sicuramente le norme sarebbero più aderenti alle vere necessità. Noi ingegneri, insieme alle altre professioni tecniche, siamo una comunità di circa 700.000 persone che con passione, competenza, e fatica tentiamo di svolgere la difficile missione di tutelare, trasformare e sviluppare il territorio, le città, i ponti e le strade, i campi ed i boschi di questo Paese, bello ed insieme così difficile. Siamo, o dovremmo essere, gli autori della mediazione necessaria tra la tutela del bene pubblico, e lo sviluppo economico; coloro che integrano, nelle loro idee e progetti, il miglioramento dell'habitat e la sostenibilità ambientale. Questo sappiamo fare. Dalla Germania all'India al Brasile, le politiche economiche di chi cresce hanno messo al centro noi, gli ingegneri, chiedendo innovazione, idee e tecniche nuove, adeguate alla sfida tecnologica ed alla salvaguardia dell'ambiente. In Italia si ragiona di tariffe, corporazioni e valore legale del titolo di studio in un clima di recessione culturale, oltreché economica. Ma oggi i giovani ingegneri e gli altri professionisti tecnici continueranno ad essere alla periferia dello sviluppo, disoccupati o poveri, senza alcuna possibilità di mettere al servizio dell'Italia le loro idee e competenze. Alla faccia della strategia di Usbona, che doveva mettere al centro l'economia della conoscenza che sta morendo sotto i colpi della dis-economia della finanza, dei rating e degli spread. Per tutto questo noi chiediamo una seconda fase, immediata, nella quale ci venga data l'opportunità di discutere ed attuare veri progetti per lo sviluppo sostenibile, nella quale le professioni possano ritrovare il ruolo che compete loro non per diritto divino, ma perché serve all'Italia. o t: ca .. .a E ca N o , t: ca E .. cc 'ai t: -.. -z (,) G) .. ""t: '1"1 G) o!! N Cl) ;:rG) _ .. CII) A. N- _G) a» 'a 'a G) c t: G .S! -N .a :l E-a ... GO ... cc.5 Certo, siamo consapevoli che l'idea di professioni che si organizzano, che propongono soluzioni, che vogliono non essere più suddite di questo o quel partito, che hanno ben chiara la propria forza, che non rivendicano più per sé, ma per la società ed il Paese, che non continuino nella sterile attività di lobby, ma che vogliono fortemente assumere quel ruolo sociale che gli compete per esperienza, responsabilità, serietà possa paventare o preoccupare chi ritiene che l'Italia debba essere governata con vecchi schemi o dai soliti tradizionali gruppi di potere. Siamo preoccupati per un sistema elettorale che impedisce a chi non rientra negli schemi dei partiti, di poter emergere e che, probabilmente, non darà a questo Paese un governo stabile. E di troppe facce vecchie presenti nelle liste elettorali. Siamo preoccupati per le riforme che non si sono fatte e che non si faranno, mantenendo in piedi un sistema politico costosissimo ed inefficiente, che consente ad un milione di persone di vivere di politica, sia nelle istituzioni che nei sindacati e nelle società pubbliche, con costi enormi che il nostro Paese non può più permettersi. Siamo preoccupati per gli effetti devastanti dell'art.117 della Costituzione, che crea sovrapposizioni e duplicazioni di competenze tra Stato e Regioni. Siamo preoccupati per i nostri giovani, che faticano a trovare lavoro, dopo anni e anni di studio faticoso ed impegnativo, ma anche per i tanti anziani che vedono, in questi anni, ridursi la propria attività. Siamo preoccupati per una visione manichea del lavoro, per cui dobbiamo diventare tutti dipendenti di qualcuno o di qualcosa, per poter lavorare, senza aver rispetto di chi, spesso per scelta e per esigenza di libertà, decide di essere un professionista. Ed essere considerato un evasore. Troviamo assurdo il prowedimento recente del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, che farà sparire dal mercato del lavoro tanti professionisti iscritti agli albi, (collaboratori di studi professionali), perché la norma presuppone, in tali casi, un'attività di dipendenza, dimostrando una completa ignoranza dei meccanismi di lavoro professionale . Così come troviamo indecente il tentativo di appropriarsi dei patrimoni delle nostre Casse previdenziali, costruito con il gravoso sacrificio dei nostri iscritti, senza alcun contributo dello Stato, o di imporre loro tassazioni ingiuste ed incomprensibili. Casse che, come sappiamo, hanno profondamente modificato il sistema pensionistico, passando al contributivo, e quindi, rendendo più onerosi i contributi e assicurando una sostenibilità a 50 anni. Mentre I'INPS non garantisce la sostenibilità che per qualche anno, gravando enormemente sulla fiscalità generale. Siamo stanchi di un sistema fiscale che mortifica le persone oneste e non colpisce i veri evasori. Vorremmo accertamenti fiscali che, alla fine, possano concludersi con una stretta di mano ed il riconoscimento della buona condotta del contribuente, senza la ricerca ossessiva di violazioni, anche solo banalmente formali. Siamo preoccupati perché, come diceva Albert Einstein nel 1951, "non possiamo risolvere i problemi con i medesimi schemi di pensiero con cui li abbiamo creati". E non vediamo segnali di cambiamento nella mentalità della stragrande parte degli attuali partiti. Siamo alle solite riproposizioni di slogan e promesse impossibili. Ma le professioni non ci stanno più. • • ~ .. ~·.' ~ o c ca .. .a E ca N o 'a c ca E c 'ai c -... -z (,) G) .. (W) C ..t G) o:5! Ncn !:!! (W) A. N- - G) G) "a 'a G) ca c G) ,g -N .a :l e, G) o Cl) .. .. 111(.5 La riforma delle professioni ha costituito infatti quel cambiamento tanto atteso che ci stimola, ma, penso, ci obbliga anche ad essere un pilastro essenziale per l'evoluzione sociale ed economica del Paese, ormai improrogabile. Lo crediamo con grande convinzione e vigileremo affinché la macchina awiata funzioni, dando prova di vera partecipazione. Ma partecipazione anche alle scelte del Paese, perché, permettetemi un'altra citazione, "Non esiste vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare" (Seneca). Noi abbiamo fatto le nostre scelte e sappiamo dove andare: verso l'efficienza, la qualità, la competitività. Ma le altre forze sociali e la politica sanno dove andare? L'auspicio, per noi, ma anche per l'intera collettività, è ripartire, tutti insieme, questa volta ingranando una marcia in più. Gli ingegneri ci sono, e saranno in grado di rinnovare questo Paese, insieme.

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GRAPHENE: Il futuro tecnologico dell'Europa poggia su un foglio di carbonio spesso un atomo

GRAPHENE: Il futuro tecnologico dell'Europa poggia su un foglio di carbonio spesso un atomo Lanciato un progetto europeo di portata senza precedenti dedicato all'innovazione tecnologica basata sul grafene. Dieci anni e un finanziamento di un miliardo di euro, tra i capofila dell'ambizioso programma anche il Cnr Il futuro tecnologico dell'Europa poggia su un foglio di carbonio spesso un atomo. La Comunità Europea lancia oggi a Bruxelles la Flagship 'Graphene', uno dei due progetti scelti tra le iniziative che per i prossimi 10 anni, e con un finanziamento di un miliardo di euro, plasmeranno l'innovazione e il futuro tecnologico del continente. Obiettivo è sviluppare appieno le potenzialità del grafene e di altri materiali bidimensionali, producendo uno spettro di nuove tecnologie che mirano a rivoluzionare molti settori industriali e generare maggiore sviluppo economico su scala europea. Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) è tra i principali coordinatori dell'iniziativa e guiderà le attività di Graphene dedicate ai settori energetico e dei materiali compositi. Il grafene ha innescato un’esplosione di attività scientifica fin dai primi rivoluzionari esperimenti che meno di dieci anni fa portarono alla sua scoperta, premiati con il Nobel per la fisica nel 2010 a Andre Geim e Kostya Novoselov. Stupefacente e versatile, questo materiale è da molti indicato come la piattaforma di partenza per innovazioni tecnologiche profonde in numerosi settori. “'Graphene' è il più ambizioso programma di ricerca congiunto mai messo in campo dalla Comunità Europea: coinvolge 126 gruppi di ricerca tra enti, università e industrie in 17 paesi”, evidenzia Luigi Ambrosio, direttore del dipartimento Scienze chimiche e tecnologie dei materiali del Cnr. “Le attività, suddivise in 15 aree strategiche, seguiranno una roadmap che porterà il grafene dai laboratori di ricerca alla vita di tutti i giorni con applicazioni in elettronica, ottica, dispositivi flessibili, fino ai materiali compositi e alle batterie di nuova concezione. Cosa si attende da quella che è stata definita ‘la nuova rivoluzione basata sul carbonio’? Ad esempio elettronica di consumo veloce, resistente e flessibile come 'la carta elettronica' o cellulari indossabili e pieghevoli, aerei più leggeri ed energeticamente efficienti. Più a lungo termine, innovazioni per le strategie di calcolo e in applicazioni mediche inedite come le retine artificiali”. Di questa Flagship il Cnr è stato il rappresentante per l'Italia e uno dei primi proponenti, d'intesa con le università di Chalmers, Manchester, Lancaster e Cambridge, le aziende Amo GmbH e Nokia, l'Istituto Catalano di Nanotecnologia e l’European Science Foundation. Il progetto coinvolge ora anche altri partner italiani quali Fondazione Bruno Kessler, Istituto Italiano di Tecnologia, Università di Trieste, Politecnico Torino, Politecnico Milano e STMicroelectronics. In particolare, il Cnr coordinerà due attività strategiche. Le ricerche dedicate ai materiali compositi saranno coordinate da Vincenzo Palermo dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (Isof-Cnr). “Il grafene è il materiale più sottile che esista in natura”, spiega il ricercatore. “La sua forma, resistenza e stabilità possono essere utilizzate per creare materiali mai visti prima, provocando una rivoluzione simile a quella causata nel secolo scorso dall’utilizzo dei polimeri per produrre plastica”. Sarà invece Vittorio Pellegrini, dell'Istituto nanoscienze del Cnr (CnrNano), a guidare le attività dedicate allo sviluppo di sistemi per applicazioni energetiche. “Batterie al grafene potrebbero durare più a lungo, avere tempi di carica più veloci, immagazzinare più energia e potrebbero essere usate nelle future auto elettriche”, commenta il ricercatore. “Il reticolo di carbonio potrebbe essere usato come una sorta di rete nanoscopica ideale per lo stoccaggio di idrogeno in modo efficiente ed economico”. “Con questo progetto anticipiamo importanti pezzi del futuro, assicurando all'Europa un ruolo da protagonista nello studio e utilizzo, industriale e commerciale, del grafene, un sorprendente nanomateriale dalla grande versatilità applicativa”, ha dichiarato il Presidente del Cnr, Luigi Nicolais. “Lo facciamo grazie all'entusiasmo e alla bravura dei nostri ricercatori e scienziati. È motivo di grande orgoglio e soddisfazione per la comunità scientifica dell’Ente che vede riconosciuti i suoi sforzi in uno dei più ambiziosi e sfidanti programmi di ricerca comunitari”. Come annunciato oggi dalla vice presidente della Commissione Europea, Neelie Kroes, tra i progetti vincitori delle FET (Future and Emerging Technologies) Flagship, oltre a 'Graphene', c’è 'Human Brain'. I due progetti sono stati scelti tra sei proposte da una giuria di esperti che include scienziati e docenti tra cui premi Nobel e rappresentanti del mondo industriale. Foto e video disponibili al seguente link: www.graphene-flagship.eu Roma, 28 gennaio 2013

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Strong Demand for Smartphones and Heated Vendor Competition Characterize the Worldwide Mobile Phone

Strong Demand for Smartphones and Heated Vendor Competition Characterize the Worldwide Mobile Phone Market at the End of 2012, IDC Says

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Giornata europea della privacy: riflettori puntati sul cyberbullismo

Giornata europea della privacy: riflettori puntati sul cyberbullismo Sul sito del Garante un video dedicato ai giovani con le istruzioni per un uso consapevole dei social network I social network rappresentano oggi un rivoluzionario strumento per entrare in contatto con gli altri, per condividere idee ed emozioni, per cercare informazioni. Essi offrono enormi opportunità, ma presentano anche dei rischi. Proprio per sensibilizzare i giovani sui pericoli di un uso poco avveduto o poco responsabile di queste nuove forme di comunicazione, il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di dedicare la "Giornata Europea della protezione dei dati personali" 2013 ad un problema delicatissimo come il cyberbullismo. E ha chiamato a discuterne insieme il mondo della scuola e quello dei social network. Il tema verrà trattato nell'ambito della trasmissione "Uno Mattina" della Rai – Radiotelevisione italiana e vedrà la partecipazione in studio, oltre che del Presidente dell'Autorità Garante Antonello Soro, del Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, di un responsabile di Google per l'Italia. L'evento è fissato per il giorno 28 gennaio 2013 e sarà trasmesso da Rai1, a partire dalle ore 9.35. In occasione della Giornata Europea, il Garante metterà a disposizione sul proprio sito web un video di animazione con le istruzioni per un uso consapevole dei social network, e un test con venti semplici domande per verificare il grado di conoscenza dei principali rischi che si possono correre in rete. L'obiettivo è quello di aiutare i ragazzi a servirsi di questi strumenti di libertà in maniera consapevole e sicura, e di promuovere una sempre più forte cultura del rispetto e il grande valore che rappresenta la protezione dei dati personali. La Giornata europea della protezione dei dati personali La "Giornata europea della protezione dei dati personali" è un'iniziativa promossa dal Consiglio d'Europa con il sostegno della Commissione europea e di tutte le Autorità europee per la protezione dei dati personali e che, a partire dal 2007, si celebra in tutta Europa il 28 gennaio. Obiettivo dell'iniziativa è quello di sensibilizzare i cittadini europei sui diritti legati alla tutela della riservatezza, della dignità della persona e delle libertà fondamentali. Roma, 22 gennaio 2013

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Il ministro Clini presenterà i bandi per l’occupazione verde giovanile e il carbon footprint

Il ministro Clini presenterà i bandi per l’occupazione verde giovanile e il carbon footprint Lunedì 28 gennaio dalle 10 nella...

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Conto termico: firmata la convenzione tra GSE ed ENEA per gli incentivi

Conto termico: firmata la convenzione tra GSE ed ENEA per gli incentivi Firmata la Convenzione tra Nando Pasquali, Presidente e AD del Gestore dei Servizi Energetici, e Giovanni Lelli, Commissario ENEA, per la collaborazione nella gestione dei nuovi meccanismi di incentivazione a sostegno dell’efficienza energetica e della produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Gli incentivi sono stati introdotti dal Decreto interministeriale “Conto Termico”, emanato dal Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e con il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, lo scorso 28 dicembre 2012. Il Decreto Legislativo n 28 del 3 marzo 2011 ha attribuito al GSE un ruolo centrale nella gestione dei regimi di sostegno per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali dell’energia. Il GSE opererà di concerto con ENEA, che in Italia svolge il ruolo di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, per il supporto tecnico necessario alla gestione degli interventi per l’efficienza e il risparmio energetico. "Le nuove misure", ha dichiarato Nando Pasquali in occasione della firma “sono state introdotte per rafforzare il settore dell'efficientamento energetico, sia del patrimonio edilizio pubblico che di quello privato, necessario per lo sviluppo economico sostenibile del Sistema Paese.” “Si tratta di un intervento di politica energetica, - ha sottolineato Giovanni Lelli - che potrà avere una significativa ricaduta per l’economia italiana in un processo di riconversione orientato alla «green economy». L’Italia dimostra di comprendere le opportunità connesse all’efficienza energetica, prima priorità della Strategia Energetica Nazionale, puntando a superare gli obiettivi europei”. Il nuovo Decreto, che fissa a 200 milioni l’anno il totale delle risorse per gli interventi delle Amministrazioni Pubbliche e a 700 milioni per quelli realizzati da privati, prevede che i soggetti ammessi a richiedere l’accesso al meccanismo di incentivazione siano le Amministrazioni Pubbliche e i Soggetti privati, intesi come persone fisiche, i condomini e i soggetti titolari di reddito di impresa. Sul sito web del GSE è stata pubblicata un’area interamente dedicata al “Conto Termico” che, nel dettaglio, spiegherà le modalità di accesso al regime di incentivazione, le modalità di erogazione dell’incentivo, i singoli interventi ammissibili all’incentivo e le risorse economiche da destinare. In fase di realizzazione anche un portale dedicato per la richiesta digitale degli incentivi.

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Openricostruzione, è online la trasparenza post sisma

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Evento sismico in provincia di Lucca

Evento sismico in provincia di Lucca

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Nuove misure contro le minacce alla sicurezza informatica

Il Presidente del Consiglio Mario Monti e i Ministri membri del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica hanno firmato il...

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“Il profilo di committente”, un portale gratuito per gli Enti Pubblici

L’Ordine degli Ingegneri di Bologna ha realizzato un sito internet per pubblicizzare avvisi, bandi ed esiti di gara degli Enti Pubblici

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OICE: Aggiornamento mensile sugli appalti pubblici di ingegneria e architettura

Rapporto mensile OICE sugli appalti pubblici di ingegneria e architettura

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Clini: le macerie prodotte dal sisma diventino un patrimonio per L’Aquila

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Bari Smart City: 1,6 mld per realizzare il progetto

Bari Smart City: 1,6 mld per realizzare il progetto

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TERREMOTO EMILIA - STUDIO ERVET PROMETEIA: LA RICOSTRUZIONE ENTRO IL 2019

TERREMOTO EMILIA - STUDIO ERVET PROMETEIA: LA RICOSTRUZIONE ENTRO IL 2019 [10-01-2013] Ieri è stato annunciato un bando da 40 milioni di euro che prevede, nella zona rossa, contributi a fondo perduto fino a 200mila euro per progetti indirizzati a innovazione e adeguamento tecnologico, ricollocazioni produttive ed efficienza ambientale Serviranno circa sette anni per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto in Emilia. Lo scenario seppure dunque più positivo, rispetto ad altre esperienze non soltanto italiane, ma anche straniere, sembra ancora lontano dal definirsi concluso. E’ quanto emerge da uno studio commissionato da Regione e Unioncamere Emilia Romagna: la ricostruzione terminerà nel 2019 e si riportano pure le cifre, 11,5 miliardi di danni, di cui tre alle imprese dell’industria, del commercio e dei servizi e altri 2,3 all’agricoltura e al sistema agroindustriale. I dati della ricerca sono riportati in un articolo pubblicato oggi su Il Sole 24Ore: “a partire dal 2014 e fino al 2016 le spese per la ricostruzione dovrebbero incidere in modo significativo sull’incremento del valore aggiunto, con una quota stimata tra il 50 e il 70%. Del resto anche la perdita di ricchezza, in termini di mancata produzione, non esaurirà i suoi effetti nel breve periodo. Secondo le stime – precisa Ervet Prometeia - nei 54 Comuni emiliani delle aree terremotate, questa perdita ammonta a 3,8 miliardi di euro, con un picco del 4,5% nelle zone a maggiore densità produttiva. La perdita di ricchezza incide sul 2012 solo per un 40%, con strascichi pesanti durante l'anno appena iniziato (con un'altra quota del 40%) ma anche nel biennio successivo, fino al 2015”. Ma chi pagherà di più? “A pagare il prezzo più alto saranno i 12 Comuni del cratere, dove la perdita di reddito raggiunge il 36,1% (il resto è ripartito tra i restanti 42 Comuni). In ogni caso, come ribadisce la Regione, una stima definitiva e aggiornata del Pil perso a causa del terremoto potrà essere realizzata solo a partire dalla prossima primavera”. Ma torniamo alla ricostruzione: il governatore Errani parla chiaro. Ieri è stato annunciato un bando regionale da 40 milioni di euro che prevede, nella zona rossa, contributi a fondo perduto fino a 200mila euro per progetti indirizzati a innovazione e adeguamento tecnologico, nuove ricollocazioni produttive ed efficienza ambientale. Ma non è tutto: allo studio c’è infatti un centro innovazione di riferimento europeo nel settore biomedicale, aperto a partner privati, che avrà sede a Mirandola, previsto all’interno del bando sulla ricerca industriale.

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Pubblicato il documento “Posizione di AiCARR sul Decreto 28.12.2012”

Pubblicato il documento “Posizione di AiCARR sul Decreto 28.12.2012” In seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio scorso del Decreto interministeriale 28.12.2012, recante “Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni”, AiCARR ha diffuso il documento “Posizione di AiCARR sul Decreto 28.12.2012 (Conto Termico)”. Nel suo nuovo Position Paper, l’Associazione, pur mettendo in evidenza gli aspetti positivi del Decreto, quale la promozione dello sfruttamento delle energie da fonte rinnovabile anche nel settore termico, e non solo in quello elettrico, ne sottolinea anche i deludenti risultati, soprattutto per quanto riguarda le tecnologie più evolute. Come sempre, AiCARR non si limita a evidenziare gli aspetti positivi e negativi del Decreto ma, mettendo a disposizione delle Istituzioni la sua autorevolezza e competenza in materia, suggerisce una serie di miglioramenti che potranno essere eventualmente recepiti in una prossima revisione del provvedimento.

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La PRIMA CERTIFICAZIONE CLIMABITA di un edificio pubblico in Italia

La PRIMA CERTIFICAZIONE CLIMABITA di un edificio pubblico in Italia

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Pubblicati su GU n.1 - 2013 del 2/1/2013 i due decreti su energia

Pubblicati nel Supplemento Ordinario della Gazzetta Ufficiale n.1 - 2013 del 2 gennaio 2013 due decreti tanto attesi: DECRETO 28 dicembre 2012 Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni. DECRETO 28 dicembre 2012 Determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione dell’energia elettrica e il gas per gli anni dal 2013 al 2016 e per il potenziamento del meccanismo dei certificati bianchi.

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