Catasto: salta la riforma
Secondo i primi calcoli, i valori degli immobili ottenuti applicando la nuova formula decollano ovunque, sia in centro che in periferia, nonostante lo sconto del 30%, inserito nel decreto per attutire i rialzi.
Il decreto attuativo della delega fiscale in tema di immobili non è stato trattato al tavolo del Consiglio dei ministri del 23 giugno. La previsione è che la Riforma del Catasto non arriverà prima del 2016.
A bloccarlo, a pochi giorni dalla scadenza della delega, è il caos generato dalle simulazioni approntate dall'Agenzia delle entrate: ne sono scaturiti numeri inverosimili e rendite lievitate. Numeri che mettendo a rischio l'invarianza di gettito, caposaldo della delega stessa, possono aprire un pericoloso varco ad un nuovo salasso fiscale sul mattone. Se le rendite aumentassero, le aliquote di Imu e Tasi dovrebbero scendere, ma il punto cruciale poi diventa la local tax, la tassa unica che ricomprenda tutti i balzelli locali, annunciata a più riprese dal premier Renzi.
Secondo i primi calcoli - elaborati dalla Uil-Servizio politiche territoriali in base proprio all'algoritmo messo a punto dall'Agenzia delle entrate - i valori degli immobili ottenuti applicando la nuova formula decollerebbero ovunque, sia in centro che in periferia, nonostante lo sconto del 30%, inserito nel decreto per attutire i rialzi. A patire sono le abitazioni oggi classificate come economiche e popolari (A3 e A4), soprattutto se ubicate nei centri storici: a Napoli il valore di una casa popolare in centro sale di sei volte, a Roma di quattro, a Venezia di cinque. Ma anche nelle periferie dei dieci capoluoghi presi in esame, i valori catastali di abitazioni civili, economiche e popolari (A2, A3 e A4) salgono e non di poco. Si va da un minimo di un quarto in più per un A2 di Bari, a un massimo di oltre quattro volte tanto per un A4 a Firenze (da 60 mila a 260 mila euro).
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