Cascina Ri-Nascita a Milano (DVArea e CRA), quando l'architettura innovativa incontra il sociale

Cascina Ri-Nascita: il nuovo rifugio per le donne dopo le violenze

Dieci volumi di fabbrica, 10 appartamenti per donne e i loro figli, 2600 metri quadri di costruito e 30mila di area verde con 168.000kWh/anno di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico sono solo alcuni dei numeri dell’ambizioso progetto di Cascina Ri-Nascita a Milano, un luogo sicuro dove poter ritrovare la serenità, la formazione, il lavoro per le donne in uscita dalla violenza e i loro figli.

Un progetto nato dalla collaborazione tra due centri antiviolenza SVS DAD e CADMI, due realtà autorevoli che da più di 30 anni lavorano per contrastare la violenza maschile contro le donne, e l’associazione sportiva Campacavallo, specializzata in “circo morbido ed equitazione affettuosa” con forte apertura al sociale.

Un esempio di architettura per il sociale con un progetto con impatto “misurabile”. Il progetto integrato sviluppato da DVA-DVision Architecture del gruppo DVArea a partire dal concept di CRA-Carlo Ratti Associati , lo racconta alla redazione di Ingenio, Marta Olivieri associate partner & innovation manager di DVA.

Risanamento conservativo con nuove esigenze funzionali e sistemi costruttivi ecosostenibili

Quale è stato il vostro approccio?

Ing. Marta Olivieri

Il progetto integrato sviluppato da DVA-DVision Architecture a partire dal concept di CRA-Carlo Ratti Associati, ha lo scopo primario di promuovere la buona architettura, la sostenibilità, il benessere e l’innovazione tecnologica per facilitare e rendere più efficiente il lavoro di tutte le parti coinvolte. Per perseguire questi obiettivi, oltre che garantire un attento monitoraggio e gestione dei costi, è risultato fondamentale l’utilizzo della metodologia BIM oltre che la sinergia con il cliente, gli enti coinvolti e le tante aziende partner che hanno “sposato la causa” contribuendo attivamente allo sviluppo e realizzazione del progetto (Theatro, Wolfsystem, Axes ed Electrolux, Banco dell’Energia ed Edison, e tanti altri).

L'intervento previsto sul complesso rurale della Cascina Carpana intende preservare i caratteri tipologici e costruttivi del complesso. In tale contesto si è scelto di operare un risanamento conservativo sugli edifici di maggior pregio, come la villa padronale, la residenza in linea e parte delle due stalle, in coerenza con il vincolo di tutela per l'interesse storico artistico dell'intero organismo edilizio, integrando le nuove esigenze funzionali con le preesistenze da valorizzare e preservando il più possibile le geometrie dei volumi esistenti.

Per quanto riguarda i nuovi organismi edilizi, la loro composizione morfologica è stata definita allo scopo di preservare l'unitarietà della corte centrale e consentire la rivitalizzazione dell'aia come spazio di aggregazione e condivisione, così come avveniva in passato. Sistemi costruttivi ecosostenibili, leggeri, non vincolanti nella distribuzione spaziale degli ambienti hanno caratterizzato un nuovo segno compositivo coerente con l’esistente.

Cascina Carpana è progettata in classe energetica A4, per garantire altissime prestazioni termiche, risparmio e rispetto dell’ambiente. Si tratta di un progetto sostenibile che utilizza una tecnologia smart grazie a soluzioni come geotermia, impianto fotovoltaico, domotica, pannelli radianti , ecc.

Cascine diventano luoghi di ritrovo comunitari con la ristrutturazione

A quale modello progettuale avete pensato?

Ing. Marta Olivieri

In Lombardia sono presenti più di 100 mila cascine, di cui almeno la metà in stato di abbandono. Il recupero e la riqualificazione di queste strutture, spesso riconosciute come bene di interesse storico e artistico, rappresenta un intervento importante sia per individuare nuove strategie architettoniche da seguire, sia per attivare nuove funzioni all’interno degli spazi stessi. Con l’estensione e la crescita di città come Milano, le cascine poste intorno alla cinta urbana vengono sempre più inglobate nel tessuto urbano e meno in quello rurale. Oggi la loro posizione è particolarmente strategica, con la ristrutturazione diventano luoghi di ritrovo della comunità di quartiere, di attivazione sociale e di accoglienza. Un modo per restituire al territorio e alla cittadinanza questi siti di grande valore storico.

Approccio olistico per garantire rifugio e privacy alle donne

Quali strategie per rispondere alle esigenze di sicurezza, di protezione, di cura e tutela anche psicologica delle donne e dei bambini?

Ing. Marta Olivieri

L’approccio olistico sta alla base. Con la collaborazione tra architetti, urbanisti, psicologi ed esperti di sicurezza, protezione e cura per donne e bambini, si mira a creare architetture e ambienti che non solo soddisfano le necessità fisiche, ma promuovono anche il benessere psicologico e la partecipazione attiva della comunità.

Rispondono a tali esigenze la progettazione di spazi che offrano alle donne e ai loro figli rifugio e privacy, ovvero un ambiente sicuro e protetto, attraverso la creazione di ambienti rassicuranti e accoglienti, favorendo il loro benessere psicologico. Inoltre, la progettazione di spazi che garantiscono illuminazione e visibilità adeguata riducono il rischio di aggressioni e aumentano il senso di sicurezza con la creazione di percorsi sicuri, accessibili e facilmente percorribili.

Senza dimenticare la creazione di spazi pubblici sicuri e accoglienti per promuovere un senso di comunità e di sorveglianza naturale con il design inclusivo.

A cura della redazione PPAN