Data Pubblicazione:

Carbon footprint e carbon sequestration negli interventi di sistemazione idraulica con prodotti in rete doppia torsione

Carbon footprint e carbon sequestration negli interventi di sistemazione idraulica con prodotti in rete doppia torsione

L’articolo evidenzia come l'utilizzo di gabbioni e materassi Reno sia una soluzione che contribuisce a ridurre l'impatto sui cambiamenti climatici, con una minore emissione di CO2 rispetto a quella delle soluzioni ingegneristiche tradizionali. Tale confronto è stato effettuato tra due diverse soluzioni (un muro a gravità ed un rivestimento spondale): le emissioni sono state calcolate in tonnellate di CO2 per unità di superficie della soluzione evidenziando che quelle relative a gabbioni e materassi sono sensibilmente inferiori rispetto alle emissioni delle soluzioni tradizionali. Un altro aspetto importante di queste soluzioni è legato alla loro capacità di fornire un ottimo substrato per la vegetazione che, sviluppandosi, cattura la CO2 atmosferica mediante la fotosintesi (biosequestration), immagazzinando grandi quantità di carbonio organico sotto forma di biomassa.

Key words: carbon footprint, carbon sequestration, gabbioni, materassi

1. CALCOLO COMPARATIVO DELLA CARBON FOOTPRINT

I gabbioni e i materassi in rete metallica doppia torsione sono prodotti ecocompatibili, la cui integrazione nell'ambiente è rapida ed efficace: i vuoti in pietrame vengono progressivamente riempiti di limo, promuovendo la crescita della vegetazione che è essenziale per la conservazione e il mantenimento dell'equilibrio ecologico dell'ambiente circostante. Oltre agli aspetti di integrazione ambientale, un recente studio [1] dimostra come l'utilizzo di gabbioni e materassi sia una valida soluzione per ridurre l'impatto sul cambiamento climatico, con un impatto ambientale inferiore rispetto alle equivalenti soluzioni tradizionali quali i muri in calcestruzzo o le scogliere in pietrame.
Lo scopo dello studio è stato quello di definire le carbon footprint di opere realizzate in gabbioni e materassi e confrontarle a quelle delle tecniche tradizionali, analizzando un opera di sostegno a gravità (in calcestruzzo ed in gabbioni) ed un rivestimento spondale (in pietrame sciolto e con materassi).
I risultati finali sono espressi in termini di kgCO2eq per ognuna delle soluzioni analizzate considerando nell’analisi l’intero ciclo di realizzazione: la produzione dei materiali di base, il trasporto al cantiere, le procedure ed i macchinari di installazione.

I fattori di emissione sono calcolati in chilogrammi di CO2 per metro quadro di superficie della soluzione: quelle realizzate con prodotti in rete metallica a doppia torsione sono sensibilmente inferiori rispetto a quelle delle soluzioni tradizionali: (Figura 1):
- Rivestimenti spondali: i materassi sono caratterizzati da un fattore di emissione di 15 kgCO2/m2 contro un valore di 29 kgCO2/m2 relativo alla soluzione in riprap. Qualora per il pietrame di riempimento dei materassi si utilizzi materiale disponibile in situ, la carbon footprint scende a soli 5.4 kgCO2/m2.
- Muri di sostegno: la soluzione in gabbioni è caratterizzata da una carbon footprint pari a 95 kgCO2/m2 contro i 665 kgCO2/m2 del muro in calcestruzzo; utilizzando pietrame disponibile in situ il valore della carbon footprint dei gabbioni scende ulteriormente a soli 58 kgCO2/m2.

2. VALUTAZIONE DELLA CARBON SEQUESTRATION

Un altro aspetto importante delle soluzioni in rete metallica riempite di pietrame o di materiale inerte è la loro capacità di offrire un ottimo substrato per la crescita e lo sviluppo della vegetazione, la cui capacità di assorbimento della CO2 mediante la fotosintesi (biosequestration), permette di accumulare grandi quantità di carbonio organico
Sono stati selezionati 15 siti per le analisi relative all’assorbimento di carbonio da parte delle strutture in rete metallica (gabbioni, materassi, terre verdi rinforzate). Si tratta di stazioni ubicate principalmente in aree alpine dell’Italia N-E ed in aree appenniniche dell’Italia centro-settentrionale, situati generalmente ad un’altitudine variabile tra 0 ed i 950 metri sul livello del mare.

A titolo di esempio si riporta lo studio condotto su una sistemazione idraulica realizzata sul torrente Fella a Malborghetto (Udine) in cui si è dapprima provveduto allo smantellamento del tratto canalizzato in calcestruzzo esistente e successivamente è stato realizzato un rivestimento con materassi vegetati, una palificata spondale ed una terra verde rinforzata con funzioni sia di consolidamento spondale che di sostegno della strada.
 
SCARICA IL PDF PER LEGGERE L'INTERO ARTICOLO