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Cappotto su cappotto: cos'è e come si installa un nuovo cappotto isolante su un sistema esistente

Il cappotto termico rappresenta una soluzione efficace per migliorare l'isolamento degli edifici, contribuendo al comfort interno dell’immobile e al risparmio energetico. ANIT (Associazione Nazionale Isolamento Termico e acustico), in collaborazione con Mapei, ha divulgato il manuale "Cappotto su cappotto", che propone una strategia innovativa per potenziare l'isolamento degli edifici esistenti attraverso il raddoppio dei cappotti.

I benefici del cappotto termico

Il cappotto termico è un sistema di isolamento che viene applicato sulla superficie esterna delle pareti di un edificio, per migliorare le prestazioni termiche e per assicurare comfort abitativo durante tutto l'anno.

Il principio di funzionamento del cappotto termico consiste nella riduzione dei ponti termici, andando a limitare le perdite di calore. Tale procedura comporta un notevole risparmio energetico, sia per il riscaldamento che per la climatizzazione.

Per ottenere questi risultati il cappotto termico è caratterizzato da:

  • uno strato isolante, realizzabile con materiali come ad esempio il polistirene espanso, la lana di roccia e la fibra di legno;
  • un rivestimento protettivo e decorativo che ne assicura la durabilità nel tempo e un'integrazione estetica con l'architettura dell'edificio.

La durabilità di un sistema a cappotto nel tempo dipende da vari fattori, come ad esempio:

  • la qualità dei materiali utilizzati;
  • le tecniche di installazione;
  • le condizioni climatiche locali;
  • la manutenzione effettuata nel corso degli anni.

Di solito se il cappotto termico è stato ben realizzato e mantenuto può durare almeno 20-30 anni.

L'installazione di un cappotto termico non rientra tra le attività di edilizia libera; ciò comporta che per la sua installazione si deve fare richiesta di un titolo abilitativo.

 

Il nuovo manuale "Cappotto su Cappotto"

Recentemente ANIT (Associazione Nazionale Isolamento Termico e acustico), in collaborazione con Mapei, ha reso disponibile sul proprio sito il manuale “Cappotto su cappotto”. Il documento fornisce utili indicazioni per il progetto e la posa in opera di nuovi sistemi isolanti su sistema isolante già preesistente mediante la tecnica del raddoppio del cappotto.

La nuova direttiva EPBD IV, pubblicata a maggio 2024, ha prefissato un obiettivo ambizioso ossia conseguire un patrimonio immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Affinché ciò sia possibile sarà necessario intervenire non solo sugli edifici più datati e completamente inefficienti, ma anche su quelli di recente costruzione, i cui standard di isolamento termico non sono più adeguati a soddisfare le attuali esigenze. Negli ultimi anni l’utilizzo del cappotto termico è cresciuto notevolmente ma ciò non significa che non si debbano apportare interventi di manutenzione oppure un potenziamento della loro capacità di isolamento per allinearsi a requisiti futuri più rigorosi.

La tecnica del raddoppio del cappotto consente di riqualificare i vecchi sistemi isolanti senza necessità di demolizione. Il cappotto esistente viene riutilizzato come base per uno strato aggiuntivo, migliorando l’efficienza energetica e le prestazioni termiche dell’edificio.

Infatti, dopo aver verificato e preparato adeguatamente il cappotto preesistente, si procede con:

  • l’incollaggio di nuovi pannelli isolanti;
  • un’accurata tassellatura;
  • la rasatura con rete di rinforzo in fibra di vetro;
  • l’applicazione di un rivestimento decorativo protettivo.

Attraverso questa procedura si migliorano le prestazioni energetiche e le caratteristiche degli edifici, garantendo un maggiore comfort abitativo e ciò comporta:

  • la protezione delle strutture;
  • il rispetto delle normative vigenti;
  • il rispetto del consumo energetico con tutte le spese per riscaldamento e raffrescamento.

Il raddoppio del cappotto rappresenta una soluzione altamente sostenibile, poiché valorizza il cappotto esistente, riduce i costi di smaltimento, evita la produzione di rifiuti inquinanti e promuove un acquisto più razionale di nuovi materiali.

Ciò non significa però non prestare attenzione al cappotto esistente, infatti, il manuale chiarisce che è essenziale condurre ispezioni e verifiche preliminari sul sistema esistente per valutarne le condizioni e identificare eventuali preparazioni necessarie.

Ecco perché viene consigliato di effettuare saggi o carotaggi per analizzare lo stato e la coesione dei diversi elementi presenti, quindi:

  • il supporto sottostante il cappotto deve essere coeso e in grado di sostenere il carico;
  • il pannello isolante deve essere in buone condizioni, privo di deterioramenti o danneggiamenti;
  • il collante deve garantire una buona adesione sia al supporto che al pannello isolante;
  • è importante verificare la presenza e la tenuta dei tasselli, mappando il vecchio schema di posa per pianificare adeguatamente il posizionamento dei tasselli di consolidamento del sistema esistente e di quelli di sicurezza per il nuovo sistema;
  • lo strato di rasatura armata deve aderire ai pannelli isolanti, risultando coeso e meccanicamente resistente;
  • il sistema di finitura deve aderire correttamente alla rasatura sottostante, mantenendo coesione e resistenza meccanica.

In conclusione, il manuale offre indicazioni sulla progettazione del nuovo cappotto e sulle tecniche di posa del sistema isolante. Tuttavia, spetta al progettista valutare attentamente ogni caso specifico per garantire la soluzione più adatta.

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