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Campionatura del calcestruzzo in cantiere: "Più garanzie per tutti se effettuata solo da laboratori autorizzati"

In questa intervista, Francesco Rotolo (Vicepresidente ASSIAD) evidenzia la presenza di un problema generale nella gestione della campionatura del calcestruzzo nei cantieri, con la necessità di controlli più accurati. Propone che l'esecuzione del controllo sia affidata esclusivamente a laboratori autorizzati, con una corretta esecuzione dei controlli di accettazione che potrebbe portare a una gestione più imparziale e chiara, consentendo una valutazione serena dei risultati.

Anche la stagionatura dei campioni realizzati è un'attività di fondamentale importanza, anche se spesso sottovalutata

Andrea Dari:
Esiste secondo il suo parere un problema generale su questa importante attività? E riguarda in egual modo lavori privati e pubblici?

Si, esiste un problema oggettivo di gestione generale dell’attività di campionatura del calcestruzzo in cantiere, sia nel mondo dei lavori pubblici che privati. Certamente in misura diversa, a causa dei volumi di calcestruzzo in gioco e quindi, della necessità in alcuni casi di gestire uno o pochi prelievi di accettazione e in altri di garantire una presenza costante e duratura nel tempo di personale addetto e qualificato a svolgere questa attività c/o il cantiere e quindi una gestione numerica non indifferente dei provini realizzati.

 

Andrea Dari:
Se le norme prevedessero che l’esecuzione del controllo venisse affidato in modo esclusivo ai laboratori autorizzati o ufficiali, sulla base di un piano definito dal progettista e allegato al progetto secondo lei le cose migliorerebbero?

Da un punto di vista formale, sicuramente questa impostazione fornirebbe a tutti i professionisti coinvolti in questa attività, dal DL, all’impresa, al produttore di calcestruzzo che è il soggetto controllato, una maggiore garanzia sull’applicazione di quelle procedure normate legate al confezionamento del provino stesso ed una importante dose di imparzialità.

Personalmente affiderei in via obbligatoria ai laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001, anche la stagionatura dei campioni realizzati.

Attività molto spesso disattesa e per la quale in molti casi non vi è mai garanzia di come e se sia stata effettuata, ma che in realtà è di fondamentale importanza per il corretto sviluppo delle reazioni di idratazione del cemento e quindi del valore della resistenza meccanica a compressione espressa dal provino. È vero anche però che una tale gestione richiederebbe una presenza capillare sul territorio da parte dei laboratori sopra menzionati non sempre perseguibile e un numero di addetti, dipendenti dei laboratori stessi, molto elevato e credo di difficile realizzazione.

 

Andrea Dari:
Oggi vi è una distinzione tra i controlli di accettazione, su cui la responsabilità cade sul Direttore Lavori, e i controlli di conformità, fatti da fornitore e impresa in contraddittorio. A suo parere, se i controlli di accettazione venissero fatti in modo corretto e dai laboratori si potrebbe evitare quelli in contraddittorio?

In realtà queste due attività, il controllo di accettazione e il controllo di conformità, rappresentano due momenti ben diversi e distinti tra di loro e uno non dovrebbe escludere l’altro. Del resto le stesse Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale - Settembre 2017, ne chiariscono l’essenza e la relativa importanza in maniera inequivocabile. I controlli di accettazione, come tutti ben sappiamo, sono obbligatori e l'unico responsabile è il Direttore dei Lavori e rappresentano un elemento fondamentale per la sicurezza dell’opera.

I controlli di conformità invece, sono volontari e mirati a verificare la bontà delle condizioni di fornitura pattuite tra impresa e fornitore di calcestruzzo, ma soprattutto, e cito testualmente le Linee Guida…"In nessun caso i prelievi effettuati ai fini dei controlli di conformità potranno essere utilizzati dalla D.L. per i controlli di accettazione”. Per un motivo molto semplice, il principio della terzietà e quindi della più assoluta imparzialità, che come detto in precedenza, potrebbe essere garantita solo se questa attività fosse demandata formalmente ad un laboratorio di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.

 

Francesco Rotolo - Vicepresidente ASSIAD

  

Detto ciò però, nella realtà dei fatti i controlli di conformità non interessano a nessuno e quasi sempre sono quelli di accettazione ad essere utilizzati non solo per le verifiche sulla sicurezza dell‘opera da parte della DL, ma sono anche gli stessi che vengono utilizzati dall’impresa per contestare eventualmente la fornitura al produttore di calcestruzzo, in caso di esito negativo. L’unico modo quindi per ovviare a questo inconveniente potrebbe essere quello di rendere obbligatoria la presenza del produttore di calcestruzzo al momento del confezionamento dei provini per il controllo di accettazione (di fatto è il soggetto controllato e credo che debba avere tutto il diritto di presenziare ad un’attività che lo vede coinvolto in prima persona), formalizzandone la presenza attraverso la firma del verbale di prelievo in aggiunta al Direttore dei Lavori e all’impresa.

 

Andrea Dari:
Quale impatto avrebbe a suo parere l’esecuzione più accurato dei controlli di accettazione sul settore? porterebbe a una crescita qualitativa delle aziende produttrici e dei prodotti?

Credo che ciò porterebbe ad una maggiore chiarezza e ripeto, ad una gestione molto più imparziale, di un'attività, quella del confezionamento dei provini di calcestruzzo, spesso sotto la lente di ingrandimento e oggetto di discussione e contrasti tra produttore di calcestruzzo, impresa e Direzione Lavori.

L’esecuzione di controlli più accurati quindi, più che una crescita qualitativa dei prodotti, consentirebbe di effettuare una valutazione e un analisi più serena dei risultati ottenuti anche in caso di contenziosi spesso originati proprio da un errato confezionamento ed una mancata stagionatura dei provini prelevati in cantiere. Tutti i produttori di calcestruzzo hanno fatto investimenti importanti negli ultimi anni, al fine di migliorare e adattare alle esigenze del mercato, i propri impianti di produzione e accrescere la qualità e l’impronta tecnologica dei propri calcestruzzi a prescindere dalle modalità di realizzazione dei controlli di accettazione, così come importanti sono gli sforzi messi in campo da tutte quelle società che in un modo o nell’altro orbitano nel mondo del calcestruzzo e affiancano i produttori stessi per la messa a punto di calcestruzzi più sostenibili e prestazionali.

E proprio per questo motivo, per non rendere inutile il lavoro e i sacrifici di imprenditori e di molti professionisti, che ritengo sia necessario che vi sia una gestione molto più accurata, attenta e regolamentata per l’esecuzione dei controlli di accettazione.

 

Andrea Dari - Editore e Direttore di INGENIO

 

Andrea Dari:
L’industria della chimica per l’edilizia in questi anni ha prodotto soluzioni altamente innovative per migliorare le prestazioni del calcestruzzo, anche in termini di sostenibilità, ma che stentano spesso ad avere un’ampia applicazione nel mercato. A suo parere questo dipende anche dal problema controlli?

No, credo che il problema principale sia soprattutto di natura economica. L’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di prodotti che possono essere di supporto ai grandi player del mercato e non solo, per raggiungere quei requisiti di sostenibilità che la società ci impone, hanno un costo e fino a quando il mercato non avrà consapevolezza di questo, il percorso di crescita subirà un rallentamento importante.

 

Andrea Dari:
Oggi la digitalizzazione ha cambiato molti settori. In quello del calcestruzzo è fortemente entrata nei processi produttivi ma poco ancora nella fase di controllo in cantiere. L’uso di sistemi di conservazione e tracciamento dei campioni in cantiere potrebbe essere utile per il settore?

Sicuramente sì. Questi sistemi possono rappresentare uno strumento importante e di grande supporto per la DL che potrebbe di fatto controllare, nel vero senso della parola, ogni prelievo di calcestruzzo dal confezionamento fino allo schiacciamento c/o un laboratorio ufficiale. In realtà i benefici nell’utilizzo di questi sistemi che spaziano dalla gestione anonima del prelievo, alla geolocalizzazione e quindi alla possibilità di conoscere in qualsiasi momento la posizione dello stesso provino, alla presenza di sistemi di notifiche tramite PEC etc., rappresentano tutti utili strumenti per dare più valore e controllo ad un’attività che se non svolta con le giuste attenzioni può solo essere fonte di contenziosi inutili.

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