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Cambiamenti climatici: nel 2024 in Italia già quasi 2mila eventi estremi

Nel 2024 l'Italia ha registrato un aumento preoccupante di eventi climatici estremi, causati dal cambiamento climatico legato alle attività umane. Il WWF richiama l'urgenza di una seria transizione energetica e l'attuazione di piani di adattamento per affrontare i rischi futuri.

In 9 mesi 212 tornado, 1.023 nubifragi e 664 grandinate

Tra gennaio e settembre 2024, l'Italia ha registrato un preoccupante incremento di eventi meteorologici estremi, come riportato dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche. Sono stati documentati 1.899 eventi estremi, tra cui 212 tornado, 1.023 nubifragi e 664 grandinate. Solo nella prima metà di settembre si sono verificati 52 tornado, soprattutto lungo le coste tirreniche, 157 nubifragi, prevalentemente nel Centro-Nord, e 37 grandinate con chicchi di dimensioni record, come in Versilia, dove hanno raggiunto un diametro tra i 7 e i 9 cm. Questi eventi, in aumento per frequenza e intensità, sono il segnale tangibile di un cambiamento climatico in corso.

In particolare, l’Emilia-Romagna è stata duramente colpita. Negli ultimi 18 mesi, la regione ha subito ben tre alluvioni disastrose, portando a danni materiali e perdite umane. Questi eventi estremi non sono isolati ma si inseriscono in un contesto globale che ha visto un'escalation di fenomeni climatici devastanti.

Il WWF denuncia con forza come l’informazione italiana non stia affrontando adeguatamente la gravità della crisi climatica. Il messaggio chiave, secondo l'organizzazione, è che i disastri naturali a cui stiamo assistendo sono conseguenza diretta delle attività umane, in primis l'uso di combustibili fossili. Questo porta a un aumento delle emissioni di gas serra, che alimentano il riscaldamento globale e intensificano i fenomeni meteorologici estremi.

La crisi climatica non è un problema futuro, ma un'emergenza attuale. Secondo il Sesto Rapporto di Valutazione dell'IPCC (2021), l'aumento della frequenza e dell'intensità di eventi estremi come nubifragi, siccità, cicloni tropicali e incendi è già una realtà, ed è attribuibile all’influenza umana. Rispetto ai dati precedenti, le evidenze sono diventate ancora più solide, dimostrando che l'impatto delle attività umane è ormai innegabile.

Un problema globale: gli eventi estremi hanno causato più di 2 mln di morti negli ultimi 50 anni

A livello mondiale, i cambiamenti climatici estremi tra il 1970 e il 2021 hanno causato oltre 2 milioni di morti e perdite economiche pari a quasi 4mila miliardi di euro. Eventi recenti come l'inondazione devastante nella valle di Kathmandu, che ha causato oltre 200 morti, l'uragano Helene negli Stati Uniti, e il ciclone Boris in Europa, che ha colpito il nord Italia e le capitali dell'Europa centrale, confermano che l'intensificazione dei disastri climatici è un fenomeno globale.

L'IPCC avverte che con l’aumento delle temperature globali, eventi estremi che in passato erano rari diventeranno sempre più frequenti, e si verificheranno fenomeni senza precedenti storici. Questo significa che il mondo potrebbe trovarsi di fronte a situazioni ancora più gravi e imprevedibili.

Nonostante le evidenze, in Italia manca una risposta adeguata. Il Piano Nazionale Integrato Clima ed Energia (PNIEC) non sta perseguendo con la necessaria determinazione gli obiettivi di riduzione delle emissioni e la transizione verso fonti rinnovabili, come stabilito alla COP28 di Dubai. Parallelamente, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), approvato alla fine dello scorso anno, sembra essere caduto nel dimenticatoio, lasciando il paese senza una strategia chiara per fronteggiare i nuovi rischi legati al cambiamento climatico.

Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, denuncia che Governo e Confindustria continuano a concentrarsi su progetti poco utili, come il Ponte sullo Stretto e l’energia nucleare, piuttosto che investire in opere volte a garantire una vera transizione ecologica. “È necessario lavorare duro e cooperare per garantire prosperità a noi e alle future generazioni”, afferma Midulla, richiamando l'attenzione sull'urgenza di ridisegnare il territorio e le attività economiche alla luce dei nuovi rischi.

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