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CAM: sostenibilità ed economia circolare nel progetto Insiel a Udine di Lombardini22

Un esempio progettuale di Lombardini22 che sfrutta le sue competenze impiantistico-architettoniche per rispondere con il suo approccio “green” alle richieste dal decreto.

CAM Criteri Ambientali Minimi: materiali ad hoc e progettazione integrata

Il nuovo Codice Appalti art.34 del D.lgs. 50/2016, ha introdotto l’obbligo di applicazione dei CAM da parte di tutte le stazioni appaltanti, attraverso l’entrata in vigore del decreto 11 ottobre 2017 del Ministero dell’Ambiente, recante “criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”.

Successivamente, il Ministero della Transizione Ecologica (MITE), ha approvato il Decreto 23 giugno 2022 n. 256, relativo ai nuovi criteri ambientali minimi per l’edilizia.

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) fanno parte infatti, della politica "green" dettata dal Piano d’Azione Nazionale per gli Acquisti Verdi o GPP (Green Public Procurement) nella pubblica amministrazione. Lo scopo di questo strumento è promuovere i sistemi di produzione e consumo sostenibili previsti dalle direttive europee sull’Economia Circolare. Per attuare queste strategie il GPP prevede che le Amministrazioni Pubbliche adottino i requisiti per tutte le fasi del processo di acquisto, nell’ottica di ridurre l’impatto ambientale e razionalizzare l’utilizzo delle risorse.

Approccio

L’attenzione rivolta dai CAM verso le diverse discipline richiede una progettazione integrata, fondamentale nella gestione di questioni complesse derivanti dalla progettazione e ristrutturazione di edifici ad alte prestazioni energetiche e ambientali. Questi processi si basano sulla collaborazione all’interno di team multidisciplinari, su una precisa programmazione degli obiettivi e su un monitoraggio puntuale di tutte le attività che li compongono.

In tal senso, Lombardini22, sfruttando al massimo le sue competenze impiantistico-architettoniche, è riuscita a forgiare il suo approccio “green” in base alle richieste avanzate dal decreto.

Inoltre, l’esperienza decennale nell’applicazione delle certificazioni ambientali come LEED, WELL o BREEAM, ha fatto sì che nello sviluppo dei progetti, fossero integrati i concetti di sostenibilità richiesti da questi standard internazionali, migliorando la prestazione degli edifici in modo sostanziale.

Applicazione Decreto CAM in un caso studio di Lombardini 22: Uffici Insiel a Udine

Un progetto esemplificato è sicuramente quello per Insiel a Udine, inizialmente redatto in base al precedente decreto CAM, e ora in fase di revisione rispetto alla nuova versione approvata dal Ministero.

Insiel intende trasferire parte della sua organizzazione nell’immobile sito in Udine in via S. Francesco d’Assisi 4, di proprietà della Regione Friuli Venezia Giulia. A partire dal Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica per il Risanamento Conservativo dell’immobile, DEGW, brand del Gruppo Lombardini22, ha definito il nuovo modello spaziale da applicare negli uffici della Nuova Sede e L22 Engineering and Sustainability ha sviluppato la parte impiantistica e consulenza CAM.

Per la nuova distribuzione degli ambienti la soluzione di progetto prevede di collocare gli ambienti di lavoro a uffici chiusi e open space lungo le facciate dell’edificio principale, caratterizzate da serramenti di ampie dimensioni, per favorire l’apporto di luce solare, mentre lungo la porzione centrale si prevede di collocare gli ambienti senza permanenza continuativa di persone, quali sale riunioni, spazi di concentrazione e aree dedicate alle stampanti.

Tali ambienti si attestano alla muratura portante centrale creando così due circolazioni principali connesse da corridoi perpendicolari, al fine di limitare le lunghezze di collegamento tra i vari ambienti.

Le aperture vani porta preesistenti sulla muratura centrale vengono conservate diventando in alcuni casi passaggi di circolazione, in altri vetrate fisse che affacciano sulle sale riunioni centrali così da valorizzare l’architettura preesistente e al tempo stesso portare illuminazione naturale negli ambienti centrali.

I nuovi servizi igienici vengono previsti in posizioni tali da utilizzare le colonne di scarico esistenti e indicativamente ai due estremi dell’edificio. Inoltre le apparecchiature idrico sanitarie sono state scelte con valori di portata e scarico superiori persino alle richieste LEED, per ridurre al minimo il consumo idrico.

Non potendo stravolgere le caratteristiche della facciata visto il tipo di intervento, è previsto un isolamento interno a cappotto sulle pareti perimetrali verso l’esterno e verso gli ambienti non riscaldati, realizzato in materiale isolante a media densità preaccoppiato a lastra in cartongesso, differenziandola a seconda della destinazione dell’ambiente in cui si trova.

Al fine di controllare l’immissione nell’ ambiente interno di radiazione solare diretta, in tutti gli ambienti ad esclusione dei servizi igienici, si prevede l’installazione di un dispositivo di protezione solare con tende a rullo con movimentazione manuale, per tutte le esposizioni. Il tessuto previsto per le tende è di tipo Filtrante termo-riflettente con alluminizzazione su lato esterno, a ridotto impatto ambientale e ad alta prestazione termo ottica.

Criticità del progetto: rispetto delle prestazioni energetiche

Le maggiori criticità riscontrate sono state sicuramente il rispetto delle prestazioni energetiche, pur mantenendo inalterate le caratteristiche “base dell’edificio”, l’impossibilità di creare un sistema di recupero delle acque meteoriche per questioni sismiche e l’analisi puntuale delle caratteristiche dei materiali.

Forte dell’esperienza sulle certificazioni ambientali, Lombardini22 ha sviluppato una tabella di materiali ad hoc per il progetto, dettagliando tutte le caratteristiche necessarie al rispetto del decreto e creato una sezione dedicata sia nella relazione CAM, che nei capitolati e computi civili.

Per ciascun elemento, è stato poi chiaramente definito il codice CER di riferimento, per pensare in modo preventivo al possibile smaltimento a fine vita, ottemperando così al concetto di disassemblabilità e soprattutto identificati tutti i certificati che, in fase di esecuzione lavori, l’impresa dovrà presentare per dimostrare la rispondenza ai CAM.

La certificazione “CAM” dei materiali in edilizia, nella prima fase del progetto non era ancora così diffusa e la sfida maggiore è stata proprio quella di trovare la combinazione perfetta tra i desiderata del cliente e la risposta del mercato.

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