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Caldo sovraumano: onde di calore colpiscono tre continenti, il clima ci chiede di cambiare

In Italia è arrivato da pochi giorni ma già da maggio onde di calore estreme stanno colpendo l'Europa, il Nord America e l'Asia, stabilendo nuovi record nelle città dell'emisfero boreale meno di due settimane dopo che la Terra ha registrato quello che gli scienziati hanno indicato come i giorni più caldi della storia moderna. Un ultimo avviso per i nostri governi ?

Le temperature, che stanno affliggendo così tante parti del mondo contemporaneamente, sono un severo monito che il cambiamento climatico è una crisi globale, alimentata da fattori antropogenici: le emissioni di gas serra, principalmente causate dalla combustione di combustibili fossili.

In questo contesto il ritorno di El Niño, un fenomeno meteorologico ciclico, ma ora con condizioni e parametri mai registrati prima, sta avendo anche effetti di vasta portata sul clima in tutto il mondo.

Il pianeta si è riscaldato di circa 1,1 °C dal XIX secolo e continuerà a diventare più caldo fino a quando l'umanità non smetterà sostanzialmente di bruciare carbone, petrolio e gas, sostengono gli scienziati. Le temperature più elevate contribuiscono agli eventi meteorologici estremi e rendono i periodi di calore estremo più frequenti, più lunghi e più intensi.

In Europa, molte città hanno introdotto stazioni di raffreddamento per dare un sollievo alla popolazione più vulnerabile.In Italia si è chiesto di applicare la CIG nei cantieri edili e nelle situazioni più a rischio.

I Sindaci esortato visitatori e residenti a rimanere al chiuso durante le ore più calde del giorno.

Ricordiamo che oltre 61.000 persone sono morte nelle onde di calore dell'estate scorsa. I lavoratori a basso reddito sono particolarmente vulnerabili.

Ma l’ondata di caldo di questi giorni sta creando un’impennata dei consumi elettrici che toccano il top dell’anno e si avvicinano al record storico. Ieri l'altro i consumi monitorati da Terna hanno toccato il massimo dell’anno a 56,67 GW. Ieri la stima era quella di arrivare a un nuovo picco del 2023 a 58,72 GW avvicinandosi così al massimo storico del luglio 2015, quando i consumi raggiunsero i 60,5 GW.

Caldo, incendi, eventi estremi: allarme globale

In Grecia, i vigili del fuoco stanno comabattendo contro gli incendi che hanno anche costretto all'evacuazione in villaggi a sud, ovest e nord di Atene, bruciando un'area estimata di 3.000 ettari di boschi, mentre le condizioni di siccità aumentavano il rischio di ulteriori fiamme in tutta Europa. Gli incendi in Canada hanno bruciato finora quest'anno un'area di 25 milioni di acri, circa le dimensioni del Kentucky, superando il record annuale del paese risalente al 1989.

L'Algeria ha registrato un picco di consumo elettrico di 18.377 megawatt, in concomitanza con un'ondata di caldo senza precedenti che ha colpito la maggior parte delle province del Paese. Questo picco è il terzo in tre giorni, dopo quello registrato il 9 luglio con un consumo di 17.508 megawatt e il secondo lunedì scorso con 17.905 megawatt.  Da domenica scorsa, la maggior parte delle province algerine sta attraversando un'ondata di caldo senza precedenti, con temperature che hanno raggiunto i 47 gradi all'ombra ad Algeri la capitale, mentre hanno toccato i 50 gradi in molte regioni del deserto del Paese nordafricano.

A Phoenix, negli Stati Uniti, si è registrato il 19° giorno consecutivo di temperature superiori a 43,3 gradi Celsius, infrangendo un record quasi cinquantennale. Nella Death Valley National Park in California, il termometro ha segnato poco più di 53 gradi Celsius. Altrove nel paese, si prevedeva un peggioramento delle condizioni di calore e umidità lungo la costa del Golfo e in tutto il Sud-Est.

Andamento medie trentennali temperature USA (Fonte: https://www.houstonpublicmedia.org/)

E in Asia, in Iran, l'indice di calore ha raggiunto i 66 gradi Celsius nei giorni recenti, vicino ai limiti di ciò che normalmente gli esseri umani sani possono sopportare.

Pechino ha registrato un altro giorno di calore a 35 gradi Celsius, mentre a Hangzhou, un'altra città cinese, ha segnalato la temperatura più alta mai registrata in quel paese: 52,2 gradi Celsius, e le condizioni soffocanti sono state paragonate a una sauna.

Nel frattempo si manifestano sempre con maggiore violenza i fenomeni meteorici distruttivi

Mentre il caldo soffoca parte del pianeta si susseguono i fenomeni improvvisi e distruttivi causati sempre dal clima.

Nella tarda mattinata di oggi giovedì 13 luglio, tra Cervia e Milano Marittima si è verificata una violenta tromba d'aria e un nubifragio improvviso con grandine e forti rovesci, che ha abbattuto numerosi alberi della storica pineta.

Alberi abbattuti a margine della Pineta naturale di Cervia (Foto Andrea Dari)

Ieri un fenomeno di «downburst» in Cadore e in Trentino Alto Adige. Una violenta tromba d'aria ha colpito diversi centri del Cadore, nel Bellunese, scoperchiando i tetti di vari edifici e causando la caduta di alberi che in alcuni casi hanno danneggiato auto parcheggiate. Non risultano persone ferite o contuse. Decine gli interventi di soccorso dei vigili del fuoco di Belluno. Ma danni e disagi per i violenti temporali si sono registrati anche in tutto l'Alto Adige.

Che cosa è il downburst

Il downburst, definito anche come raffica discendente, è un fenomeno meteorologico consistente in forti raffiche di vento discensionali. L'impatto col suolo crea un improvviso scoppio (da qui l'uso del termine burst) e produce spesso un vortice rotante con asse orizzontale; dato che il flusso d'aria in entrata (inflow), che si dirige verso il temporale, scorre accanto al flusso d'aria in uscita (outflow), che alimenta il downburst stesso, nel vortice si vengono a trovare campi di vento molto vicini tra di loro dotati di direzione opposta e velocità elevata; una raffica discendente può rimanere al suolo anche per 30 minuti, nel caso di fenomeni particolarmente violenti. Le folate possono raggiungere velocità elevate, prossime o superiori ai 100 km/h.

Molti ovviamente si sono ricordati della tempesta Vaia accaduta tra ottobre e novembre 2018.

Tra i vari fenomeni potremmo anche ricordare le recenti alluvioni di Marche e Romagna.

Eppure il clima stenta ad entrare nelle agende dei paesi

Il caso Default deglu USA

Abbiamo visto cosa è successo negli Stati Uniti in occasione della trattativa a livello federale per evitare il Default tra democratici e repubblicani. Nello scontro il tema della sostenibilità ha avuto un peso importantissimo.

Innanzitutto sulle cause.

Innanzitutto perché l’Agenzia delle Entrate americana ha concesso a migliaia di contribuenti, colpiti dalle forti tempeste, le inondazioni e gli smottamenti che hanno coinvolto la California, l'Alabama e la Georgia, di ritardare il pagamento delle imposte. Questo ha anticipato di mesi, e in maniera inattesa, la necessità del governo centrale di emettere nuovo debito.

E poi sulle politiche.

Biden e la sua segretaria al Tesoro Yellen effettuano politiche industriali, finanziate con fondi pubblici, per favorire le transizioni energetica e digitale.

Ma la maggioranza repubblicana alla Camera è fortemente contraria a qualsiasi aumento della spesa.

E ad aprile i repubblicani della Camera hanno approvato una legge che prevede l'innalzamento del limite del debito in cambio di profondi tagli alla spesa e l'abbandono della recente legislazione sul clima approvata dai democratici. Biden ha criticato la legge, affermando che avrebbe danneggiato le famiglie dei lavoratori e avvantaggiato l'industria del petrolio e del gas, e ha accusato i repubblicani di mettere a rischio l'economia americana.

Non solo: non aumentare il debito vorrebbe dire come prima conseguenza tagliare le spese indirizzate alle fasce deboli della popolazione: sostegno pubblico alla sanità (il cosiddetto MedicAid), sussidi alimentari per famiglie bisognose, sussidi ai veterani e pensioni. Tutto questo nel Paese più diseguale tra quelli del G8, dove la metà più povera della popolazione – circa 166 milioni di persone – detiene solo l’1,5% della ricchezza nazionale (dati World Inequality Database).

Come è andata a finire: Biden ha dovuto accettare un forte compromesso.

Il cambiamento climatico è una scomoda verità: Al Gore mette all'indice l'energia fossile

Sono trascorsi 17 anni da quando l'ex vicepresidente Al Gore ha lanciato l'allarme sul cambiamento climatico con il suo documentario "An Inconvenient Truth". Da allora, non ha mai smesso di gridare ai quattro venti i rischi del riscaldamento globale. Alcune riflessioni. LINK

Il caso BONUS in Italia

Le costruzioni e il comparto immobiliare pesano circa il 40% dei consumi di energia e di produzione di CO2 del Paese. Il nostro patrimonio immobiliare è uno dei più vetusti in Europa.

Con gli incentivi di questi anni - superbonus, bonus, cessione del credito e sconto in fattura - si è cercato di porre un rimedio a questa situazione in modo strutturale.

Si sono spesi molti soldi - alcuni anche in modo incontrollato e illegale - ma il risultato è stato positivo sotto molti punti di vista: miglioramento per la prima volta di una fertta importante degli edifici pubblici e privati, creazione di PIL e posti di lavoro, stimolo alla fiducia.

Secondo la recente analisi di Nomisma è stato rilevato che l’impatto economico totale del 110% sull’economia nazionale è stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto (Superbonus e il suo impatto economico: 110% Monitor di Nomisma analizza gli effetti dell'incentivo".

Eppure il nuovo governo ha di fatto soffocato questa strategia - diventata oggi ancora più attuale con il Green Deal europeo - lasciando una situazione di crediti incagliati molto preoccupante e proseguendo con una politica del cambio continuo degli scenari che non aiuta il cittadino e la pubblica amministrazione delle scelte sostenibili.

E ad oggi non si vedono proposte su questo fronte degne di nota.

Il bla bla bla sul clima

Ora ci preoccupiamo del caldo, ma pochi mesi fa ci preoccupavamo del freddo e di come riscaldare la casa e gli uffici e le scuole in assenza di energia.

Ha ragione quindi Greta Thumberg quando ci accusa di fare troppe chiacchiere e poca sostanza sul clima.

E questo ci porta a vivere in un contesto di continua emmergenza, in cui i soldi si spendono per rimediare ai disastri piuttosto che per fare prevenzione.

E il silenzio sul quadro delle proposte - anche da parte di noi tecnici - è purtroppo assordante.

Non ci resta che appellarci al sempreverde "non ci sono più le mezze stagioni"

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