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CALCESTRUZZO: nel 2012 perso più di un quinto della produzione

Le giornate di MADE in concrete si concludono con la presentazione del Rapporto economico Atecap sul settore del calcestruzzo preconfezionato. A fornire l'analisi della produzione nell'anno 2012 e le previsioni sull'andamento del mercato e' Marco Borroni, Presidente della Commissione Marketing del'Atecap. I risultati che emergono confermano che la nostra economia sta vivendo una crisi epocale senza precedenti che ha visto l'apice nel 2012: i numeri europei e quelli italiani in particolare evidenziano una situazione drammatica nel mondo delle costruzioni ma ancor di più nel settore del calcestruzzo. Dall'anno di inizio della crisi e fino alla fin e del 2012, la produzione del calcestruzzo preconfezionato si è quasi dimezzata (44,4%, quasi 6 punti percentuali in più della media europea), passando nel periodo considerato da 72,5 a 40,2 milioni di mc. E la previsione per il 2013 è ancora all'insegna di assenza di reali segnali di interruzione della tendenza recessiva: -24,6% rispetto all'anno precedente, che si aggiunge al -22,5% registrato nel 2012 rispetto al 2011. Il Rapporto, aggiunge Borroni, e' molto complesso e vuole offrire una conoscenza del settore per avere una fotografia puntuale del sistema imprenditoriale, del peso occupazionale, del valore produttivo di un segmento produttivo imprescindibilmente legato al mondo industriale delle costruzioni. Si tratta di un documento sicuramente destinato nel tempo a rappresentare un costante riferimento conoscitivo e uno strumento di analisi per le imprese e per tutti coloro che operano nell'industria delle costruzioni. L'intervento di Borroni si è concluso ponendo ai relatori della tavola rotonda che è seguita alla presentazione delle domande: e' solo una crisi? O un cambiamento epocale? Riorganizzazione del settore su livelli di attività dimezzati rispetto al passato recente? Quali i futuri punti di forza? A rispondere a queste domande e alle altre poste dall'inviato de Il Sole 24 Ore Luca Orlando il Presidente dell'Atecap Silvio Sarno e Nicola Serravalle di Assoimmobiliare. E' emerso come la sfida da cogliere affinché la crisi da via senza uscita possa trasformarsi in una opportunità per un futuro dell'industria delle costruzioni e del calcestruzzo preconfezionato è quella di stimolare fortemente i meccanismi naturali del mercato, puntando innanzitutto a superare la facile concorrenza fondata esclusivamente sul prezzo più basso. Il Viceministro per le Infrastruture e i Trasporti, intervenendo con un contributo video ha confermato la situazione drammatica del comparto dell'edilizia non compatibile con il rilancio di una vera politica infrastrutturale di cui il nostro Paese avrebbe comunque bisogno. Purtroppo però, ha aggiunto De Luca, mancanza di risorse e appesantimento procedurale rendono ingessata un'industria che garantisce il funzionamento fisico del Paese, lo aiuta a crescere, lo sostiene e ne può determinare concretamente, se adeguatamente riconosciuto, l'uscita dalla crisi, così come contribuire in maniera determinante a rilanciare un nuovo sviluppo. Il Viceministro ha chiosato dichiarando che "non riuscire ad attivare i giusti investimenti nelle costruzioni è un delitto per le comunità" e concordando dunque con le tesi e le richieste dell'industria delle costruzioni, pur confermando drammaticamente le difficoltà ad operare. La situazione in cui oggi ci si trova vede troppi operatori per poco mercato, un mercato che si è drasticamente ridotto e che non ritornerà ai livelli precrisi né a breve né a medio termine e che quindi non è in grado di sostenere una struttura produttiva che va fortemente ridimensionata. Per la verità il mercato ha già iniziato a determinare contrazioni della struttura produttiva, ma lo sta facendo proprio mettendo in crisi le imprese sane e non gli operatori improvvisati, a volte veri e propri avventurieri, se non peggio. Occorre reagire subito contro questa tendenza pena la sopravvivenza delle nostre imprese, occorre fare in modo che nel mercato siano introdotte regole in grado di assicurare una selezione virtuosa, capace, cioè, di contenere, emarginare e annullare gli effetti di una concorrenza scorretta posta in atto da soggetti che non rispettano le regole. E il 2014 non sarà ancora l'anno della svolta, ma, se mai arriverà, l'industria italiana del calcestruzzo non deve comunque correre il rischio di farsi trovare impreparata a causa del ridimensionamento dell'offerta in atto. Sarno ha concluso citando Albert Einstein per il quale "la crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi" ed esortando al dovere morale degli imprenditori di credere in questo perché la crisi è una possibilità di crescita, per il bene della categoria, per il futuro del Paese.

Presentato oggi (5 ottobre 2013) il Rapporto economico Atecap sul settore del calcestruzzo preconfezionato.

A fornire l'analisi della produzione nell'anno 2012 e le previsioni sull'andamento del mercato e' Marco Borroni, Presidente della Commissione Marketing del'Atecap.I risultati che emergono confermano che la nostra economia sta vivendo una crisi epocale senza precedenti che ha visto l'apice nel 2012: i numeri europei e quelli italiani in particolare evidenziano una situazione drammatica nel mondo delle costruzioni ma ancor di più nel settore del calcestruzzo.

Dall'anno di inizio della crisi e fino alla fin e del 2012, la produzione del calcestruzzo preconfezionato si è quasi dimezzata (44,4%, quasi 6 punti percentuali in più della media europea), passando nel periodo considerato da 72,5 a 40,2 milioni di mc. E la previsione per il 2013 è ancora all'insegna di assenza di reali segnali di interruzione della tendenza recessiva: -24,6% rispetto all'anno precedente, che si aggiunge al -22,5% registrato nel 2012 rispetto al 2011.

Il Rapporto, aggiunge Borroni, e' molto complesso e vuole offrire una conoscenza del settore per avere una fotografia puntuale del sistema imprenditoriale, del peso occupazionale, del valore produttivo di un segmento produttivo imprescindibilmente legato al mondo industriale delle costruzioni. Si tratta di un documento sicuramente destinato nel tempo a rappresentare un costante riferimento conoscitivo e uno strumento di analisi per le imprese e per tutti coloro che operano nell'industria delle costruzioni.

L'intervento di Borroni si è concluso ponendo ai relatori della tavola rotonda che è seguita alla presentazione delle domande: e' solo una crisi? O un cambiamento epocale? Riorganizzazione del settore su livelli di attività dimezzati rispetto al passato recente? Quali i futuri punti di forza?

A rispondere a queste domande e alle altre poste dall'inviato de Il Sole 24 Ore Luca Orlando il Presidente dell'Atecap Silvio Sarno e Nicola Serravalle di Assoimmobiliare. E' emerso come la sfida da cogliere affinché la crisi da via senza uscita possa trasformarsi in una opportunità per un futuro dell'industria delle costruzioni e del calcestruzzo preconfezionato è quella di stimolare fortemente i meccanismi naturali del mercato, puntando innanzitutto a superare la facile concorrenza fondata esclusivamente sul prezzo più basso.

Il Viceministro per le Infrastruture e i Trasporti, intervenendo con un contributo video ha confermato la situazione drammatica del comparto dell'edilizia non compatibile con il rilancio di una vera politica infrastrutturale di cui il nostro Paese avrebbe comunque bisogno. Purtroppo però, ha aggiunto De Luca, mancanza di risorse e appesantimento procedurale rendono ingessata un'industria che garantisce il funzionamento fisico del Paese, lo aiuta a crescere, lo sostiene e ne può determinare concretamente, se adeguatamente riconosciuto, l'uscita dalla crisi, così come contribuire in maniera determinante a rilanciare un nuovo sviluppo. Il Viceministro ha chiosato dichiarando che "non riuscire ad attivare i giusti investimenti nelle costruzioni è un delitto per le comunità" e concordando dunque con le tesi e le richieste dell'industria delle costruzioni, pur confermando drammaticamente le difficoltà ad operare.

La situazione in cui oggi ci si trova vede troppi operatori per poco mercato, un mercato che si è drasticamente ridotto e che non ritornerà ai livelli precrisi né a breve né a medio termine e che quindi non è in grado di sostenere una struttura produttiva che va fortemente ridimensionata. Per la verità il mercato ha già iniziato a determinare contrazioni della struttura produttiva, ma lo sta facendo proprio mettendo in crisi le imprese sane e non gli operatori improvvisati, a volte veri e propri avventurieri, se non peggio.

Occorre reagire subito contro questa tendenza pena la sopravvivenza delle nostre imprese, occorre fare in modo che nel mercato siano introdotte regole in grado di assicurare una selezione virtuosa, capace, cioè, di contenere, emarginare e annullare gli effetti di una concorrenza scorretta posta in atto da soggetti che non rispettano le regole.
E il 2014 non sarà ancora l'anno della svolta, ma, se mai arriverà, l'industria italiana del calcestruzzo non deve comunque correre il rischio di farsi trovare impreparata a causa del ridimensionamento dell'offerta in atto.

Sarno ha concluso citando Albert Einstein per il quale "la crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi" ed esortando al dovere morale degli imprenditori di credere in questo perché la crisi è una possibilità di crescita, per il bene della categoria, per il futuro del Paese.