Calcestruzzo FRC, Felitti: "Fondamentale certificare i processi produttivi per raggiungere i relativi criteri prestazionali"
Nell'intervista, Matteo Felitti evidenzia l'importanza del calcestruzzo FRC, con focus sul mix design e l'aggiornamento normativo per migliorare la sostenibilità e la lavorabilità, sottolineando il successo del nuovo format delle tavole rotonde del SAIE 2024, che ha favorito un dialogo costruttivo tra esperti e pubblico.
Proposto un aggiornamento delle Linee Guida FRC, per una spinta sempre maggiore verso la sostenibilità
Andrea Dari:
Qual è, secondo te, l’informazione più significativa che è emersa dall’evento?
Matteo Felitti:
Caro Andrea, Ti premetto che è stata una tavola rotonda molto interessante che ha toccato un tema di grande attualità qual è quello del calcestruzzo fibrorinforzato. Già dalla Key lecture del Prof. Giovanni Plizzari sono apparsi spunti interessanti sull’utilizzo di questo materiale nelle centrali di betonaggio e negli stabilimenti di prefabbricazione.
In particolare, sono stati menzionati alcuni dettagli sul mix design del calcestruzzo fibrato, per porre l’attenzione sulla variazione degli aspetti reologici, legati alla lavorabilità, la quale subisce rilevanti modifiche rispetto ad un calcestruzzo non fibrato. Da qui la necessità di studiare le miscele in FRC in funzione del tipo e del quantitativo di fibra utilizzata.
Altro importante argomento affrontato è stato quello dell’utilizzo degli FRC per realizzare elementi strutturali in calcestruzzo armato in sostituzione di una quota parte dell’armatura lenta ordinaria.
Si è posta l’attenzione sulle verifiche a taglio e a flessione delle sezioni in c.a. in presenza di fibre metalliche o in polipropilene strutturali, evidenziando l’esigenza di un opportuno aggiornamento dei progettisti su tali argomenti, propri della Scienza e Tecnica delle costruzioni.
Infine, si è ritenuto indispensabile proporre una procedura di aggiornamento della “Linea guida per l’identificazione, la qualificazione, la certificazione di valutazione tecnica ed il controllo di accettazione dei calcestruzzi fibrorinforzati FRC (Fiber Reinforced Concrete)”, per rivedere, tra le altre cose, alcuni paragrafi relativi al minimo dosaggio delle fibre e al Certificato di Valutazione Tecnica (CVT).
Infatti, la presenza, a questa tavola rotonda, del Presidente Pietro Baratono e di Michele Ricci del Consiglio Superiore LLPP, è stata fondamentale per mettere in discussione alcuni punti delle citate Linee guida. In particolare, nell’ottica della sostenibilità, si è proposto, di eliminare la prescrizione del dosaggio minimo di fibre allo 0,3% in volume a favore della tanto gradita prestazione!
Inoltre, viste le difficoltà delle centrali di betonaggio nell’affrontare la procedura per l’ottenimento del CVT, si è proposto, per il solo preconfezionato, una forte semplificazione di tale procedura introducendo l’FPC Plus che andrebbe ad ottimizzare L’FPC classico (Factory Production Control – Controllo di Produzione in Fabbrica) per le centrali di betonaggio interessate al confezionamento degli FRC. Insomma una svolta importante per il preconfezionato!
Infine, gli interventi dei rappresentanti delle Aziende espositrici hanno posto l’attenzione sulle ricadute professionali, sia nella proposta di semplificazione della procedura per l’ottenimento del CVT, sia per quanto riguarda l’opportunità di utilizzare fibre provenienti da materiale ricicciato con l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio.
Andrea Dari:
C’è stato un momento specifico durante l’evento in cui si è riscontrato un consenso unanime o, al contrario, un forte disaccordo su un tema cruciale? Qual era l’argomento in questione?
Matteo Felitti:
Francamente non ho notato disaccordi sulle tematiche esposte. Ho constatato, invece, un grande entusiasmo, da parte di tutti i relatori (di alto spessore culturale), nell’affrontare il tema dei fibrorinforzati.
Andrea Dari:
L’esperienza della regolamentazione del calcestruzzo fibrorinforzato, che ha richiesto due revisioni e cinque anni per sviluppare un modello focalizzato più sulla certificazione dei processi che dei prodotti, potrebbe essere un esempio da applicare in altri ambiti?
Matteo Felitti:
Ritengo di estrema importanza certificare i processi produttivi, Infatti, solo in tale ipotesi, è possibile raggiungere i relativi criteri prestazionali stabiliti in fase progettuale. Certamente è da prendere come esempio da estendere in altri ambiti appartenenti al mondo delle costruzioni.
Andrea Dari:
L’evento ha adottato un format particolarmente innovativo. Ritieni che abbia funzionato? Se sì, per quali motivi?
Matteo Felitti:
Le tavole rotonde, con il nuovo format, da te organizzate, ritengo abbiano avuto un grande successo in quanto, durante la Key lecture, i relatori e il pubblico avevano la possibilità di leggere e riflettere sui contenuti della presentazione ed interagire, costruttivamente, anche sul “giro” di domande esposte dal moderatore. Direi di ripetere tale format alla prossima occasione!
Andrea Dari:
Qual è il tuo giudizio complessivo sull’edizione di quest’anno del SAIE?
Matteo Felitti:
Forse sarò di parte, ma questa edizione del SAIE 2024 a Bologna mi è piaciuta tantissimo. Ho moderato piacevolmente le tavole rotonde affrontando temi di estrema attualità ed interesse per il mondo delle costruzioni in calcestruzzo armato. Sono emersi spunti di riflessione da approfondire, spero, nella prossima edizione di Bari.
Inoltre, il contributo a professionisti e studenti, dato dalla Scuola del Calcestruzzo - che mi onoro di coordinare - è stato davvero notevole!
La sfida “indovina la prestazione” ci ha dato la possibilità di interagire con il pubblico presente sugli aspetti relativi al comportamento del calcestruzzo al variare del mix design.
Molto seguite anche le prove sul calcestruzzo fresco ed indurito a cura di Tecnocontrolli, le relazioni sui calcestruzzi fibrorinforzati, autocompattanti, sui controlli di accettazione e le simulazioni relative alle prove non distruttive e ai monitoraggi strutturali a cura dell’Associazione Master.
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