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Calcestruzzo FRC, Cardone (ALIG): "Da rivedere il sistema di qualificazione del materiale"

In questa intervista Pietro Cardone (Presidente ALIG) sottolinea i principali temi sui quali si è discusso nel corso dell'evento sul FRC tenutosi a SAIE 2024, come le criticità nel sistema di qualificazione del calcestruzzo fibrorinforzato, evidenziando i tempi e i costi elevati delle procedure di certificazione. Si è inoltre discusso della necessità di un sistema più flessibile e orientato al processo, per favorire lo sviluppo del materiale, con consenso unanime sulla ricerca di soluzioni pratiche.

"Un diverso sistema di qualificazione potrebbe consentire un maggiore sviluppo del FRC e maggiori possibilità di applicazione"

A seguito dell'evento "Il calcestruzzo fibrorinforzato: mix design, certificazione, controlli di accettazione" tenutosi all'interno di SAIE 2024, il Presidente di ALIG (Associazione Laboratori Ingegneria e Geotecnica) Pietro Cardone evidenzia i principali temi sui quali si è discusso nel corso dell'incontro.

 

Andrea Dari:
Qual è, secondo te, l’informazione più significativa che è emersa dall’evento?

Pietro Cardone:

L’incontro relativo al tema “Il calcestruzzo fibrorinforzato: mix design, certificazione, controlli di accettazione”, ha confermato le criticità connesse al sistema di qualificazione di un materiale ottenuto dalla composizione di più componenti, per i quali la modifica delle caratteristiche di ognuno o la misura della presenza di ognuno nell’ambito della miscela sono di per se motivo per dover procedere a nuova qualificazione (acquisizione CVT), con tempi e costi elevati e tali da scoraggiare l’attivazione della procedura stessa.

 

Andrea Dari:
C’è stato un momento specifico durante l’evento in cui si è riscontrato un consenso unanime o, al contrario, un forte disaccordo su un tema cruciale? Qual era l’argomento in questione?

Pietro Cardone:

Con riferimento allo specifico argomento sopra indicato, direi che i diversi interlocutori, sia pure con differenti tonalità, abbiano convenuto sulle criticità cui ho sopra fatto riferimento e sulla esigenza di porre soluzione alle stesse.
In tal senso, è stato comune anche l’accento relativo alla utilità di creare condizioni perché un tale materiale, nelle sue diverse variabili, possa essere maggiormente sviluppato attese le potenzialità connesse allo stesso. La definizione di un diverso sistema di qualificazione potrebbe consentirne un maggiore sviluppo e maggiori possibilità di applicazione, ancor più in un momento in cui, in particolare, gli interventi sulle costruzioni esistenti sono occasione di sperimentazione e sviluppo di materiali e tecnologie applicative.

 

Pietro Cardone - Presidente ALIG
Pietro Cardone - Presidente ALIG (INGENIO)

  

Mi fa piacere aggiungere che, avendo partecipato in rappresentanza della ALIG (Associazione Laboratori Ingegneria e Geotecnica) a diversi tavoli di discussione, il tono degli incontri è sempre stato indirizzato a perseguire un esame argomentato dei diversi temi, privilegiando aspetti di carattere tecnico e di natura oggettiva, senza spunti polemici o finalizzati alla difesa di posizioni di parte.

  

Andrea Dari:
L’esperienza della regolamentazione del calcestruzzo fibrorinforzato, che ha richiesto due revisioni e cinque anni per sviluppare un modello focalizzato più sulla certificazione dei processi che dei prodotti, potrebbe essere un esempio da applicare in altri ambiti?

Pietro Cardone:

Per quanto sopra, come del resto è emerso dai diversi contributi del tavolo di discussione, sono della idea che laddove un materiale, come il calcestruzzo fibrorinforzato, possa presentare elevate possibilità di incostanza delle sue caratteristiche in relazione anche a piccole variazioni dei suoi componenti, la attuale procedura di qualifica, riferita a processi ma con certificazione da parte dell’Ente statale competente, possa risultare penalizzante per lo sviluppo di un tale materiale. Di conseguenza, direi che la certificazione dovrebbe qualificarsi ancor più come una certificazione di processo, se vogliamo di più elevato livello sperimentale, ma che possa essere parte della più generale certificazione FPC di impianto di produzione industriale.

 

Andrea Dari:
Come Presidente ALIG ti ritieni soddisfatto di quanto emerso nella discussione? ci sono aspetti che avresti voluto trattare ma ne è mancato il tempo?

Pietro Cardone:

Discussioni di questo tipo devono consentire di far emergere aspetti condivisi delle criticità connesse all’argomento oggetto della discussione e, per quanto possibile nella circostanza, la individuazione di percorsi per la soluzione, avendo cura di restare su terreni concreti di approfondimento piuttosto che allargarsi ai massimi sistemi. I dettagli è bene che siano poi rinviati ad un momento successivo.

Devo dire che i tavoli cui ho partecipato, probabilmente anche per il tipo di conduzione, hanno avuto questo tipo di approccio rispetto agli argomenti in esame.

 

Andrea Dari - Editore e Direttore di INGENIO
Andrea Dari - Editore e Direttore di INGENIO (INGENIO)

 

Andrea Dari:
L’evento ha adottato un format particolarmente innovativo. Ritieni che abbia funzionato? Se sì, per quali motivi?

Pietro Cardone:

Mi rifaccio a quanto appena riportato al punto precedente. In più, aggiungo che il format del tavolo tecnico di confronto mi è parso efficace per esaminare compiutamente gli argomenti posti in esame, avendo previsto la partecipazione allargata a tutti gli attori interessati all’argomento, posti in condizione di esprimere posizioni ed esigenze con l’obiettivo di focalizzare i punti critici e definire una sintesi di problematiche e percorsi di soluzione.

Andrea Dari:
Qual è il tuo giudizio complessivo sull’edizione di quest’anno del SAIE?

Pietro Cardone:

Ho avuto l’impressione che il SAIE abbia riscosso una maggiore partecipazione ed interesse rispetto alle ultime edizioni. Trovo che le Fiere di carattere generalista, cui eravamo abituati, abbiano ormai poca ragion d’essere, considerate le molteplici possibilità di informazione cui oggi si può fare riferimento. Trovo invece che possano avere maggiore ragion d’essere occasioni, come quelle di cui si parla, che possano consentire di porre insieme attori diversi, aventi ruolo in uno stesso ambito, per approfondire argomenti che abbiano manifestato l’esigenza di un tale processo.

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