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Calcestruzzi: da Peschiera Borromeo, prodotti sostenibili per la città di Milano

Milano si sta impegnando per essere una città più sostenibile. È determinata a ridurre le emissioni climalteranti e favorire l’utilizzo di materiali ecocompatibili. L'impianto di betonaggio Calcestruzzi di Peschiera Borromeo certificato CSC, grazie alla gamma eco.build, garantisce alla città e al suo hinterland calcestruzzi sostenibili dotati di EPD e rispondenti ai requisiti CAM.

Milano, l’impegno della città per cantieri sempre più sostenibili

Il mercato dei materiali per l’edilizia green è infatti in netta crescita, come segnalato da recente report di internazionali e dalle stime di Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili). L’emergenza globale sul cambiamento climatico in atto ha costretto industrie e governi a ripensare lo scenario economico del settore delle costruzioni, spingendo il mercato verso abitazioni per i cittadini europei sempre meno energivore, più attente alla salute e all’impatto ambientale e incentivando, con la direttiva dell’Unione europea sugli edifici green, il rinnovamento degli edifici esistenti in termini di prestazioni energetiche.

In particolare, per quanto riguarda la città di Milano sicuramente punto di riferimento del mercato immobiliare internazionale, si conferma essere una città sempre più attenta alla qualità del vivere, al centro dell’innovazione, anche nel settore delle costruzioni. Da un confronto constante con i maggiori players del settore emerge la richiesta di edilizia con certificazioni di sostenibilità e target sempre più allineati all’evoluzione del costruire sostenibile.

Negli ultimi anni, la Lombardia e, in particolare la Città metropolitana di Milano, si è trasformata in un laboratorio fertile di progetti e sviluppi di rigenerazione urbana: Porta Nuova, CityLife, Up Town, Santa Giulia, sono solo alcuni esempi.

Secondo un censimento realizzato da Green Building Council Italia a Milano ci sono 170 edifici certificati BREAM, 159 LEED e 16 Well.

L’impegno di Milano per essere una città più sostenibile, determinata a ridurre le emissioni climalteranti e favorire l’utilizzo di materiali ecocompatibili, trova conferma nell’adesione del Comune alla dichiarazione “C40 Clean Construction Accelerator” per favorire costruzioni e cantieri edili più sostenibili e a basso impatto ambientale, promossa dalla rete internazionale di C40 Cities, un network di circa 100 città influenti a livello globale impegnate a combattere il cambiamento climatico e nella definizione; nel 2019, del piano PGT Milano 2030 che prevede, tra gli obiettivi, anche nuove norme sulle modalità di costruzione dei nuovi edifici, degli interventi di demolizione con ricostruzione e di ristrutturazione dell'esistente, in base alle quali tutti i nuovi edifici a partire dal 2020 dovranno essere carbon neutral, in anticipo con gli impegni di C40 per il 2030, e la riduzione dell'impronta del suolo consumato di almeno il 10% nei casi di demolizione e ricostruzione: la Milano di oggi ha una visione chiara del suo futuro.

Nello specifico, con la sottoscrizione di questi obiettivi il Comune si impegna a dare priorità alla riconversione e ristrutturazione del patrimonio edilizio e delle infrastrutture già esistenti, prima che vengano presi in considerazione nuovi progetti di costruzione e di relativo consumo di suolo nonché a favorire, attraverso un meccanismo di premialità nei propri appalti, la progettazione circolare e l’utilizzo nei cantieri edili di macchinari a emissioni zero oltre all’impiego di materiali a basso contenuto di carbonio o che limitano la produzione di rifiuti in loco.

Un impegno che riguarderà non solo il Comune di Milano ma anche le sue partecipate, Atm, MM e A2A, e che vedrà il coinvolgimento di imprese, cittadini, parti sociali e altre figure per definire sinergie e piani comuni che consentano il raggiungimento degli obiettivi collettivi per una città carbon neutral entro il 2050.

Un impegno che inevitabilmente crea una forte domanda sul territorio della città metropolitana di Milano di soluzioni e prodotti sostenibili e a ridotto impatto ambientale per il mercato del cemento e del calcestruzzo. E qui entra in gioco l’impianto Calcestruzzi di Peschiera Borromeo che è in grado di soddisfare le richieste del mercato, dei progettisti e delle imprese con calcestruzzi non strutturali (per getti di livellamento, pulizia e riempimento) e strutturali (per strutture in genere, fondazioni, solai, pilastri e muri) della gamma eco.build.

L’impianto ha ottenuto la certificazione internazionale CSC – “Responsible sourcing certificate for concrete and its supply chain - Rating Gold, primo impianto Calcestruzzi a ottenere questo tipo di certificazione, proprio per soddisfare la richiesta del mercato locale, garantendo prodotti performanti e filiere sicure, responsabili e sostenibili. Un risultato notevole sul piano del punteggio totale e di certificazione di tutta la catena di fornitura grazie anche l'acquisizione del punteggio ottenuto grazie anche alla certificazione CSC della cementeria Italcementi di Calusco d'Adda (BG).

Impianto Calcestruzzi di Peschiera Borromeo

I calcestruzzi non strutturali

Sono prodotti presso l’impianto di Peschiera Borromeo in base alle materie prime seconde selezionate e di qualità per i cantieri della città e, a prescindere dalle specifiche richieste di capitolato, rispondono ai requisiti CAM (Criteri Ambientali Minimi). Inoltre, per incontrare l’esigenza di ridurre le emissioni di CO2, si è lavorato agendo anche sui cementi utilizzati proponendo regolarmente soluzioni con cementi a ridotte emissioni che garantiscono sostenibilità, qualità e le prestazioni richieste.

I calcestruzzi strutturali

Per quanto concerne i calcestruzzi strutturali, l’impianto fornisce tutta la nuova gamma dei prodotti eco.build in grado di rispondere alle richieste del Green Procurement, rilasciando regolarmente la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) per i diversi tipi di calcestruzzo consegnati.

Sotto il profilo ambientale, i prodotti disponibili rispondono in modo efficace alla necessità di limitare il surriscaldamento globale nel rispetto degli standard dell’economia circolare e di sostenibilità richiesti, a livello europeo, dai sistemi di rating per le costruzioni, e sono funzionali alle esigenze di mercati sempre più orientati alla scelta di soluzioni sostenibili con prodotti di qualità e a ridotto impatto ambientale.

Che cosa sono i CAM

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono “i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto della Pubblica Amministrazione, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato”.

Con il Codice dei Contratti Pubblici (art. 34 del d.lgs. 50/2016, modificato dal D.Lgs 56/2017 del Ministero dell'Ambiente), sono stati resi obbligatori i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l'edilizia, introdotti nel 2015 e aggiornati recentemente con il decreto del 23 giugno 2022. Questo obbligo garantisce che la politica nazionale in materia di appalti pubblici verdi sia incisiva non solo nell’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali, ma anche nel promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili.

Le stazioni appaltanti, nell’indire bandi di gara, hanno l’obbligo di richiedere una percentuale di forniture “attente” a determinati parametri ambientali. In questo contesto, i produttori che sono in grado di affiancare alla documentazione tecnica a corredo dei propri prodotti una precisa “dichiarazione ambientale” hanno la possibilità di valorizzare i propri investimenti e differenziarsi sul mercato promuovendo prodotti e materiali “sostenibili”. Con una loro applicazione sistematica e omogenea, la legislazione italiana punta a favorire la diffusione di tecnologie e prodotti più sostenibili dal punto di vista ambientale con l’obiettivo di produrre un effetto leva sul mercato.

Nel settore dell’edilizia è sempre più diffusa una particolare attenzione alle tematiche ambientali, testimoniata, negli anni, dal crescente sviluppo di sistemi di rating della sostenibilità che, attraverso una certificazione, premiano le scelte progettuali effettuate in quest’ambito (LEED - Leadership in Energy and Environmental Design, GBC Italia, ITACA, DGNB e BREEAM - Building Research Establishment Environmental Assessment Method). Per questo, negli ultimi anni, la produzione di cementi e calcestruzzi ha investito in maniera consistente sulle gamme in grado di ridurne l’impatto ambientale.

La produzione si sta adeguando realizzando cementi con un basso contenuto di clinker (componente base del cemento Portland, ricavato da argilla e calcare): la sfida è riuscire a ottenere un materiale di costruzione capace di rispondere a questi nuovi requisiti mantenendo inalterate le performance in termini di stabilità, solidità e sicurezza.

La gamma eco.build: calcestruzzi e cementi sostenibili e con materie prime locali

In ottica obiettivi ESG (Environmental, Social e Governance) la gamma di soluzioni sostenibili eco.build, è dedicata all’utilizzo responsabile delle materie prime e focalizzata ad una sostanziale riduzione delle emissioni. Per dare una risposta concreta sotto il profilo ambientale alle richieste di sostenibilità del mercato e degli stakeholder, le direzioni verso cui ci siamo mossi per elevare gli standard di sostenibilità dei nostri materiali si possono sintetizzare con tre parole: ambiente, sostenibilità e territorio.

Il focus di questa gamma è realizzare prodotti con un basso tenore di clinker, massimizzando l’utilizzo di materie prime seconde di qualità e il più possibile lavorate a chilometro zero. La distribuzione dei nostri impianti sul territorio nazionale ci consente di utilizzare per questo tipo di prodotti materie prime locali che vengono reperite in prossimità dei siti di produzione. Gli obiettivi? Ridurre le emissioni di CO2 e favorire un approccio di economia circolare.

Con la gamma di prodotti eco.build, l’obiettivo è infatti ridurre l’utilizzo del clinker e aumentare quello di sottoprodotti provenienti da altre produzioni, nel rispetto delle normative e della qualità finale dei prodotti. Grazie alla sostituzione di materie prime naturali e non rinnovabili come il calcare e l’argilla che devono essere estratte dalle cave, con materie alternative come la loppa d’altoforno, le ceneri volanti o le pozzolane, si opera in una logica di economia circolare, sia in termini di risparmio di materie prime che di emissioni di CO2.

Nel dettaglio, Italcementi ha declinato in tre fattori misurabili il contributo alla riduzione della CO2:

  1. contenuto di clinker, il semilavorato che una volta macinato diventa cemento,
  2. il contenuto di materie prime seconde provenienti da altri cicli produttivi;
  3. le performance ambientale di prodotto, mantenendo la qualità e la sicurezza di sempre e a costi competitivi.

Calcestruzzi ha studiato prodotti in coerenza con i Criteri Ambientali Minimi (CAM), richiesti nelle gare pubbliche, che prevendono il 5% di materiali riciclato, per arrivare a percentuali di sostituzione più alte per progetti più ambiziosi in cui sono richiesti materiali in grado di soddisfare protocolli di certificazione nazionali e internazionali come LEED, ITACA o ENVISION sempre più richiesti nell’ambito di un’industria delle costruzioni sostenibile.

A questi si aggiungono i prodotti low carbon, studiati in ottica riduzione delle emissioni di CO2 impiegando cementi sostenibili per consegnare soluzioni sempre più sostenibili.

Nel dettaglio, i cementi della gamma eco.build si articolano su tre livelli:

  • Top: caratterizzato da basso tenore di clinker ed elevato contenuto di riciclato,
  • Premium: caratterizzato da basso tenore di clinker o elevato contenuto di riciclato
  • Classic: caratterizzato da basso tenore di clinker.

La gamma eco.build comprende anche i calcestruzzi:

  1. eco CAM, con un 5% minimo di materiale riciclato come richiesto dai Criteri Minimi Ambientali;
  2. eco TM, che modellano la percentuale del materiale riciclato in base alle richieste della committenza per superare le richieste CAM;
  3. Low Carbon, progettati per ridurre le emissioni di CO2 fino al 30%

La vera sfida per Italcementi e Calcestruzzi è produrre cementi e calcestruzzi sostenibili migliorando la qualità delle soluzioni. I calcestruzzi della gamma eco.build prodotti nell’impianto di betonaggio di Peschiera Borromeo ad esempio rappresentano la risposta alle esigenze di sostenibilità di cantieri importanti per Milano e provincia, come, ad esempio, quello che riguarda la progettazione e riqualificazione dell’area “Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena” di Milano e, più in generale, quelli “green” in cui negli ultimi tempi siamo coinvolti sempre più spesso.

In particolare, l’impianto di Peschiera Borromeo è in grado di offrire due tipologie di prodotto:

  • eco CAM progettato per soddisfare i Criteri Ambientali Minimi previsti dal codice degli appalti;
  • eco TM, un prodotto taylor made per esigenze di sostenibilità più spinte, progettato per i protocolli di rating che prevedono premialità per l’impiego di materiali riciclati.

Nel caso del Nuovo Policlinico, il cui iter costruttivo dovrebbe concludersi entro il 2023, tutti i lavori previsti dal progetto esecutivo sono stati affidati al Consorzio Stabile SIS (Consorzio Stabile SIS S.c.p.a. – capofila – in A.T.I. con Palaser s.r.l., Consorzio Innova società cooperativa ed AR.CO. Lavori S.C.C.). Calcestruzzi, direttamente coinvolta, fornirà per l’intero cantiere un volume complessivo di circa 80.000 metri cubi di calcestruzzo sostenibile del tipo C40/45 in eco CAM della gamma eco.build, proveniente proprio dall’impianto di Peschiera Borromeo (MI).

Un altro cantiere importante per Milano, per la cui fornitura sono stati utilizzati circa 60.000 metri cubi di calcestruzzo sostenibile del tipo C40/45 in eco CAM della gamma eco.build provenienti dallo stesso impianto di Peschiera Borromeo, è quello relativo al potenziamento della Strada Provinciale n. 103 "Antica di Cassano", nell'ambito dell'Accordo di Programma stipulato con la Regione Lombardia, la Provincia di Milano e il Comune di Segrate.

Grazie quindi ad una presenza diffusa e radicata sul territorio, siamo in grado di offrire prodotti innovativi e di qualità che sono alla base di soluzioni e applicazioni integrate capaci di soddisfare i bisogni del mercato locale.

Il percorso della sostenibilità

Considerato l’obiettivo della gamma eco.build di offrire a imprese e progettisti un portafoglio di soluzioni in grado di ridurre la CO2 e rispondere alle esigenze del mercato, il percorso di sostenibilità di questi prodotti nasce dalla produzione di un cemento che utilizzi materiali di recupero in sostituzione delle materie prime naturali provenienti dalle attività estrattive (cave e miniere) come calcare, argilla e scisti.

Utilizzando, in qualità di materiali alternativi, materiali non pericolosi provenienti da altri settori industriali, si arriva allo studio di calcestruzzi che nel loro mix design utilizzano materiali da costruzione e demolizione – tutti sottoposti a rigidi tracciamenti – in sostituzione degli aggregati naturali.

Queste pratiche consentono di evitare l’escavazione di 15 milioni di tonnellate l’anno di materiali, con una importante riduzione nell’utilizzo di risorse naturali aiutando così a contenere il riscaldamento globale, mantenendo sempre elevati standard qualitativi e costi competitivi.

Il ciclo di produzione del cemento e del calcestruzzo possono diventare attuatori di un percorso virtuoso di economia circolare per la valorizzazione di materiali provenienti da altri processi industriali.

Una rete produttiva performante e sostenibile per Milano e provincia

In questo contesto, l’impianto di betonaggio di Peschiera Borromeo non è l’unico in grado di fornire prodotti certificati e sostenibili per il mercato di Milano e dell’hinterland. Anche l'impianto di Cologno Monzese (MI) ha ottenuto la certificazione internazionale CSC – “Responsible sourcing certificate for concrete and its supply chain - Rating Gold.

La condivisione con il territorio

All’insegna di una condivisione con le comunità locali degli obiettivi di sostenibilità propri della filiera del cemento e del calcestruzzo, in quanto parte integrante del territorio a cui appartiene, nei mesi di maggio e giugno, Calcestruzzi ha aperto le porte dei propri impianti per far conoscere a cittadini, studenti e addetti ai lavori le soluzioni e le applicazioni sostenibili per il mondo delle costruzioni.

Il 24 giugno 2023, è stato possibile visitare l’impianto di betonaggio di Peschiera Borromeo. L’evento era una delle tappe dell’iniziativa “Porte Aperte”, organizzata da Federbeton, la Federazione che rappresenta la filiera del cemento e del calcestruzzo, in diverse aree del territorio italiano per scoprire il funzionamento, le innovazioni e i materiali “Made in Italy” alla base delle costruzioni che vengono prodotti nelle cementerie, negli impianti di calcestruzzo e negli stabilimenti di prefabbricazione dei propri Associati.

Un viaggio alla scoperta di una filiera che impiega oltre 34mila addetti sul territorio nazionale, oggi, più che mai impegnata nella transizione verso un’economia circolare per superare le sfide dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale.

Le nuove sfide dei mercati, a livello internazionale, nazionale e locale, riguardano la sostenibilità: riduzione delle emissioni di CO2, riduzione dei consumi degli aggregati naturali tramite la sostituzione con gli aggregati riciclati e riduzione del consumo della risorsa idrica tramite il riutilizzo delle acque di lavaggio opportunamente trattate per rimanere all’interno delle caratteristiche previste dalle norme e/o delle specifiche di capitolato.

L’attenzione al servizio e alla qualità dei materiali, alla sicurezza e alla sostenibilità si traduce in filiere e processi certificati, come la certificazione CSC o l’EPD di prodotto che si affiancano alle certificazioni di sistema ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001, per rispondere alle richieste di prodotti sostenibili di progettisti, imprese, committenze e del mercato. In questo senso Calcestruzzi Spa, parte del gruppo Heidelberg Materials, in stretta sinergia con Italcementi è impegnata nel programma di certificazione dei propri impianti.

Misurare e comunicare la sostenibilità del calcestruzzo

Per Italcementi e Calcestruzzi, la sostenibilità parte dal controllo di qualità che viene fatto sui cementi e sui calcestruzzi e passa anche attraverso la certificazione.

Gli impianti di produzione del cemento e del calcestruzzo sono certificati CSC, lo standard internazionale del Concrete Sustainability Council, che certifica il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione secondo i principi base della Sostenibilità e nel rispetto dei criteri ESG.

I prodotti, invece, sono certificati grazie all’EPD: oltre 40 prodotti proposti alle imprese e ai progettisti sono dotati di EPD (Dichiarazione ambientale di prodotto) un documento che rendiconta i potenziali impatti ambientali associati alla realizzazione di un prodotto/servizio, lungo tutto il suo ciclo di vita, mediante l’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment). Un certificato di garanzia della misura della sostenibilità dell’opera finale.

Tramite l’EPD è possibile calcolare le emissioni di CO2eq per ogni metro cubo di materiale che esce dall’impianto di produzione. Il risparmio di CO2 è calcolato considerando un calcestruzzo a pari composizione confezionato rispetto ad un riferimento esterno riconosciuto quale è l’associazione di categoria AITEC, un benchmark trasparente e riconosciuto a livello nazionale. Ad oggi, con calcestruzzi della gamma eco LOW Carbon è possibile ridurre le emissioni fino al 30%.

La certificazione CSC

Lo schema CSC certifica il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione secondo i principi base della sostenibilità e nel rispetto di cinque categorie di crediti: pre-requisiti, gestione, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità economica. L'obiettivo è quello di validare l'intera filiera di processo: dal trasporto al riciclo delle materie prime. Il tutto nel segno della massima trasparenza per garantire prodotti performanti e filiere sicure, responsabili e sostenibili.

Lo schema CSC può essere applicato per la valutazione degli impianti che producono calcestruzzo (preconfezionato o prefabbricato), aggregati o cemento. A seconda dell’oggetto della valutazione, lo schema applicato varia in modo contenuto, per effetto dell’impiego o meno di alcuni criteri, pur mantenendo però lo stesso tipo di impianto generale. La valutazione consente di definire un punteggio complessivo, in base al quale viene individuata una specifica classe di rating crescente: bronze, silver, gold, platinum.

Solo per il calcestruzzo realizzato in uno specifico impianto la valutazione effettuata conduce anche alla possibilità di ottenere il certificato del CSC, mentre i fornitori di aggregati, o di cemento, possono ottenere unicamente un “Certificato del fornitore”. Il valore di quest’ultimo può contribuire a stabilire il valore per la certificazione del calcestruzzo, nella misura in cui il fornitore certificato CSC contribuisce con il proprio cemento o aggregato alla realizzazione di quel calcestruzzo. Il contributo della filiera del cemento può arrivare fino al 25 % del punteggio complessivo, mentre per la filiera dell’aggregato fino ad un massimo del 15%.

Che cos’è l’EPD, Environmental Product Declaration

L’EPD - Environmental Product Declaration - è una dichiarazione volontaria e applicabile a tutti i prodotti e servizi, indipendentemente dal loro uso o dalla loro posizione nella filiera produttiva, nella quale vengono riportate le prestazioni ambientali relative al ciclo di vita di un prodotto/servizio, valutate mediante l’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment). In breve, l’EPD è una dichiarazione ambientale di prodotto certificata. Non un semplice certificato ma un documento tecnico che fornisce indicatori ambientali sul ciclo di vita secondo gli standard internazionali ed europei ISO 14025 ed EN 15804.

La Norma che regola lo sviluppo di un’EPD è infatti la UNI EN ISO 14025: 2010 (Etichette e dichiarazioni ambientali - Dichiarazioni ambientali di Tipo III - Principi e procedure), che specifica i requisiti applicabili qualora si intenda elaborare l’EPD di un prodotto o di un servizio. Per creare una EPD è necessario sviluppare uno studio LCA (Life Cycle Assessment) secondo regole predefinite in base alla categoria di prodotto indagata (PCR). I risultati di questa analisi sono poi riportati nel formato EPD.

L’EPD così sviluppata è poi certificata da una parte indipendente accreditata (Ente o singolo verificatore) oppure può essere asseverata dalla certificazione e verifica periodica del Processo aziendale di redazione e verifica delle EPD (EPD Process). Le EPD certificate possono essere pubblicate su piattaforme internazionali quali ENVIRONDEC.

L’introduzione dei CAM è una delle molteplici ragioni che spingono un’Organizzazione a certificare l’EPD dei propri prodotti. Nei CAM, le EPD sviluppate in conformità alla Norma ISO 14025 vengono citate come strumento di verifica del rispetto di alcuni requisiti previsti, per svariate tipologie di prodotti. In tal senso, in forza della loro trasparenza, le EPD rappresentano per ingegneri, architetti, sviluppatori e clienti, un valido strumento per confrontare prodotti che hanno equivalenza funzionale e per trasmettere informazioni ambientali lungo la catena del valore sulla base delle quali effettuare scelte più consapevoli in termini di sostenibilità. Per i produttori, costituiscono invece un potente strumento di comunicazione finalizzato alla valorizzazione dei propri prodotti. I vantaggi per le aziende sono molteplici anche dal punto di vista economico: l’EPD permette di ottimizzare i processi produttivi, monitorando il miglioramento nel tempo delle prestazioni ambientali dei prodotti o servizi.

Calcestruzzi fornisce la Life Cycle Assessment (LCA) e l’Environmental Product Declaration (EPD) dei suoi prodotti al fine di comunicare in modo trasparente gli impatti dei propri prodotti e di consentire una loro valutazione nell’ambito dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per le gare di appalto pubbliche e negli schemi di rating per la valutazione della sostenibilità delle costruzioni: LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), GBC Italia, ITACA, ENVISION e BREAAM.

DATI IMPIANTO PESCHIERA BORROMEO
Impianto con doppio punto di carico a secco
Costruttore SIMEM
Silos Leganti n. 4 da 120 Ton + n. 1 da 90 Ton
Tramoggia Inerti con n. 6 scomparti per uno stoccaggio complessivo di 500 Ton
Carico Inerti direttamente in Tramoggia attraverso una rampa per i camion
Bilance n. 2 per Inerti e n. 2 per Leganti
Additivi n. 3 cisterne da 8.000 L + n. 4 tank da 1.000 L con dosatori automatici
Filtri CAMS su Silos, Bilance e Cappe aspiranti
Sistema di lavaggio ATB con Betonwash
Sistema di dosaggio automatico Betonwin Remix
Produzione Impianto circa 100 mc/ora
Laboratorio Tecnologico

CERTIFICAZIONI
L’impianto di Peschiera Borromeo è dotato delle seguenti certificazioni a garanzia della qualità dei propri prodotti:
FPC, ICMQ-CLS-CLS00001, prima emissione 24.07.2006
CSC, GOLD 312-CSC19-2018-U
, prima emissione 29.10.2019
ISO 14001, 22294A
, prima emissione 01.07.2022
ISO 9001, 96103, prima emissione 27.06.1996

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