C’è fame di ingegneri civili per lo sviluppo del Paese

La professione vive una crisi di vocazione, ma l'ingegnere è tornato ad essere sempre più prezioso, grazie a incentivi e PNRR

"I ‘nuovi’ ingegneri? Li vedo come dei 'visionari', considerando il fatto che siamo sempre più bloccati sull’aspetto burocratico e sempre meno liberi su quello prettamente 'geniale'. Sempre più impiegati e meno professionisti dotati di un certo ingenium: non a caso, su temi e decisioni strategiche per la collettività non sempre veniamo coinvolti".
È netto lo stato dell’arte attuale di ingegneri & ingegneria che il Presidente dell’Ordine torinese e docente di scienza delle costruzioni al Politecnico di Torino Giuseppe Ferro delinea, soprattutto in riferimento al settore civile: “Stiamo assistendo a una innegabile crisi di vocazione: da anni, nell’Ateneo in cui insegno, soltanto l’1% delle matricole sceglie ingegneria civile, contro il 20-30% di un tempo”.

Un problema non soltanto locale ma nazionale (“una iper-specializzazione dei percorsi formativi, che rende più complessa anche la possibilità di re-inventarsi in ambiti ingegneristici simili seppur distinti, non ha sicuramente aiutato”, spiega Ferro) con evidenti implicazioni sociali: senza ingegneri civili non ci sarebbero edifici, ponti, metropolitane; strutture fondamentali per i luoghi del quotidiano e per il futuro della società.

“L’ingegneria civile viene percepita come vecchia, scarsamente attrattiva per le nuove generazioni: basti pensare, sul piano strettamente mediatico, che non esistono gli ‘ing-star’ e la professione non viene celebrata da tv generalista o piattaforme attraverso serie dedicate (come è invece accaduto, ad esempio, per avvocati o medici). Come l’attualità dimostra, l’ingegnere civile è però tornato a essere sempre più prezioso, tra manutenzioni infrastrutturali, bonus edilizi, fondi PNRR”.

Un possibile rimedio? "Puntare su studi che crescano esponenzialmente, assumendo dimensioni davvero degne di nota, e in maniera multidisciplinare, oltre a supportare concretamente i giovani, vittime di troppe fobie e incertezze dovute anche a una sbagliata politica fiscale che vede poche assunzioni e avvantaggia le finte partite iva".