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Bye bye Expo Milano 2015!!!

La redazione di Ingenio ha deciso di lasciare un ricordo ai propri lettori, raccontando alcuni particolari sui Padiglioni più significativi dal punto di vista architettonico e ingegneristico, di cui si è tanto parlato in questi mesi.

Siamo giunti alla chiusura di Expo Milano 2015!

La redazione di Ingenio ha deciso di lasciare un ricordo ai propri lettori, raccontando alcuni particolari sui Padiglioni più significativi dal punto di vista architettonico e ingegneristico, di cui si è tanto parlato in questi mesi. In alcuni casi abbiamo intervistato i progettisti, in altri abbiamo cercato di fornirvi informazioni utili e curiosità sul concept ed il significato degli edifici. Per alcuni Padiglioni trovate i siti ufficiali di riferimento, nel caso in cui vogliate approfondire temi particolari; per altri è possibile scaricare alcuni pdf con dettagli architettonici o strutturali. Trovate una selezione di fotografie, che non sono sicuramente esaustive e che potete all’occorrenza integrare con le gallerie fotografiche ufficiali dei Padiglioni on line. Non ci sono ancora certezze sul “dopo-Expo”: la maggior parte dei Padiglioni sarà smontato e riutilizzato nei propri Paesi di provenienza o in altre parti del mondo, spesso con fine benefico. Probabilmente rimarranno a Milano Padiglione Italia e l’Albero della Vita, che potremo ancora gustare “da vicino”. Per non alimentare inutili gossip, solo laddove abbiamo notizie di fonte certa trovate qualche dettaglio sul futuro dei Padiglioni nelle interviste ai progettisti. Certo è che Expo ha contribuito a far riflettere e ad avvicinare a temi non banali milioni di visitatori, di qualsivoglia età, sesso, cultura e provenienza, aprendo architetture di pregio e professionalità uniche ad una massa critica di persone eterogenee. E per chiunque non voglia mantenere un concetto di cultura elitario, questo è già un obiettivo raggiunto, di ragguardevole importanza.

Expo ci ha portato molti contenuti su cui riflettere: l’Expo ha “svegliato” l’Italia, un’Italia più assopita che dormiente, che se vuole può e sa bene come ripartire. Senza proteste, cortei e lamentele, ma solo lavorando ore e ore. Perché è facile criticare senza fare. Questo non significa difendere gli illeciti, ma prendere atto della realtà, a volte anche triste, e cercare di valorizzare ciò che di positivo produce. Non enfatizzare ciò che è andato storto, ma passare oltre, in una nuova, ottimista e resiliente visione del futuro. Dove la cultura è di tutti e tutti insieme ci si ritrova a scambiarsi idee, opinioni e proposte per migliorare il futuro, imparando dagli errori del passato. Chi non risica, non rosica.