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Boom dello stoccaggio del carbonio: opportunità e rischi

Il mondo è sull’orlo di un boom dello stoccaggio del carbonio. Centinaia di progetti imminenti costringeranno le comunità a valutare le affermazioni climatiche e i rischi ambientali legati alla cattura, al trasporto e allo stoccaggio dell’anidride carbonica.

Questo scenario emergente è stato dettagliatamente esaminato da James Temple in un articolo pubblicato sul MIT Technology Review.

 

Un esempio: la situazione in California

In California, il giacimento petrolifero di Elk Hills, situato nella parte meridionale della Central Valley, è uno dei punti focali di questa trasformazione.

La produzione di petrolio nello stato è in declino da decenni, mentre le opportunità nel settore tecnologico sono in crescita e le norme ambientali si fanno più rigide. Nella contea di Kern, dove il tasso di povertà è del 18%, la ricerca di nuove opportunità economiche è urgente.

La California Resources Corporation (CRC), uno dei maggiori produttori di petrolio e gas dello stato, ha ottenuto permessi preliminari dall'Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti per sviluppare nuovi pozzi nel giacimento petrolifero di Elk Hills. Se otterrà l'approvazione finale, CRC intende perforare trivellazioni fino a una formazione sedimentaria a circa 1.800 metri di profondità, dove inietterà milioni di tonnellate metriche di anidride carbonica per stoccarla permanentemente.

Questi pozzi potrebbero diventare i primi pozzi di Classe VI in California, progettati specificamente per sequestrare l'anidride carbonica. Molti altri progetti simili sono in arrivo, sostenuti da sussidi governativi in crescita e obiettivi climatici nazionali.

Crescente interesse per il CCS

Dal 2022, sono state presentate quasi 200 domande per sviluppare nuovi pozzi di stoccaggio negli Stati Uniti. Questo indica chiaramente che catturare l'anidride carbonica dalle operazioni industriali ed energetiche sta per diventare un'attività molto più grande.

I sostenitori vedono questo come l'inizio di un boom petrolifero al contrario, che potrebbe seppellire più gas serra di quanto ne venga aggiunto all'atmosfera.

Tuttavia, non mancano le critiche. Gli oppositori sostengono che questi progetti potrebbero prolungare la vita delle centrali a combustibili fossili, consentendo il proseguimento dell'inquinamento e creando nuovi rischi ambientali, soprattutto per le comunità svantaggiate.

Catherine Garoupa, direttrice della Central Valley Air Quality Coalition, ha espresso preoccupazione per il fatto che questi progetti siano visti come un modo per continuare le pratiche inquinanti sotto una nuova veste.

Un inizio lento e nuove opportunità

Il programma federale per il sequestro del carbonio ha avuto un inizio lento, con solo due pozzi di Classe VI operativi fino alla fine del 2021.

Tuttavia, un'ondata di nuove proposte è arrivata grazie agli incentivi federali, come l'Inflation Reduction Act del 2022, che ha aumentato significativamente i crediti d'imposta per lo stoccaggio dell'anidride carbonica.

Conclusioni

Il boom dello stoccaggio del carbonio presenta una serie di opportunità, ma anche significativi rischi che meritano un’attenta considerazione.

Sebbene questa tecnologia possa contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra e offrire nuove opportunità economiche, esistono pericoli ambientali nascosti che ancora non comprendiamo appieno.

La mancanza di esperienze specifiche ed esaustive nel lungo periodo con lo stoccaggio dell'anidride carbonica significa che non possiamo prevedere con certezza tutti i possibili impatti ambientali. Tra i rischi principali vi sono la contaminazione delle falde acquifere, la possibilità di terremoti indotti dalle iniezioni profonde e l’emergere di nuove vie di fuga del gas serra.

L'interazione con le rocce sotterranee e le possibili fughe di CO2 attraverso fratture o vecchi pozzi non adeguatamente sigillati rappresentano minacce concrete.

È essenziale che i regolatori e le comunità valutino questi rischi con grande cautela, per evitare che il sequestro del carbonio diventi una sorta di "polvere sotto il tappeto", ovvero una soluzione temporanea che maschera i problemi senza risolverli realmente.

D'altra parte, il CCS rappresenta una delle poche soluzioni praticabili per industrie ad alta intensità di carbonio come quella dell'acciaio e del cemento, dove attualmente non esistono alternative scalabili e convenienti).

Incentivare l’adozione di questa tecnologia attraverso sussidi e crediti d'imposta può stimolare l'innovazione e la diffusione di pratiche più sostenibili in settori che altrimenti continuerebbero a contribuire pesantemente al cambiamento climatico.

Il futuro del CCS dipende quindi da un equilibrio delicato: da un lato, sfruttare il potenziale della tecnologia per ridurre le emissioni nei settori industriali più difficili da decarbonizzare; dall’altro, garantire che questi progetti non creino nuovi problemi ambientali e sociali.

Per raggiungere questo obiettivo, è cruciale che gli incentivi finanziari siano accompagnati da regolamentazioni rigorose e da un monitoraggio continuo degli impatti ambientali. Solo così il sequestro del carbonio potrà diventare una parte efficace e sostenibile della strategia globale per la lotta contro il cambiamento climatico.

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