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Bonus Ristrutturazioni e causale del bonifico: l'errore compromette l'agevolazione?

Quando nell'apposito bonifico dedicato viene riportato, per errore materiale, il riferimento normativo della detrazione per la riqualificazione energetica, anziché quello previsto per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio (Bonus Ristrutturazioni), l'agevolazione può comunque essere riconosciuta, senza necessità di ulteriori adempimenti da parte del contribuente.

Se, per errore, nel bonifico relativo ai lavori di ristrutturazione edilizia, passibili di Bonus Ristrutturazioni al 50% (art.16-bis del TUIR), si è indicata la causale prevista per gli interventi finalizzati al risparmio energetico (Ecobonus), non si perde il diritto all'agevolazione.

Lo ha ricordato l'Agenzia delle Entrate in una recente risposta pubblicata su "La Posta di Fisco Oggi", a cura di Paolo Calderone: la detrazione è salva, ma sempre che siano state rispettate tutte le altre condizioni indicate dalla norma per il riconoscimento di tale agevolazione.

 

Errore materiale nel bonifico: il Bonus Ristrutturazioni è salvo

Come più volte affermato dall'Agenzia delle Entrate nei suoi documenti di prassi, infatti, quando nell'apposito bonifico dedicato è stato riportato, per errore materiale, il riferimento normativo della detrazione per la riqualificazione energetica, anziché quello previsto per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, l’agevolazione può comunque essere riconosciuta, senza necessità di ulteriori adempimenti da parte del contribuente.

Ciò in quanto l'errore non dovrebbe aver pregiudicato l'obbligo della banca (o di Poste italiane S.p.A.) di applicare nei confronti del beneficiario del pagamento la ritenuta d'acconto prevista dall’articolo 25 del DL 78/2010 (salita all'11% dal 1° marzo 2024).

 

Bonus Ristrutturazioni al 50% per le prime case fino al 31 dicembre 2025: cos'è

Il Bonus Ristrutturazioni edilizie (agevolazione per interventi di recupero del patrimonio edilizio), disciplinato dall'articolo 16-bis del Dpr 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi - TUIR), consiste in una detrazione dall'IRPEF 'a regime' (cioè senza scadenza), da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo non superiore a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

La legge di Bilancio 2025 ha previsto una riduzione della detrazione in via definitiva al 30% con tetto di spesa a 48.000 € già a partire dal 2025 (era prevista al 2028).

Però, il successivo comma 55 lett. b) modifica l’art. 16 del DL 63/2013 prevedendo in via transitoria per gli stessi interventi di recupero del patrimonio edilizio una detrazione pari a:

  • 36% e spesa massima di 96.000 € per il 2025;
  • 30% e spesa massima di 96.000 € per il 2026 e 2027.

Se, poi, le spese siano sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento per interventi sull’abitazione principale (prima casa), la detrazione sarà pari a:

  • 50% e spesa massima di 96.000 € per il 2025;
  • 36% e spesa massima di 96.000 € per il 2026 e 2027.

Dal 2028 il bonus ristrutturazione consisterà in una detrazione stabile del 30% con un tetto di spesa di 48.000 €.

 

Bonus ristrutturazione 2025: la guida completa

La legge di Bilancio 2025 introduce cambiamenti significativi, con una riduzione generalizzata delle agevolazioni fiscali per l’edilizia. Anche il bonus ristrutturazione 2025 cambia notevolmente. Questa guida offre una panoramica completa delle nuove disposizioni e delle procedure operative da seguire per applicare correttamente le regole aggiornate.


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Bonus Ristrutturazioni edilizie: come si paga

Come specificato dalla guida ufficiale dell'Agenzia delle Entrate sul Bonus Ristrutturazioni, per ottenere la detrazione fiscale, i pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico bancario o postale "parlante", anche online.

Il bonifico deve includere una causale che faccia riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr n. 917/1986), oltre al codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o la partita IVA del pagatore.

Le spese non pagabili tramite bonifico, come oneri di urbanizzazione o imposte di bollo, possono essere saldate con altri mezzi di pagamento.

Quando più soggetti condividono la spesa e tutti vogliono usufruire della detrazione, il bonifico deve riportare i codici fiscali di tutte le persone interessate.

Per interventi sulle parti comuni condominiali, oltre al codice fiscale del condominio, è necessario indicare quello dell'amministratore o di un altro condomino che effettua il pagamento.

Se il bonifico è emesso da una persona diversa dal beneficiario indicato nella disposizione di pagamento, e tutte le altre condizioni sono soddisfatte, la detrazione deve essere richiesta da quest'ultimo (conformemente alla circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 17/E del 24 aprile 2015).

 

Bonus Ristrutturazioni edilizie: i dettagli del pagamento con bonifico "parlante"

Per il pagamento delle spese comportanti il Bonus Ristrutturazioni edilizie, il bonifico postale è assimilato a quello bancario ed è quindi da considerarsi valido, così come è ugualmente valido il bonifico effettuato on-line.


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La ritenuta dell'11% sui bonifici

Come accennato sopra, dal 1° marzo 2024 banche e Poste Italiane Spa devono operare una ritenuta dell'11%, a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori.

La ritenuta, che fino al 1° marzo 2024 era dell’8%, da quella data è salita all’11% per i bonifici di tutti i bonus edilizi, in virtù dell'entrata in vigore della modifica apportata dall'art.1 comma 88 della Legge di Bilancio 2024 (legge 213/2023) all'articolo 25 del decreto-legge 78/2010, che ha appunto 'alzato' dall'8% all'11% l'aliquota della ritenuta a titolo di acconto dell'imposta sul reddito dovuta dai beneficiari, con obbligo di rivalsa, all'atto dell'accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d'imposta.

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