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Bonus edilizi, controlli e criticità: alcune riflessioni di un ingegnere

Quelle che riportiamo sono le riflessioni di un ingegnere, come tanti, che hanno a che fare col Superbonus e che del Superbonus (o altri bonus edilizi) ha compreso che avrebbe provocato non poche problematiche, anche e soprattutto in cantiere con imprese non sempre qualificate.

Superbonus 110%: errato pensare fosse gratuito

Sono stati tutti travolti dall'entusiasmo generato dal malinteso che il bonus al 110% fosse tutto gratis, non è stata solo disattenzione, la responsabilità è anche del governo, che ha fatto passare un messaggio fuorviante. 

A livello politico hanno sbandierato che questa operazione era gratis, da quel momento c'è stata la corsa alla diligenza: tutti a chiedere il 110% con il risultato che i prezzi delle materie prime e della manodopera sono lievitati, il mercato delle costruzioni è stato invaso da operatori di dubbia professionalità, gente improvvisata che cavalcava il mercato.

Un po' quello che è successo all'edilizia negli anni ruggenti pre 2008, villette e case tirate su alla bell'e meglio e che alcuni anni dopo incominciavano a scrostarsi, partivano le denunce ma nessuno pagava perché le imprese erano sparite oppure il rappresentante legale era un anziano rumeno o albanese.

Nei condomini gli amministratori si sono spinti a chiedere i preventivi, poi però quando i condomini hanno capito che il bonus 110% copriva solo alcuni lavori sono caduti dalle nuvole, scoprendo di non avere le disponibilità per sostenere interventi di riammodernamento sacrosanti ma onerosi.

La norma dice che va in detrazione ciò che viene autocertificato dal tecnico competente e poi l'Agenzia delle Entrate ha otto anni di tempo per controllare se i lavori sono stati eseguiti correttamente, in caso contrario fioccheranno le multe e chi le pagherà?

 

E i controlli?

Si apprende dall’Agenzia delle Entrate che per il Superbonus 110% fino ad oggi i controlli sono stati blandi, per la precisa intenzione del Governo di non appesantire le già diffuse criticità economiche delle imprese, dei tecnici e delle famiglie dovute principalmente alla pandemia ed alle conseguenze della guerra in Ucraina.

La tregua sembra ora finita, le irregolarità commesse nell’applicazione degli incentivi o nella gestione dei crediti (in buona fede o meno) potranno da ora in poi essere contestate nei prossimi otto anni. 

 

In sostanza cosa potrà da oggi in poi succedere?

  • un controllo formale potrà essere eseguito dagli organi competenti fino al 2026
  • un accertamento dell’Agenzia delle Entrate entro il 2027
  • un procedimento di recupero del credito indebitamente richiesto entro il 2030.

Noi tecnici siamo stati testimoni di una crescita “abnorme” del numero di imprese nel ramo delle costruzioni e dell’impiantistica, il dato è stato confermato dalla crescita sproporzionata delle iscrizioni di aziende nel campo delle costruzioni nei registri delle Camere di Commercio.

In cantiere abbiamo potuto accertare di persona che molto spesso erano imprese sprovviste di mezzi tecnici, con personale impreparato o con una minima esperienza lavorativa in materia.

Abbiamo assistito al sorgere di nuove imprese improvvisate, prive di requisiti tecnico operativi, sorte dal nulla solo per partecipare al banchetto dei bonus, ora queste imprese hanno nel portafoglio grosse quantità crediti fiscali che faticano a monetizzarli.

 

Non parliamo delle certificazioni dei materiali (certificati CAM scaricati da Internet senza alcuna relazione con i materiali posti in opera) ma basterà un semplice controllo sui DDT (verifica della filiera di provenienza) per certificare l’uso improprio di molti materiali impiegati in cantiere nei lavori. 

Ma cosa rischia il committente?

Se l’impresa affidataria e i tecnici interessati non hanno operato con trasparenza e competenza, tutta la colpa ricadrà sul committente che sarà chiamato a rispondere direttamente per un credito fiscale ceduto indebitamente. 

Il committente dei lavori dovrà versare interamente il credito ricevuto con sanzioni che vanno dal 40% al 100%. Il committente potrà per legge rivalersi sull’impresa infedele ma sappiamo bene che la quasi totalità di queste nuove imprese sono delle srl nate appositamente e che a fine lavori “chiuderanno bottega” e la domanda che mi pongo è: a cosa porterà una causa civile per poter rivalersi sul danno subito visto come funziona in Italia la giustizia e con un’impresa irreperibile?. 

Damiano Zennaro

Ingegnere e Tecnologo del Legno, docente di Costruzioni e Tecnica delle Costruzioni e libero professionista

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