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BIM: vantaggi e scenari futuri raccontati da Starching

Quanto è diffuso il Building Information Modeling (BIM) in Italia? Qual è il livello di preparazione dei committenti? Quali vantaggi si ottengono progettando in BIM?

Sono alcuni dei temi affrontati nell'intervista a Matteo Giani e Simone Villa, BIM Manager presso STARCHING, società specializzata in architettura integrata e progettazione di edifici complessi.

Lo studio di ingegneria e architettura negli ultimi mesi sta investendo nello sviluppo di una progettazione guidata dalla valutazione complessiva d’impatto (Impact Driven Design) e sta lavorando all’integrazione fra il BIM e il calcolo dello SROI, ovvero il Ritorno Sociale Sull’Investimento, parametro che diventerà sempre più importante per gli investitori. 

 

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Stralcio di un modello federato multidisciplinare Architettonico - Strutturale - Impiantistico di edilizia residenziale in fase di Progettazione Definitiva

 

BIM: lo stato dell'arte in Italia

Quanto è diffuso oggi il BIM in Italia? Qual è lo stato dell'arte?

«Nel corso degli ultimi due/tre anni la diffusione del BIM in Italia ha conosciuto una decisa accelerazione, soprattutto sotto la spinta del nuovo interesse lato Committenza. Ciò è avvenuto sia nel settore pubblico, in conseguenza del Decreto Ministeriale 560/2017 (Decreto Baratono), che ha introdotto la progressiva obbligatorietà del ricorso al BIM nelle commesse pubbliche, sia in quello privato, in conseguenza della crescente consapevolezza dei benefici che l’adozione del BIM può portare in termini di controllo nelle fasi di progettazione e in quella di gestione degli immobili. Proprio l’interesse all’ottimizzazione della gestione dei patrimoni immobiliari rappresenta probabilmente, al momento attuale, uno dei fattori più significativi di crescita all’adozione della metodologia BIM e trova nelle grandi società di investimento e gestione immobiliare il soggetto trainante».

 

Il livello di preparazione dei committenti

Qual è il livello di preparazione dei committenti? Cosa riscontrate?

«Gli attuali committenti di riferimento di Starching sono principalmente investitori immobiliari e General Contractor. In tali ambiti il livello di preparazione si mantiene tuttora molto eterogeneo, sia per quanto riguarda la percezione dei benefici derivanti dall’adozione del BIM, sia per quanto concerne, nello specifico, la padronanza dei contenuti tecnici e metodologici. I committenti più preparati si sono dotati di figure interne con un’alta competenza e padronanza della metodologia BIM, tanto da essere in grado di partecipare attivamente al processo, indicandone i requisiti, monitorandone lo sviluppo e ponendosi in una posizione collaborativa nei confronti degli studi di progettazione. Lavorare con questa categoria di committenti conduce ovviamente a un impegno supplementare e può anche sfociare in confronti dialettici; per contro, risulta il più delle volte molto stimolante e formativo. In Starching tali esperienze si sono tradotte in preziose opportunità di crescita professionale, sia dei singoli, sia dell’azienda nel suo complesso».

«Altri committenti hanno colto l’opportunità di adottare la metodologia BIM e ne hanno previsto l’implementazione richiedendola esplicitamente nei loro bandi di gara e nei loro contratti, avvalendosi di consulenti esterni per l’elaborazione di una documentazione di riferimento, senza però, per ora, dotarsi di figure interne in grado di gestire i processi. In altri casi il livello di preparazione del committente è più embrionale e si traduce nella generica richiesta di adozione del BIM, senza però avere la capacità di esprimere in modo consapevole dei chiari obiettivi. In entrambi questi contesti, in assenza di un confronto attivo in ambito BIM con il committente, Starching si assume integralmente, in qualità di titolare del BIM Management su commessa, la responsabilità di garantire la qualità del processo BIM e dei relativi output».

«Vi sono infine committenti ancora non propensi a richiedere l’applicazione della metodologia BIM. Anche in quest’ultimo ambito, comunque, rileviamo un crescente livello di interesse, tanto che non sono rari i casi di committenze che al momento decidono di non richiedere il BIM non per indifferenza, ma sulla base di valutazioni di costi e benefici contestualizzati allo loro ambito di business e alla loro attuale capacità di inserirsi nel processo. In questi contesti decidiamo comunque di non rinunciare a implementare il BIM sulle commesse, nell’assoluta convinzione che la sua applicazione conduca a offrire un servizio di progettazione di qualità più elevata in termini di controllo, integrazione, coerenza e capacità comunicativa e ci adoperiamo per coinvolgere i committenti nel processo».

 

Le criticità che frenano la "Rivoluzione BIM"

Quali sono le principali criticità che ostacolano l'utilizzo del BIM da parte degli studi di progettazione? 

«La rivoluzione che viene richiesta dal BIM non ha probabilmente precedenti, in quanto implica non semplicemente di cambiare uno o più strumenti, come avvenuto nel primo passaggio alla digitalizzazione (dal tecnigrafo al cad), ma la revisione del metodo. Il BIM comporta non solo di approcciarsi al progetto in termini di tridimensionalità geometrica, ma anche in quelli di centralità dei dati, del loro uso computazionale, di collaborazione e scambio informativo. Tutto ciò porta in primo piano i Modelli e i flussi Informativi attraverso i quali i progetti vengono sviluppati, traslando potenzialmente in secondo piano gli output, cioè gli elaborati grafici e i documenti che tradizionalmente raccontano il progetto e ai quali la progettazione e le committenze sono abituati».

«La principale criticità per una piena ed efficiente adozione del BIM risiede proprio nella difficoltà a mutare approccio, nel procedere allo scarto mentale necessario per abbandonare la centralità dei “documenti” e privilegiare quella dei dati, delle informazioni e della loro relazione computazionale. In tale ottica riteniamo indispensabile che in un’azienda vi sia un’estesa consapevolezza dei principi che stanno alla base della metodologia BIM, un’elevata sinergia e una buona autonomia di movimento delle diverse figure nei diversi ambiti sia di produzione progettuale, sia di gestione aziendale».

 

starching_bim_05.jpgProgetto in fase di Fattibilità Tecnico Economica del Campus UniMi sull’ex Area Expo: rappresentazione del flusso progettuale ciclico e degli obiettivi sviluppati in metodologia BIM

 

Cosa chiedono i progettisti che lavorano in BIM?

Cosa chiedono i progettisti al mercato e alle software house che realizzano gli strumenti per operare in BIM?

«I progettisti necessitano soprattutto di strumenti user friendly e flessibili, allo stesso momento intuitivi e in grado di gestire la complessità. Purtroppo capita che i software siano, all’opposto complicati e rigidi. L’essenziale, in questi casi, è riuscire a non subirli passivamente, ma trovare le soluzioni per adeguarne l’uso alle proprie esigenze. Un altro importante aspetto è, anche per le figure con ruoli di progettazione e coordinamento della progettazione non direttamente operative sui software di BIM Authoring, di avere la possibilità di controllare il progetto e di interfacciarsi con i colleghi e i partner della progettazione facendo utilizzo dei modelli, navigandoli, individuando e segnalando criticità progettuali e possibili soluzioni. Ciò deve avvenire ricorrendo a un ambiente di facile utilizzo, immediatezza comunicativa e costi contenuti. Ricorrere a software di BIM Authoring non sarebbe una scelta né economicamente giustificabile, visto l’utilizzo parziale che in questo caso se ne farebbe, né probabilmente la più adeguata in termini di gestione dei flussi di comunicazione. Proprio in tale ambito le software house stanno ora offrendo numerose soluzioni, soprattutto basate su piattaforme in cloud, come è coerente che sia, nell’ottica di rendere le informazioni immediatamente e univocamente disponibili agli attori coinvolti nel processo di progettazione».

 

starching_bim_02.jpgStralcio di un modello federato multidisciplinare Architettonico / Strutturale / Impiantistico di edilizia produttiva in fase di Progettazione Esecutiva

 

Il fattore interoperabilità in ambito BIM

L'interoperabilità è un fattore da migliorare e su cui occorre lavorare? Perché?

«L’interoperabilità, vale a dire la capacità di diversi software di relazionarsi e scambiarsi i dati in modo efficiente, in ambito BIM agisce sostanzialmente a due livelli: uno che potremmo definire “orizzontale”, che consente lo scambio di modelli e informazioni fra software che sviluppano lo stesso “BIM Use” (ad es. la modellazione e produzione di elaborati grafici), e uno “verticale”, cioè fra software che sviluppano “BIM Uses” differenti. Il livello “orizzontale” è indispensabile per consentire, ai diversi attori che partecipano al processo, di scegliere i software che individuano come i più confacenti ed efficienti nello svolgimento delle proprie attività. Una scarsa interoperabilità in questo ambito determina difficoltà di dialogo con gli attori che utilizzano altri software, spreco di tempo e minor qualità nei risultati, spingendo di fatto gli utenti a scegliere non il software che reputano per loro migliore, ma quello più diffuso sul mercato e, quindi, più efficiente nel relazionarsi con l’esterno. L’esito ultimo di questa dinamica è l’appiattimento delle scelte commerciali su un unico software e l’instaurarsi di dinamiche di monopolio».

«Il mercato dei software di BIM Authoring è indubbiamente il più soggetto a questa dinamica. Il livello “verticale” rappresenta una condizione di fatto ineludibile. Il BIM, in quanto metodologia di sviluppo digitale e computazionale dei processi dell’edilizia, non si può esaurire nella produzione di un Modello Informativo digitale e degli elaborati grafici da questo estraibili, ma deve coinvolgere tutti gli aspetti della vita di un immobile, a partire dalle indagini iniziali del sito, passando dalle fasi di progettazione (incluse le analisi ingegneristiche, le valorizzazioni economiche e la pianificazione della costruzione), fino alla cantierizzazione, alla gestione dell’immobile e alla sua dismissione».

«Per gestire tutti questi aspetti non esiste (e non è al momento plausibile che possa mai esistere) un unico software in grado di svolgere in modo efficiente tutte le attività che i diversi “BIM Uses” implicano. L’interoperabilità è dunque un fattore intrinseco al BIM ed occorre sia costantemente migliorata sia per garantire un’offerta commerciale di software ampia e variegata, sia per permettere al BIM di raggiungere l’obiettivo che gli è proprio: il controllo globale ed integrato dei processi e delle informazioni in ambito edile, infrastrutturale ed urbanistico».

Da una modellazione in BIM si possono ottenere diversi output. Qual è la strada migliore per raggiungere in maniera ottimizzata questo uso molteplice del BIM?

«Come si diceva in precedenza, la strada migliore consiste nello scegliere degli ambienti software che consentano di implementare in modo efficiente uno o due BIM Uses specifici, per poi relazionarli fra loro tramite l’interoperabilità. La scelta dei software è l’aspetto più semplice, lo sviluppo dei protocolli di scambio che consentano un dialogo efficiente fra i software è il lavoro più complesso ed è quello che, alla fine, fa la differenza fra un processo efficiente e uno non efficiente. In tale ambito, l’alta standardizzazione e l’alta automazione dei processi aziendali costituiscono un importante tassello per l’ottimizzazione dei processi e la qualità dei risultati». 

 

starching_bim_03.jpg5D: elaborazione di un Computo Metrico Estimativo tramite collegamento diretto agli elementi di un Modello BIM, mediante regole correlate al contenuto informativo.

 

Usi del BIM e applicazioni innovative

Quali sono gli usi BIM che l'azienda riesce ad applicare in modo più efficiente?

«Sono ormai pochissimi i progetti nei quali Starching non sviluppa un Modello BIM e ne ricava la quasi totalità delle tavole. Nel corso dell’ultimi due anni abbiamo sensibilmente esteso il ricorso a rilievi elaborati in modalità digitale, con nuvole di punti e modelli BIM dello stato di fatto sia di immobili da ristrutturare, sia di interi contesti urbani. Nei progetti esecutivi e costruttivi e, ove previsto dal Committente, anche nella progettazione definitiva, il coordinamento multidisciplinare viene svolto e verificato in modalità BIM, anche mediante l’applicazione di flussi formalizzati di ricerca e soluzione delle interferenze (Clash Detection & Resolution). Nel corso degli ultimi anni abbiamo molto lavorato nell’ambito del relazione fra Modelli BIM e Cost Control, giungendo ad alti risultati di automazione e relazione diretta tra le voci economiche e gli elementi del modello: in tutti i progetti per i quali viene elaborato un modello, questo viene sempre utilizzato per l’elaborazione di stime economiche, sia in formato di budget, sia in formato di computi metrici estimativi».

«Negli incarichi di progettazione costruttiva stiamo correntemente utilizzando il BIM sia nei processi approvativi verso la DL, sia nella produzione di modelli As Built, corredati delle informazioni necessarie al successivo Facility Management. Un tema su cui stiamo investendo negli ultimi mesi è lo sviluppo di una progettazione guidata dalla valutazione complessiva d’impatto (Impact Driven Design), nella quale il BIM, unitamente al ricorso alle banche dati territoriali, può fornire un prezioso strumento non solo per valutare a posteriori l’impatto di un edificio progettato, ma per individuare in fase di progettazione le soluzioni complessivamente migliori, in una scala di valori che contempli non solo gli aspetti morfologici e funzionali, tecnici ed economici, ma anche ambientali e sociali».

«Ciò a cui Starching sta oggi lavorando è l’integrazione fra il BIM e il calcolo dello SROI, ovvero il Ritorno Sociale Sull’Investimento, parametro che si prevede diverrà progressivamente fondamentale per l’investitore. Ciò presuppone un utilizzo della metodologia BIM, dei modelli e dei dati nei quali si estrinseca, non in modalità passiva, cioè come puro ricettore e contenitore delle decisioni progettuali, ma attiva, come motore a supporto delle scelte stesse. Lo strumento di cui possiamo avvalerci è la parametrizzazione, ossia la previsione degli esiti della progettazione attraverso l’uso sistematico di parametri che ne rendano misurabile l’impatto».

 starching_bim_04.jpgVerifica di coordinamento multidisciplinare dei modelli Architettonico / Strutturale / Impiantistici in un progetto esecutivo: Clash Detection, Classificazione dei Livelli di Criticità delle interferenze e gestione del flusso informativo per la loro risoluzione

 

BIM Manager, Coordinator e Specialist: l'organizzazione dei ruoli aziendali

In che modo il BIM ha influito sull'organizzazione dei ruoli aziendali? Come sono stati codificati e inclusi nell'azienda? Sono stati ricoperti da giovani laureati esperti nell'uso del BIM ma con poca esperienza nella progettazione oppure si è avviato un percorso di formazione interno? 

«In Starching i Ruoli direttamente legati al lavoro svolto in metodologia BIM (BIM Manager, Coordinator, Specialist) sono codificati tramite Mansionari aziendali, che ne indicano competenze, compiti e responsabilità e ne tracciano le interrelazioni con gli altri Ruoli aziendali. Starching, nel corso degli ultimi anni, ha adottato entrambe le strategie che lei segnala, dando inizialmente una netta prevalenza alla formazione interna, per consentire ai propri progettisti di sviluppare e gestire i lavori in BIM e poter quindi trasferire la loro esperienza e competenza nella nuova metodologia».

«Dall’inizio del 2018 il numero delle Commesse per le quali era richiesto il BIM è cresciuto significativamente e contemporaneamente si è verificata una grande crescita aziendale, che ha portato a più che raddoppiare il numero complessivo di dipendenti e collaboratori. In tale contesto è stato indispensabile individuare nuove risorse già formate, soprattutto nell’ambito della modellazione (BIM Specialist); ha contenuto a mantenere un’alta rilevanza la formazione interna, soprattutto nell’ottica di implementare adeguati livelli di standardizzazione sia nei processi, sia negli elaborati». 

Come si diventa un bravo BIM Manager? Quanto tempo richiede?

«Probabilmente nello stesso modo in cui si diventa bravi in altre professioni: tramite il confronto continuo e la condivisione delle conoscenze con i colleghi, sia all’interno, sia all’esterno dell’ambiente in cui si lavora».

A suo parere, qual è l'aspetto più positivo legato all'uso del BIM?

«Direi la collaborazione. Il BIM richiede apertura al confronto e alla condivisione dei risultati del proprio lavoro. Implica che i flussi e le tempistiche vengano concordate, per consentire ai gruppi di progettazione di operare sinergicamente. Richiede responsabilità e al contempo disponibilità ad accogliere le esigenze degli altri attori del processo. È solo tramite la collaborazione che il BIM può raggiungere gli obiettivi che gli sono richiesti».