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BIM: La Riconfigurazione del Settore delle Costruzioni - Appunti per una Strategia e per una Politica Industriale

BIM: occorre domandarsi se lo stesso destino potrebbe verificarsi per l'Information Modelling and Management considerato come Driver for Change o Game Changer

La Riconfigurazione del Settore delle Costruzioni.

L'Industria dell'Ambiente Costruito e l'Information Modelling and Management: Appunti per una Strategia e per una Politica Industriale

Angelo Luigi Camillo Ciribini, DICATAM, Università degli Studi di Brescia e ITC CNR

As part of our Industrial Strategy policy, the Government is building long-term partnerships with sectors that can deliver significant growth

The global construction industry is set to see growth of 4.3% pa until 2025, concentrated primarily in emerging economies. Through adopting a more strategic approach to global trade, and focusing support on UK comparative strengths, there is scope for the UK to considerably expand its share of global export markets.

Construction 2025

• BUILDING INFORMATION MODELLING is a process for generating and leveraging building data to design, construct and operate the building during its lifecycle. BIM allows all stakeholders to have access to the same information at the same time through interoperability between technology platforms.

• The BUILDING INFORMATION MODEL is the output of the process resulting in a virtual computer model of a project which holds selected structured data about the asset (design, quantity, time, cost, as built etc).

• BUILDING INFORMATION MANAGEMENT is the organisation of the process by utilising the information in the digital prototype to effect the sharing of information over the entire lifecycle of an asset. The benefits include centralised and visual communication, early exploration of options, sustainability, efficient design, integration of disciplines, site control, as built documentation, etc. – effectively developing an asset lifecycle process and model from conception to final retirement.

BIM4Water

Voici plus d’un siècle que le monde du bâtiment se dit qu’il serait temps d’industrialiser la construction de nos maisons. Combien de fois, en préparant cette exposition, avons-nous pu lire et entendre que le bâtiment restait une des dernières productions à n’avoir pas encore franchi le cap de la manufacture!

CGP

Par le plan d’investissement pour le logement annoncé le 21 mars 2013, le Président de la République a fixé les objectifs ambitieux de construction de 500 000 logements par an et de rénovation énergétique de 500 000 logements par an d’ici à 2017.

Atteindre ces objectifs demandera prioritairement un effort de productivité permettant une baisse des coûts mettant le logement à la portée du plus grand nombre grâce à une transformation profonde du monde du bâtiment et un investissement sans précédent dans le domaine de l’innovation. Une telle métamorphose ne peut s’opérer qu’avec l’ensemble des acteurs et sur la base d’un constat partagé avec l’élaboration de solutions collectives au bénéfice de tous, et notamment des générations futures.

Rapport Maugard

 

Premessa

La necessaria premessa è che il Settore delle Costruzioni presenta caratteri di elevata complessità in termini di interdipendenza e di singolarità dei processi: il che rende, di conseguenza, difficile parlare di condizione di arretratezza dello stesso nei confronti di ambiti  manifatturieri, assai diversi e incommensurabili se non per l'Indotto Produttivo.

La Riconfigurazione del Settore delle Costruzioni, d'altra parte, passa oggi, esattamente come dalla seconda metà degli Anni Quaranta, attraverso la questione industriale, sulla scorta di emergenze diverse, ma, purtuttavia, dotate di certe analogie.

Proprio come allora, dato che le attese che l'Industrializzazione Edilizia suscitò furono enormi e, in definitiva in parte equivocate e in parte non soddisfatte, occorre domandarsi se lo stesso destino potrebbe verificarsi per l'Information Modelling and Management considerato come Driver for Change o Game Changer.

Certamente i contesti sono diversi (la Riqualificazione al posto della Ricostruzione, la Varietà in luogo della Uniformità), ma le istanze non sembrano così dissimili: incremento della produttività, riduzione dei tempi, razionalizzazione dei processi, ottimizzazione delle soluzioni, affinità con il manifatturiero avanzato.

Il recente Rapporto Maugard dedicato al cosiddetto Objectifs 500.000 delineato da François Hollande così recitava: le groupe attire l’attention sur le fait que la standardisation partielle de certaines petites parties d’ouvrages sur mesure demandera une proximité accrue entre le secteur industriel et celui des entreprises et artisans du bâtiment et qu’elle doit être graduée à la taille des chantiers. Le groupe souligne les risques d’une standardisation accrue des ouvrages qui ne correspond pas à l’attente sociétale en matière d’architecture (cf. les rigidités et surenchères des prescriptions locales ainsi que de la confusion souvent entretenue entre industrialisation et manque d’architecture). Aussi, il est noté que l’industrialisation doit se décliner avec l’impératif d’aboutir à des ouvrages sur mesure.

Del resto, al fondo delle inefficienze del Mondo delle Costruzioni non stanno solo Protezionismo e Corruzione, ma si rinvengono anche un difficile rapporto tra Produzione Edilizia e Valori Immobiliari nonché un livello di interazione tra i soggetti assai maggiore che altrove, per cui si potrebbe paradossalmente ritenere che il ritardo del Settore sia imputabile alla sua elevata complessità.

Tra l'altro, la caratteristica che accomuna mercati in cui prevale la Media oppure la Grande Impresa di Costruzioni, piuttosto che non la Piccola e la Micro, è che la dimensione media degli operatori rimane assai contenuta: ciò, come si vedrà, sia sul piano politico sia sul livello associativo costituisce un freno deciso per le politiche evolutive.

Ecco la ragione per cui, come nel Maggio ultimo scorso ha ricordato la Signora Merkel di fronte all'assemblea dei Costruttori Tedeschi, il Settore gode di un difetto di immagine non giustificato nei fatti che, tuttavia, rende più debole un Comparto che pur incide e influisce sul PIL in maniera considerevole.

Se, però, dovessimo anticipare le conclusioni, dovremmo affermare che una parte delle questioni che si dibattono a proposito del Settore siano, in Italia, mal poste, specie nei riguardi degli scenari che si prospettano.

Al di là delle dimensioni, ancora rilevanti, del mercato domestico, vi è, infatti, la concreta prospettiva di una marginalizzazione del Settore delle Costruzioni a livello comunitario a causa di una certa incapacità sperimentale.

Il fatto è che, in questo Paese, sembra mancare il desiderio di sperimentalità e persino la capacità di prefigurare situazioni future innovative, anche quando esse fossero velleitarie o fittizie, ma efficaci sul piano comunicativo, come dimostrano la brochure di Bouygues, intitolata significativamente Construire avant de Construire, di Carillon o Mortenson.

In questo casi, peraltro corroborati dai fatti, è l'Offerta che anticipa la Domanda nel proporre caratteri inediti, laddove, nel Nostro Paese, la seconda si preoccupa continuamente che la prima non sia pronta al Cambiamento.

Tra l'altro, come si vedrà, un aspetto inedito è dato dal fatto che l'Information Management è recepito in Europa sotto l'egida di un esempio, quello del Regno Unito, oltretutto curiosamente promosso da parte di un Governo Liberal-Conservatore, di una vera e propria Politica Industriale, mentre, nel periodo post-bellico, al di là dell'influenza statunitense (l'Americanismo), i termini di confronto provenivano preferibilmente dalla Francia, dai grandi Ingegneri di Stato come Adrien Spinetta o Gerard Blachère, così come i brevetti della Prefabbricazione.

In altri Paesi, in effetti, il Comparto è oggetto di Strategie Governative tese a supportarlo finanziariamente nella Ricerca & Sviluppo (come in Germania), nella Dignità Industriale (come nel Regno Unito), nel ruolo di Determinante della Crescita (come in Francia).

Il pericolo che sembra, invece, correre il Nostro Paese è quello, anche nelle categorie, oltre che nelle parole, di ripercorrere esclusivamente vie note e abusate.

Il grave ritardo, culturale ancor prima che operativo, che ha visto l'Italia affrontare l'Information Modelling and Management, universalmente conosciuto come Building Information Modelling (BIM), ne è una formidabile cartina da tornasole, anche tenendo in conto le retoriche che sul tema sono state costruite altrove e l'incompletezza delle funzionalità degli applicativi informativi e delle infrastrutture digitali.

Se guardiamo, ad esempio, a Crossrail, su di esso potremmo apprezzare, così come confutare, gli esiti dell'approccio caratterizzante l'uso del BIM e del GIS, ma indubbiamente l'operazione mediatica è pienamente riuscita, conferendo al Settore nel Regno Unito una reputazione e una notorietà non banale. Del resto, proprio High Speed 2 Ltd notava come il successo nella realizzazione delle infrastrutture olimpiche per London 2012 avesse fruttato importanti commesse per il Sistema delle Costruzioni Britannico in Cina e nel Medio Oriente, laddove i buoni risultati delle Società di Ingegneria e delle Imprese di Costruzioni Italiane sui Mercati Internazionali non sono certo frutto della Politica di Sistema.

Se, poi, guardiamo alle sorti dei Mega Project autoctoni, la lettura interpretativa è spesso offuscata dalle cronache giudiziarie, in quanto si suppone che il ripristino della Legalità sia risolutore dell'incremento di Efficacia e che i salvataggi in estremo dei Programmi siano sinonimi di crescita del Sistema.

In ciò, al contrario, si trova il punto di svolta che dovrebbe, appunto, indurre il Governo (o, meglio, i Governi, comprendendo anche quelli Regionali) e le sue articolazioni ministeriali, le Rappresentanze Professionali, Imprenditoriali e Sindacali, le Istituzioni della Formazione Superiore e della Ricerca, a costituire un dispositivo comune per la Rivisitazione e per la Riconfigurazione del Settore, invece che seguire sempre i sentieri tracciati in passato, ma oggi inservibili.

Ciò sta accadendo in Germania, in Francia, nel Regno Unito. E, comunque, proprio l'Information Modelling and Management si trova al centro delle Strategie di Committenza Pubblica in Austria, in Danimarca, in Finlandia, in Irlanda, in Olanda, in Norvegia, in Svezia, in Portogallo, in Russia, in alcuni atti della Commissione e della Unione Europea e persino in Lituania o in Estonia oppure in Islanda.

Nel caso del Regno Unito sono state, inoltre, azioni promozionali in Polonia o nella Repubblica Ceca, mentre in Slovacchia, così come in Svizzera, sono molto attive le Università Tecniche, come accade anche in Spagna, laddove opera anche il Governo Catalano.

La fenomenologia, infatti, ripropone, come detto, in termini aggiornati e differenti, le stesse questioni legate all'Industrializzazione del Comparto dell'immediato Dopo Guerra con l'impellenza, allora, della Ricostruzione.

Sia, peraltro, il Computational Design sia l'Information Modelling stanno, in effetti, evocando ancora una volta le tematiche della Razionalizzazione e della Ottimizzazione, solo che ciò avviene in termini probabilistici più che non deterministici, in termini singolari più che non seriali, in termini riqualificativi più che non ricostruttivi.

Questo è il tratto connotante del (o dei) mercato(i) comunitario(i) che assume, pertanto, vesti epocali, che non sono riconducibili alle mere categorie del Rilancio e della Ripresa che, appunto, tradiscono l'intento di ripristinare la situazione precedente alla crisi.

Altrove in Europa, infatti, e non solo nei mercati colpiti dalla dura recessione, ma anche in quelli che non l'hanno patita, come per Austria, Norvegia e Svizzera, si discorre di Cambiamento, di Trasformazione, di Riconfigurazione del Settore, che da Industria delle Costruzioni diverrebbe Industria dell'Ambiente Costruito, con profonde implicazioni.

Si segnala anche una precisa volontà da parte del Principato di Montecarlo, laddove Monaco sta divenendo terreno di notevoli applicazioni per l'Information Modelling.

In conclusione, se si getta uno sguardo oltre i confini continentali, si può ben comprendere, in primo luogo, come negli Stati Uniti una precoce applicazione del metodo e degli strumenti abbia generato una base estesa di utenza.

Gli Stati Uniti, d'altronde, sono il luogo in cui l'Information Modelling ha ricevuto la consacrazione, per quanto le sue linee originarie si rinvengano anche in Ungheria e in Gran Bretagna.

Si rammenta come i pionieri dell'Information Modelling siano stati a partire dagli Anni Sessanta:

~ Douglas C. Englebart;

~ Ivan Sutherland;

~ Gabór Bojár;

~ Leonid Raiz;

~ Charles M. Eastman.

Negli Stati Uniti, infatti, abbiamo le migliori esperienze di Consulting (vedi CASE, Microdesk e Tocci), di Committenza (vedi GSA, USACE, Denver International Airport, Massport, New York City Building Department, le Committenze Ospedaliere in Illinois e in Texas, ecc.), di Organismi di Progettazione (vedi HOK, SOM, etc.), di Gestione dei Fornitori (DPR, Mortenson, Suffolk, Turner Construction), il sorpasso come utenza dei Contractor sugli Architetti, le difficoltà applicative degli Ingegneri (in particolare, Strutturali), molte esperienze di Ricerca & Sviluppo (Berkeley, Georgia Tech, MIT, PSU, Stanford, ecc.), alcune delle principali softwarehouse (Autodesk, Beck, Bentley, Trimble, Vico, ecc.), e così via.

In esso abbiamo anche le prime esperienze di definizione di metriche contrattuali, da parte di AIA, BIM Forum, Vico Software, così come di protocolli contrattuali (AIA e ConsensusDOCS), il primo caso giurisprudenziale, e così via.

Del resto, i tentativi britannici di definizione del digital Plan of Works e la ridefinizione del RIBA Plan of Works, sono, in parte, addebitabili alla insoddisfazione, sul piano alfanumerico, per una certa predilezione per il livello geometrico dimostrata dagli sforzi pionieristici d'oltreoceano.

Le esperienze britanniche e statunitensi, nelle loro articolazioni, fungono oggi da riferimento anche per Australia e Nuova Zelanda, che cercano di mediarne i toni ipotizzando una propria soluzione compromissoria, così come avviene, sia pure con minore autonomia, in Canada e in Irlanda.

Nel continente asiatico, oltre ai noti casi di Hong Kong e Singapore, nonché della Corea del Sud e del Giappone (la Cina, con dimostratori come la Shangai Tower, e l'India, con i Service, appaiono dei casi a sé), vi è, ad esempio, un grande fermento in Malesia.

Anche il Brasile ha esercitato, specie per la realizzazione delle infrastrutture sportive, un certo ruolo.

Nel Medio Oriente Emirati Arabi Uniti, Oman e Qatar appaiono primattori di Committenza, a partire dalle infrastrutture per la mobilità.

Nei Paesi Nordici e Scandinavi il ruolo dello Stato e del Governo, più o meno esplicito, si è dimostrato cruciale, ed è stato esercitato soprattutto tramite Agenzie Governative, specie nel campo ospedaliero, militare e infrastrutturale, anche se non solamente (Helse Nør-Øst, Helse Sør-Øst, Jernbaneverket, Liikennevirasto, Senaatti, Statsbygg, Statensvegvesen, Trafikverket, ecc.).

Per quanto concerne l'Olanda analogo ruolo è stato svolto dall'Agenzia denominata Rijkswaterstaat.

Ciò che avviene nei Paesi Nordici e Scandinavi, così come nel Regno Unito è, ancora, che alcuni Enti Locali hanno dimostrato particolare attivismo (City of Helsinki, Dundee City Council, Landeshaupstadt München, Manchester City Council, Stockholm County Council), così come alcuni Sviluppatori Immobiliari (come Great Portland Estates nei Blackfriars Road Offices o Foncière des Régions a Vélizy) e Committenti Strumentali (come UBS per gli HQ di Londra).

A livello Corporate, invece, nel panorama comunitario possiamo citare per le Consultancy: AECOM, Arcadis, Arup, Atkins, Buro Happold, CH2M Hill, Cowi, Deutsche Bahn, Drees und Sommer, Egis, Italferr, Mott Mac Donald, Parsons Brinckerhoff, Ramboll, Thornton and Tomasetti, Turner & Townsend, Wilmott Dixon e molti altri).

Nel versante imprenditoriale si annoverano: Balfour Beatty, Ballast Nedam, Bechtel, Bouygues, Carillon, CCC, Eiffage, Hochtief, Interserve, Laing o'Rourke, Leighton, Lend Lease, Mace Group, Max Bögl, NCC, Obayashi, Royal BAM, Skanska, Strabag, Veidekke, Vinci, e molti altri.

Lo stesso varrebbe per il Facility Management, su cui molti si stanno ovviamente applicando, così come softwarehouse del tipo di Archibus e Onuma.


Il Settore delle Costruzioni

Il Settore delle Costruzioni, così come lo conosciamo in Italia, è, però, contraddistinto da un Processo ancor più frammentato e disunitario che in altri luoghi, popolato da Attori di micro o piccola dimensione, motivati da interessi specifici e antagonistici (anche all'interno delle medesime strutture committenti o delle stesse coalizioni professionali e imprenditoriali), che genera conflittualità, diseconomie, ritardi, incoerenze, ma che, a causa di elementi esogeni all'Industrialesimo, ha consentito, per lunghi tratti, di conseguire elevati margini di profitto in assenza di dinamiche innovative rilevanti.

Se, infatti, l'Innovazione di Prodotto, oltre che inerziale, è stata soprattutto eterodiretta da Comparti affini e contigui (magari come sottoprodotto), quella di Progetto ha influito assai poco sui valori immobiliari e quella di Processo ha insistito sull'affinamento formale di regolamentazioni riformiste che, nella sostanza, ben poco hanno mutato gli assetti precedenti.

In parole povere, il rilievo del Settore sul PIL e sull'Economia del Paese ha avuto connotazioni più quantitative che non qualitative.

D'altra parte, se si volesse effettivamente dar corso al mutamento, si dovrebbe forse ritenere che le economie proposte, ad esempio, dalla Lean Construction, oltre che dal Lean Design, non consentano di recuperare una quota considerevole della manodopera persa sotto il profilo occupazionale e che, al fondo di molti tratti di ottimizzazione, vi sia nuovamente l'Off Site che, grazie all'Information Modelling e alla Digital Fabrication, consente di produrre componenti preassemblate di elevata complessità.

Il che significherebbe che, al di là della attuale popolarità del Costruire a Secco, possa sorgere una nuova generazione manifatturiera multidisciplinare che pre-assembli, a secco o a umido, elementi costruttivi eterogenei, in diretto contatto con i Progettisti.

Ciò naturalmente potrebbe importanti interrogativi al sistema imprenditoriale delle Costruzioni che, peraltro, già ora soffre il ridimensionamento delle Casse Edili e, in prospettiva, quello delle Scuole Edili che, al contrario, stanno esercitando un ruolo notevolmente proattivo all'interno di una dialettica articolata con le Associazioni Territoriali.

Epperò nel contesto comunitario e anche in quello internazionale il Settore sta assumendo una diversa fisionomia, intende divenire, sotto l'etichetta di Built Environment Industry un Comparto trainante sotto il profilo della Ricerca & Sviluppo, desidera diventare motore di Innovazione Sociale sotto l'egida di Energy-Efficiency, ICT, Inclusiveness, Active Ageing, Green & Smart Mobility, Lean Design and Construction.

Sono molti gli indizi, peraltro, che conducono a pensare che sia in atto, sui mercati comunitari, un profondo ripensamento del prodotto immobiliare e dell'identità degli operatori.

È, quindi, in azione, sul piano comunitario e internazionale (con una forte insensibilità a livello nazionale) una scommessa che verte sul fatto che un Settore naturalmente connotato da relazioni diadiche e corto-termiste possa, partendo proprio dalla azione (non solo legislativa) dei Governi e dalla capacità relazionale degli operatori del mercato, agire sulle regolamentazioni dell'uso del territorio e sulle procedure amministrative per l'affidamento dei servizi, delle forniture e dei lavori pubblici e privati allo scopo di rimuovere questi presupposti ostativi alla Riconfigurazione del Settore.

Ciò contraddirebbe, del resto, una lunga tradizione di studi che ha condotto a ritenere che sussista una irriducibilità del Settore agli ambienti industriali più consolidati in cui, d'altronde, è oggi in corso un processo di forte Terziarizzazione, e che il suo tasso evolutivo debba essere forzatamente lento.

Si può, dunque, anticipare che questa tesi non solo smentirebbe una ambizione regolarmente frustrata (si veda la lunga tradizione britannica in merito), ma che anche chiuderebbe un tema epocale, per aprirne altri.

Ovviamente, in contrapposizione a questa posizione, vi è quella, maggioritaria nel Nostro Paese, di coloro che sono scetticamente convinti che la questione non si ponga e che il Comparto possa continuare a crescere in autonomia dai paradigmi industriali.

Tali soggetti sono, peraltro, favoriti in Italia dal fatto che la gravissima e perdurante crisi indurrebbe a ritenere remote le prospettive di medio e di lungo periodo. Ma, appunto, è proprio questa miopia che potrebbe decretare la definitiva marginalizzazione del Nostro Paese (e, in parte, della Competitività dei Nostri Campioni Nazionali sui mercati internazionali).


Prodotti e Processi

Al centro della nozione di prodotto immobiliare (e di quello infrastrutturale) vi è oggi, in buona parte, anche se non esclusivamente, il tema degli interventi sul costruito che agiscano sugli aspetti della Qualità Morfologica, della Riqualificazione Energetica e del Miglioramento o Adeguamento Sismico.

Sta di fatto, anzitutto, che il prodotto debba essere sempre maggiormente concepito sotto il profilo del Ciclo di Vita: ciò comporta il fatto che esso sia sempre accompagnato dalla dimensione dei Livelli di Servizio che esso possa erogare (e consentire di fornire da parte dei suoi Utenti), nell'ambito di quella che è stata definita come Servitization del Comparto.

In altri termini, il prodotto immobiliare e infrastrutturale è un generatore di funzioni (Operational Building & Infrastructure), tanto che varie forme contrattuali (dal Contratto di Disponibilità all'Energy Performance Contract) a esso si ispirano apertamente.

È ovvio, però, che la Terziarizzazione del prodotto è assimilabile a una sua Dematerializzazione metaforica, nel senso che i tratti tangibili del Costruire (e del Recuperare) sono, contrattualmente e concettualmente, sempre più asserviti al soddisfacimento dei Requisiti.

In questo passaggio appare chiaro come il quadro esigenziale che è sotteso all'intera epopea della Industrializzazione Edilizia sia nella Era Digitale delle Costruzioni portato a compimento.

Naturalmente questa necessità si accompagna a una complicazione che, da un lato, verte sulla scarsa conoscenza (e, talvolta, conoscibilità) delle condizioni effettive dei manufatti esistenti e, dall'altra, sulla scadente prestazionalità di un parco immobiliare relativamente recente.

Qui, appunto, paradossalmente si constata come le carenze del quadro informativo non riguardino solo l'esistente e come, in particolare, una dotazione immobiliare  recentemente edificata sia nata da una scarsa capacità di definire con attenzione prospettica le esigenze, i requisiti e le prestazioni, tali da porre parte dell'invenduto fuori mercato.

Il primo impedimento a cui si assiste concerne la poca sensibilità agli orizzonti temporali delle Grandi Committenze (specie quelle Private) e, al contempo, la estrema parcellizzazione della proprietà immobiliare su cui si dovrebbero realizzare, almeno per l'Edilizia Residenziale, le Operazioni di Rigenerazione Urbana, oltre a tutto in assenza di soggetti industriali, come le Public Utility, e in presenza di Arranger Finanziari non completamente dominanti i contenuti tecnici.

A una corto-miranza delle Strutture di Committenza fa, peraltro, da contraltare, sempre negativo, la focalizzazione dell'immaginario politico sulla promessa e, più di rado, sulla cerimonia inaugurale relativa al manufatto nel suo istante iniziale.

In questo senso l'attenzione riposta dal Governo non solo su #scuolenuove, ma anche su #scuolebelle e #scuolesicure potrebbe effettivamente porre le basi per un cambio di paradigma, poiché l'enfasi è riposta sui progetti formativi e, dunque, su aspetti immateriali e intangibili legati agli edifici.

In un certo senso, una classe politica che si pretende rinnovata continua, a differenza dell'omologa di altri Paesi, a ragionare, assieme al proprio elettorato, con modalità antiche e puntuali sia sul Nuovo (o riconoscibile come tale negli interventi sull'esistente) sia sull'Infrastruttura.

Parzialità del Ciclo di Vita e Frammentazione (della struttura proprietaria, del tessuto committente, professionale e imprenditoriale) divengono, così, elementi paradigmatici di una condizione annosa che, nei fatti, ostacola qualsiasi prospettiva evolutiva.

Se, in effetti, il paradigma classico era costituito da una Committenza capace di individuare esigenze statiche, da Professionisti (interni o esterni alla Struttura di Committenza) in grado di definire compiutamente il Progetto, da Costruttori abili nel realizzare il Nuovo Prodotto, esso è, in verità, valso compiutamente sino agli Anni Trenta, o, tutt'al più, agli Anni Cinquanta.

Dopodiché è iniziata una lunga storia di ambizioni spesso velleitarie e di disfunzionalità sovente mascherate da fattori di rendita immobiliare che sopperivano e occultavano altre diseconomie.

Non è un caso che il tema della Gestione dell'Informazione nasca, proprio nel periodo post-bellico, in maniera intimamente legata alla Industrializzazione dell'Edilizia, laddove, poi, alcune istanze umanistiche sul prodotto industriale declinato architettonicamente si sono risolte in maniera riduzionista, banalizzata e, in definitiva, considerata retrospettivamente negativamente perché basata solo sul piano quantitativo.

Non è casuale che il tema si riproponga oggi, alla stessa stregua dei Sistemi Aperti e Leggero degli Anni Settanta e Ottanta, sotto la categoria dell'Off Site nell'ottica di una Modularità e di una Ripetibilità che assuma soluzioni formali e distributive diverse tra loro, non solo nell'Edilizia Residenziale o in quella Industriale, ma anche in quella Ospedaliera.

Tra l'altro, i Circle Hospital Britannici e i Community Hospital Statunitensi (ma anche alcune iniziative inglesi di Procure21+) combinano le istanze di ottimizzazione dei manufatti con quelle di razionalizzazione delle attività che essi devono ospitare nell'ottica del Lean Thinking.

Non si dimentichi che, di là della Prefabbricazione, la Digital Fabrication e il 3D Printing consentono di instaurare nuove relazioni tra Progettisti e Produttori, anche al di fuori dei rapporti tradizionali coi Costruttori e, comunque, entro la logica dei Distretti e delle Filiere Industriali.

Nel contesto della prevalenza dei risvolti immobiliari le stesse figure professionali hanno ricevuto, da Committenze e da Sviluppatori Immobiliari, frequentemente richieste altre da quelle strettamente tecniche e organizzative. Di conseguenza, la natura delle prestazioni professionali non sono sempre risultate adeguate all'uopo e, soprattutto, i loro contenuti tecnici sono stati erogati in un ambiente scarsamente integrato e collaborativo, nonostante che i tipi dell'Italstat o della Fiat Engineering siano stati riproposti più volte, dagli Anni Sessanta agli Anni Ottanta, sempre entro un paradigma industriale.

Questo accadimento è rivelatore di un ennesimo paradosso: sia l'Ingegnerizzazione dei Processi Progettuali sia la Ottimizzazione di quelli Produttivi si sono risolte negativamente, nella percezione del mercato anche a causa delle carenze architettoniche che si intravedevano nei loro esiti, nel momento in cui, da un canto, la produzione manifatturiera dei singoli prodotti per la Costruzione spesso addirittura sì automatizzava e si robotizzava, mentre le virtù della Progettazione si risolvevano in gravi carenze sui contenuti delle prestazioni professionali, come per le protratte schematizzazioni nella progettazione impiantistica e le marcate indifferenze nella progettazione architettonica alle modalità realizzative.

Ecco perché l'Off Site di cui si parla oggi altrove assume caratteristiche profondamente diverse, essendo contraddistinto da forma, articolazione, singolarità.

Per la classe professionale, dunque, si è posto, anzitutto, il problema di avere di fronte un interlocutore committente troppo parcellizzato (con la possibilità per molte Committenze, Pubbliche e Private, di agire su grandi interventi sporadicamente, in modo poco professionale) e incapace di esprimere e di guidare un quadro esigenziale tramite il Processo di Briefing.

Stimolazioni e indirizzi modesti, uniti a una predilezione per l'aspetto economico, da parte delle Strutture di Committenza, a una Innovazione Tecnologica che, comunque, e per linee spesso esterne al Settore, si è sviluppata, sia pure più lentamente che non in altri Comparti, hanno fatto sì che i Professionisti non fossero interamente nelle condizioni di dare un contributo positivo alla crescita di una Cultura Industriale, a meno che per essa non si intenda grossolanamente e persino caricaturalmente la Prefabbricazione Pesante attuata tramite Sistemi Costruttivi Chiusi.

In questo frangente si sono combinate le retoriche del valore creativo e intellettuale della attività libero-professionale e della serialità manifatturiera sinonimica di Industrialesimo.

Ciò ha generato una massa imponente di diplomati, laureati e abilitati (e non) alle professioni colpiti, a un certo punto, contemporaneamente da un immiserimento reddituale e da una richiesta di competenze (dalla Energetica alla Sismica) superiore alla capacità di Aggiornamento Professionale e di Innovazione Tecnologica in possesso di essa.

L'insoddisfazione per le prestazioni dei liberi professionisti, assieme a una crescente internalizzazione nelle Amministrazioni Pubbliche dei servizi professionali di un certo livello qualitativo (attualmente ostacolata, invece, dai recenti provvedimenti legislativi), ha spinto i più avvertiti Costruttori a dotarsi di una Struttura Tecnica adeguata.

A questo proposito, tuttavia, occorrerebbe domandarsi se la rivendicazione delle Rappresentanze Professionali di impedire gli affidamenti diretti in house e quelli alle Istituzioni Universitarie, in gran parte oggi esaudita anche dalla giurisprudenza, abbia un significato condivisibile, laddove l'impressione è che i maggiori saperi siano talora lì detenuti: per quanto molte occasioni di affidamento diretto abbiano sortito esiti più che discutibili.

La crescente complessità delle richieste legislative comunitarie in materia tecnica e l'evoluzione manifatturiera implicita (si veda, ad esempio, l'Ingegneria dell'Involucro) hanno, ancor più indebolito una struttura professionale affetta da nanismo dimensionale, competenze manageriali e carenza conoscitiva.

Del resto, i tentativi embrionali di utilizzare da parte delle Rappresentanze Professionali gli obblighi dell'aggiornamento ai fini del riorientamento e della riqualificazione stentano non poco a originare effetti significativi presso gli iscritti proprio in virtù di un notevole loro spaesamento.

La libera professionalità, per come è stata sinora centrale nelle Scuole di Architettura e di Ingegneria, conserva tuttora un tono vagamente ottocentesco, esaltando l'individualismo, oggi anacronistico, e trascurando completamente l'assunzione di implicazioni gestionali evidenti altrove, ad esempio, nel Design Management, oltre che di Costruibilità e di Manutenibilità.

La stessa classifica internazionale degli Organismi di Progettazione attesta, peraltro, il grave ritardo competitivo, anzitutto, a far data dal Knowledge Management, a cui, come proposto da alcuni, potrebbe forse sopperire l'aureola del Made in Italy.

Sul versante imprenditoriale, a parte poche realtà virtuose, la situazione è contraddistinta da una elevata mortalità, da un livello di esternalizzazione estremo a cui corrisponde più una esigenza di abbattimento dei costi fissi che non di effettiva specializzazione, da un consumo così eccessivo di suolo da rendere problematico il Green Field per i decenni a seguire.

Del resto, le vie alternative, costituite dai mercati internazionali, sono state perseguite in predominanza da un ristretto numero di Imprese di dimensioni maggiori, in larga prevalenza per le opere infrastrutturali.

A un mercato, nel ciclo iniziato nel 1995 e terminato nel 2006, caratterizzato da facilità nell'accesso al credito per Acquirenti e Realizzatori, da un primo entusiasmo per la Finanza di Progetto e, comunque, da una certa entità degli investimenti pubblici, ha fatto seguito la più grave crisi del Settore mai registratasi, le cui cause, ineccepibili, sono così state riassunte dai protagonisti:

1) restrizione al credito;

2) ritardato pagamento dei debiti da parte dei Committenti Pubblici e Privati;

3) complicazione amministrativa nei percorsi autorizzativi;

4) incremento della fiscalità;

5) altro: la mancanza di ripensamento del Settore?


L'Information Modelling and Management e la Politica Industriale per il Settore

All'interno di una congiuntura molto negativa per le Costruzioni in molti, ma non in tutti, i Paesi Comunitari, improvvisamente, sotto la scorta della Digitalizzazione dell'Economia, è sorta, da parte dei Governi, una aspirazione alla approssimazione del Settore delle Costruzioni ai Settori Manifatturieri più avanzati da attuarsi in vari modi, tra cui l'Information Modelling and Management.

In verità, tale istanza non può dirsi davvero subitanea, in quanto, ad esempio, nel Regno Unito, a partire dal 1965, si sono seguiti numerosi rapporti governativi sull'affaire, come ricordano i nomi di Tavistock (Institute), Latham, Egan, Worstenholme.

Essa ha preso vita nel Regno Unito con alcune iniziative del Cabinet Office risalenti al 2011 e con la Strategia denominata Construction 2025, è proseguita in Francia con Bâtiment 2.0 e Objectifs 500.000 e in Germania con Mittelstand Digital (indirettamente anche con Industrie 4.0 ) e con i lavori della Reformkommission für Großprojekte.

Se si volesse ricreare e immaginare una sequenza ideale di propagazione del tema dovremmo così riassumerla:

1) interessamento del Governo Centrale a opera di esponenti di particolare sensibilità (Paul Morrell in qualità di Chief Advisor del Cabinet Office, Cécile Duflot come Ministra, alcuni esponenti della Reform Kommission), accompagnato dalla formulazione di una Politica Industriale e di una Road Map sul medio termine. L'influenza governativa è risultata decisiva anche nei Paesi del Nord Europa, pur dotati intimamente di predisposizione culturale;

2) costituzione di una Task Force (vedansi Australia, Francia, Germania, Regno Unito) con la guida di Strategist come Mark Bew, Bertand Delcambre, David Philp, Ilka May), con il coinvolgimento di compagini miste (UK BIM Task Group e BIM Task Force derivante dall'Arbeitsgruppe della Reform Kommission) o di Corpi di Stato (CSTB) col supporto delle buildingSmart nazionali;

3) annuncio di una qualche misura di obbligatorietà nella richiesta di Information Modelling and Management), più, a dire il vero, per segmenti di mercato (quelli statali o quelli infrastrutturali), anche connessa al recepimento delle Direttive Comunitarie su Appalti e Concessioni;

4) disseminazione del metodo presso i Committenti Pubblici e Privati, le Rappresentanze Professionali, le Associazioni di Categoria, corredata dalla predisposizione di numerosi documenti di indirizzo e di Hub territoriali (anche in Francia, non solo in Gran Bretagna);

5) affinamento della Strategia Industriale sulla scorta delle prime sperimentazioni presso Early Adopter, prevalentemente legati ai Governi Centrali (Ministry of Justice, Department of Health, Highways Agency, Thames Water, Education Funding Agency, ecc.) o Federali nonché di Programmi Pluriennali Nazionali (MINnD in Francia, BIMiD in Germania);

6) definizione di obiettivi più ambiziosi legati alla Digitalizzazione dell'Economia legati al Digital Built, intersecantisi con le Smart City.

Con l'avvio di queste Strategie, sulla scorta della Gestione dell'Informazione, si conclude, quindi, una lunga stagione improntata all'Industrializzazione e ne inizia un'altra assai più, se possibile, complessa e incognita.

L'Information Modeling and Management, che rappresenta la tematica sorta nel Dopo Guerra, assume caratteri inediti grazie all'evoluzione, d'altronde ancora parziale, degli applicativi informatici, che, tuttavia, rischiano di equivocarne il significato e, di conseguenza, di confondere i fini coi mezzi.

Ma, detto esplicitamente, la possibilità di rendere i Dati computabili, introduce alcune priorità che sovvertono gli assetti che, per quanti diseconomici e disfunzionali, sono assai consolidati:.

i) alla Committenza, incluso lo Sviluppo Immobiliare, è richiesta una progettualità assolutamente straordinaria nella definizione delle Esigenze e dei Requisiti in termini anche computazionali (quelli che sono definiti, nella versione BIM-Based del Briefing Employer's Information Requirements) tale per cui essa possa esercitare un tempestivo e assiduo monitoraggio sull'operato dei Progettisti tramite applicativi come Nosyko dRofus o Affinity Trelligence e Solibri Model Checker;

ii) ai Progettisti è richiesto di offrire prestazioni più impegnative e responsabilizzanti anche sulla Vita Utile del manufatto, in un contesto in cui il primato progettuale è contendibile da parte di altri soggetti;

iii) ai Costruttori è richiesto un approccio al prodotto legato al Ciclo di Vita, in cui le caratteristiche prestazionali del manufatto si accompagnano alla sua disponibilità a ospitare attività strumentate da sensoristica nella Smart City e nelle Smart Grid;

iv) ai Finanziatori è richiesta una assunzione di rischio basata su parametri diversi da quelli consueti.

Bisogna, allora, interrogarsi sulla criticità di queste dinamiche e sulle conseguenze che esse potranno avere sul medio periodo (il fatto che inizino ad averne sui mercati comunitari e internazionali già ora è molto significativo):

# la professionalizzazione delle Committenze, decisiva nell'ambiente basato sull'Information Modelling and Management, non può discendere solo da processi aggregativi, come spesso hanno dimostrato anche le Committenze Delegate;

# l'attrattività degli investimenti italiani e stranieri nel Nostro Paese non può discendere solo da una riduzione dei passaggi e dei tempi amministrativi, ma deve essere supportata da un innalzamento qualitativo dei processi decisionali e di quelli strumentali a essi;

# i servizi professionali e, in particolare, quelli progettuali, si baseranno sull'anticipazione delle scelte nelle fasi ideative precoci;

# tali anticipazioni dovranno forzatamente essere condivise con gli altri Attori del Processo, specie di quello esecutivo e di quello gestionale;

# le soluzioni progettuali saranno frutto di analisi computazionali tra diverse Alternative (Optioneering) con un approccio "probabilistico" alla decisione;

# la competizione avverrà per Catene di Fornitura e per Filiere in grado di conciliare Flussi Informativi e Flussi Decisionali;

# le forme contrattuali, che implicheranno progressivamente un grado di relazionalità, anziché di transazionalità che rendano le negoziazioni flessibili nel tempo, sono, talvolta a snaturare l'interpretazione tradizionale del rapporto tra Controparti;

# il frutto della Progettazione sarà verificabile e validabile attraverso metriche innovative, caratterizzate dalla misurazione della densità degli Scambi Informativi;

# l'esito del Processo Progettuale, inveratosi nel Modello Informativo, vivrà una vita propria alimentato retroattivamente dai Dati provenienti dalla sensoristica legata al manufatto (Ambient Intelligence).

Queste considerazioni fanno palesemente comprendere come la Digitalizzazione e la Sostenibilità mutino, trasformino, operativamente la natura del prodotto se poste in coerenza con la revisione dei negozi contrattuali.

È curioso, in effetti, constatare come tutte le motivazioni di revisione legislativa ispirata al prossimo recepimento delle Direttive Comunitarie derivino da istanze di Legalità e di Semplificazione, mentre scarsa attenzione è attribuita al cambiamento dei ruoli, delle responsabilità e degli oggetti dei contratti, allorché il Relational Contracting e il Performance-Based Contracting agiscono proprio sulle logiche essenziali: Rivalsa, Rischio, Determinazione del Contratto, Prestazionalità.

Ciò dimostra come le forme contrattuali relazionali, ancor più che quelle partenariali (la cui declinazione nel Nostro Paese evoca essenzialmente il coinvolgimento del capitale di rischio e di quello di debito privato nelle opere pubbliche), proprio perché le più affini e idonee alle soluzioni negoziali avanzate, si propongano quali fattori, in un certo qual modo, sovversivi degli assetti consolidati.

Nel Regno Unito i Procurement Method sono stati parzialmente rivisitati in coincidenza con il processo descritto: vedansi i tre nuovi sistemi proposti.



Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Culturale Immobiliare nella Digitalizzazione

Una esemplificazione delle ambiguità dei Processi di Modernizzazione del Nostro Paese (che spesso rivelano tracce di provincialismo e di tardività), e del ruolo che in essa avrebbe l'Information Modelling and Management, è data dalla questione della Tutela e della Valorizzazione dei Beni Culturali Immobiliari.

Oltre a tutto, l'Ambiente Costruito, specie quello avente dignità culturale, è assai più presente in Italia che altrove.

Al di là del fatto che nel Nostro Paese si è sviluppata, più che altrove, una teoria (e una pratica) originale, quella della Conservazione (con tutti i limiti e le aporie), che potrebbe rappresentare un formidabile veicolo di esportazione per il Made in Italy (magari da estendere alla Riqualificazione), occorrerebbe non intendere, con eccessivi riduzionismi, il ruolo, non solo ostativo, degli Organi di Tutela.

Se, infatti, costruissimo una serie di Dimostratori, oltre che attrarre risorse estere per tutelare il Nostro patrimonio, potremmo anche esportare la metodologia, sia pure corretta, specie per l'esistente non vincolato.

Il fatto di ridisegnare il Sistema della Tutela in chiave di attrattività, in chiave produttivistica, riflette l'esigenza di generare capacità di investimento delle risorse finanziarie private nella Conservazione Programmata dei Beni Culturali Immobiliari, ma se essa venisse attuata semplicisticamente non farebbe che riprodurre versioni della Tutela banalizzate a livello internazionale e per nulla caratterizzanti il peculiare approccio nazionale: esattamente al contrario dell'esempio britannico.

Del resto, l'intero intervento sulla Semplificazione Amministrativa nei Percorsi Autorizzativi sembra difettare di una meditazione capace di creare contrappesi a una necessaria rivisitazione (il termine riforma è ormai divenuto luogo comune da evitare).

In questo senso, l'Information Modelling and Management offrirebbe preziosi spunti e appigli, poiché consentirebbe di ottenere rilevanti risultati, così elencabili;

a) la Computazionalità dei Dati, gestibile attraverso la configurazione di Data Set e di Rule Set, permetterebbe, almeno in parte, di realizzare un accurato e tempestivo Model Check, in grado di costringere gli Organi di Tutela a una legittimazione e riproducibilità delle proprie valutazioni;

b) la centralità dell'aspetto oggettuale della Conservazione enfatizzerebbe nell'Information Modelling i tratti alfanumerici, oltre che quelli geometrici (eventualmente, in futuro, semanticamente ottenibili dalle nuvole di punti) combinando fonti archivistiche e strumentali (possibilmente non distruttive);

c) le valenze dell'aspetto spaziale (vani e flussi), così come le simulazioni relative al comportamento degli utenti, farebbero sì che fosse più agevole la contrattualizzazione (all'interno di Spinsoring e di Concessioni) della Valorizzazione nel rapporto tra beni comuni e sfruttamento individuale;

d) la connessione tra l'Information Model (come As Built o, meglio, As Preserved) renderebbe praticabile il monitoraggio negoziato tramite sensoristica, dello stato di degrado dei Beni Culturali Immobiliari in relazione agli usi adottati dai soggetti che ne hanno acquisito il diritto temporaneo di utilizzo;

e) le incertezze legate allo stato conoscitivo del bene immobiliare e l'affidabilità delle analitiche non distruttive rendono prospetticamente interessante la dimensione dell'Optioneering da gestirsi in tempo reale;

f) i grandi interventi di Conservazione Programmata, che darebbero altresì vita a distretti industriali per via della loro durata protratta, dovrebbero essere concepiti, anzitutto sul piano della Riqualificazione Energetica e della Messa in Sicurezza, come Driver di Politiche Urbane, in cui, non a caso, nella connessione tra BIM e GIS, si stanno diffondendo nel Mondo esempi di District e di Urban Information Modelling.

 

Competere per Filiere e per Catene di Fornitura e di Valore

Un altro esempio della direzione in cui vanno i processi improntati all'Information Modelling and Management è offerto dallo Strategic Supply Chain Management, in cui sussiste lo sforzo di generare un Acculturamento, una Confidenza e una Integrazione di lungo periodo tra i primi livelli di Subfornitura e i restanti.

Uno dei grandi obiettivi che persegue il Governo Britannico, al Level 3 di maturazione del Processo di Digitalizzazione, è proprio rendere acculturati i Fornitori di Tier 2 e di Tier 3, il che vuol dire renderli capaci di essere parte attiva nell'Early Contractor Involvement e nell'Open Book: un passaggio, questo, davvero epocale, lungi dall'esser conseguito, ma che distanzierebbe sideralmente le Catene di Fornitura tradizionali nella percezione dei Committenti e dei loro Finanziatori.

Se, infatti, oggi negli Stati Uniti Turner Construction utilizza i BIM Project Execution Plan con grande energia per coordinare (anche tramite Orientation e Co-Location) i propri Sub, specie per la Clash Detection, domani Mace Group potrebbe ottenere dai Sub Sub Sub un grado di collaborazione positiva assimilabile a quello dell'Autoveicolo o dell'Aerospaziale!

Quella del Supply Chain Management è solo una delle teorie proposte (le altre fanno riferimento ai Transaction Cost, ai Project e ai Network), ma indica un orientamento assai definito per l'Information Modelling and Management, oggi sperimentabile sui Mega Project 

Nel Regno Unito, infatti, la sperimentazione sul Sistema di Sistemi, avviatosi con il Terminal 5 di Heathrow (BAA), proseguito con London 2012 (ODA) e Crossrail, vede ora il culmine in High Speed 2, il cui importo ammonta a parecchi miliardi miliardi di sterline.

All'interno di questo Mega Project, che come gli altri citati aspira a generare una Legacy, a disseminare buone pratiche, l'Information Modelling and Management appare tema di un certo rilievo, come dimostra il Survey curato da Mace Group.

Così è stata espressa la BIM vision for HS2:

• The HS2 Building Information Model will form the Information Backbone of the HS2 network throughout the lifecycle of the project, eventually becoming the Asset Information Model;

• Deliver and manage data in a spatially related and consistent format;

• The BIM will facilitate a deeper understanding of the design and its requirements, resulting in the reduction of costs;

• The BIM willl be available to all areas of the project and willl be used to facilitate better dissemination of information.

Il caso dell'Alta Velocità Ferroviaria tra Londra, Leeds e Manchester è impostato prevalentemente sulla formula contrattuale cosiddetta NEC3, con obiettivi improntati al motto Engine for Growth, vale a dire, con l'intenzione di sperimentare le metodologie più innovative che assicurino il risultato in base a un Balanced Scorecard, articolato su quattro Livelli di Fornitura, con la produzione di una vasta manualistica (Supplier Guide) dedicata a circa1.600 Fornitori e diversi Detailed Procurement Plan, nell'attesa di poter alimentare la Filiera Nazionale, come accaduto per Crossrail, col 95% delle società coinvolte provenienti dal Regno Unito.

L'inizio dei lavori è previsto nel 2017, la conclusione nel 2026: l'opera segue la realizzazione di High Speed 1 nel primo decennio del secolo.

Quello che è significativo a proposito del legame tra High Speed 2, Olympic Delivery Authority e Crossrail è proprio la migrazione di esperienze e di competenze in materia di Committenza, inclusa la scelta di creare strutture miste, per quanto nell'Alta Velocità attenuata dalla durata ventennale del Programma.

Più in generale, le forme contrattuali, come evidenziato dalla School of Construction Law del King's College, tendono a ibridare classiche forme transazionali con quelle relazionali, basandosi, in ogni caso su Early Contractor Involvement (ECI) o Design & Build (D&B) e Target prestazionali da raggiungere.

Nel Regno Unito, peraltro, sono stati messi a punto alcuni altri schemi contrattuali rilevanti, come PPC2000, utilizzato in almeno uno dei Trial del Ministry of Justice.

In verità, la decisione del Governo Italiano di ridurre e di aggregare le Committenze Pubbliche potrebbe rappresentare un punto di svolta per l'Information Modelling and Management, qualora in essa si rinvenisse la volontà di avviare un programma di acculturamento e di qualificazione delle stesse anche sul piano dell'e-Procurement, come sta avvenendo in Portogallo.

Del resto, se si osserva il mercato degli applicativi, si può notare non solo come essi stiano progressivamente spostandosi sul Clouding e sul Software As A Service, ma anche che oltre ai produttori tradizionali (Affinity, Artra, Autodesk, Bentley, Dassault, Nemetscheck, Nosyko, Progman, Synchro, Solibri, Trimble, Vianova e altri), figurano altri soggetti eterodossi, come Google, IBM, Microsoft, SAP, Siemens.

Gli stessi erogatori di Electronic Document Management System (EDMS), come Aconex, Asite, Conject, 4Projects e molti altri si stanno attrezzando per offrire, ad esempio, servizi di Code e di Model Checking.

Alla stessa stregua andrebbe considerato il caso delle BIM Library nazionali tra cui, tra le altre, si ricordano: CB-NL, PPBIM, Cuneco, DIN, InnovANCE, National BIM Library, SN, oltre che  iniziative privatistiche multinazionali come BIM Object e BIM Store, ma non solo.

Se, infatti, queste BIM Library nascono per offrire al mercato soluzioni aperte (di Open BIM), legate tendenzialmente a IFC o a NBIMS, è opportuno notare come siano due almeno gli elementi decisivi:

1) la possibilità per gli Oggetti veicolati da queste Biblioteche di inserirsi in un processo decisionale in cui l'anticipazione spinge a definire i Level of Detail e i Level of Development anticipatamente. In questo senso la progressione dovrebbe avvenire attraverso la sequenza Company Library, Project Library, Public Library, vale a dire una biblioteca di oggetti personalizzati a livello societario si evolve grazie a oggetti concordati per la commessa e infine, risolversi nelle merceologie disponibili da parte della Produzione dell'Indotto;

2) i Dati e le informazioni, necessariamente personalizzabili da ciascun operatore che, peraltro, dovrebbero consentire ai produttori di ottenere retroazioni informative.

Più in generale, queste BIM Library potrebbero evolversi in Marketplace.

In questo senso, un caso, dall'esito tutto da verificare, di enorme interesse potenziale è dato dal Gutenborg Project a San Pietroburgo, dove sostanzialmente, sotto la supervisione di ECS Strategies, Bryden Wood, sulla scorta dell'esperienza di Circle Reading, ha messo a punto una intelaiatura strutturale ibrida, definita, appunto, chassis, su cui si innesta un vero e proprio Sistema Costruttivo Aperto, supportato da una speciale BIM Library di componenti, alimentato da un distretto industriale imperniato sull'Off Site.

All'operazione, miliardaria, partecipavano anche Drees und Sommer, Turner & Townsend e Mace Group.


Conclusione

Occorre, dunque, ripartire da alcuni quesiti:

1) il tessuto professionale, così polverizzato e inflazionato, può ancora reggersi? Ha senso che il Governo lo sostenga? È possibile utilizzare l'Information Modelling and Management per favorire processi aggregativi?

2) analogamente, un tessuto imprenditoriale polverizzato, tutto imperniato sulla esternalizzazione e con scarse qualificazione per gli interventi sul costruito, pur decimato, è ancora proponibile? Le Reti di Impresa possono consentire un approccio collaborativo?

3) può esistere un Mercato Riconfigurato con questa Committenza, Pubblica o Privata, pur in presenza di meccanismi di aggregazione solo dimensionale? O serve un salto di qualità per la Riqualificazione della Committenza?

Ciò si può tradurre in un ulteriore interrogativo: può un Governo assecondare e promuovere una Ripresa del Settore che lasci immutate le caratteristiche e i vizi strutturali del Comparto?

O deve, in cambio degli investimenti in conto capitale, esigere che il Comparto cambi natura secondo una precisa Strategia Industriale?

In altre parole, proprio sfruttando le potenzialità dell'Information Modelling and Management si dovrebbe avere una nuova dislocazione dei soggetti sul terreno. Come fare, però, affinché ciò sia credibile e plausibile?

Un primo passo è di carattere concettuale, nel senso che si insiste spesso sulla contrazione dimensionale del mercato domestico, cosicché parrebbe che si tratti di ripristinare il carattere quantitativo, sennonché quel mercato non potrà più probabilmente tornare in quell'entità.

D'altra parte, se si riconosce già oggi il rilievo assunto dagli interventi sul costruito, ci si limita spesso a sottolinearne l'incidenza in termini aggregati, allorché, invece, è proprio la modesta entità unitaria a sollevare problema.

Se, poi, si pone mente locale alla Strategia Comunitaria Construction 2020 si può constatare come sotto l'egida della Sostenibilità si ritrovino alcuni elementi cruciali, spesso trascurati nel mercato domestico:

a) la centralità del tema dell'Energia sta spostando il proprio fulcro dal Risparmio all'Accumulazione, agli Edifici a Energia Positiva, anche nell'ambito del Recupero, nell'ottica di un paradigma di scambio e di connessione tra Flussi Energetici, Trasportistici e Informatovi;

b) la posizione fondamentale dei Profili di Utenza all'interno delle operazioni di efficientamento energetico si sposa con la diffusione dell'Ambient Intelligence, con particolare riguardo ad alcune fasce sociali;

c) la prospettiva delle Smart City esalta la dimensione distrettuale e urbana delle Politiche legate all'Efficienza Energetica (ma non solo) e conferisce agli Organismi Edilizi, in quanto posti a sistema coi Flussi Digitali e Fisici, un carattere infrastrutturale;

d) la Finanziarizzazione delle opere immobiliari e infrastrutturali rende imprescindibile la dimensione della Gestione del Rischio da attuarsi con criteri innovativi;

e) la necessità di far sì che gli esiti del Processo Progettuale siano affidabili rispetto ai risultati conseguibili contrattualmente dalle e tramite le opere nel tempo rende obbligatoria una corresponsabilizzazione dei Progettisti sul medio termine e il loro coinvolgimento nella rideterminazione degli obiettivi contrattuali in un quadro di flessibilità degli stessi;

f) la variabilità delle situazioni riferite a una specifica commessa impone che si sia, tuttavia, in grado di capitalizzare maggiormente la conoscenza.

In definitiva, sia il Computational Design sia l'Information Modelling mettono in risalto l'opportunità e la necessità di attendere a obiettivi di grande risalto in presenza di risorse così scarse che si rendono inevitabili tutti gli sforzi per ridurre, per ottimizzare, per favorire il Lean Thinking nel Processo Edilizio e Infrastrutturale.

È proprie dalle economie (di conoscenza, di scala, ecc.) che si possono ricavare i margini di profitto, al contrario di quanto avvenuto sino a poc'anzi. Ma ciò richiede, appunto, una Cultura Industriale che, proprio per la sua natura efficiente, oggi non prelude alla Serialità, bensì alla Diversità, all'interno, tuttavia, di criteri razionali.

Ciò che inducono a pensare le Strategie Governative, tanto dei Paesi Nordici e Scandinavi, quanto di quelli Maggiori, è che il Settore delle Costruzioni in Europa, proprio partendo dall'Ambiente Costruito quale presupposto, tenta un Cambiamento che assume a volte sembianze radicali, mentre, al fondo del retropensiero nazionale vi è uno sguardo nostalgico e retrospettivo per un passato irripetibile e, proprio a causa della sua essenza, in parte foriero delle criticità odierne. 

Su una scala quantitativa il mercato domestico appare, in effetti, ancora non marginale in Europa, ma in termini qualitativi, esso presto inizierà a scontare ritardi e arretramenti culturali assai gravi.

In particolare, all'interno dei difficili equilibri dell'Unione Europea, assai più complessi di quelli della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio entro cui si svilupparono le esperienze europee della Industrializzazione Edilizia, le Politiche per la Ricerca & Sviluppo nonché le Azioni Strutturali si situano certamente all'interno dell'insieme Energy Efficiency, Cultural Heritage, Active Ageing e Smart Infrastructures & Cities, ma non è semplice comprendere le tendenze che potrebbero rendere unitario e internazionalizzato il mercato comunitario.

Tanto più che, se da un lato, lo Sviluppo Sostenibile è strettamente collegato sul piano politico alla Questione Energetica e al Cambiamento Climatico, d'altra parte, il Governo Francese e quello Tedesco si preoccupano, così come quello Britannico, di salvaguardare la struttura frammentata del mercato, generando, però, un circolo forse vizioso, poiché la Collaborazione e l'Integrazione sembrano distanti da esso.

Come rammentato, tuttavia, lo sforzo Britannico ha prodotto già alcuni risultati rilevanti:

1) la definizione del digital Plan of Works ha mobilitato in un tentativo di accordo tutte le principali rappresentanze;

2) la promozione di schemi di certificazione di conformità rispetto alla PAS 1192-2:2013 a opera di BRE e Lloyd's Register sta sancendo un vantaggio competitivo sui mercati internazionali per i Player nazionali.

Epperò il tema è entrato nel lessico politico: le bâtiment français doit prendre le train de la numérisation et la dématérialisation qui constitueront les éléments clés de l’économie et de la compétitivité de demain...Aussi, tout en reconnaissant que des initiatives sans doute insuffisamment valorisées existent à toute échelle, le groupe demande un acte fort pour que la puissance publique soutienne l’entrée du secteur du bâtiment dans le numérique.

Quando le parole della Digitalizzazione sono pronunciate dal Ministro Dobrindt, dalla Ministra Pinel o dal Ministro Fallon le cose mutano radicalmente: perché il loro significato è che per ogni scuola realizzata correttamente a metà del prezzo ipotizzabile se ne può costruire un'altra, per ogni risparmio conseguito nella costruzione di un presidio ospedaliero si possono aumentare gli investimenti per la spesa sanitaria.

È l'Innovazione Sociale l'oggetto del mercato politico nei Maggiori Paesi Comunitari.

Non potrà esistere in Italia una Riconfigurazione del Settore senza una rivisitazione degli Apparati Mentali.

Tutto sommato, al di là della Strategia Comunitaria per un Settore Sostenibile delle Costruzioni, il quadro rimane fortemente improntato a obiettivi nazionali e non si può certo affermare che la presenza italiana sui mercati comunitari principali sia rilevante.

È, però, utile riconoscere che lo sviluppo tumultuoso del mercato si giocherà sempre più altrove, tra Asia e Africa.

Ma con la stessa Intelligenza richiesta sui mercati domestici.