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BIM e Digitalizzazione: solo un marziano non ne capirebbe l’ineludibile applicazione

BIM e Digitalizzazione: solo un marziano non ne capirebbe l’ineludibile applicazione
Con queste parole l’ingegnere Luca Ferrari, Amministratore Delegato di Harpaceas, ha aperto i lavori del terzo BIM summit nella giornata di ieri 10 maggio 2017 a Milano.

Un processo sicuramente ineludibile ma che si trova ancora oggi in una fase che possiamo definire di avviamento, soprattutto in Italia. D’altronde un recente studio ha evidenziato che a livello internazionale su 15 settori industriali, nella classifica sull'applicazione della digitalizzazione, quello delle costruzioni sia al 14mo posto. Come ha fatto rilevare l’ing. Ferrari ci sono ampi margini di miglioramento.
Ma i vantaggi che la digitalizzazione può portare, l’orientamento degli appalti internazionali e nazionali, gli incentivi che sono stati messi a disposizione delle aziende fanno capire che sia non solo importante, ma necessario muoversi per tempo, per non ritrovarsi improvvisamente fuori dal Mercato.
Luca Ferrari ha anche ricordato che l'Art. 23 comma 13 del nuovo codice degli appalti da la possibilità alle stazioni appaltanti qualificate di inserire il BIM nella gara: il processo è quindi partito, e durante il BIM summit ci sono stati numerosi esempi in tal senso. Ma non solo. L’UNI ha pubblicato già quattro parti della norma UNI 11337, che riguarda proprio il BIM, ponendo l’Italia tra i paesi che per primi si sono posti il problema della standardizzazione di questo metodo.
La digitalizzazione è quindi non un argomento, ma l’argomento che ogni impresa, professionista, committente oggi deve considerare per poter pianificare per tempo la sua presenza nel futuro delle costruzioni.

E’ quindi intervenuto l'Ing. Giorgio Desideri, Membro del comitato scientifico di Harpaceas - IN2IT e fino a gennaio di quest’anno Direttore operativo di Salini Impregilo.

Desideri ha ricordato come nel tempo ci sia stata una progressiva adozione in ambito professionale e delle costruzioni degli strumenti informativi, in particolare quelli di calcolo, e che questa crescita abbia sempre più accelerato, portando con se il problema del controllo e della verifica della correttezza dell'informazione tecnica e progettuale. La rapidità con cui si può elaborare una modifica del progetto ha finito per creare una moltitudine di revisioni, aumentando conseguentemente il rischio che nella interoperabilità tra le diverse funzioni si potesse creare confusione e si utilizzassero riferimenti diversi, con errori che poi emergono solo in fase di costruzione. Ecco perchè per Desideri è diventato sempre più necessario collegare processi e dati, e con il BIM finalmente la potenza di calcolo e le esigenze di chiarezza e certezza si incontrano. Nel farlo si sono trovate alcune difficoltà applicative ma i vantaggi sono talmente grandi che l’applicazione del BIM diventa ineludibile. Per esempio nella realizzazione di in uno svincolo autostradale grazie ai programmi di Clash Checking è stato possibile verificare un errore di progettazione prima di andare in produzione, e questo ha permesso di 3 mesi di lavoro e 500.000 euro di spesa. 

Ha quindi preso la parola Lorenzo Bellicini del Cresme.

La sua analisi iniziale ha riguardato l’evoluzione del mercato delle costruzioni a livello internazionale e nazionale. Bellicini ha collegato i dati sulle costruzioni allo sviluppo demografico, sottolineando che in Italia negli ultimi due anni si purtroppo registrato un calo   della popolazione. In questo contesto di calo demografico l’Italia - insieme al Giappone e alla Germania - è in testa alla classifica della percentuale di over 65 calcolata sulla popolazione attiva. Un problema molto grande e che diventerà drammatico nei prossimi quindici anni. E’ l’Africa invece a crescere di più da un punto di vista demografico e questo porta a pensare che sarà questo continente ad essere la Cina dei prossimi vent’anni.
Per quanto riguarda l’andamento del mercato delle costruzioni Bellicini ha sottolineato che nell’era della quarta rivoluzione industriale, quella che si basa sui sistemi di cyberfisica, le costruzioni entrino nella sua seconda rivoluzione industriale, che farà da traino per una ripresa del mercato. Per Bellicini siamo in un nuovo ciclo sistemico di accumulazione, contrassegnato dal rilancio delle città e del loro ruolo nella società. E questo, a livello globale, fa sì che non si sia mai costruito così tanto nel mondo come oggi. Global Construction prevede che da qui al 2025 il mercato crescerà del 70%. Qualche numero: in Cina si sono investiti 2.400 miliardi di euro in costruzioni, negli USA si è arrivati a 1.000 miliardi. In Cina negli ultimi anni sono stati costruiti 22mila km di ferrovie ad alta velocità e se ne stanno costruendo altri 10mila. Il mercato mondiale vale 8.000 miliardi di euro (investimenti in costruzione). Ma le costruzioni hanno un problema: il costo dell’errore. Questo settore ha una filiera competitiva e non collaborativa. Occorre quindi incrementare la produttività. Ecco perchè è così importante il tema della digitalizzazione e del BIM: perchè sono la chiave principale per far crescere, per la prima volta, la produttività del settore.
Per quanto il mercato delle costruzioni nazionali Bellicini ha previsto che l’Italia nel 2017 registrerà dei numeri positivi, anche per le nuove costruzioni. E questa ripartenza sarà trainata anche da una forte presenza di investitori stranieri. Su 9 miliardi investiti in immobili non residenziali 6,7 sono di investitori stranieri. Continua ad esserci un problema sui pagamenti: se le attività pubbliche avviate sono cresciute del 7% e la spesa è calata del 4% significa che non si stanno pagando le imprese.

L'intervento del dott. Mario Caputi – Amministratore unico in2it  ha riguardato l’applicazione del BIM. Caputi ha ricordato tra i compiti principali del BIM MANAGER quello del gestire, e non solo le informazioni tecniche ma anche quelle riguardanti il business e il management.

Quindi, se si vuole realizzare la cosiddetta quarta rivoluzione industriale anche nel settore delle costruzioni occorre avviare un rinnovo anche delle professionalità. Caputi, da economista, ha poi focalizzato l’attenzione sui costi, che nel caso delle costruzioni si concentrano soprattutto sulla gestione e la manutenzione (quasi il 65% del totale del ciclo di vita). La massima attenzione quindi nello sviluppo del BIM e della digitalizzazione, se si vuole tagliare i costi, deve riguardare queste due voci. Per questo se la “chiave” dell’utilizzo del BIM è quella dei risparmio che può generare, allora la massima attenzione deve essere dedicata all'attività di Facility Management.

Per building Smart Italia è intervenuto il presidente, il prof. Stefano Della Torre. Sull’operato dell’associazione Della Torre ha ricordato come elemento più importante la predisposizione della Road Map sul BIM, consegnata nel 2015 al Ministro. Road Map di cui oggi si vedono applicate diverse cose dal governo.

E sull’attività del governo sul BIM è intervenuto Pietro Baratono, provveditore delle OOPP della Lombardia e della Emilia Romagna, nonché presidente della commissione ministeriale che si sta occupando della definizione della norma da inserire nel codice degli appalti.


Baratono ha evidenziato che si sta completando il testo del cosiddetto "decreto BIM”, un decreto che riguarderà anche le stazioni appaltanti, oggi non sempre ben organizzate ed efficienti. Se si riuscisse a coinvolgere in questo circolo virtuoso le stazioni appaltanti nel modo corretto, la digitalizzazione potrebbe portare a un forte incremento di produttività e quindi a un risparmio per la singola opera, liberando risorse che potrebbero agevolare la crescita degli appalti pubblici.
Baratono ha ricordato quali siano le sei parole chiave: Industrializzazione del settore, Innovazione, Formazione, Razionalizzazione, Standardizzazione, Semplificazione.
Un processo che dovrà essere realizzato con una forte attenzione al quadro internazionale. Per Baratono peraltro i nostri codici contengono troppe norme e troppi vincoli. Si dovrebbe limitare le norme tecniche agli aspetti fondamentali e quindi rimandare ai contratti gli aspetti di dettaglio.
Per quanto riguarda l’uscita del Decreto Baratono ha riportato che i tempi sono brevi, e che il decreto prevederà una fase volontaria, per poi arrivare in un secondo tempo all'obbligatorietà del modello. Il decreto riguarderà anche la formazione del personale delle stazioni appaltanti. Per questo l'introduzione sarà progressiva. Ma non basta, le stazioni appaltanti dovranno riorganizzarsi, e ci si dovrà porre il problema della qualità delle commissioni di gara.
Baratono ha quindi ricordato le opere su cui si è fatta una sperimentazione di applicazione del BIM.

Sull’aspetto delle norme è intervenuto anche l’ing. Paolo Odorizzi,  Direttore Tecnico Harpaceas – Delegato nazionale presso Technical Committee 442 CEN.

L’ingegnere ha ricordato inizialmente la figura di Charles Eastman, che già negli anni ’70 scriveva dell’uso del computer nella progettazione degli edifici, e altre tre figure di riferimento per il BIM: Arto Kiviniemi, Rafael Sacks e Jerry Laiserin. Dopo una premessa così importante per la storia del settore, Odorizzi ha esposto alla qualificata sala di spettatori quali siano i gruppi di lavoro che attualmente si stanno occupando della standardizzazione a livello internazionale e nazionale. Innanzitutto ha ricordato il Comitato tecnico 59 ISO, che sa seguendo la predisposizione  della famiglia di norme ISO/DIS 19650 (Organization of information about construction works -- Information management using building information modelling). Nella predisposizione di questa famiglia ovviamente si  sta avvalendo anche della collaborazione del CEN.

Il CEN stesso ha avviato la produzione di norme CEN sul BIM attraverso il CEN TC 442. Il comitato è costituito da 4 gruppi di lavoro:
> WG01 - Stratecy and Planing; > WG02 - Exchange Information; WG03 - Information Delivery Specification; WG 04 - Support Data Dictionaries.
Il lavoro del CEN è però rallentato perchè deve coordinarsi con ISO e quindi, di fatto, è il lavoro ISO che sta procedendo.
A livello nazionale l'UNI con il CT 033/GL 05 sta lavorando alla famiglia di norme UNI 11337. Al momento ne sono già state pubblicate 4 parti (1, 4, 5 e 6) e forse la più importante è proprio la sesta che definisce le linee guida per la redazione del capitolato informativo. Delle restanti si è già partiti con le parti 2 (criteri di denominazione e classificazione di modelli, prodotti e processi), 3  (Modelli di raccolta, organizzazione e archiviazione dell’informazione tecnica per i prodotti da costruzione) e 7 (Requisiti di conoscenza, abilità e competenza per le figure coinvolte nella gestione digitale dei processi informativi). Ancora “vergine” la parte 8 sui processi integrati di gestione delle informazioni e delle decisioni.
Odorizzi, entro nel merito delle problematiche concrete, ha evidenziato che sarà fondamentale il ruolo della piattaforma informativa, per gestire archiviazione, tracciabilità, conservazione, trasparenza, scambio e condivisione, pubblicazione, autorizzazione, archiviazione e protezione.
Sui LOD l'UNI ha già prodotto una prima proposta di standardizzazione. La novità è che i LOD italiani parleranno anche di macchine e di restauro.
Infine l'OPEN BIM: fondamentale per poter non solo collaborare ma anche assicurare le verifiche di validazione dei dati. Open significa anche dati accessibili e conservati nel tempo. Inoltre con OPEN BIM le stazioni appaltanti potranno strutturarsi senza dover comprare troppe soluzioni.

L’ing. Lorenzo Orsenigo Direttore Generale ICMQ è intervenuto sul tema delle certificazione delle competenze e sul sistema realizzato da ICMQ anche grazie alla collaborazione con numerosi soggetti istituzionali e privati e facendo riferimento anche ad esperienze internazionali. Alla base dello schema di certificazione l’integrazione con la norma ISO 9001.

La seconda parte dell’evento è stata dedicata più a casi concreti. Come quello esposto dall'Ing. Elisa Spallarossa, Dirigente Ingegnere presso Struttura Complessa R.U.P. Nuovo Galliera.

E il caso concreto riguarda proprio l'Ospedale di Galliera in cui, nell’ambito di un progetto di rinnovamento e riqualificazione, si dovranno demolire alcuni edifici e il cantiere verrà sviluppato a cantiere aperto. Un progetto che quindi dovrà considerare delle interconnessioni tra cantiere e ospedale. La valutazione di usare il BIM partita con Rambyg, un programma per il Facilities Managment che chiedeva l'importazione dati BIM. Per questo si è deciso di proseguire con l’adozione di questo modello e dal 2010 al 2012 è stato predisposto un Contract language con i requisiti BIM. Il progetto per un certo periodo si è fermato, ma ora che il progetto è stato sbloccato, i documenti verranno aggiornati per partire con un BANDO BIM.
L’ing. Spallarossa ha evidenziato come l'obiettivo primario dell'uso del BIM non sia solo quello di realizzare il progetto da un punto di vista architettonico, energetico e strutturale, ma anche integrare il progetto con lo studio dei percorsi e degli spazi in funzione della gestione dei servizi ospedalieri e della gestione del facility management. Per questo si è dotata la struttura di un Bim Manager e si lavora con un Livello LOD100 ed è stato previsto di usare Solibri per il Model & Code Checking. L’ingegnere ha poi sottolineato come la Modellazione di tutti i paramenti suddetti abbia per esempio consentito di poter posizionare i laboratori in modo da avere la migliore efficienza. Per esempio ambulatori ortopedici vicino agli ascensori. L’ingegnere ha concluso evidenziando che
questo sarebbe il primo appalto bim ospedaliero a livello nazionale.

L'Ing. Fabio Capsoni, Socio di Redesco Ingegneria ha dedicato il suo intervento al cosiddetto “podio” della torre HADID a Milano. Si tratta di un edificio imponente, le cui dimensioni sono di 170 m x 80 x 18h, e in cui si sono impiegate 1500 tonnellate in carpenteria metallica. Partendo da un input geometrico, la pelle dell'edificio, con una serie di vincoli sui giunti del livello del piano terra, si è dovuto elaborare il modello strutturale. E poichè mancavano i dati di partenza è stato creato un algoritmo per poter poter progettare le strutture dell’edificio, da cui poi è stato sviluppato il progetto in modo interoperativo con le esigenze architettoniche, impiantistiche e funzionali, a cominciare dal problema dell’isolamento acustico visto che nella struttura erano previste delle sale cinema. Per l’attività di progettazione Capsoni ha evidenziato l’uso di Tekla Structures, Allplan e Solibri. In un contesto così complesso, il Bim non era stato richiesto a dal cliente, ma è stata un'esigenza del progettista, e questa scelta ha consentito di realizzare il tutto in soli 16 mesi.

L’intervento dell'Ing. Andrea Nardinocchi, Direttore Tecnico Italferr, è stato dedicato al processo di introduzione del BIM in seno a Italferr, attività che viene eseguita con il supporto e la collaborazione di Harpaceas.

Nardinocchi ha evidenziato che l’obiettivo finale che si vuole perseguire attraverso l’applicazione del BIM è il migliorare la gestione dei programmi di investimento in ambito nazionale, e rendere Italferr più competitiva nella partecipazione a gare a livello internazionale. E il BIM è uno strumento necessario per chi, come Italferr deve occuparsi non solo della progettazione, ma anche della direzione lavori, collaudo, supporto alla manutenzione e al controllo: era evidente la necessità el' opportunità di dover procede a una implementazione dei processi BIM. Una scelta che nasce dall’interno visto che non ci sono richieste al momento in tal senso. Questo aggiornamento ha toccato in modo profondo l'organizzazione di Italferr, anche nella parte relativa alla gestione dei modelli e nelle procedure interne. Una standardizzazione che consente di mandare in gara dei progetti ma anche attivare contratti di collaborazione: come scambiarsi i dati, come proteggere i dati. Per prima cosa Italferr si è dotata di una piattaforma di collaborazione che riguarda i progettisti e dove sono stati anche creati dei modelli tematici per gestire le clash detection (attraverso l’uso di Solibri per il Model & Code Checking). Questa piattaforma verrà estesa anche per la parte negoziale e per la direzione lavori. E dopo aver applicato il BIM in alcuni progetti pilota si sta procedendo a una standardizzazione delle procedure e all’applicazione in due casi concreti di progettazione definitiva: il tratto Apice-Irpinia della tratta Alta Velocita' Napoli-Bari e il Collegamento AEREOPORTO di Venezia.
Nardinocchi è voluto entrare nel merito anche di alcune complessità che riguardano l’applicazione del BIM nelle infrastrutture. Tra gli esempi ha ricordato la necessità di considerare anche  la modellazione delle indagini geologiche oppure l’utilità che il sistema sia in grado di fare la stima della movimentazione terre, per poterlo integrare con il computo metrico estimativo.. Questa complessità fa sì che anche in ambito internazionale siano poche le società di ingegneria in grado di operare con il BIM in ambito infrastrutturale.

Durante il BIM SUMMIT 2017 anche due interventi di ospiti internazionali:
• Dr. Ilka May – CEO and Co-Owner  LocLab Consulting and Member of the EU BIM Task Group
• Eng. Lars Christian Fredenlund- CEO coBuilder

Entrambe gli interventi saranno inseriti nello speciale che INGENIO sta predisponendo su incarico di Harpaceas dell’evento.
Inoltre INGENIO con la sua collaboratrice Chiara Samorì ha intervistato i diversi relatori e anche queste interviste saranno diffuse attraverso lo speciale BIM SUMMIT.

Il BIM SUMMIT del 2017, la cui partecipazione ricordiamo era a numero chiuso, ha avuto il merito di affrontare tutte le tematiche più interessanti riguardanti il BIM dagli aspetti normativi a quelli manageriali, dall’applicazione in ambito pubblico a quella in ambito privato, trattando anche temi nuovi per il mercato coma la certificazione delle competenze. Uno dei pochi eventi in cui non ogni relatore non ha dedicato metà della sua relazione per spiegare cosa significhi l’acronimo BIM (in effetti non l’ha ricordato nessuno) ma in cui finalmente si è preso atto che dopo qualche anno si può dare per scontato che il pubblico abbia già preso coscienza del tema e degli aspetti primari dell’argomento. Un solo consiglio all’organizzazione: fra due anni estenderlo a una durata di due giorni, per avere qualche momento di dibattito.


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