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BIM: Come è strutturato il Capitolato Informativo?

Un interessante articolo sullo sviluppo del documento guida del processo digitale, sulla sua struttura secondo norma UNI ed infine un confronto su scala nazionale di alcuni Capitolati informativi redatti a seguito dell'obbligatorietà del D.M. 560/2017

Le linee guida del processo digitale all'interno di un documento condiviso

L’innovazione introdotta dal BIM all’interno del settore delle costruzioni si contraddistingue per il suo carattere dirompente rispetto alla metodologia tradizionale. Potremmo intenderla alla stessa stregua dei cambiamenti "disraptive” di Geoffrey A. Moore (“Crossing the Chasm: Marketing and Selling High-Tech Products to Mainstream Customers or simply Crossing the Chasm (1991, revised 1999 and 2014)”). Si tratta, infatti, di un cambiamento percepito realmente solo da pochi, ma che investe in termini di necessità e obbligatorietà ormai tutti (D.lgs. 50/2016).

E come affrontare un siffatto cambiamento? È possibile immaginare la sfera professionale ripartita secondo una gerarchia di Experts, Promoters and Supporters, Digitally Competent e Digitally Aware. Il fil rouge di questo scenario potrebbe essere rappresentato da un documento condiviso nel quale siano tracciate le linee guida del processo digitale. Un documento di tale natura conduce i partecipanti verso il raggiungimento di una maggiore consapevolezza e ad un conseguente adeguamento rispetto alla metodologia e agli strumenti da utilizzare. Potrebbe trattarsi, quindi, di un modo per limitare il ghep nozionistico essendo questo un chiaro atto di condivisione metodologica.

capitolato-informativo.jpg CI/EIR/PxP

Se con il processo tradizionale ci si era stabilizzati su un linguaggio ormai consolidato, con la metodologia BIM si avverte la necessità di ristabilire un equilibrio comunicativo contrattuale: cambia, quindi, la natura degli input e degli output di avvio al processo.

Storicamente l’impulso alla riflessione su un documento guida si deve agli americani: nasce l’esigenza da parte di chi produce il modello di comunicare il progetto ai propri interlocutori, in modo che dati ed informazioni possano essere recepite allo stesso modo da tutti.

Più tardi, in Gran Bretagna, si estende il concetto di comunicazione non solo ai tecnici specializzati (architetti, ingegneri, geometri), ma anche ai committenti, produttori e gestori coinvolti nel processo edilizio. È così che nasce quello che in USA è chiamato Owner BPxP - Owner BIM Project eXecution Plan, EIR - Employer Information Requiremet in Inghilterra e CI – Capitolato Informativo in Italia.

Le osservazioni determinanti alla base della nascita del Owner BPxP, dell’EIR e del CI possono, quindi, essere sintetizzate secondo quanto segue:

  • Nel processo di realizzazione di un'opera avviene uno scambio consistente di dati ed informazioni che devono essere regolamentate all’inizio di ogni processo;
  • Nel flusso di commessa entrano in gioco due figure: il Committente/Stazione Appaltante, che ha la necessità di realizzare ed intervenire su un bene, e gli operatori che lo progettano, realizzano e gestiscono.

Sulla base di queste considerazioni si procede, quindi, con la stesura di un documento che deve essere redatto dal committente e deve contenere le informazioni e i dati da scambiare con ciascun utente, definendo procedure, livelli di approfondimento e scopi.

L’Owner BPxP - Owner BIM Project eXecution Plan - USA

In un mondo dove si ha la necessità di confrontarsi con più specialisti e il dovere di condividere informazioni, nasce quello che originariamente era chiamato PxP - Project Execution Planning. Si tratta di un documento di natura strettamente progettuale, atto a contenere tutte le informazioni necessarie alla comprensione dello sviluppo del modello. Redatto da specialisti e rivolto a specialisti, il PxP si configura con un’accezione autonoma generale applicabile ad ogni tipo di progetto.

Più tardi, con l’analisi e sviluppo del documento anche in UK, si ritorna a riflettere sulla questione elaborando così delle esemplificazioni più operative che coinvolgessero anche il Committente/Stazione Appaltante. Si parla, quindi, di Owner BPxP - Owne BIM Project Execution Plan, documento riportato nel BIM Project Execution Planning Guide V2.1:2011 della Pennsylvania State University.

Nel caso americano, quindi, il documento in oggetto può avere natura puramente organizzativa in alcuni casi e anche contrattuale in altri. Infatti, il BPxP assume livelli di operatività differenti: nasce come strumento gestionale di organizzazione e transita, nei casi specifici, a strumento gestionale di progetto. Pertanto, nel primo caso, si potrebbe considerare come un documento autonomo; nel secondo caso, invece, dovrà essere seguito da documenti di risposta (Proposal Stage e Final BPxP).

L’EIR - Employer Information Requiremet - UK

L'EIR - Employer Information Requiremet è stato introdotto ufficialmente dalle specifiche tecniche di standardizzazione inglesi BS-PAS 1192-2:2013 (British Standard - Publicly Available Specifications) e analizzato anche dal CIC BIM Protocol:2013, BIM Toolkit e, l’anno successivo, mediante la BS-PAS 1192-3:2014. Si tratta di un documento propedeutico alla gara d'appalto che esplicita quali sono le esigenze del Committente/Stazione Appaltante e riporta gli standard informativi da utilizzare al fine di garantire unicità e qualità delle informazioni.

Pertanto l’EIR rappresenta un contenitore di “regole BIM” utili per la consegna delle informazioni inerenti il progetto e, quindi, necessario al completamento della documentazione d’appalto.

Nel processo d'appalto, il supplier risponderà all'EIR con un altro documento, ossia il BIM Execution Plan (BEP). Nello specifico, secondo la normativa inglese, i partecipanti alla gara dovranno redigere il BEP pre-contract in fase di offerta, il BEP post-cotract in caso di vincita. Nel primo caso si tratta di un documento più generico di risposta all’EIR, nel secondo caso di un documento specifico e vincolante.

A monte della produzione dell’EIR gli inglesi hanno istituito il Plain Language Questions. Questo documento si configura come uno strumento di valutazione per l’avvio della stesura di un EIR. Infatti, si tratta di un elenco di domande sviluppate da o per la committenza con l’obiettivo di definire al meglio le reali necessità da esprimere in un EIR.

A supporto della stesura dell’EIR, il BIM Task Force Group – organizzazione a sostegno dell’introduzione del BIM per i vari stakeholders in Inghilterra - ha creato un template di riferimento, suddividendo il documento in tre macro parti:

  • Richieste tecniche
  • Richieste di gestione
  • Richieste commerciali

Questo template ha natura bidirezionale: risulta utile sia per la stesura dell’EIR sia per la stesura del BEP, il quale figura come una risposta puntuale ad ogni parte esplicitata nell’EIR.

Contributo a supporto di una corretta stesura dell’EIR è fornito in UK anche dal RIBA - Royal Institute of British Architects attraverso il Plan of Work, ossia un piano di lavoro (o di consegna) che spiega come la realizzazione di un organismo edilizio debba avvenire per stadi in una successione temporale ben definita. Ad ogni stadio descritto nella tabella corrispondono deliverables, standard da emettere e progettazione da effettuare. 

Il CI - Capitolato Informativo - Italia

Il Capitolato Informativo è introdotto in Italia dalla UNI 11337-5:2017 e UNI 11337-6:2017. In generale la parte 5 della UNI 11337 fa riferimento “ai ruoli, i requisiti ed i flussi necessari alla produzione, gestione e trasmissione delle informazioni e la loro connessione e interazione nei processi di costruzione digitalizzati”. Mentre la parte 6 della stessa norma riporta “indicazioni procedurali e uno schema generale dei contenuti del capitolato informativo”.

Al paragrafo 3.2 – Termini relativi ai contratti della UNI 11337-5:2017, il Capitolato Informativo è definito come “Esplicitazione delle esigenze e dei requisiti informativi richieste dal committente agli affidatari” con seguente nota di riferimento all’Employer Information Requirement (EIR). Si presenta, quindi, come documento imprescindibile all’avvio di un appalto e paragonabile ad un canovaccio di “buone maniere informative” da condividere all’interno del Team di commessa.

Il Capitolato Informativo si inserisce nelle prime fasi del flusso di avvio commessa e costituisce atto propedeutico alla redazione dell’offerta di Gestione Informativa (oGI). Come nel caso precedente si distinguono due tipi di risposta: una generica (oGI) e una di dettagliato. Il documento di risposta definitivo è redatto a seguito della comunicazione di vincita dell’appalto da parte del Committente/Stazione Appaltante e, per la UNI 11337-5:2017, si configura nel piano di Gestione Informativa (pGI). Questo documento costituisce allegato contrattuale e, quindi, di natura vincolante

La struttura del Capitolato Informativo è vicina a quella dell’EIR inglese. Infatti anche in questo caso sarà individuabile una sezione tecnica e una gestionale, introdotte da paragrafi di linea generale (descrizione del progetto/committente e riferimenti normativi).

... la lettura continua nel pdf in allegato

L'articolo prosegue mettendo a confronto su scala nazionale alcuni Capitolati Informativi redatti a seguito dell'obbligatorietà imposta dal Decreto n.560/2017.

In conclusione è evidente come l’apporto del Capitolato Informativo ad una gara d’appalto sia di fondamentale necessità. Questo documento raggruppa tutte le tematiche sulla digitalizzazione, nuove al mondo delle costruzioni. Si potrebbe definire come il trait d’union fra il passato ed il presente, il punto zero della commessa.

Il Capitolato Informativo ha valore contrattuale, pertanto serve non solo a pianificare il lavoro secondo una procedura collaborativa e di condivisione, ma anche a definire in maniera evidente le regole e gli obiettivi da raggiungere. In tal modo si rende visibile a tutti ciò a cui si sta puntando, garantendo maggiore consapevolezza in materia. [...]

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