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Bim: appalti più efficienti e molte occasioni di lavoro qualificato. Giornata di studi alla Federico II

Al Polo universitario di Napoli Est sono stati discussi, nel pomeriggio di venerdì 1° giugno, gli elaborati finali dei venti partecipanti al primo Master universitario di secondo livello in Bim e progettazione integrata sostenibile, coordinato dal presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli professor Edoardo Cosenza. La presentazione ha concluso una giornata di studi tutta dedicata al Bim, mentre si avvicina l'obbligo di avvalersi di questo nuovo modo di concepire il progetto per le opere pubbliche.

Nei prossimi anni il mercato del lavoro è pronto ad assorbire migliaia di professionisti esperti in Bim, Building information modeling il nuovo metodo digitalizzato di progettare e gestire opere edilizie, più efficiente e trasparente, che diverrà gradualmente obbligatorio per gli appalti pubblici a partire bim_tavola-rotonda_1giugno.jpgdal 2019.
E i giovani sono già pronti a cogliere questa opportunità. Al Polo universitario di Napoli Est sono stati discussi, nel pomeriggio di venerdì 1° giugno, gli elaborati finali dei venti partecipanti al primo Master universitario di secondo livello in Bim e progettazione integrata sostenibile, coordinato dal presidente dell’Ordine degli ingegneri di Napoli professor Edoardo Cosenza. L'obiettivo è ora di moltiplicare i percorsi formativi in materia.
La presentazione degli elaborati ha concluso una giornata di studi dedicata al Bim, promossa dall’Ordine, dall'Università Federico II e dalla Commissione speciale Bim dell’Ordine, coordinata da Antonio Salzano.

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VANTAGGI ECONOMICI
Durante la giornata di studi sono stati più volte sottolineati i vantaggi economici e di efficienza connessi a questa vera e propria rivoluzione progettuale.
“Il risparmio di risorse economiche col Bim – dice Pietro Baratono, provveditore alle Opere pubbliche di Emilia e Lombardia, già presidente della commissione che ha redatto il decreto ministeriale sulla digitalizzazione degli appalti, di cui lo stesso Cosenza ha fatto parte – è quantificabile dal 10 al 15 per cento".
La definizione del decreto Bim - è stato ricordato - resta il frutto di un processo lungo, complesso, a volte con momenti serrati di confronto e a cui hanno dato il loro apporto determinante, fra gli altri, anche il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano e il professor Angelo Ciribini.

COL RISPARMIO SI FA UNA SCUOLA IN PIU'
E in Inghilterra, dove il Bim è entrato in uso dal 2010, si sottolinea spesso che con le risorse necessarie per costruire dieci scuole, col Bim se ne può realizzare una in più.
Inoltre il Bim consente di valutare con più efficacia e in prospettiva la convenienza economica di un'offerta per la realizzazione di un'opera, perché ne misura anche la sua durata nel tempo e l'eventuale minor necessità di manutenzione. Vantaggi per il futuro, ma anche per conservare la memoria storica.
Infatti la modellazione digitale per interventi di restauro e conservativi su beni culturali - come ha ricordato Cosenza - raggiunge nel nostro paese livelli di eccellenza.

CIRIBINI: NORMATIVA ALL'AVANGUARDIA
Alla tavola rotonda organizzata nella mattinata hanno partecipato il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Salerno (tra i sostenitori del Master Bim di II livello) Michele Brigante ed esponenti di Anas, Italferr, Acen (associazione costruttori napoletani), Oice, Consorzio Integra, Distretto Stress per le Costruzioni sostenibili.
Sono state presentate esperienze di progettazione digitalizzata, tra cui quelle che Italferr utilizza anche, sintetizzate in un suggestivo video, come "biglietto da visita" nei rapporti di lavoro con i paesi esteri.
“L’Italia – ha ricordato il professor Angelo Ciribini di Brescia, che ha una riconosciuta esperienza internazionale nell’ambito del Bim – è dunque ora all’avanguardia con l’approvazione di un sistema legislativo che introduce l’obbligo del Bim, sebbene con gradualità, per gli appalti pubblici, a partire da quelli di importo più elevato. Nel 2025 il sistema sarà a regime”.
La sfida – come è stato ribadito – è ora di coinvolgere in questa rivoluzione tutti i soggetti, anche i più piccoli, e definire un sistema di norme in materia di opere pubbliche e relativi contratti che siano tutte coerenti fra loro.
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